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Ho scelto per la mia tesi il LAVORO, perché è un valore importante della vita umana. Infatti, il lavoro occupa il nostro tempo, riassorbe energia e fatica, è fonte di aspirazioni e di soddisfazioni, di delusioni e di frustrazioni, è espressione di sé, è collaborazione con gli altri.
Italiano
Psicologia
inglese
Pedagogia storia
IL L A V O R O O
R
O
F U N Z IO N E ETI
P S IC O S O C IA L MOL
E DEL OGI
L AV O R O A
I VA LO R I S IG N IF IC AT I
D EL A R C A IC I E
L AV O R O M O D ERNI
Il lavoro,è una parola complessa, una categoria importante di molti ambiti
specialistici, dall'antropologia alla teologia passando per la fisica e la
filosofia. È un'attività produttiva che implica l'uso di energie fisiche e
intellettuali per raggiungere uno scopo prefissato, e in generale per
procurare beni essenziali per vivere o altri tipi di beni. Nel mondo moderno
l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una 4
professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e Pagina
collettivi.
Etimologia labor
Lavoro deriva dal latino con il significato di fatica. Sono noti i detti
della letteratura classica "durar fatica" e "operar faticando". Ancora oggi in
alcuni dialetti si utilizzano i termini "faticare", "andare a faticare", per
intendere "lavorare" e "andare a lavorare". Altro termine di parlate italiane
per "lavoro" è travaglio, dal latino tripalium (strumento di tortura), per
esempio in siciliano "lavorare" si dice "travagghiari" e in piemontese
"travajè .
Significati arcaici e moderni
Il lavoro ha, perciò, cambiato, nel corso del tempo, della civiltà e della
cultura il suo significato. Una volta il lavoro, nella sua etimologia arcaica
era associato alla sofferenza, al dolore, alla dipendenza, allo sfruttamento,
allo sforzo, quasi fosse una restrizione della libertà personale.
Attualmente, questa parola ha una connotazione più positiva, è più vicina
al desiderio, all'investimento, alla creatività in un processo complesso e
multi determinato carico di significati simbolici, sia individuali che
collettivi.
Attualmente il lavoro ha questi significati:
Insieme di strategie personali e sociali per gestire le richieste
dell’ambiente organizzativo
Insieme di effetti connessi con l’interazione tra persona e contesto di
lavoro
Luogo di sentimenti ed emozioni di vario segno e intensità connesse
con le interazioni sociali quotidiane
Terreno fertile per la costruzione di legami affettivi e sociali e, più in
generale, di una delle forme moderne di cittadinanza – quella 5
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organizzativa – alle quale le persone sentono il diritto di aspirare.
Il lavoro è un processo cognitivo e sociale complesso in cui vengono
esplicitati valori, norme e modelli di comportamento. Il lavoro, infatti, non
è un’attività qualsiasi, ma coinvolge corpo e mente, implica costi
energetici ed emozionali. Si svolge in un contesto di regole, vincoli e
convenzioni che cambiano con il tempo, la cultura e lo sviluppo
economico.
I valori del lavoro
Nelle società occidentali il lavoro è un valore forte e fornisce modelli di
comportamento che le persone dovrebbero accogliere contribuendo
all’equilibrio e al benessere del sistema sociale. I valori, culturalmente
condivisi, del lavoro indicano che cosa dovrebbe essere il lavoro in termini
di scopi individuali e collettivi e fissano degli standard per giudicare aspetti
quali la competenza sociale e la moralità di un individuo.
I valori del lavoro si pongono alla base della costruzione dell’identità
professionale e sociale. Esistono quindi due significati di fondo: quello
sociale (interpretazione e valutazione degli oggetti lavorativi,
desiderabilità, etica) e quello individuale (bisogni, investimenti, ricavi).
Avremo quindi:
Una prospettiva sociale dove i valori e le scelte individuali
seguono dei criteri socialmente condivisi (salvaguardia del bene
comune, equità, imparzialità di trattamento, etc.)
Una prospettiva individuale inerente i valori e le preferenze dei
singoli rispetto a cosa ci si aspetta dal lavoro (esistenza
confortevole, sicurezza personale e familiare, realizzazione e dignità
personale, riconoscimento pubblico di sé).
Funzioni psicosociali del lavoro
Il lavoro racchiude in sé elementi psicologicamente significativi, mediati da
agenzie di socializzazione che diffondono e rinforzano valori e credenze
anche in relazione al lavoro. 6
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Il significato del lavoro può essere così riassunto: è un’attività che ha uno
scopo, un carattere strumentale, procura reddito, richiede energie e
presenta aspetti di obbligo e costrizione; si colloca nel sistema sociale ed
economico e viene percepito come occupazione principale dalla quale
deriva un ruolo nella società. La realizzazione di queste funzioni e il grado
di attrattiva per l’individuo dipendono dalle reali opportunità di lavoro;
infatti, i lavori precari o dequalificati ostacolano in genere la formazione di
legami significativi con il Sé.
Atteggiamenti verso il lavoro
In ogni epoca esistono rappresentazioni sociali del lavoro che concorrono a
formare negli individui degli atteggiamenti specifici nei confronti del
lavoro. Ad esempio, se nella rappresentazione del lavoro risultano centrali
la stabilità, la sicurezza, la protezione, sono probabili atteggiamenti
negativi nei confronti delle varie forme di flessibilità occupazionale, anche
se ben ricompensate. Mentre i valori costituiscono criteri generali di
valutazione, gli atteggiamenti verso il lavoro sono più specifici e
riguardano oggetti e aspetti concreti della situazione effettivamente
vissuta, sono quindi più numerosi dei valori, molto più vicini alle decisioni
quotidiane e, proprio per questo, anche più facilmente modificabili.
Oltre agli atteggiamenti esistono anche reazioni affettive nei confronti
del lavoro, cioè stati d’animo ed emozioni derivanti dall’esperienza
presente e che influenzano il comportamento lavorativo. Diversi autori
sostengono che le dinamiche del lavoro siano poco comprensibili se non si
considera la dimensione affettiva e le emozioni (es. ricerca della fiducia,
sentimenti di appartenenza, imbarazzo, paura, ecc.). Diversi studi
segnalano effetti di aumento della creatività e dell’interazione sociale o di
miglioramento della leadership proprio in presenza di stati d’animo
positivi, così come la presenza di orientamenti emozionali negativi in caso
di stress cronico e burnout. In generale, all’interno delle organizzazioni le
persone eseguono un lavoro emozionale impegnativo, teso a regolare e
controllare sentimenti ed emozioni e a manifestarli secondo forme 7
socialmente accettabili. Pagina
KARL MARX e la sua concezione del lavoro
Marx è un pensatore importantissimo per la tesina sul lavoro che presento.
Marx ha studiato la società del suo tempo,che presenta elementi
assolutamente nuovi come la rivoluzione industriale,dominata dai borghesi
detentori delle macchine e del capitale e formata da una nuova classe :il
proletariato, che per vivere deve vendere la propria forza lavoro. L’ha
criticata, ha colto la sofferenza di chi è parte di un sistema che “aliena”
l’individuo e si sente ingranaggio, schiavo. Anche oggi è così, oggi, lo è tra
il nord e il sud del mondo in una dimensione globalizzata, nel divario
sociale tra cittadini del medesimo paese, nella precarietà che non lascia
spazio al futuro. Marx è un grande studioso della filosofia del suo tempo,di
cui critica l’idealismo, la troppa distanza con la realtà vissuta .Conosce il
socialismo utopistico e le esperienze di Owen e Saint Simon, ma ne
contesta la poca scientificità e il paternalismo. Fonda il pensiero socialista,
analizza i meccanismi di lavoro della nuova società industriale ,crea un
complesso sistema di pensiero fra filosofia e sociologia. Fonda la
sociologia. E il teorico del marxismo. Pone le basi scientifiche e mai
realizzate di una nuova società .
La grandezza di Karl Marx sta nella capacità di capovolgere il processo
storico che non parte più dal susseguirsi delle forme di governo ma risiede
nella dialettica e nella lotta di classe.
Marx ha l’intuizione di riportare l’uomo al centro dell’indagine filosofica,
non più lo Stato, ma l’uomo con le sue tensioni sociali, la sua incoerenza e
la sua alienazione.
Ecco perché Marx è attuale, forse quanto nessun altro filosofo saprebbe
essere in questi momenti di crisi, dove il nostro modello di sviluppo mostra 8
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sempre più i suoi difetti e le sue debolezze.
Le caratteristiche generali del Marxismo
Il marxismo è una delle componenti intellettuali e politiche
più importanti dell’età moderna.
Il pensiero di Marx si fonda su un’analisi globale della società
e della storia. Figura 1 - Karl Marx
Marx unisce la teoria e la prassi, vuole distruggere tramite la rivoluzione la
struttura economica della società borghese per istaurare la dittatura del
proletariato.
La critica allo Stato moderno e al Liberismo
Alla base della sua teoria c'è la critica totale della civiltà moderna e dello
Stato liberale. Esiste per lui una frattura fra società civile e Stato. Afferma
che nella polis greca l'individuo era tutt'uno con la comunità. Ora invece
nella società moderna l'uomo è costretto a vivere due vite: una come
borghese, nell'ambito dell'egoismo degli interessi particolari, l'altra, la
seconda, come cittadino ovvero come colui che è interessato al bene
comune. Tutto ciò però è illusorio perché lo Stato non riesce a fare il bene
comune, ma porta avanti soltanto gli interessi particolari delle classi più
forti. Di conseguenza gli individui dell'epoca borghese, pur essendo diversi
nella società si illudono di essere tutti uguali di fronte allo Stato. Per Marx
l'unico modo per realizzare un nuovo modello di comunità è la radicale
eliminazione della disuguaglianza fra gli uomini e in particolare quella che
deriva dalla proprietà privata. L'arma per raggiungere questo obiettivo è la
rivoluzione sociale e l'unico agente è il proletariato.
La critica all’economia borghese
Marx accusa la borghesia di assolutizzare il sistema capitalistico,
considerandolo come il sistema economico immutabile e razionale, capace 9
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di produrre e distribuire ricchezza. La borghesia ha creato l’alienazione del
proletariato.
L’alienazione
Per Marx uno dei concetti fondamentali è l’alienazione che è di tipo
economico, che costringe l’operaio a vendere se stesso come forza la