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Sintesi Walt Disney, tesina
Questa tesina di maturità descrive la figura del fondatore dell'azienda Disney, Walt Disney. La tesina abbraccia varie materie scolastiche, come Italiano Pascoli, Storia dell'arte Dalì, Destino, Storia la crisi del '29, Inglese ''Alice's adventuresa in Wonderland'', Victorian age.
Collegamenti
Walt Disney, tesina
Italiano - Pascoli.
Storia dell'arte - Dalì, ''Destino''.
Storia - La crisi del '29.
Inglese - ''Alice's adventuresa in Wonderland'', Victorian age.
viene delineata soprattutto nei primi tre capitoli: il fanciullino, dice Pascoli equivale alla voce
profonda dell’animo umano, che segue percorsi non razionali, bensì intuitivi e alogici.
Si possono trovare molteplici suggestioni filosofiche; il titolo, infatti, deriva da un passo del Fedone
di Platone: Cebes Tebano, pensando alla morte di Socrate che stava per bere la cicuta, si mette a
piangere. Si scusa poi affermando che non è lui che piange ma il fanciullino che è in lui.
Si ispira inoltre a Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica di Leopardi.
1 venti capitoli del Fanciullino partono dall'idea che esistono due età poetiche, fanciullezza e
maturità: la seconda sa dire, ma la prima sa vedere. Tutti hanno questa voce interna, ma crescendo
la si mette a tacere. Il poeta è colui che sa ascoltare questa voce e che, divenuto vecchio e non
potendo più vedere, dice ciò che ha visto da fanciullo.
Afferma quindi il carattere alogico e primigenio della poesia, che ha il compito di registrare ciò
che la natura suscita nella propria interiorità.
Un film sul tema della diversità è invece Dumbo. Il cartone narra dell’esclusione dell'elefantino e
degli sberleffi per le sue grandi orecchie. La sua rivinta giunge nel momento in cui segue una strada
diversa da quella degli altri, insegnando che diverso non sempre è sinonimo di brutto.
Si sa che Disney era una persona molto attenta all’ideale della famiglia. Ciò è dimostrato sia dai
suoi cartoni animati, adatti a un pubblico di ogni età, ma sia dai vari parchi di divertimento,
progettati proprio con lo scopo di creare un luogo dove le famiglie dei suoi dipendenti potessero
passare del tempo insieme. Il primo fu quello ad Anaheim (California), edificato nel 1955, dove son
presenti continui riferimenti alla storia del cartone animato e alle varie produzioni.
Sarà pensato anche il progetto EPCOT, acronimo di Experimental Prototype City of Tomorrow, un
luogo in cui gli abitanti avrebbero potuto vivere circondati da tecnologie sperimentali.
Dopo la morte, EPCOT sarà trasformato prima in un parco a tema poi in una fiera internazionale,
ma è soltanto una piccolissima parte del progetto cui aspirava Walt. 6
L V
A ITA
L’infanzia
Walter Elias Disney nacque il 5 dicembre 1901 a Chicago. Trascorse la sua infanzia tra Chicago e in
Missouri, nella fattoria dello zio. Gli anni della gioventù furono duri, caratterizzati dalla fatica e
dalla povertà.
La sua esperienza fumettistica iniziò nel liceo McKinley, dove si occupò delle illustrazioni del
giornalino scolastico The Voices. Il suo spirito interventista, però, lo spinse, all’età di soli sedici
anni, a lasciare la scuola e fare l’autista volontario di ambulanze durante la Prima Guerra Mondiale,
modificando la data di nascita nel passaporto in modo da essere reclutato.
L’incontro con Ub Iwerks e le prime occupazioni
Tra il 1920 e il 1937 torna negli Stati Uniti per cercare lavoro. Il suo desiderio è di realizzare film e
riesce a occuparsi del programma Newman Theatre, come dipendente di Charlie Chaplin. Negli
studi incontrerà Ub Iwerks, un talentuoso animatore suo coetaneo, con il quale fonderà la società
Iwerks-Disney Commercial Artists. Non avrà successo, però i due vengono contattati dalla Kansas
City Film ad Company, che commissiona loro delle animazioni pubblicitarie per i cinema locali.
Tuttavia, la tecnica era tutt’altro che innovativa, poiché le immagini si ritagliavano su carta.
Per questo motivo, nel tempo libero Walt e Iwerks, con l’aiuto di una cinepresa prestata, iniziarono
a creare dei filmati che vendettero alla Newman Laught-O-Grams. Nonostante la breve durata (un
minuto), ebbero grandi apprezzamenti dal pubblico, per la loro satira sui problemi e la politica
locale. 7
Quindi, nel 1922, lancia la Laught-O-Grams Inc. che produce dei cortometraggi animati ispirati alle
fiabe per bambini, tra cui Alice’s Wonderland , in cui una bambina vera vive in un mondo di tavoli
da disegno. L’anno dopo dovrà dichiarare il fallimento, ma si metterà in società col fratello Roy
creando i Disney Brothers Studio. A New York ottengono un contratto per dodici film con Winkler
e Mintz, i distributori di Felix the Cat, e cambiano il nome in Walt Disney Production (1928).
In quegli stessi anni, si sposa con Lillian Bounds, una sua dipendente.
I rapporti con l’Universal Pictures
Nel 1927, l’azienda produce Oswald the Lucky Rabbit, una nuova serie di cartoni animati distribuiti
dall’Universal Pictures e considerati una sorta di anello di congiunzione tra Felix e Topolino. Il
successo fu enorme e il coniglio divenne un’icona popolare. Gli studi della Disney vengono
ampliati e si fanno nuove assunzioni.
L’Universal era di proprietà Margareth Winkler. La signorina aveva un modo di gestire gli affari
che consentiva a Disney e Iwerks di ritenersi soddisfatti. Concedeva loro, infatti, libertà e lauti
guadagni.
Quando la Winkler si sposò le cose cambiarono brutalmente.
L’Universal divenne, di fatto, di suo marito, Charles Mintz, il quale ritenne opportuno ridurre i
pagamenti e trattare i due produttori duramente. Legalmente Oswald apparteneva all’Universal la
produzione dei cartoni avveniva grazie ad un gruppo di animatori che Walt e Ub pagavano col
denaro portato dai cartoni stessi. Una volta tagliati gli stipendi non fu difficile per Mintz sottrarre
forza lavoro a Disney. I soli a rifiutare di tradire Walt furono gli amici degli esordi.
Segretamente, perciò, Disney, Ub e la strettissima cerchia di animatori rimasta loro fedele
cominciarono a lavorare su un nuovo personaggio che sostituisse Oswald. I diritti su questi saranno
recuperati solo nel 2006. 8
La nascita di Mickey Mouse
Lavorando sulla falsariga dell’ormai famoso coniglio, nacque Mortimer Mouse, ribattezzato
Mickey Mouse da Lillian (in italiano, Topolino). Il personaggio debutta nel cortometraggio muto
l’aereo impazzito, seguito poi da Topolino gaucho. Nessuno lo acquistò, quindi Disney capì che
mancava qualcosa.
L’anno precedente la Warner Bros aveva mandato in onda il primo film col sonoro, The Jazz Singer,
e fu la svolta: grazie al Cinephone, un sistema di sincronizzazione sonoro ottenuto di contrabbando,
crea Stemboat Willie, proiettato per la prima volta nel 1928 al Colony Theater. La data sancisce
definitivamente la nascita di Topolino, Minnie Mouse (Minnie) e Bootleg Pete (Gambadilegno).
Quindi riadattò i due cortometraggi di Topolino col sonoro e fino al 1947 fu Disney stesso a
interpretare la sua voce.
Il successo fu enorme. Furono creati moltissimi articoli con il volto di Topolino, tanto che dovette
essere creata la Walt Disney Enterprises per gestire il marchio.
In Italia, il primo giornalino di Topolino uscì nel 1932.
Inoltre, con il passaggio all’United Artists, inizia a utilizzare il modernissimo procedimento
Technicolor, e i cartoni si animarono di colori nuovi.
Grazie a questa innovazione, creò Flower and Trees, che gli valse il premio Oscar del cinema degli
Academy Awards nel 1932, come migliore cortometraggio con i cartoni animati come tema. Lo
stesso anno, vinse l’Oscar ad honorem per la creazione di Topolino.
I lungometraggi
Non soddisfatto dei guadagni, Walt passa alla creazione di lungometraggi, usando le Sinfonie come
banco di prova per le nuove tecniche. In particolare, attraverso la cinepresa a piani multipli, fu in
grado di dare un effetto di profondità ai cartoni animati.
Il soggetto scelto è la fiaba di Biancaneve e i sette nani , prodotto tra il 1935 e il 1937.
L’apprezzamento del pubblico fu così grande che quando fu proiettato per la prima volta, nel 1938,
fu premiato con la standing ovation e l’incasso totale fu di otto milioni di dollari (pari a 98 milioni
di dollari odierni). 9
Il denaro guadagnato permise alla Disney di serie dedicate a Topolino, Paperino, Pippo e
lavorare su altri tre film: Pinocchio, Fantasia Pluto.
e Bambi, lavorando contemporaneamente alle
Gli anni della guerra furono duri e i suoi film ricevettero soltanto il riconoscimento artistico, poiché
non era più possibile per la gente andare a vederli al cinema.
Quindi, nonostante le prime riluttanze, dovette accettare la richiesta del dipartimento di Stato di
rappresentare gli USA in America latina e “lottare contro il nazismo”, nonché quella da parte del
pubblico di girare un documentario per vedere le quinte dello studio.
Realizzerà anche un cartone animato istruttivo a lungo classificato come top secret, per insegnare
ai neoassunti delle aziende i metodi di ribaditura degli aerei.
Quando l’America entrerà in guerra, gli sarà chiesto di produrre cortometraggi per intrattenere e
istruire i militari. A questa serie appartiene, ad esempio, Der Fuehrer’s Face.
Der Fuehrer’s face
Der Fuehrer’s face è un cortometraggio
propagandistico della serie Donald Duck
uscito negli Stati Uniti il 1^ gennaio 1943. La
trama ruota intorno ad un incubo fatto da
Paperino, che si ritrova nella Germania
nazista con fattezze hitleriane, a condurre
una vita mediocre e triste, con uno sfondo
tempestato di svastiche. Rendendosi conto
che era solo un brutto sogno, orgoglioso della
sua cittadinanza americana, abbraccia la
Statua della Libertà.
Del ciclo dedicato all’America latina, invece,
si ricordano I racconti dello zio Tom, primo
film Disney a contenere attori in carne ed
ossa. 10
Gli ultimi anni
Nel frattempo, inizia a entrare nel mondo della televisione con serie settimanali (tra cui Zorro) e a
produrre molti film divulgativi sulle spedizioni della NASA.
Il 14 settembre del 1964, il presidente Johnson gli conferisce la più alta onorificenza civile
statunitense: la Medaglia presidenziale della libertà.
Nell’autunno del 1966 gli viene diagnosticato un tumore al polmone. Morirà pochi mesi dopo, il
15 dicembre 1966. In Italia, in suo onore, Epoca mise in copertina l’immagine di Topolino che
piangeva e in America il futuro presidente Regan disse: “da oggi il mondo è più povero”.
Destino:
La fusione di due geni
Dall’incontro tra Walt Disney e Salvador Dalì nacque l’idea di creare un film d’animazione
insieme. Tuttavia, a causa della crisi della società, il progetto fu abbandonato.
I disegni originali furono creati dalla collaborazione di Salvador Dalì con John Hench, artista della
Disney, in soli otto mesi, dal 1945 al 1946. La musica, invece, appartiene all’artista argentino
Armando Dominguez.
La storia parla di una ballerina in cerca dell’amore, che sembra trovarlo nell’incarnazione del
tempo. Solo fondendosi col mondo dei sogni potrà raggiungere il suo uomo, così si perde in un
delirio surrealista, ricco di elementi daliniani, tra cui gli orologi molli e il baseball, visto come
metafora della vita.
In Italia il film è stato proiettato ufficialmente per la prima volta in una mostra dedicata a Dalì,
ospitata a Palazzo Reale (Milano) nel 2010, dopo essere rimasto in un cassetto per quasi
cinquant’anni. 11
Fu ritrovato per caso dal nipote di Walt, Roy Edward Disney, mentre cercava materiale per il nuovo
Fantasia 2000. Fu affidato quindi a un’equipe di venticinque animatori specializzati per dar vita ai
bozzetti, affidandosi anche ad alcuni diari scritti da Gala, moglie di Dalì, senza però modificare la
sequenza originale di diciotto secondi realizzata da Hench.
Il risultato fu meraviglioso, tanto che il 2 giugno 2003 fu premiato al Festival internazionale dei
film d’animazione di Annecy, in Francia, e l’anno seguente ricevette una nomination agli Oscar
come Miglior Cortometraggio d’Animazione.
Nel numero di Topolino del 22 settembre 2003 è presente una storia intitolata Topolino e il surreale
viaggio nel destino, illustrata da uno dei più grandi disegnatori Disney viventi, Giorgio Cavazzano.
Qui, Topolino, Pippo, Paperino e lo stesso Walt Disney, disegnati in stile vintage, vanno
all’aeroporto a prendere uno strano uomo con una tuta da palombaro: è Dalì, giunto in California
per lavorare al cortometraggio.
La bizzarra mise ricorda quando, nel 1936, il pittore si presentò all’Esposizione internazionale