Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Maschera - Tesina
Siamo costantemente scissi e frammentati in mille maschere con le quali ci proponiamo dinanzi agli altri. Spesso la maschera nasconde il vero sé che noi consideriamo troppo “spaventoso” per essere mostrato agli altri ed il timore del giudizio altrui ci porta a preferire un abito di circostanza. Nella mia tesina ho scelto questo tema perché credo che la maschera sia un elemento inscindibile dall’esperienza umana e ho deciso di analizzarlo, poiché in essa si mette in evidenza la maschera come nascondiglio del nostro vero essere, ma allo stesso tempo come espediente paradossale. La maschera non è solo un trucco teatrale riservato a degli attori che recitano su un palco, ma è il trucco usato da tutti noi in ogni momento della giornata nel relazionarci agli altri.
Indossiamo la maschera di studente, di figlio, di insegnante, di sportivo, di amico. Indossare una maschera non significa essere falsi, ma significa che, fin dal momento in cui nasciamo, abbiamo dei ruoli, alcuni scelti da noi e altri no. Per far sì che non sia la maschera il centro dell'attenzione deve essere l'attore a caratterizzarla dandole forma, espressione e sostanza. Così nella vita di ogni giorno mi maschero per presentarmi agli altri; ma per non rimanere solo una maschera, solo un'etichetta, devo saper dare spessore a ogni mio comportamento, alla mia voce, alle mie parole, ai miei gesti, ai miei pensieri. La scelta effettuata nella mia tesina di maturità è stata, quindi, determinata da un’esperienza che io sento di vivere quotidianamente . E' comodo vivere con indosso una maschera che filtra il contatto col mondo. Questo diventa molto rischioso nel momento in cui ci facciamo sopraffare dal ruolo che ci viene assegnato (dalla vita o dalle persone che ci circondano). Il tema della maschera quindi, intesa come “scudo”, come forma, lo troviamo all’interno del pensiero pirandelliano, ma allo stesso tempo il tema della maschera , lo troviamo all’interno del percorso storico del nazismo e della persecuzione ebraica, che non è altro che una vera e propria maschera oscura nei confronti del popolo ebraico, a quel tempo molto ricco. Sempre analizzando il tema della maschera, possiamo intendere la stessa , in ambito informatico, riguardo la crittografia, che non è altro che una tecnica per “mascherare” , offuscare , un qualunque messaggio che si vuole trasmettere senza dare la possibilità a terzi di intercettarlo. Il tema della maschera , inteso come “mascherare” un qualcosa , talvolta di scomodo, lo troviamo anche in episodi di anni addietro , precisamente nel 1936, quando fu mascherata nel vero senso della parola , la vittoria al campione americano Jesse Owens , capace di vincere ben 4 medaglie in una solo edizione olimpica. Il tema della maschera quindi , anche se in diversi ambiti , è sempre stato un tema molto importante per quanto riguarda l’uomo e la sua evoluzione e per questo motivo ho deciso di parlarne nella mia tesina di maturità.
Collegamenti
Maschera - Tesina
Italiano -
Luigi Pirandello
.Storia -
Il nazismo
.Ed.fisica -
Jesse Owens e le olimpiadi
.Gestione Progetto -
Il Progetto e le sue fasi
.Informatica -
I database
.Inglese -
The database
Sistemi e Reti -
La Crittografia
.IL NAZISMO AL POTERE
A neppure un mese di distanza dalla nomina di Hitler a cancelliere, la sera del
27 febbraio, giunse improvvisa la notizia che la sede del Parlamento, a Berlino,
era stata incendiata. Subito dopo fu sparsa la voce, falsa, che l’incendio fosse
frutto di un complotto comunista per impadronirsi del potere. Ebbe inizio cosi
una vera e propria caccia all’uomo, che provocò in poche ore la morte di decine
e decine di membri dell’opposizione.
Hindenburg sciolse il Parlamento e indisse nuove elezioni per il 5 marzo del
1933. Confermato cancelliere Hitler si affrettò a far votare una legge-delega,
destinata a concedere per quattro anni i pieni poteri al suo governo, che ne
approfittò per instaurare un regime totalitario, riconoscendo ufficialmente come
partito unico quello nazista. Attraverso queste leggi, Hitler, che sin dal 1921
aveva assunto il titolo di Fuhrer, cioè di “duce”, instaurò un regime di terrore
che fu messo in atto con freddezza e ferocia attraverso la polizia politica o
Gestapo, creata in seno alle istituzioni dello stato, e le SS che erano utilizzate
anche come guardia personale di Hitler.
Nella sua scalata al potere, Hitler si trovò ad affrontare anche un’opposizione
interna al partito, rappresentata da alcune frange delle vecchie SA, che erano
guidate da uno dei primi collaboratori del Fuhrer, Ernst Rohm. Hitler, per uscire
da tale situazione, procedette ad una radicale epurazione del partito,
accusando Rohm ed i suoi uomini di un immaginario colpo di stato e
decidendone la soppressione fisica. L’ordine fu eseguito la notte tra il 30
giugno e il 1° luglio 1934, passata alla storia con il nome di “notte dei lunghi
coltelli”: furono le fedelissime SS a uccidere Rohm, arrestato mentre si trovava
Baviera, e molti altri membri delle sue SA.
Alla morte di Hindenburg, nell’agosto 1934, Hitler ottenne il potere assoluto,
riunendo illegalmente nelle proprie mani le due cariche supreme dello stato,
quelle cioè di cancelliere e di presidente dello stato, ribattezzato Terzo Reich.
Il progresso e il benessere che conobbe la Germania negli anni Trenta, furono
solo uno dei pilastri su cui il regime nazista consolidò il consenso. L’altro fu una
politica estera nazionalista, spregiudicata ed aggressiva. A tale scopo il regime
promosse una politica di riarmo, in aperta violazione delle clausole del trattato
di Versailles. L’espansionismo nazista si esercitò prima di tutto nei confronti dei
paesi “naturalmente tedeschi”, come l’Austria e il territorio dei Sudeti, in
Cecoslovacchia. Hitler riteneva che questi paesi costituissero parte dello spazio
vitale irrinunciabile per la Germania, ma soprattutto considerava la loro
acquisizione come la prima tappa di un processo di espansione che avrebbe
5
portato i tedeschi ad avere un’unica “grande patria germanica”
(pangermanesimo).
L’IDEOLOGIA NAZISTA E L’ANTISEMITISMO
I fondamenti dell’ideologia nazionalsocialista vennero delineati dallo stesso
Hitler nella sua opera “Mein Kampf ” , che egli dettò al suo amico e
collaboratore Rudolf Hess durante la prigionia per il fallito putsch di Monaco. Il
nazismo sosteneva la teoria della superiorità assoluta e indiscutibile della
cosiddetta “razza ariana”, alla quale andava attribuito il merito esclusivo del
progresso dell’umanità. Dato che secondo Hitler la razza ariana si identificava
nella razza germanica, compito principale dello stato nazista doveva essere
quello di dare corso a un intenso processo di “purificazione”, allo scopo di
ricreare un solido gruppo razziale tedesco, destinato ad esercitare un
incontrastato predominio sulle altre razze “impure” e inferiori: era infatti ferma
convinzione che se una razza dominante necessitava di uno “spazio vitale”,
avesse pienamente il diritto di occuparlo, eliminando o riducendo in schiavitù le
“razze locali”.
Più in particolare il razzismo nazista individuò il principale nemico nel popolo
ebraico, considerato come l’origine di tutti i mali del mondo, compresi quelli
della Germania. Ne conseguì una politica che mirava a una progressiva e
spietata persecuzione degli ebrei. In principio vi furono provvedimenti
discriminatori tesi a impedire la frequenza scolastica, l’esercizio di libere
professioni e di altre particolari attività. La persecuzione divenne poi
sistematica con la promulgazione delle leggi di Norimberga: attraverso questi
provvedimenti gli ebrei furono privati della cittadinanza tedesca, fu loro vietato
contrarre matrimoni con altri cittadini tedeschi e furono obbligati a esibire sugli
abiti la stella gialla di David, in modo da essere ben riconoscibili in pubblico.
Nella notte fra il 9 e il 10 novembre 1938, in molte città tedesche vennero
devastati negozi appartenenti agli ebrei, sinagoghe ed abitazioni; decine di
ebrei furono uccisi, mentre ne vennero arrestati e internati alcune decine di
migliaia. Quest’avvenimento passò alla storia come la “notte dei cristalli”
IL NAZISMO: LA “MASCHERA” PER ESPROPRIARE LE RICCHEZZE DEGLI
EBREI
Gli Ebrei erano sempre stati il capro espiatorio in tutti i paesi cristiani d'Europa
da secoli. Quando qualcosa non andava la colpa era sempre stata del malvagio
ebreo, il diverso, l'uccisore di Cristo. Gli Ebrei erano un popolo testardo e
intelligente ed erano riusciti non solo a non estinguersi come etnia culturale,
ma ad affermarsi sfruttando proprio i limiti che avevano imposto a loro i
6
Cristiani (divieto di coltivare la terra, divieto di fare gli artigiani). Si erano
specializzati nell'attività economica, mestiere vietato un tempo ai Cristiani.
Questo aveva reso molto ricchi alcuni di loro, aumentando nei loro confronti
l'invidia e l'odio. Nei tempi successivi al disastro della prima guerra mondiale
gli Ebrei si presentavano più che mai come i nemici, i responsabili di tutti i
danni a cui aveva condotto il folle nazionalismo delle monarchie europee. Era
facile, troppo facile dirigere contro di loro tutta la frustrazione, il senso di
insicurezza , ovvero “mascherare “ le proprie sconfitte . Proprio da questo,
iniziarono le persecuzioni contro gli ebrei, sia come motivo economico-sociale,
sia per un motivo di frustrazione da parte di Hitler. Individuato quindi il
bersaglio e definito legalmente i suoi limiti, lo Stato nazista poté agire contro i
suoi nemici. Durante gli anni che seguirono, l'apparato di distruzione nazista
prese di mira la “ricchezza” degli ebrei, quasi tutti con un lavoro e beni
ragguardevoli. Le famiglie ebraiche si trovarono sempre più nella miseria. Gli
ebrei (meno del 1% della popolazione tedesca) persero le professioni, le
imprese, i risparmi, i loro stipendi, il diritto al nutrimento e alla casa. Tutte
queste decisioni drastiche verso il popolo ebreo, non andavano tanto male però
alla popolazione tedesca, che vide in poco tempo non solo cancellare gli enormi
debiti che avevano nei confronti delle banche appartenenti agli ebrei, ma
vedevano la possibilità di trovare lavoro, e inoltre capirono che il paese così
facendo si avviava verso una rapida ripresa economica. Alla luce di ciò, quasi
tutta la popolazione tedesca appoggiò Hitler , nelle sue operazioni contro gli
ebrei.
PIRANDELLO E IL DECADENTISMO
Il Decadentismo è una corrente artistica-letteraria che, nata in Francia intorno
al 1880 , si diffonde ben presto in tutta Europa. I caratteri fondamentali del
Decadentismo sono: 7
-mancanza di fiducia nella ragione e nella scienza: solo l'intuizione e la pura
sensibilità possono aiutarci a penetrare nei misteri profondi della vita;
-isolamento rispetto alla società circostante: si perde la fiducia nella possibilità
della letteratura di incidere nelle grandi trasformazioni sociali e politici della
nuova epoca;
-esaltazione della propria individualità ,del proprio "io";
-senso di crisi, di morte di angoscia e di solitudine.
L'esigenza di scrivere queste nuove concezioni determina un profondo
cambiamento nelle forme letterarie, specialmente in quelle della poesia.
La poesia è per i decandetisti la sola possibile intuizione della realtà e il poeta è
considerato come veggente, cioè come colui che fra tutti gli uomini è in grado
di cogliere il significato nascosto dalla realtà. Ne deriva che le parole poetiche
non hanno piú peso ,diventano musica i versi, svincolati da ogni regola
metrica, diventano rapidi, carichi di significato e di simbologia.
In Italia gli autori decandenti sono riconoscibili nelle opere di altre due grandi
personalità letterarie, gli scrittori Italo Svevo e Luigi Pirandello
LA VITA
Luigi Pirandello nasce il 28 giugno 1867 ad Agrigento da un’agiata famiglia
borghese. Si iscrive alla facoltà di lettere di Roma e grazie al conterraneo Luigi
Capuana entra in contatto con l’ambiente letterario ma a causa di un contrasto
con un professore universitario, Pirandello sceglie di concludere gli studi in
Germania. Pirandello sposa Maria Antonietta Portulano, da cui avrà tre figli. Il
1903 segna nella vita di Pirandello una svolta tragica, in seguito ad una frana
che devasta la miniera di zolfo di cui il padre di Pirandello aveva investito i
propri averi, la famiglia subisce un grave tracollo finanziario . Alle crescenti
difficoltà economiche si somma la malattia mentale della moglie , che viene
colpita da una paralisi nervosa che la porterà alla pazzia. Il 1921 è l’anno del
Sei personaggi
grande successo : il 10 maggio la rappresentazione a Roma dei
in cerca d’autore è un fiasco clamoroso, ma il 27 settembre a Milano lo stesso
Enrico IV ,
dramma ottiene un vero trionfo. Un altro trionfo riscuote sempre a
Sei personaggi
Milano , il 24 Febbraio 1922. Poco dopo va in scena a Londra ,
due mesi dopo a New York : la fama di Pirandello acquista una dimensione
mondiale. Nel 1924 , Pirandello si schiera pubblicamente con Mussolini,
aderendo al partito fascista e nel 1934 gli viene conferito il premio Nobel per la
letteratura . Muore il 10 dicembre 1936. 8
IL PENSIERO
Riprendendo in parte le teorie del filosofo francese Henri Bergson , Pirandello
fonda il proprio pensiero su una concezione vitalistica del reale . Come egli
stesso afferma , la realtà è percorsa da un flusso vitale inarrestabile , in
continua trasformazione e dominato dal caso. Anche l’uomo è parte di questo
libero fluire , ma a differenza delle altre creature , sente il bisogno di fissare il
flusso della vita in “forme “ fittizie, che coincidono con le convenzioni sociali e
con le regole del vivere collettivo. Secondo