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Sintesi

Introduzione Viaggio in Africa - Tesina




La seguente tesina affronta il tema dell'Africa.
Si dice che il primo uomo sia nato in Africa, che sia la culla del Mondo e dell’umanità, perciò sembrerebbe che tutto sia iniziato da questo continente. Purtroppo, spesso e volentieri, dimentichiamo le nostre origini e tendiamo a sottovalutarle. Difatti per molti versi questo meraviglioso continente è spesso dimenticato, abbandonato a se stesso, sfruttato e ferito da guerre interne ed esterne, sovente causate dall’avidità dell’uomo e dalle differenti ideologie religiose. L’Africa è unica sia per la varietà dei popoli, dei paesaggi, della flora e della fauna, che per la ricchezza del suolo e del sottosuolo.
Chi c’è stato sostiene che dopo averla visitata, viene il mal d’Africa, cioè una voglia intensa di tornarci sempre più spesso. Dicono che questo paese ti resta impresso negli occhi ma soprattutto nello spirito. Io non ci sono mai stato ma spero che a breve possa riuscire ad andarci. Nel frattempo non posso fare altro che chiudere gli occhi e sognare, immaginare di poterla sorvolare come può fare solo un uccello, e partire per un bel viaggio. Innanzi tutto scelgo il mezzo con cui intraprendere questa avventura, la mongolfiera. Nessun rumore, sospinta dal vento alla velocità giusta per potersi godere il panorama. La base di partenza sicuramente sarà la terra Italiana più vicina alle coste Africane; l’isola di Lampedusa, da sempre utilizzata per esplorare e conquistare il continente nero e oggi giorno luogo di sbarco di tanti africani scappati dalle loro terre alla ricerca di condizioni economiche migliori.




Collegamenti


Viaggio in Africa - Tesina




Geografia -

Africa fisica



Tecnologia -

Funzionamento di una centrale idroelettrica



Italiano -

I Fiumi di Giuseppe Ungaretti



Scienze motorie -

Abebe Bikila



Arte e Immagine -

Pablo Picasso



Scienze -

La scala di Mohs , diamante e rosa del deserto



Storia -

Il generale Rommel



Musica -

L'Aida di Giuseppe Verdi

Estratto del documento

Uganda).

Il vento mi spinge verso est ed inizio ad intravedere il più grande fiume del

continente: il Nilo. In genere i fiumi in Africa sono a carattere torrentizio molti di

essi durante la stagione secca si prosciugano. I più importanti sono:

Il Niger che nel suo corso attraversa la Guinea, il Mali, il Niger e la Nigeria per poi

sfociare nell’oceano Atlantico e il fiume Congo che scorre per la quasi totalità

nella Repubblica Democratica del Congo e nel Congo per andare a sfociare

anch’esso nell’oceano Atlantico.

Ma torniamo al Nilo,

sostanzialmente nasce da

due grandi affluenti, il Nilo

Bianco e il Nilo Azzurro.

Il Bianco nasce dal lago

Vittoria, l’Azzurro invece

dal lago Tana in Etiopia. Il

loro corso si unisce presso

la capitale del Sudan,

Khatum per poi proseguire

attraverso lo stesso Sudan

e l’Egitto, nel bel mezzo del

Sahara orientale e sfociare

nel Mediterraneo.

Ora mi trovo proprio sopra

questo imponente fiume e

sono al confine tra Sudan

Sulla parte egiziana del Nilo sorge la centrale idroelettrica di Assuan. La diga è stata costruita

nel 1902 con lo scopo di produrre energia elettrica e di controllare il flusso e le piene del

fiume. Anticamente il Nilo straripava ogni anno e lasciava sul terreno uno strato fertile (limo)

ma a volte le inondazioni erano troppo violente e distruggevano case e raccolti o altrimenti

c'erano periodi di siccità. La diga voleva risolvere questi problemi. E' la più grande diga di

Egitto. Le acque del Nilo vengono raccolte dentro a un BACINO DI RACCOLTA poi passano

attraverso dei tubi chiamati CONDOTTI FORZATI che sono collegati a una TURBINA che

l'acqua fa girare e produce energia che poi viene che poi viene passata all' ALTERNATORE per

trasformarla in corrente elettrica che poi passa al TRASFORMATORE che aumenta i valori di

tensione della corrente prodotta prima di essere distribuita dalle linee di trasporto in tutte le

città. L'acqua che viene utilizzata viene portata in un bacino più a valle dove poi verrà

restituita al fiume. La diga illumina quasi tutte le città che sorgono sulle rive del Nilo.

La vista del Nilo mi fa ricordare che a scuola ho studiato un poeta Italiano che scrisse una poesia nei

cui versi cita proprio questo fiume, se mi ricordo bene sono questi:

“Questo è il Nilo

che mi ha visto

nascere e crescere

e ardere

d’inconsapevolezza

nelle estese pianure “

Il poeta in questione si chiamava Giuseppe Ungaretti.

Nasce in Egitto ad Alessandria nel 1888. Il padre di Giuseppe era originario di Lucca, ma lavorava allo

scavo del canale di Suez dove morì in un incidente sul cantiere. La madre mandò avanti la gestione

di un forno per sostenere gli studi del figlio. Durante il soggiorno in Egitto Ungaretti frequentò le

scuole elementari e medie. Nel 1912 Ungaretti si trasferì a Parigi dove studiò alla Sorbonne. Mentre

partecipava alla prima guerra mondiale scrisse una poesia intitolata " I fiumi". I Fiumi è un

autobiografia in versi, difatti c'è un legame molto forte tra poesia e vita interiore. Il poeta nella

poesia, descrive un momento di riposo dalla guerra in cui fa un bagno nel fiume Isonzo. Durante il

bagno ripensa ai tre fiumi che hanno caratterizzato i momenti più importanti della sua vita. Il Serchio

fiume dei suoi antenati e dei suoi genitori. Il Nilo che lo ha visto nascere e crescere. La Senna dove

ha preso coscienza di se stesso e dove ha visto nascere le sue passioni giovanili e i suoi futuri

interessi e dove è morto il suo amico egiziano Mohammed.

In questa strofa Ungaretti ripensa alla sua infanzia dove non era ancora consapevole del mondo che

Il vento continua a fare il proprio lavoro e mi sospinge ai confini delle terre Etiopi, patria di uno dei

più importanti atleti africani e mondiali Abebe Bikila campione maratoneta africano (7 agosto 1932,

25 ottobre 1973). Lui è nato a Jato in Etiopia e divenne un eroe nazionale dopo aver vinto la

medaglia d'oro alle olimpiadi di Roma, dove gareggiò senza scarpe e vinse la maratona diventando

simbolo dell'Africa che si liberava dal colonialismo europeo.

Da anni ormai l 'atletica leggera è dominata, per quanto riguarda le gare di mezzofondo e fondo, dai

corridori provenienti dall' Africa. Sia in campo maschile che in quello femminile gli atleti africani

fanno incetta di medaglie ed hanno abbassato velocemente tutti i record compreso quello della

maratona. Questi record hanno portato gli scienziati di tutto il mondo a cercare spiegazioni sul

perché gli atleti africani sono così veloci. Hanno elaborato molte teorie ma la più attendibile sembra

essere quella che sono dotati di fibre muscolari con caratteristiche veloci e avrebbero polpacci più

sottili (il 4 % in meno rispetto agli altri), il che favorirebbe la loro biomeccanica di corsa, ne

ridurrebbe il costo energetico e ne migliorerebbe l'efficacia.

Il mio viaggio prosegue nella calma e nella pace più assolute, voglio vedere il più possibile,

scendo più a sud, attraverso terre selvagge, Uganda, Tanzania, Kenia, Mozambico e Zimbawe.

Noto che la popolazione è poco presente, del suo miliardo e più di abitanti, la maggior parte è

concentrata lungo la costa visto che alcune zone interne sono inaccessibili all'uomo. Ma le

tribù che popolano questi luoghi (Pigmei, Boscimani e Watussi) pur essendo molto povere

mantengono intatte le loro tradizioni e i loro costumi.

Difatti scendendo un po' di quota, riesco a vederne qualcuna con i costumi

tradizionali e il volto coperto da maschere tribali che mi ricordano un

quadro: Les demoiselles d'Avignon dipinto da Picasso .

Pablo Picasso era un pittore spagnolo nato a Malaga nel 1881. Lui ebbe molte fasi della pittura

nella sua vita per esempio il periodo blu, il periodo rosa, il cubismo e il periodo africano che va dal

1907al 1909.

Nel periodo africano Picasso dipingeva la civiltà civilizzata assieme alle maschere o statue

africane. Nel quadro "Les demoiselles d'Avignon" opera manifesto del cubismo dipinge delle

prostitute con maschere africane e con forme primitive.

In quest'opera, Picasso, elimina qualsiasi prospettiva o profondità. Con l'abolizione dello spazio

simboleggia perciò una presa di coscienza riguardo ad una terza dimensione non visiva, ma

mentale. Picasso amava la forza espressiva dell'arte africana, Infatti era riuscito durante il suo

soggiorno a Parigi a procurarsi una piccola collezione di maschere e idoli. Difatti, durante il periodo

della colonizzazione, nel 1900 a Parigi e in altre città europee si organizzavano mostre con lo

scopo di mostrare la superiorità della nostra cultura rispetto agli artefatti africani. Però, gli artisti

visitando queste mostre trovarono nuove forme di espressione e furono sedotti da una nuova

carica mistica ed emotiva che sprigionava l'arte africana.

Alcuni artisti come Matisse, Pablo Picasso si appassionarono molto a questa cultura e a questa

arte.

Stupito sempre di più da questo affascinante viaggio, raggiungo l’estremo Sud di questo

meraviglioso continente, sono arrivato in Sud Africa, famoso per i suoi parchi naturali, per gli squali

bianchi delle acque di Città del Capo (capitale) e per i suoi metalli e le sue pietre preziose.

Dall’alto scorgo che in questa regione sono presenti molte miniere, che offrono uno spettacolo

meraviglioso. Il diamante è il più duro di tutti i minerali. I

L'attività estrattiva in diamanti sono la modificazione cristallizzata del

Africa è molto carbonio puro e si sono formati, come il petrolio,

sviluppata. Quasi la in milioni di anni.

metà delle entrate Il colore è vario, così come le dimensioni dei

proveniente dal cristalli, che molto raramente superano quelle di

una nocciola, difatti il diamante può avere diversi

commercio dei minerali gradi di lucentezza, purezza e colore.

è fornita dal Sud Africa Invece il gesso di cui è formata la rosa del

dove si trovano miniere deserto nella scala di Mohs ha una durezza pari a

d'oro e di diamanti, 2. La si trova sulle rive del Nilo ai confini con il

oltre che di cromo, deserto del Sahara. A prima vista può sembrare

un fiore ma in realtà è un agglomerato di minerali

amianto, carbone e ed è composta da cristalli di gesso e sabbia. Le

rame. I minerali si condizioni per formarsi sono:

classificano in base alla • Una falda freatica poco profonda, di una coltre

durezza e purezza. di sabbia superficiale.

La scala di Mohs • Di un clima arido

• Di uno strato di gesso posizionato da qualche

classifica i minerali in centimetro a qualche metro sotto la coltre di

base alla durezza e sabbia.

vanno da 1 a 10. I Processo di formazione della rosa del deserto:

minerali che vanno da Il gesso, venendo a contatto con l'acqua, viene

1 a 2 sono detti teneri e parzialmente solubilizzato e tende a risalire

assieme all'acqua. Le alte temperature scaldando

sono facilmente la sabbia superficiale e, facendo evaporare

scalfibili con l'unghia, l'acqua ricca in solfato di calcio, provocano la

quelli che vanno da 3 a precipitazione del gesso in cristalli dalla tipica

5 sono detti semi duri disposizione petaliforme. Le dimensioni di questi

Basta è ora di tornare a casa,

risalendo verso nord non posso non

fare un passaggio da El-Alamein

teatro di una delle più sanguinose

battaglie della seconda guerra

mondiale, dove il generale tedesco,

comandante dell’Afrikakorps, Erwin

Rommel, soprannominato “la volpe

del deserto“, subì una dolorosa

sconfitta ad opera del nuovo

comandante dell’esercito britannico ,

il tenente generale Bernard

Montgomery, che segnò le sorti

italo/tedesche della campagna

d’Africa. In quella cruenta battaglia,

combattuta dal 23 ottobre al 4

novembre 1942, emerse il coraggio

ed il valore dell’esercito Italiano,

rappresentato dalla brigata

paracadutisti folgore e dalla divisione

corazzata Ariete che oppose una

strenua resistenza alle offensive

britanniche. Erano inferiori per

numero e mezzi e dei 5000 soldati Rommel nasce il 15 novembre 1891 e già nella prima guerra

mondiale dimostra le sue grandi capacità di comando. Nella

seconda guerra mondiale si distinse alla guida di una “panzer

division” che inflisse molte sconfitte agli inglesi. Rommel per la

maggior parte del 1941 riorganizzò l'esercito tedesco e quello

italiano. Con la prima offensiva riuscì a spingere le truppe

inglesi oltre il confine libico, le quali riuscirono a riorganizzarsi

per riattaccare le truppe italo-tedesche di sorpresa

costringendo Rommel a ritirarsi. A fine Maggio R

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