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Sintesi
Inglese: «The Strange Case of Dr Jekyll and Mr. Hyde» (Robert Louis Stevenson)

Italiano: Luigi Pirandello

Storia: Benito Mussolini

Psicologia: Comportamento e psicologia di Mussolini

Storia dell'arte: Edvard Munch

Geografia: la Norvegia meridionale
Estratto del documento

INTRODUZIONE

Come dice il titolo, la prima cosa che bisogna imparare da ancor

prima della nascita, è proprio essere se stessi.

Tutti ci troviamo come se fossimo obbligati a recitare per non

stonare in un contesto già deciso dal conformismo.

In effetti l'indossare una maschera non è sinonimo di rifiuto di ciò

che siamo davvero ma, più che altro un indossare i panni di ciò che

la società ci chiede di essere.

Con il passare del tempo, da generazione a generazione, sembra che

il principale problema della specie umana sia quella dell'apparire

piuttosto che l'essere.

A volte, pur sentendoci soffocati da questa personalità costruita sul

volere degli altri, non si ha il coraggio di contraddirla e così ci

alieniamo da ciò che siamo. 3

INGLESE

Uno dei libri che ci pone appunto il tema della doppia personalità è

Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde”.

“ The

Mr. Utterson is a London lawyer who is a friend of Dr. Jekyll.

Jekyll gave up his regular practice to experiment with non-

traditional medicine.

Utterson is concerned because Jekyll has written a will that leaves

all his money to his new partner Mr. Hyde.

Utterson has heard bad things of Hyde and disliked him at first

sight. The lawyer thinks his friend is being blackmailed.

One day, the lawyer is asked to identify the body of a murdered man,

Sir Danvers Carew, one of Utterson's clients.

Hyde is suspected of the murder, but he has disappeared.

Jekyll swears that he has not seen Hyde and has broken

with him forever.

The case remains unsolved and Jekyll becomes more sociable

than he had been.

Suddenly, though, he locks himself into his laboratory, yelling to the

servants through the door, directing them

to gather chemicals for him.

The servants recognize a change in his voice and think that their

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master has been murdered;

another man has taken his place in the lab.

They call Utterson who breaks down the door.

On the floor lies Hyde, who has killed himself with poison.

Sadly, Utterson assumes Hyde returned and killed Jekyll, but the

doctor's body is nowhere to be found.

He does find, however, a letter in which Jekyll explains his

relationship with Hyde.

Pondering this split in his personality, he decides to find a way to

separate his two beings.

Jekyll creates a potion that releases his evil side, Mr. Hyde.

For a while Jekyll enjoys his two bodies; he can do whatever he likes

without fear of discovery.

His pleasure is stunted when Hyde kills Carew, and he resolves

never to take the potion again.

Hyde is now strong, however, and emerges whether Jekyll will have

him or not. Indeed, Jekyll must use the potion to be rid of him if

only for a moment.

Jekyll knows that it is only by killing his body that Hyde's body, too,

will die.

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ITALIANO

Nel mondo della letteratura italiana, a porre particolare attenzione

su questo argomento è stato soprattutto Luigi Pirandello, che della

frammentazione della realtà e della personalità dell'individuo ha

fatto il centro del suo interesse.

Egli ebbe chiara consapevolezza del senso di disagio e di crisi della

sua epoca causato dalla sfiducia nei confronti nel positivismo.

I principali temi pirandelliani sono tutti di natura esistenziale come

il senso di smarrimento dell'uomo che non riesce più riconoscersi

nella sua società, il continuo senso di solitudine dell'uomo moderno.

Pirandello nasce ad Agrigento nel 1867.

Pirandello divenne famoso proprio grazie al teatro che chiama

dello specchio”,

“teatro perché in esso viene raffigurata la vita vera,

quella nuda, amara, senza la maschera dell'ipocrisia e delle

convenienze sociali.

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Scriverà moltissime opere, alcune delle quali rielaborazioni delle

sue stesse novelle, che vengono divise in base alla fase di

maturazione dell'autore:

Prima Fase - Teatro Siciliano: i testi sono scritti interamente in

lingua siciliana perché considerata dall'autore più viva dell'italiano e

capace di esprimere maggiore aderenza alla realtà.

Seconda fase - Il teatro umoristico: in questa fase l'autore ha

• un avvicinamento al decadentismo.

Terza fase - Il teatro nel teatro: per Pirandello il teatro deve

• parlare anche agli occhi non solo alle orecchie , a tal scopo

palcoscenico

ripristinerà una tecnica teatrale di Shakespeare il

multiplo inoltre il teatro nel teatro fa sì che si assista al mondo che

si trasforma sul palcoscenico. Pirandello abolisce anche il concetto

della quarta parete, cioè la parete trasparente che sta tra attori e

pubblico: in questa fase, infatti, Pirandello tende a coinvolgere il

pubblico che non è più passivo ma che rispecchia la propria vita in

quella agita dagli attori sulla scena.

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Romanzi

Pirandello scrisse sette romanzi:

L'esclusa – 1901

• Il Turno – 1902

Il fu Mattia Pascal – 1904

• Suo marito – 1911

• I vecchi e i giovani – 1913

Quaderni di Serafino Gubbio operatore – 1925

• Uno, nessuno e centomila - 1925

Pirandello per tutta la sua vita proverà a completare "novelle per un

anno", così chiamate perché il suo intento era quello di scrivere 365

novelle, una per ogni giorno dell'anno.

La posizione fondamentale dalla quale è necessario partire per

capire la concezione della vita di Pirandello e quindi la sua poetica, è

quella del contrasto tra illusione e realtà.

Questo contrasto esiste non sono tra l'individuo e il mondo esterno

e, quindi la società e tutto ciò che ne fa parte, ma caratterizza anche

il rapporto che l'individuo ha con il suo subconscio,

con il suo “io interiore”.

In questo modo si arriva, quindi, al concetto della maschera, forma

che l'uomo è costretto ad indossare come se fosse una difesa nei

confronti nella società: si verifica così la teoria della triplicità

esistenziale ovvero COME L'INDIVIDUO VEDE SE STESSO, COME

L'INDIVIDUO E' VISTO DAGLI ALTRI e COME L'INDIVIDUO

CREDE DI ESSERE VISTO DAGLI ALTRI.

Ciò ci riconduce al principio di Pirandello che l'uomo

è allo stesso tempo

UNO, ovvero chi lui crede di essere

NESSUNO, quando l'uomo accorgendosi che ciò che lui pensa

di essere non combacia con ciò che gli altri pensano che lui sia, ha in

se un certo disagio che quasi lo spiazza riguardo a se stesso

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CENTOMILA, ad indicare che l'individuo appare diverso agli

• occhi di chi ha di fronte.

Pirandello ci porta alla scoperta di una crisi dei vecchi valori

secondo la quale ogni verità è vera ai fini di chi la pronuncia, ovvero

ne esistono di molteplici punti di vista.

Successivamente l'uomo è come se giustificasse ogni cosa, dando un

senso a tutto anche se è apparentemente insensato, producendo così

una serie di inganni.

Quando si ha la consapevolezza di tutto questo e quindi che allo

stesso tempo la nostra esistenza diventa anch'essa un inganno non

solo nei confronti degli altri, ma in un certo senso è come se

ingannassimo anche noi stessi per primi, si diventa maschere nude,

ma completamente impotenti di fronte ad essa: più che vivere ci si

guarda vivere, compatendo non solo gli altri ma anche se stessi.

Pirandello in sintesi è riconosciutissimo per il suo pensiero,

rapporto che si fonda sul contrasto dialettico tra vita (realtà) e

forma (apparenza).

Da questo rapporto deriva il relativismo psicologico che si può

suddividere in 2 sensi differenti:

il relativismo psicologico orizzontale

• il relativismo psicologico verticale.

RELATIVISMO PSICOLOGICO ORIZZONTALE

Secondo lui l'uomo è soggetto al caso, che lo rende come se fosse

una marionetta impedendogli di avere una propria personalità.

Quando nasciamo, infatti, ci troviamo inseriti, per puro caso, in una

società precostituita, regolata da leggi, convenzioni, abitudini

inveterate, prefissate in precedenza indipendentemente

dalla nostra volontà.

Ci fissiamo cioè in una forma, obbligandoci, in conseguenza, a

muoverci secondo schemi ben definiti, che accettiamo o per pigrizia

o per convenienza, senza aver mai il coraggio di rifiutarli, anche

quando contrastano con la nostra natura.

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RELATIVISMO PSICOLOGICO VERTICALE

Il disagio all'interno dell'uomo non gli permette di conoscere bene

se stesso, né di cristallizzarsi in una personalità nettamente definita.

Dal subconscio provengono, di volta in volta, sentimenti e impulsi

differenti provocando appunto nell'uomo un disagio dato dalla

consapevolezza che ciò che era ieri, non è oggi e non sarà domani.

Pirandello si scontra con il conseguente problema

incomunicabilità

dell' tra gli uomini: dato che ogni persona ha un

verità,

proprio modo di vedere la realtà e dunque una propria non

può esistere una comunicazione che abbia basi oggettive e condivise.

L'incomunicabilità produce quindi un sentimento di solitudine ed

esclusione dalla società e persino da se stessi, poiché proprio la crisi

io

e frammentazione dell'io crea diversi discordanti che non

risolvono la frammentazione se non facendo scoprire al personaggio

nessuno.

di non essere poi

Di particolare interesse è la sua frase “Come possiamo intenderci [...]

se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come

sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume

col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha

dentro?” dove pone l'attenzione che ogni individuo per quanto

possa comunicare con gli altri, descrivere le sue sensazioni,

emozioni, avrà sempre degli ostacoli: dove riesce ad arrivare un

individuo non riesce ad arrivarne un altro.

Il suo pensiero lo riconduceva a quegli ideali patriottici e

risorgimentali di cui Pirandello era convinto sostenitore, anche per

le radici garibaldine del padre.

Pirandello vedeva, secondo questa tesi, nel Fascismo la prima idea

originale post-risorgimentale, che doveva rappresentare la "forma"

nuova dell'Italia destinata a divenire modello per l'Europa.

La critica fascista non sempre esaltava le opere di Pirandello, spesso

considerandole non conformi agli ideali fascisti: vi si vedeva una

certa insistenza e considerazione di quella borghesia altolocata che

il fascismo formalmente condannava come corrotta e decadente.

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STORIA

Benito Mussolini, fondatore appunto del fascismo, ha sempre

mostrato delle contraddizioni del suo carattere, l’effettiva debolezza

mascherata da atteggiamenti apparentemente duri.

Prigioniero di un rigido schematismo fondato sul mito del ”uomo

forte”, da lui stesso creato e alimentato dai suoi seguaci.

Il mito di Mussolini nel fascismo fu, soprattutto, un mito di

massa(sostenuto dalla propaganda).

Infatti il Duce comprese che, nella sua epoca, le follie

rappresentavano un’immensa potenza da sfruttare.

Ricordiamo appunto l’istituto LUCE, una piccola

impresa cinematografica privata, istituito appunto

da Mussolini che aveva come scopo la diffusione

della cultura popolare e dell’istruzione generale per

mezzo delle visioni cinematografiche, messe in

commercio alle minime condizioni di vendita

possibile, e distribuite a scopo di beneficenza e propaganda

nazionale e patriottica.

Apparente volto dall’ideale di miglioramento e di modernizzazione

del Paese, Mussolini era animato da un forte

sentimento di potere e dominio.

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Fascismo

Fondato nel 1919, il fu un movimento politico che utilizzò

la forza e spesso l’illegalità

per impadronirsi del potere.

Mussolini cominciò, inizialmente, ad essere ben visto da industriali,

proprietari terrieri, ceti medi, intellettuali.

Capì così di poter aspirare al potere, tanto che il 28 ottobre 1922

marcia su Roma

organizzò la per impadronirsi del governo.

Questo evento, che concluse un periodo di gravi disordini con gli

oppositori, diede origine alla dittatura.

Nei primi anni attuò grandi opere pubbliche: fece costruire ponti,

acquedotti e strade;

gradualmente il Fascismo assorbì tutti i diritti.

Mussolini si assunse tutta la responsabilità e decise di emanare

delle leggi eccezionali (fascistissime), che in realtà trasformarono il

suo potere in regime totalitario.

I primi provvedimenti furono volti a consolidare il suo potere: fece

approvare una legge che consentiva al governo di legiferare

attraverso decreti, sottraendo autorità al parlamento;

limitò la libertà di stampa.

La stabilità del suo governo era però sempre minacciata.

L’ostacolo maggiore era costituito dalla chiesa cattolica.

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