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ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE “ I.T.I. COPERNICO-CARPEGGIANI ”
Via Pacinotti 30, Ferrara
LA GOMMA
ALUNNA: FORLANI FRANCESCA
CLASSE: V° Z
Anno scolastico 2007/2008 1
Indice
INTRODUZIONE……………………………………………………………………………………3
1. CHIMICA AMBIENTALE
1.1 Caratteristiche fondamentali della gomma………………………………………………........3
Tipi di gomma……………………………………………………………………………………......3
Naturali……………………………………………………………………………………………3
Sintetiche………………………………………………………………………………………….3
1.2 Usi della gomma: riferimento all’esperienza di stage aziendale…………………………......4
Definizione Toluene ed ENB………………………………………………………………………...4
1.3 Descrizione desorbitore termico STD1000 e relativi componenti……………………………5
1.3.1 Principio di funzionamento……………………………………...……………………………..5
Condizionamento………………………………………………………………………………….5
Analisi……………………………………………………………………………………………..5
1.4 Aspetti teorici cromatografia…………………………………………………………………...6
1.4.1 Componenti di base di un sistema cromatografico e funzionamento…………………………..7
Fasi preliminari per la messa a punto del metodo di analisi gascromatografica…………………......9
Conclusioni…………………………………………………………………………………………...9
2. FISICA AMBIENTALE
2.1 Il rumore……………………………………………………………………………………….10
Proprietà fisiche del rumore………………………………………………………………………...10
2.2 Inquinamento acustico dovuto al traffico veicolare…………………………………………11
Normativa di riferimento……………………………………………………………………………11
Metodo di calcolo previsionale di Burges…………………………………………………………..12
3. STORIA
3.1 La storia influisce sulla gomma……………………………………………………………….13
BIBLIOGRAFIA……………………………………………………………………………………14
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Introduzione
La gomma e i prodotti di gomma sono così comuni che, spesso, non riflettiamo mai sulla loro
natura e su come essi abbiano cambiato la nostra vita. Nonostante l’umanità ne conosca l’esistenza
da secoli, solo negli ultimi centocinquant’anni la gomma è diventata un componente essenziale
della civiltà.
1.1 Caratteristiche fondamentali della gomma
La gomma è un elastomero dotato di grandi caratteristiche.
Prima di procedere con le caratteristiche della gomma è bene specificare che cosa si intende per
elastomero: gli elastomeri sono polimeri che possiedono elasticità, ossia la capacità di riprendere la
propria forma originaria dopo aver subito deformazioni anche di grande entità.
Il polimero è una sostanza costituita da macromolecole, formate da un numero elevato di piccole
unità semplici, chiamate monomeri. Il processo di sintesi di un polimero, a partire dai monomeri
costituenti, è chiamato polimerizzazione.
Gran parte degli oggetti di gomma viene sottoposta a vulcanizzazione in condizioni di temperatura e
pressione elevate. La vulcanizzazione consiste nel trattamento delle gomme con zolfo, composti
solforati o altre sostanze di basso peso molecolare per eliminarne la plasticità e renderle elastiche.
Esistono due tipi fondamentali di gomma:
naturali: si ricavano da un liquido bianco e lattiginoso, il lattice, estratto da particolari piante
incidendone il tronco e raccogliendone il lattice. Le caratteristiche meccaniche sono ottime ma la
gomma derivante da lattice naturale ha scarsa resistenza agli agenti atmosferici, alle variazioni di
temperatura e agli agenti chimici;
sintetiche: si ricavano dalla polimerizzazione di idrocarburi (famiglia di composti costituiti
interamente da atomi di carbonio e di idrogeno) semplici dai quali si ottengono lattici artificiali
che vengono successivamente coagulati.
Per quanto riguarda le proprietà chimico-fisiche la gomma naturale è un polimero della molecola
isoprene (C H ). L’isoprene, cha ha solo cinque atomi di carbonio, è la più piccola delle unità che si
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ripetono in qualsiasi polimero naturale, cosa che fa della gomma il polimero naturale più semplice.
La gomma è insolubile in acqua e non viene corrosa dalle basi e dagli acidi deboli; si scioglie,
invece, in solventi organici come benzene (idrocarburo liquido e incolore di formula C H ), petrolio
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(liquido oleoso più o meno denso) e disolfuro di carbonio (composto incolore, estremamente
volatile, di formula CS ). Viene rapidamente ossidata da alcuni agenti chimici, ma reagisce
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lentamente con l’ossigeno atmosferico. 3
1.2 Usi della gomma: riferimento all’esperienza di stage aziendale
La gomma non vulcanizzata viene utilizzata per produrre adesivi, isolanti e suole delle scarpe.
Molto più diffusa, invece, è la gomma vulcanizzata che, grazie all’elevata resistenza all’abrasione, è
adatta alla produzione dei battistrada per pneumatici e dei nastri trasportatori.
In questo settore assume un’importanza di rilievo l’azienda Polimeri Europa di Ferrara, società
petrolchimica, soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Eni SpA, presso la quale ho
svolto un periodo di stage sia nel 2007 che nel 2008, produttrice di un’ampia gamma di prodotti che
trovano il loro impiego nei seguenti settori: pneumatici, calzature, adesivi, componenti per edilizia,
tubi, cavi elettrici, componenti e guarnizioni per auto, elettrodomestici.
Polimeri Europa è uno dei maggiori produttori di elastomeri a livello mondiale.
Lo scopo del mio stage presso il centro ricerca di Polimeri Europa è stata la messa a punto del
metodo gascromatografico per l’analisi quantitativa di Toluene ed ENB in gomme EP(D)M
attraverso uno strumento chiamato gascromatografo, collegato ad un altro strumento, il desorbitore
termico.
Le gomme EP(D)M (elastomeri etilene-propilene in terpolimeri) presentano elevata resistenza
all'invecchiamento ed agli agenti atmosferici, buone proprietà ad alte e basse temperature e buona
resistenza ad un ampio spettro di sostanze chimiche.
Prima di descrivere la tecnica attraverso la quale ho potuto realizzare questo lavoro, ovvero la
gascromatografia, occorre definire i composti organici volatili utilizzati, quindi il Toluene e l’ENB.
Toluene
Il toluene (noto anche come metilbenzene) è un liquido volatile e incolore dall’odore caratteristico
di formula C H . Il toluene è un idrocarburo aromatico; esso viene utilizzato come solvente in
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sostituzione del più tossico benzene, ed è anche contenuto nella benzina.
ENB
L’ENB (5 etilden 2 norbornene) è un composto chimico della famiglia dei dieni. I dieni sono
semplicemente alcheni, cioè composti organici costituiti solamente da carbonio e idrogeno, che
contengono doppi legame.
Ho ricercato toluene ed ENB sulle gomme EP(D)M perché entrambi vengono utilizzati per la
produzione di esse. 4
Come detto precedentemente, per poter svolgere questo lavoro ho dovuto scegliere
l’apparecchiatura adatta, in questo caso un desorbitore termico (DANI STD1000) collegato ad un
gascromatografo (DANI GC1000). Ho scelto di utilizzare il desorbitore termico perché gli analiti
da determinare sono contenuti in un campione solido e la loro separazione quantitativa avviene
solo per effetto della temperatura.
Nonostante mi soffermerò maggiormente sul gascromatografo e il relativo funzionamento, è bene
dare una descrizione del desorbitore termico, anche se in maniera approssimativa.
1.3 Descrizione Desorbitore termico STD1000 e relativi componenti
Prima di descrivere il funzionamento del desorbitore termico occorre specificare in che cosa
consiste l’adsorbimento: le molecole si distribuiscono tra le due fasi, stazionaria, su cui vengono
adsorbite, e mobile, in cui si solubilizzano.
STD 1000 è un desorbitore termico di componenti volatili o semi-volatili presenti su un materiale
adsorbente o in campioni solidi o liquidi; esso serve ad ottenere il rilascio degli eventuali inquinanti
che si vogliono determinare. Il campione viene posto all’interno di un tubo di campionamento (che
può essere in acciaio o vetro), all’estremità del quale sono posti due tappi di chiusura.
Successivamente il tubo viene posto in un carosello, capace di contenere fino a 50 tubi di
campionamento; il carosello ruota fino a portare ogni tubo in corrispondenza del dispositivo di
riscaldamento. Prima del desorbimento, però, il tubo viene sottoposto a una prova di tenuta,
chiamata Leak Test; solo se la prova è positiva il tubo viene riscaldato, in caso contrario no. I
componenti volatili o semi-volatili desorbiti dal campione vengono focalizzati in una trappola
raffreddata tramite un dispositivo elettrico; successivamente la trappola subisce un innalzamento
della temperatura per trasferire i composti alla colonna gascromatografica. In questa fase la linea di
trasferimento del campione viene mantenuta calda alla stessa temperatura dell’iniettore del
gascromatografo.
1.3.1 Principio di funzionamento
Le possibilità di utilizzo del desorbitore termico STD1000 sono diverse, ma in questo caso
prenderemo in considerazione le due fasi essenziali per l’esecuzione del metodo analitico:
condizionamento e analisi.
CONDIZIONAMENTO: utilizzo più semplice (rispetto all’analisi) del desorbitore termico, il
cui scopo è di esportare le impurezze presenti nel tubo e scaricarle all’esterno attraverso
un’opportuna valvola, che deve necessariamente rimanere aperta. Nel seguente modo operativo i
tubi riempiti di materiale adsorbente sono riscaldati ad una temperatura e per un tempo
prestabiliti, in presenza di un flusso di gas ausiliario.
ANALISI: è il modo operativo più utilizzato. Il tubo, dopo una prova di tenuta a freddo, viene
riscaldato per un tempo prestabilito. Contemporaneamente un flusso di gas inerte trasferisce i
componenti desorbiti nella trappola, mantenuta a bassa temperatura. Nella fase successiva, la
trappola viene riscaldata istantaneamente ed i componenti sono trasferiti dal gas di trasporto
nella colonna cromatografica. 5
Soffermiamoci ora sulla definizione di cromatografia, per poi approfondire un solo tipo di essa, la
gascromatografia, sulla quale ho lavorato nel periodo di effettuazione dello stage aziendale e,
quindi, il funzionamento del gascromatografo e dei componenti che lo caratterizzano.
1.4 Aspetti teorici cromatografia
La cromatografia è un metodo analitico utilizzato per la separazione, identificazione e
determinazione dei componenti chimici nelle miscele. Per poter separare i componenti chimici essi
vengono distribuiti tra due fasi: la fase fissa (stazionaria) e la fase in movimento (mobile), in cui
viene introdotta, all’inizio del sistema di separazione, la miscela, in modo che i componenti possano
interagire con la fase stazionaria.
La fase stazionaria può essere costituita da un solido o un liquido opportunamente supportato,
mentre la fase mobile è costituita da un fluido (che si muove sopra la fase stazionaria), cioè da un
liquido o da un gas. Quando le fasi vengono scelte correttamente, i componenti manifestano una
certa affinità per la fase stazionaria e vi permangono per qualche tempo, mentre la fase mobile
continua a fluire. In tal modo la fase mobile scorre attraverso il sistema di separazione senza essere
trattenuta, mentre i componenti manifestano un ritardo o ritenzione. Maggiore è la ritenzione dei