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Italiano: Gabriele D'Annunzio (con riferimento ad Andrea Sperelli)
Letteratura Inglese: Oscar Wilde (con riferimento a Dorian Gray)
Storia dell'Arte: Gustav Klimt (versioni di Giuditta)
Anthony Crosland
L'onestà è un lusso che i ricchi non possono permettersi.
Pierre de Coubertin Capiotto Giada 5^ C Erica
Introduzione.
Definire la parola lusso non è un’ impresa semplice poiché essa rappresenta una molteplicità di
cose. Il “Devoto-Oli” recita: […] che indica squisitezza o, più comunemente, sfoggio di costosa
eleganza e distinzione […]. Dal punto di vista etimologico potremmo indicare due scuole di
pensiero: secondo alcuni autori, tra cui l’esperto di comunicazione e marche, il professor J.N.
Kapferer, la parola lusso deriva dal termine latino “lux”, ovvero, luce. Infatti, solitamente i prodotti
di pregio sono connotati da una forte brillantezza come accade per i gioielli e le pietre preziose.
Altri sostengono che essa derivi dal termine anch’esso latino, “luxus”, che esprime un significato di
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sregolatezza, eccesso e dissolutezza .
Dall'epoca romana fino alla Belle Époque (epoca in cui la società si arricchiva grazie all'industria e
al continuo progresso tecnologico-scientifico), il lusso era uno stile di vita riservato ad un ristretto e
privilegiato gruppo di persone (re, imperatori, principi, uomini di potere, ricchi borghesi...).
Mentre ora il lusso è uno status a cui tutti gli uomini ambiscono e che esprimono mediante
l'acquisto e/o il consumo di prodotti/oggetti, spesso superflui, destinanti a migliorare l’immagine
della persona.
Grazie all'industrializzazione nella nostra epoca il lusso non è più un privilegio di pochi, o meglio,
è un mezzo per omologarsi alla massa e per gratificarsi, e quelli che un tempo erano pezzi unici ora
sono quasi sempre prodotti in serie, in modo tale da soddisfare la domanda di milioni di
consumatori.
Oltre a stoffe pregiate, diamanti, pietre preziose e opere d'arte uno dei materiali simbolo del lusso è
l'oro. L'oro che, insieme al tema delle donne, era l'elemento chiave dei capolavori del pittore
austriaco Gustav Klimt, uno dei maggiori artisti della Belle Époque.
Lusso ed estetismo sono sulla stessa lunghezza d'onda, e questo lo confermano lo scrittore italiano
Gabriele D'Annunzio e lo scrittore irlandese Oscar Wilde. D'Annunzio fu uno dei più importanti
esponenti del Decadentismo in Italia, mentre Wilde del Decadentismo inglese. Grazie a Wilde si
diffonderà la figura dell'eccentrico dandy in tutta Europa e anche D'Annunzio ne sarà fortemente
influenzato.
1 http://tesi.eprints.luiss.it/150/1/tesi-ferraro.pdf STORIA
L’età giolittiana e la Belle Époque
La Belle Époque si colloca cronologicamente parlando tra i seguenti grandi eventi: la guerra franco-
prussiana (1870-1871), la grande crisi economica (1873-1895) e la Prima Guerra Mondiale.
L'epoca dei “bei tempi” durò, in tutta Europa, nemmeno 40 anni, cioè da fine Ottocento fino allo
scoppio della Grande Guerra e la capitale di questo sviluppo europeo fu la romantica ed elegante
Parigi.
Nello stesso arco di tempo l’Italia vide la nascita di una grande personalità politica come quella di
Giovanni Giolitti (1842-1928). Egli fu per molto tempo protagonista della vita politica italiana,
dando il via a quella che oggi chiamiamo età giolittiana, che durò inizialmente dal 1903 al 1914, ma
che ebbe epilogo con l’ultimo governo giolittiano iniziato nel giugno del 1920 fino al luglio del
1921.
Il governo di Giolitti fu connotato da cinque permanenze al governo, durante le quali il politico
italiano assunse spinte liberali, credendo fermamente che migliorando le condizioni di vita dei
lavoratori ne avrebbe tratto sicuro vantaggio tutto il tessuto sociale italiano.
Egli apportò numerose migliorie tra cui norme per tutelare gli anziani, gli infortunati, i
diversamente abili, le donne e i bambini, i quali furono obbligati a frequentare la scuola elementare
fino ai 12 anni. I cittadini poterono finalmente avvalersi del diritto al riposo settimanale e alle
provvidenze settimanali. Migliorarono le condizioni igienico-sanitarie e cosi anche le condizioni di
vita della popolazione, questo giovò all’economia nazionale portando ad un incremento del profitto
dello Stato; visto l’incremento di valore della valuta italiana e l’accurata amministrazione del
bilancio statale le banche incominciarono ad agevolare il risparmio e a concedere prestiti per
finanziare le aziende agricole e industriali (con bonifici, irrigazioni e l’utilizzo di concimi chimici),
ma anche le imprese meccaniche, tessili, chimiche ed alimentari.
Introdusse l’indennità parlamentare, ovvero un compenso per i deputati per tutti i costi sostenuti
durante la loro candidatura. L’indennità serviva inoltre per incitare anche i lavoratori a candidarsi.
Giolitti procedette aumentando i salari agli operai e di conseguenza si accentuò l’acquisto anche da
parte dei lavoratori e, grazie anche a questo, l’economia italiana decollò. Infine concesse il diritto di
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sciopero e di associazione ed eliminò l'intervento militare alle manifestazioni.
Giolitti riteneva il governo e lo Stato due enti separati: il governo rappresentava gli ideali mentre lo
Stato, che era al di sopra di tutti i partiti, doveva essere imparziale di fronte ai problemi nazionali.
Giolitti governò in un periodo in cui l'Italia iniziò ad evolversi grazie allo sviluppo delle
infrastrutture, del mercato interno e delle misure protezionistiche attuate. Dopo lo scandalo della
2 http://www.skuola.net/storia-contemporanea/politica-di-giolitti.html
Banca di Roma, dove numerosi dirigenti della banca ed alcuni membri del governo giolittiano
vennero accusati di intrattenere accordi fraudolenti ed illeciti, capì la necessità di un sistema
bancario migliore.
Per la conquista coloniale spinto dalle banche, dalle industrie, dal re e dai nazionalisti, mandò
l'esercito italiano alla conquista della Libia, la quale nel 1912 dopo numerosi scontri, diventò
colonia italiana.
Sempre nel 1912 attribuì il diritto di voto a quasi tutti gli uomini italiani: poterono votare gli uomini
di 21 anni che sapevano leggere e scrivere, gli analfabeti che avevano almeno 30 anni e tutti i
cittadini che avevano già prestato servizio militare.
D’ANNUNZIO IN POLITICA E CONTRO GIOLITTI
A causa dei discorsi poco decorosi di D’Annunzio riguardanti il politico, Giolitti fu accusato di
essere un "dittatore liberale" e venne definito il “teorico del parecchio” della propaganda
interventista (il termine parecchio divenne famoso grazie ad una sua presunta affermazione la quale
recitava che, dalla neutralità, si sarebbe potuto ottenere il “parecchio”).
D’Annunzio incitò diverse volte la folla e importante per lui fu l’impresa di Fiume (nel 1919), la
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quale non era stata concessa all’Italia dalle potenze alleate vincitrici.
LETTERATURA ITALIANA
Gabriele D'Annunzio
Gabriele D'Annunzio, nato a Pescara il 12 Marzo 1863, è stato uno scrittore, un poeta,
drammaturgo, militare, politico e giornalista italiano. Simbolo in Italia del movimento letterario,
nato in Francia, del Decadentismo, ed eroe di guerra, fu uno degli esponenti più importanti della
letteratura del ventesimo secolo e venne soprannominato il “Vate”, ovvero profeta che rivelava
significati profondi della vita e della natura. Le sue iniziative politiche lasciarono il segno nella sua
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epoca influenzando gli avvenimenti successivi.
Gabriele D’Annunzio di fronte ai cambiamenti radicali della società industriale e cittadina reagisce
manifestando soluzioni eccellenti, appariscenti ed eccentriche, da grande protagonista ma con
l’immancabile sensazione dell’inutilità e del fallimento dei suoi sforzi.
Le prime opere letterarie del Vate si dividono in due categorie: quelle in prosa che si ispiravano alla
tradizione verista e le poesie di ispirazione carducciana, nelle quali non mancheranno mai
riferimenti all’erotismo e alla sensualità spesso morbose e infine distruttive.
3 http://it.wikipedia.org/wiki/Gabriele_D%27Annunzio
4 http://it.wikipedia.org/wiki/D%27Annunzio
La produzione dannunziana è considerata ancora oggi un emblema fastoso della poetica
decadentista italiana, insieme alle opere pascoliane. I due poeti vengono spesso messi a confronto
non solo per le loro differenti reazioni davanti ai cambiamenti urbani e sociali ma anche perché tutti
e due sono impegnati nella ricerca di nuove tematiche linguistiche. 5
Per D’Annunzio sarà importante anche l’incontro con il Simbolismo francese.
La prima opera italiana di prosa psicologica e introspettiva, in contrapposizione al naturalismo e al
positivismo, fu il romanzo dannunziano Il Piacere, il quale rappresenta al meglio l’animo esteta del
suo autore. Questa famosa narrazione viene scritta dal letterato nel 1888 e resa nota al pubblico
l’anno seguente. Dal 1895 farà parte della raccolta letteraria I Romanzi della Rosa insieme ai
racconti L’innocente e Il trionfo della morte.
La storia è ambientata nella Roma bene del secolo XIX ed il protagonista è il conte Andrea Sperelli.
Musicista, poeta, dilettante, pittore, ma soprattutto amante del bello e del piacere, Sperelli vive
circondato da ricchi ed eleganti borghesi, frequenta manifestazioni mondane ma lungi dal “grigio
diluvio democratico [...] che molte belle cose e rare sommerge miseramente”. L’esteta vivrà un
periodo tormentato a causa della relazione finita male tra lui e la misteriosa Elisa Muti, dopo che lei
si allontanerà dalla città eterna. Dopo un periodo di estraniamento Andrea vivrà avventure estreme
trovandosi infine a duellare con un rivale geloso che lo ferirà. Durante la convalescenza
“purificante” a Schifanoia, precisamente nella villa di una ricca cugina, conoscerà la sensibile e
pura Maria Ferres. Il protagonista si illuderà di aver trovato in Maria la sua anima gemella, invece il
loro rapporto si complicherà e l’uomo cercherà di riprodurre nel contatto e nella relazione con
Maria le sensazioni già provate con Elena mettendo a confronto le due donne. Infatti dopo che tra i
due amanti scoppiò la passione, Sperelli si lascerà sfuggire il nome della vecchia amata, facendo
scappare la Ferres raccapricciata.
Gran parte della storia è narrata da un narratore esterno in terza persona. Il narratore è onnisciente,
il quale interagisce con il lettore, racconta e puntualizza avvenimenti, fa commenti e si lascia
scappare premonizioni ed anticipazioni. La parte narrata, accompagnata da dettagliate descrizioni di
personaggi e ambienti, prevale rispetto ai dialoghi, i quali sono veramente pochi. Il dandy italiano
articola la storia con un lessico ricercato ed articolato, adatto al contesto lussuoso e aristocratico.
Infatti non mancano termini dalla forma arcaica (imagine, romore, conscienza), parole troncate (lor,
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volgevan, riduzion, espansion) e vocaboli francesi, latini ed inglesi.
Molti definiscono Sperelli un alter-ego dell’artista: Sperelli è ciò che è e che vorrebbe essere
D’Annunzio. Egli impersona le reali esperienze del poeta esteta e quelle a cui ambisce, è nobile e
ricco, intellettuale e seduttore e frequenta salotti della nobiltà ed eventi mondani. La creatura
dannunziana è si il ritratto dell’autore ma è anche soggetto di critiche da parte del narratore, che ne
5 http://www.istituti.vivoscuola.it/marconi/dannunzio/LINK001.HTM
6 http://balbruno.altervista.org/index-1252.html 7
critica il cinismo e perversione del personaggio principale.
ENGLISH LITERATURE
Oscar Wilde
Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde, born in Dublin in 1854, was an Irish writer and poet.
He is well-known to use a lot of aphorisms and paradoxes, for which he is still cited. Wilde is an
anti-victorian writer but he is more famous to be a dandy, in fact during the decadentism he diffused
th
the figure of the dandy. Be a dandy came from the cultural movement of 18 century, or rather the
Romanticism. A dandy is an elegant, fascinating, intellectual and eccentric person, who is a rebel
and has another vision of the world. A dandy personality show is transgression and his rebellion
against the society always with elegance and do everything with good manners and grace. Oscar