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Sintesi
Latino: Plinio il Vecchio; Quintiliano

Storia: il Fascismo

Filosofia: Karl Marx

Storia dell'arte: le tavole dell'Encyclopédie

Italiano: Jorge Louis Borges (la biblioteca di Babele)
Estratto del documento

Pietra, argilla, papiro: questi i primi materiali che hanno fatto da supporto alla

scrittura. Il passaggio dal papiro alla pergamena è stato decisivo per la possibilità di

scrivere fronte retro, di piegare e di rilegare i fogli scritti. Non solo: l’uso della

pergamena ha reso possibile superare il maggiore limite del papiro, ovvero la sua

fragilità. volumen, codex,

Si è passati quindi dal che si avvolgeva in rotoli, al un

assemblaggio di fascicoli cuciti, che davano vita al libro. Un altro passaggio decisivo

è stato quello segnato dall´uso della carta. Tuttavia, fino a che la riproduzione dei

libri fu affidata alla mano di copisti, spesso monaci che all’interno del monastero

imparavano l’arte amanuense, i costi e il tempo per la diffusione delle opere non

potevano che essere estremamente elevati.

Solo grazie all’invenzione della stampa a caretteri mobili da parte di Gutenberg

intorno alla metà del XV secolo fu finalmente possibile pubblicare testi di qualsiasi

natura in modo veloce, economico e in grande quantità.

Come sempre accade quando ci si trova davanti a una cosa così innovativa, le

reazioni furono diverse. Sicuramente ci fu un grande entusiasmo poichè il sapere si

sarebbe diffuso più facilmente, tuttavia non

mancarono i più diffidenti che videro subito i lati

negativi di questa invenzione. Già il primo libro

stampato da Gutenberg, la Bibbia, appariva a

molti come un’arma contro la classe dominante.

Difatti la diffusione del testo biblico, tradotto in

diverse lingue volgari dalla vulgata latina di San

Girolamo, impediva alla Chiesa di avere il

monopolio sull'interpretazione delle Scritture. Inoltre non essendoci ancora leggi

che regolavano l'uso della stampa, era molto difficile per le autorità controllare il

contenuto delle pagine stampate e anche la loro destinazione. Possiamo dire che, in

un certo senso, l’invenzione della stampa contribuì a liberare la conoscenza dal

monopolio dei pochi dotti che si potevano permettere un’educazione o costosi

manoscritti, per renderla accessibile alle classi meno facoltose, ma pur sempre

benestanti, come la borghesia. In poche parole, Gutenberg contribuì in modo

decisivo all'alfabetizzazione di massa: rese le informazioni disponibili a prezzi più

accessibili, così che apprendere l'uso della scrittura divenne alla portata di molti.

Dalla diffusione del libro stampato di Gutenberg in poi, si è avuta una sempre

maggiore distribuzione del sapere con l’obiettivo di arrivare a ogni strato sociale

attraverso stampe sempre più economiche anche se ancora nei limiti della logica

del profitto.

Dopo la rivoluzione gutenberghiana, si sono susseguite numerose innovazioni

tecniche per quanto riguarda i macchinari, che hanno reso sempre più veloce ed

economica la produzione. La carta, impostasi con la produzione del libro a stampa, è

rimasta però per ben cinque secoli l’unico supporto utilizzato, perciò il metodo di

diffusione del sapere non si è trasformato in modo rilevante.

Il successivo passo nello sviluppo della trasmissione del sapere lo possiamo

identificare con l’invenzione di internet.

La rivoluzione di internet 5

Enciclopedia, istruzione circolare

Tea Nora Bonucci

Internet nasce dal progetto ARPA (1960) del

Ministero della Difesa degli Stati Uniti, quando

nel 1969 attraverso la rete Arpanet riesce a

collegare tra loro i primi computer tra quattro

università statunitensi. La telematica è

inizialmente utilizzata nell’ambito di alti

comandi militari, di istituti universitari e di

grandi aziende. Quando si capì che i risultati

sarebbero stati notevolmente migliori usufruendo delle reti telefoniche, ben più

diffuse delle reti interne militari, universitarie e aziendali, allora nacque la Rete che

avrebbe messo in contatto i computer di tutto il mondo, detta World-Wide-Web.

Subitò si osservò la grandezza e l’utilità di questa nuova tecnologia, infatti già nel

1

’98 Arno Allan Penzias osservava:

Con i mezzi elettronici mettiamo on-line intere bibliteche, intere annate di riviste

giuridiche o mediche, e possiamo fare ricerche mediante parole chiave su otto

miliardi di pagine.

La grandezza di internet sta proprio in questo: più che un’innovazione tecnica è

un’innovazione sociale, in quanto da la possibilità di mettere in contatto persone da

tutto il mondo e di scambiarsi un’enorme quantità d’informazioni in tempi rapidi. La

diffusione del sapere dopo le grandi trasformazioni del passato (papiro-pergamena-

carta), diviene con il digitale finalmente più veloce, alla portata di tutti, e

soprattutto libera sia per l’utente, che per l’autore. Infatti, prima di internet la

diffusione del sapere non risultava affatto sociale e libera, poichè era dominata da

pochi, cioè da coloro che possedevano denaro, titoli e si adeguavano alle logiche

editoriali, quindi la classe dominante del momento, spesso in linea con il potere

politico.

La grande rivoluzione che ha reso “sociale” la diffusione del sapere è stata

proprio quella di internet. La rete, infatti, rendendosi nel tempo facilmente

utilizzabile da una parte sempre più ampia della popolazione, ha garantito ad ogni

individuo la possibilità di pubblicare gratuitamente i propri lavori, dire la propria

attraverso i blog personali, rintracciare libri, film, saggi e molto altro.

Inoltre, questo nuovo supporto ha modificato il modo di leggere: se prima

srotolare un papiro o voltare pagina significava seguire una linea continua già

definita dell’autore, oggi scorrendo una pagina web grazie all’ipertesto basato sui

link abbiamo la possibilità di crearci un nuovo percorso rispetto a quello già dato

dalla pagina, possiamo andare in profondità, seguendo un’idea, una parola, un

collegamento. Da questa caratteristica vediamo che ogni argomento, libro o parola

é collegata a qualcos’altro, che a sua volta rimanda a un altro aspetto ancora e così

via. Internet rappresenta così il supporto su cui la conoscenza può meglio spaziare

sia da un capo all’altro delle discipline, sia da una parte all’altra del mondo.

Il simbolo del sapere

1 P

remio Nobel per la fisica 1978 6

Enciclopedia, istruzione circolare

Tea Nora Bonucci

Ritengo che il miglior simbolo del sapere e della sua diffusione non possa che

essere un genere che da sempre accompagna l’uomo: l’enciclopedia. In essa

troviamo l’ambizione di racchiudere tutto lo scibile umano, appagando così l’antico

desiderio dell’uomo di possedere tutte le conoscenze sulla natura e sulla vita, e per

di più sotto mano e in sintesi.

L’enciclopedia rappresenta il metodo di diffusione della conoscenza per

eccellenza e, di conseguenza, fa comprendere come essa si sia sviluppata nel

tempo, alla ricerca di supporti sempre più resistenti, affinché fossero tramandati ai

posteri, ma anche sempre più veloci ed economici, in modo che la possibilità di

sapere fosse accessibile a tutti.

Il concetto di enciclopedia

enkyklos: circolare;

Dal greco, secondo l’accezione plutarchiana, ciclico, e

paideia: educazione, disciplina, e quindi istruzione circolare. Istitutio

Il termine fu diffuso in questa accezione da Quintiliano in un passo della

oratoria (1,10,1)

Haec de grammatice, quam Ho raccolto queste nozioni di

brevissime potui, non ut omnia grammatica, nel modo più conciso

dicerem sectatus, quod infinitum erat, possibile, non per dire tutto, il che

sed ut maxime necessaria. Nunc de sarebbe stato un compito senza fine,

ceteris artibus quibus instituendos ma in quanto sono assolutamente

priusquam rhetori tradantur pueros necessarie. Ora aggiungerò una breve

existimo strictim subiungam, ut trattazione delle restanti discipline alle

efficiatur orbis ille doctrinae, quem quali credo si debbano dedicare i

Greci enkyklion paedian vocant. giovani allievi prima che

intraprendano lo studio della retorica,

affinché si metta insieme quella

cerchia di nozioni, che i greci

chiamano enkyklion paideian.

Rientra nel significato di Enciclopedia il concetto di “inventario” delle conoscenze

umane di una determinata epoca, testimanianza delle correnti di pensiero, delle

aspirazioni e delle realizzazioni di quell’epoca stessa. Attualmente rappresenta

l’opera probabilmente più ambiziosa e complessa, in quanto esprime il desiderio di

creare una esposizione metodica di tutto lo scibile umano. Oltre a essere esaustiva

l’enciclopedia deve essere facilmente consultabile per cui risulta fondamentale la

sistematizzazione del sapere secondo un determinato e ordinato sistema. 7

Enciclopedia, istruzione circolare

Tea Nora Bonucci Lo stesso Orazio affermava:

Che grazia possono aggiungere agli

argomenti banali il potere dell'ordine

e del collegamento.

Ordine e collegamento erano giustappunto caratteristiche indispensabili per una

buona enciclopedia, e infatti non a caso troviamo questa epigrafe di Orazio nelle

copertina della celebre Encyclopédie di Diderot e d’Alambert.

Il sistema su cui si basa la sistematizzazione delle conoscenze varia secondo

quattro criteri:

la specificità degli argomenti trattati,

 l’intertestualizzazione,

 il metodo d’organizzazione

 i criteri di redazione delle voci.

Detto ciò, possiamo distinguere diversi tipi di enciclopedie: quelle generali, che

contengono diversi campi d’interesse, come la nota enciclopedia Treccani, e quelle

specifiche, che raccolgono nozioni relative ad una sola scienza (enciclopedia

medica, etc.).

Dobbiamo inoltre distinguere l’enciclopedia sistematica o per materia da quella

alfabetica; infatti, mentre la prima è ordinata secondo un sistema logico ed

organico, la seconda ordina le voci in modo alfabetico ed è sicuramente la più

utilizzata. L’enciclopedia alfabetica non va confusa con i dizionari veri e propri, in

quanto non esplicita unicamente il significato delle parole registrate, ma le tratta in

modo completo raggruppando attorno ad esse le notizie più varie.

Il grandioso desiderio di sistematizzare in maniera globale e organica il sapere,

come sappiamo, nasce nella più remota antichità ed ha accompagnato il cammino

dell’uomo fino ai nostri giorni. Il primo esempio enciclopedico lo abbiamo nel IV

secolo a.C. con Aristotele. Tuttavia, anche in precedenza l’uomo aveva mostrato una

certa inclinazione per la raccolta e l’organizzazione del sapere, dimostrata dalla

costruzione di biblioteche. I primi esempi di biblioteche risalgono addirittura al III

millennio a.C. ad Ebla (in Siria) e in Mesopotamia, dove sono state rinvenute

raccolte di migliaia di tavolette d’argilla incise in caratteri cuneiformi. Anche in

Egitto abbiamo notizia di Biblioteche di fondazione faraonica, contenenti papiri. Non

possiamo poi non ricordare la biblioteca di Alessandria, che grazie alla sua

particolare ubicazione allo sbocco del Mediterraneo, divenne la maggiore biblioteca

del mondo antico.

Personalmente, considero l’enciclopedia e la biblioteca molto simili: entrambe

seguono analoghi criteri di catalogazione del sapere e rappresentano il desiderio di

arrivare a comprendere in modo ambizioso tutto lo scibile umano. L’unica differenza

sta, forse, nelle dimensioni: la biblioteca come luogo ha la possibilità di racchiudere

decine di migliaia di volumi, mentre l’enciclopedia deve contenersi, esponendo le

voci in modo esaustivo, ma sintetico.

La storia dell’enciclopedia 8

Enciclopedia, istruzione circolare

Tea Nora Bonucci

Possiamo ritrovare nella storia dell’uomo numerosi esempi di opere

enciclopediche, tuttavia per trattare l’evoluzione di questo particolare genere

elencherò qui di seguito quelle che ritengo più importanti, soffermandomi, in

particolare, sull’analisi di tre di esse: Naturalis Historia, Encyclopédie e Wikipedia.

Ritengo, infatti, che queste tre opere rappresentino gli stadi evolutivi sia del genere

sia del metodo di diffusione del sapere in quanto tramandate in tre modi diversi:

Naturalis Historia attraverso il codice manoscritto

 Encyclopédie attraverso la stampa

 Wikipedia attraverso la rete

Etica nicomachea di Aristotele (384-322 a.C.):

rappresenta la prima opera di ispirazione enciclopedica, poiché in dieci libri stabilì

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