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Introduzione V'è Spazio per il futuro tesina
Questa tesina maturità liceo scientifico descrive la vespa. 1946. Vespa. È da questo fatidico anno che questo speciale “insetto” rende la vita migliore a molte persone. E da quando ho conseguito la patente di guida ho finalmente capito il reale motivo. Andare in Vespa è sinonimo di libertà, di felicità e spensieratezza, oggi come nel passato.
Il titolo della mia tesina è dato soprattutto da questo, in quanto nel periodo in cui essa è stata brevettata, per il popolo italiano che usciva dalla guerra erano tempi ardui e privi di motivazioni. Tutti s’interrogavano su cosa ne sarebbe stato del loro futuro e di quello dei loro figli. Ma la speranza è l’ultima a morire e Corradino D’Ascanio questo lo sapeva bene quando progettò il primo prototipo di questo scooter. L’incertezza del futuro struggeva i reduci di guerra e le loro famiglie, e Corradino D’Ascanio sapeva anche quello. V’è spazio per il futuro? Questo era ciò che principalmente si chiedevano, stremati dai bombardamenti e oppressi dalle macerie che avevano intorno. E quando fu messa in vendita la Vespa, che con il suo basso
costo e la sua versatile praticità poteva essere acquistata da tutti, capirono che si, la Vesperanza è sempre l’ultima
a morire. La tesina permette anche dei collegamenti con le varie materie scolastiche.
Collegamenti
V'è Spazio per il futuro tesina
Storia -
Post seconda guerra mondiale
.Letteratura italiana -
Neorealismo
.Chimica -
Composizione della benzina
.Storia dell'arte -
CLIL - Futurismo
.H H H H
H C C C C C H
H H H H
H C H
H C H
H
Formula chimica
dell’ottano CHIMICA
La prima Vespa, brevettata nel 1946, aveva una cilindrata di 98 cm , il motore a
3
due tempi con tre marce, l’accensione a volano magnete, una potenza massima
di 3,2 cavalli a 4500 giri al minuto, ed una velocità massima di 60 km/h. Ma, a
favorirne il successo planetario, fu la sua semplicità progettuale.
Infatti essa presentava una carrozzeria por- schiuma e l’ossidazione. Essi sono aggiunti al
tante, che copriva completamente il motore prodotto da ogni singola casa di produzione,
e le parti meccaniche principali, consentendo seguendo dei criteri autocertificati, e sono di-
quindi un’adeguata protezione dalle intempe- stinti in:
Additivi sintetici:
rie. Ciò permise inoltre di sfatare il detto che › ottenuti tramite processi
“la
in quanto chimici in laboratorio. Assicurano prestazioni
motocicletta imbratta il guidatore”,
la carrozzeria assicurava l’utilizzo della motoci- superiori soprattutto in condizioni estreme
cletta con l’abbigliamento di tutti i giorni, inso- di temperatura, pressione e sollecitazione;
Additivi nanotecnologici:
lito a quei tempi. › ottenuti trami-
te l’utilizzo delle nanotecnologie;
Additivi semi - sintetici:
Anche i successivi modelli presentarono queste › ottenuti tramite
caratteristiche, con rigorosi motori a due tem- processi chimici o presenti in natura;
Additivi minerali:
pi, funzionanti con miscela di benzina e olio, › non vengono generati
inizialmente al 6%, poi al 5%, ed infine, al 2%. mediante processi in laboratori.
Gli oli lubrificanti sono solitamente composti L’altra parte di cui sono composti questi oli lu-
da una base idrocarburica e da un insieme di brificanti, è quella idrocarburica, che può esse-
additivi, che normalmente compongono dal re distinta in diversi tipi:
Basi idrocarburiche minerali:
10% al 30% del volume complessivo. Gli ad- › ottenute
ditivi, oggi usati nella maggior parte dei com- dalla raffinazione del petrolio;
Basi idrocarburiche idrogenate o semi-
posti lubrificanti come l’olio, sono utilizzati per › sintetiche:
migliorare la viscosità del prodotto, la deter- ottenute tramite idrogenazione
genza, ed inoltre per inibire la formazione di di basi minerali o dal gas naturale; 15
V’È SPAZIO PER IL FUTURO?
Basi idrocarburiche sintetiche:
› ottenute Per semplice distillazione, con temperature di
per sintesi chimica; ebollizione tra i 30°C e i 210°C, i grezzi natu-
Basi idrocarburiche rigenerate:
› i lubri- rali forniscono una quantità scarsa di benzina,
ficanti usati che vengono raccolti, dopo un solitamente inferiore al 10% del loro peso, e
processo di ri-raffinazione e ri-additivazione inoltre, con un numero di ottano sempre trop-
vengono reimmessi sul mercato. po basso, generalmente inferiore a 30. In ef-
fetti, le benzine che si trovano normalmente
Per quanto riguarda la benzina invece, la più in commercio vengono fornite da una tecno-
comune in commercio è quella verde a 95 ot- logia essenzialmente chimica, che ha lo scopo
tani, anche se alcune compagnie petrolifere, in di modificare le strutture molecolari dei petroli
Italia, vendono anche quella che risulta essere naturali, riducendo il numero di atomi di car-
la più diffusa in Europa, ossia la superplus a 98 bonio degli idrocarburi degli oli medi e pesanti
ottani. Sempre in Italia, solamente due com- che ne costituiscono la parte più abbondante
pagnie commerciano ancora la benzina a 100 e trasformando gli idrocarburi a basso potere
ottani, per motori con rapporti di compressione detonante in altri di migliori prestazioni.
molto alti, ottimale per le auto e le moto d’e- I principali processi sono:
Cracking catalitico:
poca che funzionavano con la vecchia benzina › comporta la rottura di
super. Il numero di ottano, svolge una funzio- legami C - C e C - H nelle catene idrocarburi-
ne molto importante, in quanto ha il compito che, producendo molecole di minori dimen-
di tenere molto basso il potere antidetonan- sioni;
Reforming catalitico:
te, impedendo così alla benzina di esplodere › comporta la trasfor-
troppo presto, anche per semplice compres- mazione d’idrocarburi naftenici e paraffinici
sione nei cilindri. in aromatici attraverso l’azione combinata di
temperatura e pressione in presenza di ca-
Le benzine devono avere inoltre un giusto gra- talizzatori;
Isomerizzazione:
do di volatilità, che si raggiunge quando esse › si opera su pentano ed
sono costituite principalmente da idrocarburi a esano, per trasformarli nei rispettivi isomeri ra-
numero di atomi di carbonio compreso tra sei mificati che presentano alto numero di ottano;
Alchilazione:
e nove: la presenza nelle benzine delle frazioni › mediante catalizzatori si pro-
a basso numero di atomi di carbonio e quindi voca la condensazione di idrocarburi paraf-
più volatili facilita l’avviamento del motore spe- finici ed etilenici a tre, quattro e cinque ato-
cie a freddo. mi di carbonio e ottenuti tramite cracking. Si
ottengono così idrocarburi paraffinici a 7 - 9
Questo prodotto, che acquistiamo a prezzo atomi di carbonio e a struttura fortemente
sempre più caro nelle stazioni di servizio, è il ramificata.
risultato finale di un lungo processo di trasfor-
mazione partendo da una frazione leggera del Un’altra fase importante della tecnologia delle
petrolio. Esso è quindi l’unica fonte di benzina. benzine è la loro desolforazione. I petroli na-
16 V’È SPAZIO PER IL FUTURO? CHIMICA
turali contengono in genere quantità consi-
derevoli di zolfo, sia sotto forma di zolfo libero
che di composti solforati organici. Le benzine
invece devono essere interamente esenti da
composti solforosi, la cui presenza diminui-
sce o addirittura annulla l’azione degli additivi
antidetonanti e dà luogo a rapide corrosioni
nei motori. Una parte dello zolfo viene rimos-
sa tramite i processi di cracking, sotto forma
di solfuro di idrogeno. In molti casi si attua un
processo di desolforazione mediante adatti
reagenti chimici.
Per poter essere utilizzate come carburante nei
motori a combustione interna le benzine ven-
gono addizionate con una serie di sostanze
chimiche che hanno il duplice scopo di esaltare
le qualità di rendimento e proteggere gli organi
del motore a reazioni secondarie nocive.
Si utilizzano perciò: additivi detonanti che au-
mentano il numero di ottano; antiossidanti,
che servono a impedire la formazione nella
benzina stessa di prodotti gommosi derivati
dall’ossidazione di taluni idrocarburi a opera
dell’ossigeno atmosferico; additivi inibitori che
ostacolano la formazione di ghiaccio nel car-
buratore a causa del raffreddamento provo-
cato dall’evaporazione della benzina; coloranti
che servono ad indicarne la tossicità.
Per conoscere ogni componente chimico che
forma questo speciale derivato del petrolio, è
necessario analizzarlo con la gascromatogra-
fia. In questo modo è possibile scoprire ogni
elemento in esso contenuto. Questo è quindi
ciò che compone la miscela che fa funzionare i
motori a due tempi, tra i quali quello della Vespa.
17
V’È SPAZIO PER IL FUTURO?
Mario Guido Dal Monte
particolare
Il Motociclista (1927), HISTORY OF ART
It is well known that, for us who are motorcycle enthusiasts, the bike is an art-
work, but, that in the past it had been an inspiration to some works of great art-
ists maybe it is not. The 20th of February 1909, in Paris, the Italian artist Filippo
Tommaso Marinetti, founded Futurism. This art movement, that was tied to a
turbulent mentality, gave space a shake and drew objects closer to one another,
through acceleration. but the figure is not defined very well, and only
The figures were represented with joy and
lightness, even if they were not refinished. So the colours allow the viewer to distinguish him
from the landscape. These three different art-
the myth of speed became part of the futuris- ists used three different ways to interpret the
tic way of thinking, and the motorcycle became rider, in a really hard era for the population.
the protagonist of that. painted by
“The Biker”
Fortunato Depero in 1923, is certainly one of the Futurism was born in the years after the First
most representative work of this art movement. World War, in which the general situation was
This painting portrays a man on a motorcycle not very positive, and also the use of motor-
and it is dominated by the power of metal, the
speed that the author wants to transmit to the bikes was not very popular. As a matter of fact,
viewer, and the feeling of an endless space. they were considered dangerous, and were
regarded with suspicion by all, because they
Also other painters, like Mario Sironi and Mario reminded people of the weapons of the War.
Guido Dal Monte, in that period, represented
on their canvas the figure of the biker, with all Motorbikes, in fact, were not used for trans-
his power, even if they used different way of portation, but, for military operations. Also the
doing it. The one by Sironi, contrary to the one Italian producer Piaggio - that in the 1946, pre-
by Depero, seems to be a man on his bike who sented Vespa to the public - felt it necessary
his strolling the city, and it does not transmit an to design a prototype for the war, which was
extreme sensation of speed and thrill. Even the called Vespa 150 TAP “Truppe Aero Paraca-
motorcyclist by Dal Monte is riding really fast, dutate”, also known as ACMA Vespa 150 TAP.
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V’È SPAZIO PER IL FUTURO?
Fortunato Depero, Il Motociclista (1923)
This kind of motorcycle was used in the Viet-
nam War, it was in fact produced from 1956
to 1959. It was a simple Vespa, but modified
to be used with a parachute. The modifica-
tions of the civilian Vespa included a reinforced
frame and a three-inch recoilless rifle mount-
ed to the scooter. The scooters would be par-
achute-dropped in pairs, accompanied by a
two-man team. The gun was carried on one
scooter, while the ammunition was loaded on Mario Sironi, Il Motociclista (1920)
the other. Due to the lack of any kind of aiming
devices, the recoilless rifle was never designed The Futurists, with their new ways of seeing
to be fired from the scooter; the gun was, for things, brought back the original role of the con-
this reason, mounted on a tripod, which was cept of speed. As a consequence, motorcycles
also carried by the scooter, before being fired. became expression of art, no longer of war, and
The “Bazooka Vespa”, as it was called, was rel- this also changed the opinion of