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Aspetti generali della vinificazione in rosso
Introduzione
Siccome abito nel comune di Cisterna d’Asti, ho voluto parlare, nel mio centro d’interesse del vino
Cisterna d’Asti DOC, un vino sconosciuto ai più che però credo abbia grandi potenzialità,
soprattutto se affinato a lungo.
Inoltre ho voluto parlare di questo vino perché, benché sia una DOC recente, ha una storia curiosa.
Il mio obiettivo è quello di far conoscere questo vino e il vitigno, la Croatina, da cui si ricava;
inoltre illustrerò anche la vinificazione della Croatina 2012 nell’azienda di famiglia “Tenuta la
Pergola” per la produzione di Cisterna d’Asti superiore DOC e i futuri processi che questo vino
subirà prima della messa in bottiglia.
Al termine farò degustare un Cisterna d’Asti superiore 2008 per illustrare le peculiarità di questo
vino e la sua attitudine all’invecchiamento.
1. Il paese di Cisterna e cenni storici
1.1 Il paese
Ubicazione e origine del nome
Cisterna d’Asti si trova sul confine tra la provincia di Cuneo e quella di Asti, geograficamente fa
parte del Roero; è inserto nella comuità collinare delle Colline Alfieri.
Confina con i comuni di Montà d’Alba, Canale d’Alba, San Damiano d’Asti, Ferrere (AT)
Il nome del paese è probabilmente dovuto all’impressionante numero di pozzi (cisterne) disseminati
nel territorio per estrarre acqua: il più profondo è quello del giardino del castello (circa 80m).
Dati geografici e demografici 2
Estensione del comune: 10,65km
Altezza sul livello del mare: 350m
Abitanti: 1317 (31/12/2010) 3
1.2 Il castello e la resistenza
Il paesino appare arroccato attorno al castello: una struttura in mattoni medievale, risalente al 1280,
passato di proprietà al comune di Cisterna dai duchi d’Aosta nel 1912.
La Resistenza
Durante la Resistenza, il castello è stata la roccaforte dei partigiani indipendentisti noti con il nome
di “Banditi di Cisterna” comandati dal colonnello Toselli (nome di battaglia Otello) che, durante la
Resistenza, hanno supportato le truppe alleate inglesi del Soe (Special Operation Executive) tra cui
il maggiore Hope, che oggi dà il nome a una piazza di Cisterna.
Importante è stata la battaglia di Cisterna del 5-6-7 marzo 1945, quando, comandati da Otello, un
gruppo di 250 uomini, sfruttando una tattica pregevole riuscirono ad allontanare l’attacco di più di
1000 fascisti che puntavano al controllo del castello.
Durante queste giornate i fascisti intercettarono un messaggero: era Rino Rossino, che, reclinando
la proposta di unirsi ai fascisti, fu fucilato nella piazza di Cisterna oggi intitolata a lui.
Il castello oggi
Oggi il castello di Cisterna è sede del Museo Arti e Mestieri di un Tempo, il più grande museo
etnico del Piemonte.
2. Il Cisterna d’Asti DOC
2.1 Il riconoscimento della DOC
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 22 agosto 2002 è stata riconosciuta la
denominazione di origine controllata del vino “Cisterna d’Asti” ed è stato approvato, nel testo
annesso, il relativo disciplinare di produzione.
Prima del riconoscimento della DOC, il vino ottenuto nel territorio di Cisterna con il vitigno
Croatina era conosciuto da sempre come “Bonarda di Cisterna” e rientrava nella denominazione
Piemonte Bonarda DOC.
Poi, quando si fecero delle perizie ampelografiche nei vigneti di Croatina di Cisterna si rivelò che la
varietà non corrispondeva alla Bonarda piemontese, allora partì un iter, che, grazie al lavoro di
appassionati e studiosi, della Vignaioli Piemontesi e della Coldiretti di Asti, portò al riconoscimento
della DOC.
2.2 Il disciplinare di produzione
La base ampelografica
La base ampelografica del vino è costituita da uva Croatina dall’80% al 100%; possono concorrere
alla produzione, congiuntamente o disgiuntamente, uve di altri vitigni a bacca nera, non aromatici,
autorizzati e raccomandati per le province di Cuneo e Asti, nella misura massima del 20%; anche se
praticamente tutti i produttori di Cisterna d’Asti vinificano Croatina in purezza.
Zona di produzione
La zona di produzione comprende per intero i comuni di Cisterna d’Asti, San Damiano d’Asti,
Ferrere, Cantarana, San Martino Alfieri e Antignano in provincia di Asti; Canale, Castellinaldo,
Govone, Montà, Monteu Roero, Santo Stefano Roero e Vezza d’Alba in provincia di Cuneo. 4
Produttori di Cisterna d’Asti
Attualmente i produttori di Cisterna d’Asti sono solo 15, 11 di Cisterna d’Asti e 4 di San Damiano
d’Asti; rappresenta quindi una produzione esigua.
Principali articoli del disciplinare
Articolo 4 : norme per la viticoltura
1)Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini a
denominazione di origine controllata "Cisterna d'Asti" devono essere quelle tradizionali della zona
o, comunque, atte a conferire alle uve ed ai vini derivati le specifiche caratteristiche di qualità.
2)In particolare le condizioni di coltura dei vigneti devono rispondere ai requisiti esposti ai punti
che seguono:
terreni: terreni argillosi-calcarei-sabbiosi;
giacitura: esclusivamente collinare. Sono da escludere categoricamente i terreni di
fondovalle, umidi, pianeggianti e non sufficientemente soleggiati;
altitudine: non superiore a 400 m sul livello del mare;
esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
densità d'impianto: quelle generalmente usate in funzione delle caratteristiche peculiari delle
uve e dei vini. I vigneti oggetto di reimpianto o nuovo impianto, dovranno essere composti
da un numero di ceppi ad ettaro, calcolati sul sesto d'impianto, non inferiore a 3.500;
forme di allevamento e sistemi di potatura: quelli tradizionali (forma di allevamento: la
controspalliera con vegetazione assurgente; sistema di potatura: il Guyot tradizionale, il
cordone speronato basso e/o altre forme comunque atte migliorare la qualità delle uve);
pratiche di forzatura: e' vietata ogni pratica di forzatura.
E' ammessa l'irrigazione di soccorso.
Le rese massime di uva ad ettaro di vigneto in coltura specializzata per la produzione dei vini
a denominazione di origine controllata "Cisterna d'Asti" ed i titoli alcolometrici volumici minimi
naturali delle relative uve destinate alla vinificazione devono essere rispettivamente le seguenti:
Vini Resa uva/ha Titolo alcolometrico minimo naturale
Cisterna d’Asti DOC 9t/ha 10,5%vol.
Cisterna d’Asti superiore DOC 9t/ha 11,0%vol. 5
Articolo 5: norme per la vinificazione
1)Le operazioni di vinificazione dei vini a denominazione di origine controllata "Cisterna
d'Asti" devono essere effettuate all'interno dell'intero territorio amministrativo delle provincie di
Asti e Cuneo.
2)La resa massima dell'uva in vino finito, per tutte le tipologie, non dovrà essere superiore al
70%.
Qualora tale resa superi la percentuale sopraindicata, ma non il 75%, l'eccedenza non ha diritto
alla denominazione di origine controllata; oltre detto limite di percentuale decade il diritto alla
denominazione di origine per tutto il prodotto.
3)Il vino a denominazione di origine controlla "Cisterna d'Asti" (anche con riferimento alla
menzione "vigna") può essere immesso al consumo a partire dal 15 novembre dell'anno di raccolta
delle uve.
Il vino a denominazione di origine controllata "Cisterna d'Asti" superiore deve essere sottoposto
ad un periodo di invecchiamento di 10 mesi, a decorrere dal 1 novembre dell'anno di raccolta delle
uve.
E' consentito l'affinamento in recipienti di legno.
E' ammessa la colmatura con uguale vino conservato in altri recipienti, per non più del 5%
del totale del volume nel corso dell'intero invecchiamento obbligatorio.
Articolo 6: caratteristiche al consumo
I vini a denominazione di origine controllata "Cisterna d'Asti" all'atto dell'immissione al
consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
"Cisterna d'Asti":
colore: rosso rubino intenso;
odore: intenso, fruttato e caratteristico;
sapore: vinoso, delicato ed armonico, talvolta vivace;
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
"Cisterna d'Asti" superiore:
colore: da rosso rubino intenso a rosso granato con l'invecchiamento;
odore: intenso, delicato e caratteristico;
sapore: secco, delicato ed armonico;
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidita' totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
2.3 Caratteristiche del vino
Dopo dieci anni di produzione si sono assaggiati diversi Cisterna d’Asti ed è stato possibile rilevare
le sue peculiarità e le sue caratteristiche:
colore: rosso rubino intenso e brillante, particolarmente carico per via dell’elevata
concentrazione di polifenoli antocianici.
profumo: fruttato, con note di confettura di frutti rossi nei vini più invecchiati, di frutti sotto
spirito nei vini più giovani, nota di viola mammola che con il tempo tende a scomparire.
sapore: l’elevata concentrazione di polifenoli conferisce al vino una buona struttura, il vino
si presenta corposo ma morbido, con buona persistenza al palato e finale leggermente
tannico. 6
Alto contenuto in polifenoli
L’elevata composizione in polifenoli, presenti soprattutto nella buccia, rende la vinificazione di
questo vino complessa, deve essere vinificato con accortezza e le uve devono essere perfettamente
mature, per evitare di apportare eccessiva astringenza;
Perciò la Croatina deve essere vendemmiata il più tardi possibile, anche dopo il Nebbiolo, che, per
tradizione, è l’ultimo vitigno vendemmiato.
Stabilità del colore
Degustando Cisterna d’Asti di annate precedenti, arrivando fino al 2002, si nota che il colore è
molto stabile, ciò è dovuto al fatto che il vitigno Croatina ha una composizione antocianica
costituita per circa il 50% da malvidina, l’antocianidina meno ossidabile, inoltre, in media l’indice
di antociani totali supera i 1000mg/kg.
2.4 Vini a base di Croatina prodotti in altre zone d’Italia
La Croatina è un vitigno da sempre riconosciuto e utilizzato nell’Oltrepò pavese e nei Colli
Tortonesi, con il quale viene prodotto un vino detto Bonarda, ma che non ha nulla a che fare con la
Bonarda piemontese. Qui la Croatina viene prodotta in diverse tipologie, soprattutto frizzante e con
un leggero residuo zuccherino, per mascherare la tannicità e potenziare la nota di frutti rossi.
3. Il vitigno Croatina
3.1 Cenni storici
La Croatina è un vitigno già noto nel Medio Evo, diffuso particolarmente nelle aree viticole delle
province di Piacenza e Pavia e, in Piemonte, nelle province di Alessandria, Vercelli, Novara e nel
territorio del Cisterna d’Asti.
La croatina è caratterizzata da un’elevata variabilità genetica, che si esplica nel grappolo, nell’acino,
nella tomentosità della foglia e nel vigore vegetativo.
Probabilmente a causa di questa variabilità genetica viene confusa con la Bonarda Piemontese (che
è un vitigno a sé stante).
Arrivo a Cisterna della Croatina
Non si conosce esattamente perché la Croatina, già coltivata nell’Oltrepò pavese e nel Tortonese sia
arrivata a Cisterna, ci sono diverse ipotesi.
Si pensa che sia arrivata per via un disguido, in cui, per reimpiantare i vigneti di Bonarda
piemontese distrutti dalla fillossera negli anni ‘60-’70 del XIX secolo, i vignaioli di Cisterna
abbiano preso delle barbatelle di Croatina dall’Oltrepò pavese credendo che fosse Bonarda
piemontese, siccome vi facevano un vino che appunto si chiama Bonarda.
Un’altra ipotesi invece sostiene che questo vitigno è stato importato dal conte di Cisterna nel ‘600.
Fatto sta che questo vitigno, viste le caratteristiche affini alle caratteristiche pedo-climatiche della
zona, qui sia stato largamente adottato, anche se inconsciamente.
Documenti storici
Il vino “Bonarda” di Cisterna compare in maniera esplicita nei documenti solamente nel 1829, e poi
ripetutamente negli anni successivi, quando Bartolomeo Olivetti annota sul suo libro mastro tenuto
dalla sua famiglia alcuni trasporti di questo vino.
Nel 1839, Goggredo Canalis, nel suo “Dizionario Storico-Geografico” cita espressamente il vino di