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Inglese: James Joyce (Ulysses);
Latino: Petronio (il Satyricon, i rapporti con la tradizione letteraria);
Arte: Paul Gauguin;
Storia: Imperialismo e Colonialismo (La politica coloniale delle grandi potenze in Asia e Africa);
Geografia Astronomica: la Luna.
Così Gauguin descriveva in una lettera a un amico questa sua opera che egli
considerava capolavoro:
<< A destra, in basso, un bambino addormentato e tre donne sedute. Due figure
vestite di porpora si confidano i propri pensieri. Una grande figura accovacciata, che
elude volutamente le leggi della prospettiva, leva il braccio e guarda attonita le due
donne che osano pensare al loro destino. Al centro una figura coglie frutti. Un idolo
con le braccia alzate misteriosamente, sembra additare l’aldilà. Una fanciulla seduta
per ascoltare l’idolo. Infine una vecchia, prossima alla morte, placata e presa dai suoi
pensieri, completa la storia >>
L’opera può essere interpretata come una metafora della vita,
dall’infanzia alla vecchiaia, ma anche una rappresentazione della natura
effimera dell’esistenza e un confronto tra la “natura” e la “ragione”;
rappresentata nel dipinto dalle due donne in atteggiamento di riflessione.
Dunque si tratterebbe di un poema figurato, da non intendersi né come una
narrazione di fatti, né come un’allegoria evidente. Quale nesso, infatti,
intercorre fra il titolo e l’opera? Difficile comprendere il linguaggio criptico del
pittore, se non per alcuni riferimenti: il bimbo addormentato che rappresenta la
nascita; la figura maschile che coglie i frutti (la vita); la vecchia (la morte). Alle tre
inquietanti domande che ogni uomo si pone sul mistero del proprio passaggio
sulla terra, sul perché della propria precarietà, sulle proprie origini e sulla
propria fine, nessuno è stato capace di dare una risposta universale che esuli
dalla propria soggettività. L’espressiva figura eretta che coglie un
frutto da un albero, la più luminosa
dell’intero dipinto, l’unica maschile in
una narrazione tutta al femminile, può
rappresentare l’uomo che coglie – nel
momento più esaltante della propria vita,
quello della giovinezza – il frutto
prezioso e la parte migliore
dell’esistenza.
La vecchia stanca e rassegnata pare,
invece riflettere sulla sua vita passata, sui
rimorsi e i rimpianti. Perciò le parole,
come aveva affermato Gauguin, sono
vane, inutili; esse non risolvono i
problemi né danno risposte alle angosce
della vita.
GEOGRAFIA ASTRONOMICA
La Luna: Viaggio verso nuovi mondi
La medesima spinta propulsiva che indusse uomini verso l’ignoto, verso la ricerca
inesausta delle proprie origini, porterà l’uomo del ventesimo secolo a varcare
addirittura i confini del proprio pianeta e a compiere il viaggio verso la Luna.
L’uomo, da sempre, ha guardato la Luna come a qualcosa di infinitamente
lontano e irraggiungibile: filosofi, poeti, pensatori, fin dall’antichità più
remota, si sono rivolti ad essa attribuendole significati metafisici e allegorici.
Per queste ragioni, il raggiungimento fisico della Luna rappresentò una vera e
propria conquista che permise di acquistare conoscenze di ordine scientifico su
questo sconosciuto a affascinante satellite. Il 20 luglio del 1969, Luis Armstrong
poggia piede sulla Luna.
La missione dell’ Apollo 11 ha permesso di identificare sulla Luna mari,
ovvero aree piatte formate da polveri scure; rilievi, costituiti da rocce chiare:
vere e proprie catene montuose con cime molto alte come i monti Leibnitz;
crateri e cerchi formati dalla caduta di meteoriti e durante il consolidamento
della Luna.
La Luna, è l’unico satellite della Terra. Le sue caratteristiche sono: massa e
dimensione. La sua superficie è un ottantunesimo di quella terrestre. Ha la forma di
un ellissoide (ha una forma sferica leggermente schiacciata ai poli).
La Luna, probabilmente a causa del basso valore di gravità, è priva di
atmosfera, non essendo riuscita a trattenere le particelle di gas che poi si sono perse
nello spazio. L’assenza di atmosfera provoca anche l’assenza di fenomeni
crepuscolari.
La Luna è dotata di tre movimenti principali:
- Il moto di rotazione intorno al proprio asse;
- Il moto di rivoluzione intorno alla Terra;
- Il moto di traslazione, con la Terra, intorno al Sole.
Durante il mese sinodico ( intervallo di tempo tra due uguali
allineamenti Luna-Sole) cambia l’aspetto della Luna perciò si
distinguono quattro fasi lunari:
- Congiunzione (Novilunio) o Luna Nuova: la Luna si trova tra il
Sole e la Terra. Rivolge alla Terra la faccia non illuminata.
- Primo quarto: si vede solo un quarto di Luna illuminata.
- Opposizione (Plenilunio): la Luna si trova dalla parte opposta
del Sole rivolgendo verso di noi la faccia illuminata
- Ultimo quarto: si vede l’ultimo quarto illuminato.
La conquista della Luna non ha comunque esaurito l’ansia del
a
conoscere. La curiosità dell’uomo, ha portato l’umanità
superare i propri limiti, spingendosi fino ai confini
dello Spazio… LETTARATURA LATINA
Petronio: Il Satyricon
Viaggio senza etica, senza morale
La tradizione ci riporta la data attribuibile al Satyricon attorno al II sec. D.C., e quel
poco che sappiamo di Petronio ci viene dagli Annales di Tacito. Tacito nel XVI libro
degli Annales descrive la figura inimitabile e irraggiungibile di un cortigiano di
Nerone, T. Petronius Niger, a cui lo stesso imperatore guardava ammirevolmente
come modello di eleganza, chic e gusto estetico (Tacito però non fa nessun
riferimento al Satyricon). Famosa è la descrizione fatta da Tacito stesso sul suicidio di
Petronio: egli si incise le vene e, facendo in modo da allontanare il più possibile il
momento della morte, andò ad un banchetto discutendo tranquillamente di argomenti
poetici. Il suo suicidio sembra essere stato concepito dallo stesso autore come una
sorta di parodia teatrale del suicidio, ed è proprio questo che ci fa identificare il
Petronio descritto da Tacito con il Petronio del Satyricon, cioè un uomo di grande
spregiudicatezza, e con un grande acume critico. Tacito però omette il Satyricon,
forse perché ritenuta da lui opera immorale, forse perché non lo conosceva. La
datazione è certamente attribuibile non oltre l’impero di Nerone. Lo stile del
romanzo ha dato più problemi ai critici: infatti il linguaggio parlato di alcuni
personaggi minori è profondamente diverso dal linguaggio letterario normalmente
usato. Questi volgarismi sono riconducibili, attraverso altre fonti in altre opere), al
linguaggio parlato dai strati più bassi della popolazione. Petronio quindi fece una
grossa opera per portare alla luce questo tipo di linguaggio armonizzandolo
perfettamente al resto del linguaggio del romanzo.
Del Satyricon ci sono rimasti frammenti del XIV e XVI libro e l’intero XV libro in
cui vi è narrato il famoso episodio della cena di Trimalcione.
La storia è narrata in prima persona da Encolpio, un giovane avventuriero che
compare in tutte le scene del romanzo e che racconta tutte le peripezie che gli sono
capitate. Da principio Encolpio ha a che fare con un maestro di retorica da strapazzo,
Agamennone, con cui parla della decadenza della retorica. Apprendiamo che
Encolpio viaggia in compagnia di una altro avventuriero, Ascilto, e di un bel giovane,
Gitone, con cui forma un triangolo amoroso. Entra così in scena Quartilla che
convince i giovani a celebrare dei riti in favore di Priapo, dio che simboleggia il sesso
maschile, ma che in realtà è un trucco per soddisfare i propri capricci lussuriosi.
Appena sfuggiti da Quartilla i tre giovani vengono scritturati per una banchetto a casa
di Trimalcione, un potente ma rozzo liberto. Petronio descrive con accuratezza il
banchetto da Trimalcione, il modo rozzo di parlare suo e degli altri liberti invitati.
Liberatisi da Trimalcione, Encolpio e Ascilto hanno un violento litigio per debba stare
con Gitone: Ascilto si porta via Gitone e non si fa vedere più. Nel frattempo Encolpio
entra in una pinacoteca ove incontra Eumolpio, un vecchio poeta vagabondo. Così,
recuperato gitone, i tre formano un nuovo triangolo amoroso. Le scene per ora si sono
svolte in una cittadina della Campania, ma i tre sono costretti a imbarcarsi
clandestinamente su una nave mercantile. Quando le cose stavano per mettersi male
per i tre scoppia una tempesta che fa colare a picco la nave. I tre naufraghi si
ritrovano così nella città di Crotone, una città che aveva conosciuto antichi splendori
ma che ora era in balia di cacciatori di eredità in quanto ai nobili mancavano gli eredi.
Eumolpio ha un’illuminazione: finge di essere un nobile senza erede e che Encolpio e
Gitone siano i suoi due schiavi per attirare le attenzioni e i favori dei cacciatori di
eredità. Intanto le cose si mettono male per i tre che stanno per essere scoperti dai
cacciatori di testamenti; l’ultimo episodio di cui siamo in possesso è la lettura di un
finto testamento da parte di Eumolpio in cui afferma che chi vuole la sua eredità deve
prima mangiare i suoi resti: tutti i cacciatori però sono disposti a farlo per l’eredità….
Non possiamo assolutamente immaginare cosa ci sia dopo nel racconto, in quanto
non abbiamo elementi necessari per farlo.
Il Satyricon è una parodia del romanzo stesso. Infatti prendendo in considerazione
quello più diffuso ,ossia quello d’amore, dovrebbe riscontrare questi aspetti: centralità
del tema amoroso, serietà dei personaggi, nessuna indulgenza all’erotismo, fedeltà
amorosa, tono elevato e letterario. Invece nella vicenda viene scelta una coppia non
eterosessuale, i personaggi non possiedono alcuna serietà, appaiono privi di valori
morali, pensano solo al soddisfacimento del piacere. Quest’opera si presenta come
una stratificazione di generi e ciò serve proprio a dissacrare questi stessi. Le
tematiche fondamentali sono: il sesso, che ossessiona i personaggi continuamente, il
denaro la cui ricerca e l’avidità nel custodirlo finiscono per farne un valore di
riferimento per gli uomini che vengono apprezzati o sviliti in base al possesso di esso,
e la morte, ora motivo di paura, altre volte invocata e desiderata per curiosità come
nel caso di Trimalchione. Un altro tema importante è quello del viaggio ma Encolpio
non viaggia per tornare a casa o come Ulisse per riprendere le redini del suo regno in
balia dei Proci, il suo, di Encolpio, è un viaggio senza etica, senza morale, è come se
gli avvenimenti e le azioni gli cadessero addosso… Ulisse nelle peripezie ci cresce, è
come se, inconsapevolmente, innalzassero il suo animo e il suo spirito a creare un
uomo, ed in fondo, un eroe vero... Encolpio non è certo un eroe! è solo il protagonista
quasi passivo in una storia non sua, cioè, in una storia che lui stesso non vuole.
LETTERATURA INGLESE
James Joyce: Ulysses
One of the greatest writers of the early twentieth century, James
Joyce suffered from an incurable case of wanderlust. He was born
in Dublin in 1882 and died in 1941. During his 58 years, he lived
in many different parts of the world. He began his life in Dublin,
Ireland, which was the setting for most of his great fiction. In
1903, he moved to Paris, but returned to Dublin a year later when
his mother was dying.
Joyce’s life was a troubled one with bouts of alcoholism, depression, and poverty. Despite
his problems, he managed to write many influential pieces of literature: Ulysses, , the short
story collection Dubliners, and a autobiographical novel, A Portrait of the Artist as a Young
Man. Ulysses
The whole novel takes place on a single day, Thursday, June 16, 1904, which was special to
Joyce because it was the day when I met Nora Barnacle, his future wife. During the course
of this day, three main characters wake up, have various encounters in Dublin, and go to
sleep eighteen hours later. The central character, Leopold Bloom, a middle-aged, is Joyce’s
common man. He leaves his home at eight o’clock to buy his breakfast and after lands on
the shores of many streets, attends a funeral endures misadventures and delight. During his
wanderings, Bloom meets Stephen Dedalus, who becomes his adopted son: finally there's
bloom's wife, molly, a voluptuous singer who is planning an afternoon of adultery with her
music director. As its title suggests, Ulysses is related to Homer’s great epic the Odyssey.
Joyce used the Odyssey as a structural framework for his book, arranging