Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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un tuffo nel passato nelle tracce di Maturità: da Letta e Jovanotti ad oggi

Una traccia che confrontava la visione europeista del Metternich con quella del Mazzini. Questa una delle proposte per la Maturità del 1985, anno in cui si è diplomato Enrico Letta. Quasi un segno del destino per il futuro presidente del Consiglio, che 28 anni dopo si sarebbe dovuto trovare a combattere in campo europeo la battaglia contro il rigore teutonico espresso dalla Merkel.

Uno scherzo del destino bissato il giorno successivo, quando allo scritto di latino venne proposto un brano di Plinio dal titolo “Votazioni a scrutinio segreto: un benpensante ne deplora gli inconvenienti con un amico”. Chissà se invece la traccia proposta nel 1984 sulle opere letterarie che illustrano con più efficacia l’orrore e la disumanità della guerra possa aver ispirato il giovane Lorenzo Cherubini, che da Jovanotti avrebbe preso apertamente posizione contro la guerra interpretando la canzone “Il mio nome è mai più”. Queste sono solo alcune delle particolarità che abbiamo scoperto visitando l'archivio del Ministero dell'istruzione e ripercorrendo un viaggio nel tempo attraverso le tracce di Maturità dagli anni '60 ad oggi.

UNA MATURITÀ DA INCUBO - Della serie, quando la Maturità anticipa il destino degli studenti. Ma alle volte lo segna, soprattutto quando la traccia della prova di italiano si presenta ostica. Per esempio, nel 1979 i maturandi hanno fatto i conti con un quesito al quale nemmeno i politici oltre trent’anni dopo sono riusciti a dare una risposta: si chiedeva loro di indicare quali iniziative ritenevano adeguate per allargare la conoscenza e la difesa dei tesori artistici del Paese. A confronto i temi sui giovani, la crisi e la digitalizzazione proposti in questi ultimi anni sembrano quasi una passeggiata.

COSA AVRÀ VOLUTO DIRE? - Ma le tracce di Maturità prima della riforma del 1999 si distinguono in alcuni casi per un carattere fortemente enigmatico. Chissà che facce hanno fatto i maturandi di fronte a un tema dal titolo: “Borromini architetto e Bernini scultore”, proposto per la Maturità 1980 ai maturandi del classico.

TEMI CHE SI RIPETONO - E a proposito di classici, ci sono temi che oggi sembrano di attualità ma che in realtà sono trattati fin dagli anni ’60. Così nel 1978 si chiedeva di “mettere in rilievo le motivazioni che rendono auspicabile il processo di unificazione europea”, mentre nel 1979 si chiedeva agli studenti dello scientifico di inquadrare il problema della crisi energetica e della ricerca di fonti alternative. Insomma, gli anni passano, le tracce restano.

SCAVARE NEL PROPRIO IO PER FARE LA MATURITÀ
- Ma non mancano nel campionario le tracce introspettive. Nel 1969, in piena contestazione giovanile e confidando probabilmente nella abitudini della cultura hippy, si poneva agli studenti una singolare domanda: “Ti è capitato leggendo scrittori del passato di dimenticare la distanza dei tempi e risentire la loro come voce del tuo tempo?". Mentre nel 1996 si chiedeva ai giovani virgulti della società di commentare un passo in cui la matematica veniva definita meravigliosa e sublime.

TOTOESAME SBALLATO - Infine qualche delusione per gli appassionati del totoesame: nel 1968 non è stata proposta una traccia sulle contestazioni giovanili, arrivata solo l’anno successivo; mentre nel 1992 non lo scandalo di tangentopoli e nemmeno le stragi di Mafia fecero capolino nella prima prova di Maturità. Né mai lo hanno fatto.

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