
Il 1976, un anno ricco di eventi: dalla edizione XXI dei Giochi Olimpici, tenutasi a Montreal, all’incidente di Niki Lauda, all’uscita al cinema di pellicole quali Taxi Driver, Novecento, Rocky, Tutti gli Uomini del presidente.
Anche in Italia il 1976 è stato un anno ricco di eventi, in particolare è ricordato come l’anno della “austerity”, dell’aumento dei costi dei carburanti e dal fatto che, per la prima volta dall’invenzione dell’automobile, gli autoveicoli divennero il mezzo meno usato per muoversi. C’è però un altro evento, molto particolare e curioso, che tenne banco per circa un mese, nell’estate di quell’anno, e che causò non pochi “problemi” agli studenti di allora.
TRACCE MATURITA'
: UNA TELEFONATA MALANDRINA - Nel maggio di quell’anno, infatti, a causa di una malandrina telefonata tra il provveditore di Vigevano e un individuo, non ben identificato, che si spacciava per un altro provveditore scolastico, ci fu una vera e propria fuga di notizie relative alle tracce prima prova di maturità, un vero “leaked” simile a quelli dei giorni nostri che hanno colpito i cloud di celebrità ed enti governativi, e che costò, ai maturandi del ’76, il dover ripetere, a distanza di 5 giorni dalla data ufficiale, la prima prova, affrontando nuove tracce messe insieme, in fretta e furia, durante una notte di frenetico lavoro da parte del Ministero. Fu quello il primo anno in cui la Polizia, come se non fosse già impegnata a sufficienza tra Brigate Rosse e altri fronti nazionalisti, dovette anche iniziare a sobbarcarsi l’ingrato compito della sicurezza delle Tracce Maturità, un problema che fino a quel giorno non si era mai posto e che, invece, da quel momento divenne un affare cruciale di cui si dibatte spesso durante il periodo delle prove.
Guarda il video sulla fuga di notizie del '76
TRACCE MATURITA'
: IMPOSSIBILE TRAFUGARLE OGGI - Ai giorni nostri, pensare di poter forzare la sicurezza del complesso sistema di smistamento delle tracce maturità 2015, formalmente, impensabile, a meno che qualche “anima pia” di Anonymous o qualche altro gruppo di hacker non si interessi a provare a forzare i database di qualche Istituto scolastico o di qualche USR (Ufficio Scolastico Regionale) prima che vengano inviati, durante la mattina delle prove, i codici di accesso al plico criptato che viene spedito alle commissioni poco prima dell’inizio delle prove stesse. E sarebbe, comunque, un lavoro senza “compenso”: una volta nota al fuga di notizie, come nel ’76, gli studenti si ritroverebbero, loro malgrado, a dover affrontare nuovamente le prove, a vedersi cancellare il lavoro svolto durante quelle 6 ore di duro lavoro di quei due giorni che vengono visti, spesso, come lo scoglio più grosso da superare per poter passare questa prova finale al termine dei 5 anni di istruzione superiore.Come reagireste se, oggi, nel pomeriggio, vi capitasse, come accaduto qualche mese fa con il famoso “Fappening”, di ricevere un link in cui sono presenti, certificate, le tracce delle prove dei prossimi due giorni? Serbereste il segreto? O denuncereste l’accaduto alle autorità competenti? E pensate che un simile evento possa davvero, in qualche modo, “salvarvi la pelle” o, piuttosto, possa essere una “ulteriore condanna”?
Donato Ciampa