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Sintesi
Marketing: pubblicità, strategie, mission, fidelizzazione;

Comunicazione: profilo lettrice di Vogue;

Scienze umane: ruolo della donna;

Inglese: Anna Wintour;

Arte: fotografia di moda.
Estratto del documento

Stefania Gallo 5 CC

Vogue INTRODUZIONE E STORIA

Una rivista femminile fuori dal comune, specchio di una società in continua evoluzione.

Vogue non è solo moda, ma è anche un’autorevole vetrina dove trovano spazio design, movimenti

d’avanguardia, arte e pittura.

E’ il 17 dicembre 1892, nasce Vogue. Niente a che vedere con la rivista d’avanguardia che possiamo

sfogliare oggi: la neonata Vogue era solo una gazzetta settimanale.

Il suo creatore era Arthur Baldwin Turnure, un newyorkese in vista tra le ricche famiglie della città.

Era una rivista nata per narrare le abitudini, gli svaghi, i ritrovi sociali, i posti frequentati e gli abiti

indossati dalle famiglie più potenti e benestanti della società newyorkese.

Vogue stabiliva le regole di condotta sociale ed era letta con avidità sia da coloro che si

consideravano come facenti parti dell’èlite di New York che da quelli che vi aspiravano.

La rivista riportava tutti gli avvenimenti mondani della settimana e diventò uno svago essenziale

per i lettori di entrambi i sessi, suscitando interesse sia tra le donne sia tra gli uomini.

La rivista voleva mostrare “l’aspetto cerimoniale della vita” (come scrisse Turnure nella lettera

pubblicata sul primo numero), la mutevole idea sociale di divertimento e di tendenza.

Già si cercava di creare un prodotto diverso dalla tradizionale rivista femminile: furono inserite

recensioni di libri, di spettacoli teatrali, musica e arte. Inoltre, si pensò ad articoli di galateo che

indirizzassero il comportamento delle persone durante gli avvenimenti mondani.

Quando nel 1909 Condè Nast, un giovane avvocato e pubblicista di St. Louis, assunse la direzione di

Vogue, egli apportò delle modifiche. In primo luogo apparve il suo nome sulla testata, la rivista

iniziò a essere pubblicata ogni due settimane, invece che settimanalmente. Il prezzo salì da 10 a 25

centesimi, le copertine diventarono più colorate, aumentarono gli spazi pubblicitari e iniziarono a

comparire articoli che si occupavano di moda e società.

Con queste modifiche la rivista, che era nata come gazzetta mondana, diventò una rivista

femminile, distaccandosi nettamente dalle sue origini.

Il 1911 segnò l’inizio di un grande periodo di crescita: infatti, iniziò ad acquisire altre riviste come

la rivista di moda e acquisì anche

House and Garden, Dress Vanity Fair.

Vogue iniziò anche ad approdare all’estero e nel 1916 fu lanciata la prima versione britannica.

Fino a quel momento, nessun giornale o rivista poteva vantare una presenza su suolo straniero.

La rivista tentò un terzo tentativo approdando nelle edicole francesi il 15 giugno 1920.

Nonostante qualche intoppo finanziario iniziale, fu un successo, soprattutto perché la rivista

menzionava preferenze alla moda e allo stile parigino.

L’ultimo tentativo all’estero fu in Germania nel 1928, ma fallì e scomparve dal mercato meno di un

anno dopo.

A differenza di gran parte delle altre riviste di successo dell’epoca, Vogue non pubblicava narrativa.

Il motivo stava nella decisione di Nast di limitare la distribuzione della rivista.

Stefania Gallo 5 CC

Vogue

La sua rivista offriva uno spaccato dell’alta società e delle tendenze della moda del tempo e

venivano scelte immagini eleganti e curate per rappresentare l’eleganza della rivista.

In conclusione, la sua tattica era di concentrarsi non su un pubblico vasto, in quanto voleva dire

abbassare il livello della rivista, ma su un pubblico mirato, che sapesse riconoscere il valore di

“classe”.

Nonostante i vari cambiamenti nel corso della storia, il carattere di Vogue rimane unico, fisso sugli

obiettivi.

La missione è sempre rimasta identica: la celebrazione del bello, di ciò che è creativo e

interessante, attraverso la collaborazione di talenti artistici. Il compito di Vogue è di diffondere un

valore positivo della moda eliminando gli elementi che non sono significativi per far passare questo

messaggio.

Vogue è stato descritto da Caroline Weber, sul New York Times nel 2006, come "la più influente

rivista di moda nel mondo”, in grado di influenzare il pubblico grazie anche alle notizie di moda

reperibili sul sito e grazie alle nuove edizioni che stanno nascendo nel mondo.

Dopo la nomina di Anna Wintour come capo redattore della rivista, si è sempre cercato di

esplorare orizzonti più vasti. Grazie a lei sono state scoperte diverse persone importanti per la

moda, da stilisti a fotografi.

La rivista punta lo sguardo sull’approccio riservato ai dettagli nei retroscena privati, che

caratterizzano la scelta dei vestiti, come vengono abbinati abiti e servizi di moda, quale

personaggio celebre è in copertina e come organizzare le pagine per ottenere il miglior impatto

visivo. Stefania Gallo 5 CC

Vogue ERA DI ANNA WINTOUR E FRANCA SOZZANI

Le due riviste a confronto

Siamo nel 1988 quando, in America e contemporaneamente in Italia, occupano il posto di redattori

due donne che avrebbero cambiato positivamente la rivista: Anna Wintour per Vogue America e

Franca Sozzani per Vogue Italia.

Anna Wintour Franca Sozzani

Stefania Gallo 5 CC

Vogue VOGUE AMERICA 17 dicembre 1892

DATA DI NASCITA:

Anna Wintour

DIRETTORE:

Condè Nast

EDITORE:

Chi è Anna Wintour?

Nel 1988 Anna Wintour sale alla direzione di Vogue. La sua personalità influenza fortemente il

giornale che aumenta la sua popolarità e si rinnova potenziando il suo ruolo di opinion leader nel

settore moda. Anna Wintour diventa una persona autorevole tra i suoi lettori e il mondo della

moda, che continua ancora oggi ad analizzare e criticare le tendenze della moda contemporanea.

rd

Anna Wintour was born on November 3 , 1949. She is the British-born editor-in-chief of

American Vogue.

With her bob haircut and sunglasses, Wintour has become an institution throughout the fashion

world, widely praised for her eye for fashion trends and her support for younger designers.

She is the eldest daughter of Charles Wintour, editor of the London Evening Standard. Anna

became interested in fashion as a teenager. Her father consulted her on how to make the

newspaper relevant.

Her career in fashion journalism began from two British magazines. Later she moved to the United

States, with a job at New York and House & Garden. She returned home for a year to turn around

British Vogue, and later assumed control of the magazine in New York.

Under her editorship, the magazine renewed its focus on fashion.

Vogue held its position as market leader.

On the September 2004 issue, Anna Wintour published an issue with 832 pages, the largest issue

of a monthly magazine ever published at that time.

She also oversaw the introduction of three new magazines: Teen Vogue, Vogue Living and Men's

Vogue.

She’s often described as emotionally distant and she’s often criticized because she’s too strict and

bossy. Stefania Gallo 5 CC

Vogue In 2007, she decided to do a documentary called “The

September Issue”, where she shows how she works in

the magazine.

Anna Wintour wanted to pass with this movie a positive

message and commercial of the fashion industry, which

according to her, many times “scares” people and leads

them to think that anyone who is passionate about this

world is stupid.

She uses this documentary to answer to the movie “The Devil Wears Prada”, that is inspired to her,

especially to her editorship in Vogue.

is a 2006 comedy-drama film, screen adaptation of Lauren Weisberger's

The Devil Wears Prada

novel of the same name.

2003

It talks about a young girl that moved to New York to start her job career.

She was a journalist and she started to work as an assistant to the cruel editor-in-chief, Miranda

Priestly, of the most important fashion magazine in the world, named “Runway”.

The writer of the book really worked to Vogue America, under Anna Wintour.

In the book and in the movie, there are a lot of similarities with the real life in Vogue.

Stefania Gallo 5 CC

Vogue

VOGUE AMERICA – IL PRODOTTO

Vogue America presenta gli argomenti in modo lineare e ordinato.

L’indice è distribuito in tre pagine intervallato da numerose inserzioni pubblicitarie. La disposizione

degli articoli appare molto simile a un settimanale di attualità troviamo, infatti, come primo pezzo

l’editoriale, in cui Anna Wintour, direttrice e temuta giornalista, riprende argomenti di attualità,

commentandoli.

Le sezioni sono cinque. La prima è la sezione nella quale si trovano articoli di moda e di

Flash,

Gossip. A seguire la sezione di attualità denominata e la sezione

People Talking About Vogue:

La quarta sezione è dedicata alla moda, è la parte dove si concentra il

Beauty and Fitness. View,

maggiore numero di servizi fotografici. Infine, vi è la sezione la parte di

Fashion e Features,

costume. Stefania Gallo 5 CC

Vogue VOGUE ITALIA novembre 1965

DATA DI NASCITA:

Franca Sozzani

DIRETTORE:

Condè Nast

EDITORE:

Chi è Franca Sozzani?

Frequenta il liceo classico e si laurea presso l’Università Cattolica in lettere e filosofia.

Franca Sozzani inizia la sua carriera lavorando per il magazine "Vogue Bambini". Nel 1980 diventa

direttore responsabile di "Lei". Tre anni dopo, dirige anche "Per Lui", la versione maschile di "Lei".

posizione che ricopre dal 1988 e dal numero

Attualmente è direttrice di Vogue Italia,

di Ottobre 2006 è anche direttore responsabile di "L’Uomo Vogue". Oltre a ricoprire queste

cariche, Franca Sozzani è direttrice editoriale della casa editrice Condé Nast per l'Italia.

A febbraio 2010 lancia il sito internet Vogue.it, il primo portale al mondo dedicato alla celebre

rivista di moda.

Franca Sozzani come Anna Wintour e come tutte le altre direttrici è stata spesso criticata,

soprattutto perché dedica molta attenzione alla pubblicità e per il fatto che le copertine di Vogue

privilegiano fotografi stranieri a quelli italiani.

Come la stessa direttrice spiega, ci sono fotografi che provegono da diverse parti del mondo e il

suo scopo è di creare una rivista vincente, trascurando la nazionalità dell’artista.

Tuttavia, la pubblicità rimane comunque importante, soprattutto per promuovere le proposte degli

stilisti perché, essendo un giornale che fa tendenza, uno stilista per affermarsi deve passare da

Vogue.

Vengono soprattutto mostrasti stilisti italiani e questo perché Vogue Italia fa da traghetto del Made

in Italy all’estero: infatti, risulta il giornale straniero più venduto in America, Giappone e Cina.

Stefania Gallo 5 CC

Vogue

VOGUE ITALIA – IL PRODOTTO

Il numero italiano di si presenta con un ordine di argomenti molto disordinato per un lettore

Vogue

non abituale. L'impostazione è originale, perché si discosta dagli altri periodici del settore nella

presentazione e sistemazione dei contenuti. Gli argomenti scelti e il loro ordine gerarchico nella

rivista è simile all’edizione americana. Il disordine però è solo apparente; nell'indice, che si trova

dopo alcune pagine di pubblicità, sono indicate le diverse sezioni con i rispettivi articoli: Moda,

e Nell’indice, l’ordine delle sezioni è invertito

Beauty & Fitness, Costume Fatti, volti e tendenze.

rispetto alla disposizione presente nel mensile.

Stefania Gallo 5 CC

Vogue INFORMAZIONE e PUBBLICITA’

Nella società attuale la pubblicità tende a invadere ogni forma comunicazionale della quotidianità.

I media vengono largamente finanziati dalla pubblicità, basti pensare ai quotidiani free press che

devono la loro esistenza per la maggior parte ai proventi pubblicitari.

Nella rivista vi sono numerose pagine dedicate a servizi di moda, articoli su prodotti testati ad hoc,

e a rubriche “di stile”.

Spesso, all’interno di questi articoli, vengono inserite pagine pubblicitarie, nascoste sotto forma di

articoli giornalistici, cosicché viene esaltato il prodotto e le lettrici indirettamente prestano più

attenzione a questo aspetto.

Questa è una strategia utilizzata spesso nei periodici femminili.

Altre volte, invece, vengono inserite diverse pagine su uno stesso prodotto, in modo da presentarlo

come un vero e proprio servizio di moda. Il risultato è che un distratto lettore non riesce a

distinguerne la differenza.

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