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Storia - Seconda guerra mondiale
Meccanica - Alberi a gomiti
Tecnologia meccanica- Liquidi penetranti
Sistemi ed automazione industriale- Verso la fabbrica automatica
D.P.O.- Tipi di produzione e di processi
Inglese - Henry Ford, The assembly line
Matematica - Studio della funzione
Nella Grande Guerra abbiamo visto come i carri armati furono molto importanti per il
combattimento nelle trincee; quest’ultimi erano dotati di un motore a benzina molto
potente costituito da vari organi meccanici. Uno di questi che ha un ruolo molto
importante è l’albero motore o albero a gomito.
L’albero a gomito è un organo meccanico che
tramite la biella trasforma il moto rettilineo
alternato in moto rotatorio. Gli alberi a gomiti, a
differenze delle manovelle che hanno lo stesso
compito, vengono usati quando le forze trasmesse
dalla biella sono elevate, e devono essere sostenuti
da entrambi i lati mediante i perni collocati nei
supporti. Nelle macchine di dimensioni moderate
l’albero a gomiti (figura 5.15) è ottenuto per
fucinatura da una barra cilindrica opportunamente
ripiegata e lavorata solo in corrispondenza dei
perni di banco e di quello sul quale deve articolarsi
la biella ; i due bracci sono obliqui per non
sollecitare troppo il materiale sottoponendolo a
deformazioni eccessive.
Per sollecitazioni di notevole entità sono preferiti gli alberi a gomiti con bracci dritti
(figura 5.14) in modo da ridurre al minimo la distanza fra i supporti di banco e il
perno della biella. E’ opportuno che i bracci abbiano larghezza superiore al diametro
dei perni e presentino dei raccordi per evitare sollecitazioni anomale localizzate in
qualche punto.
Spesso l’albero a gomiti è forato per tutta la sua lunghezza, sia per convogliare il
lubrificante mediante dei tappi sia per motivi di leggerezza. Se la foratura è originata
per motivi di leggerezza , come nelle auto da corsa, il diametro interno deve risultare
d = 0,4·d avendo indicato con d il diametro esterno dell’albero.
i e e
Il dimensionamento degli alberi a gomiti è piuttosto laborioso; ci limiteremo a un
cenno sommatorio, considerando l’ipotesi più semplice di un albero con una sola
manovella posta a uguale distanza dai due supporti di banco.
Dimensionamento.
Esaminiamo perciò lo schema della figura 5.20 e supponiamo che le sole forze agenti
sull’organo meccanico siano costituite dalla spinta trasmessa dalla biella al bottone di
manovella e dal momento torcente M che si oppone al momento sviluppato dalla
t 7 L’Uomo tra Guerra e Progresso
componente tangenziale N .Operata la consueta scomposizione della forza N’
t
trasmessa dalla biella, le reazioni degli appoggi A e B dovute alla componente radiale
N valgono:
r = =
E quelle dovute alla componente tangenziale N t:
= =
Per la presenza di tali forze si ha la seguente situazione.
Il perno in A è un perno di estremità: non è soggetto né a momento flettente né a
momento torcente; in ogni caso, per ragioni di uniformità, normalmente si assumerà
uguale al perno in B.
Nei confronti del perno di manovella, le sollecitazioni
agenti sono rispettivamente:
Un momento flettente: M = ·a;
f1
Un secondo momento flettente: M = ·a;
f2
Un momento torcente di intensità: M = ·r;
t
Due sforzi di taglio, dovuti alle due componenti
della spinta trasmessa: = N e = N .
r t
Con questi valori si dimensiona il perno di manovella.
Nel perno in B si manifestano le seguenti sollecitazioni:
Un momento flettente: M = ·2·a- N ·a;
f1 r
Un momento flettente agente nel piano normale,
di intensità: M = ·2·a- N ·a;
f2 t
Un momento torcente: M =N ·r ;
t t
Uno sforzo di taglio T nel piano contenente i
1
bracci della manovella: T =N /2;
1 r
Uno sforzo di taglio T nel piano normale al
2
primo: T =N /2;
2 t
Con questi valori si dimensiona il perno in B.
Per i bracci , con riferimento alla figura 5.21 , si possono
usare, per un dimensionamento preliminare, le formule
empiriche:
s =(0,6÷0,8) · d h =(1,2÷1,3) · d 8 L’Uomo tra Guerra e Progresso
Verifica
Passando alla verifica , per il braccio CD che sostiene il perno di manovella e soggetto
alle seguenti sollecitazioni:
Un momento flettente: M = ·b;
f1
Un ulteriore momento flettente, variabile lungo il braccio , il cui valore è:
M = · r;
f2
Un momento torcente, di intensità costante: M = · b;
t
Uno sforzo assiale ( ) e uno sforzo di taglio ( ).
Il braccio EF che nel nostro caso è quello più sollecitato ed è quello da verificare, è
soggetto alle stesse sollecitazioni che si manifestano nei confronti del braccio
adiacente, alle quali si aggiunge il momento torcente M , che si oppone al moto di
t
rotazione dell’albero.
Bilanciamento
Il problema del bilanciamento delle forze alterne d’inerzia può essere risolto quando l
organo rotante è un albero a gomiti corredato da più manovelle; la soluzione più
efficace è rappresentata dallo sfasamento delle varie manovelle, che può essere
calcolato con la relazione:
θ(rad)=π τ/z oppure θ°=180 τ/z
in cui z si indica il numero dei cilindri e con τ il numero dei tempi del motore.
Nei motori monocilindrici la forza centrifuga F si può considerare applicata nella
c
mezzeria del piano di articolazione della biella; i suoi effetti possono essere bilanciati
medianti due contrappesi Q posti all’estremità opposta dei bracci (figura 5.22).
L’entità di tali contrappesi si ricava dalla condizione di equilibrio: F =2·m · ·r
2
ω
c q 0,
ovvero:
m· ·r=2·m · ·r
2 2
ω ω
q 0
In questo modo l’albero è bilanciato sia
staticamente che dinamicamente. 9 L’Uomo tra Guerra e Progresso
Per garantire la qualità dell’albero motore, che abbiamo precedentemente descritto,
bisogna ricorrere alle prove non distruttive.
Le Prove non Distruttive sono il complesso di esami, prove e rilievi condotti
impiegando metodi che non alterano il materiale e non richiedono la distruzione o
l'asportazione di campioni dalla struttura in esame.
Sono utilizzati per ricercare i difetti superficiali, subsuperficiali e volumetrici su
alcuni materiali quali i metalli, i compositi, le plastiche, i ceramici, e i metodi più
utilizzati sono: liquidi penetranti, magnetoscopia, ultrasuoni, raggi X e Y.
Ci soffermiamo a descrivere la prova mediante il metodo dei liquidi penetranti.
Liquidi penetranti
Questo metodo risale all’inizio del ‘900 con la tecnica “olio-cenere”, per controllare
le discontinuità sugli assi o sui ganci dei vagoni dei treni, che si è poi progredita
durante questo secolo e usato da tutte le aziende mondiali. Questa tecnica di prova
non distruttiva sfrutta la capacità di alcuni liquidi di penetrare, per capillarità,
all'interno di discontinuità superficiali, quali cricche, porosità, ripiegature, in modo
veloce ed economico e con grande accuratezza, su tutte le tipologie di materiali,
acciai, leghe di rame, leghe di alluminio, vetro, plastica ad altro, senza alcune
limitazione della forma dei componenti stessi. La bassa tensione superficiale e la
buona bagnabilità di questi liquidi, ne assicurano la penetrazione anche all'interno di
discontinuità sottilissime. I penetranti includono sia prodotti rossi visibili in luce
bianca, sia prodotti fluorescenti; in quest’ultimo caso l’indicazione è evidenziata sotto
luce ultravioletta, detta anche luce Wood.
Indipendentemente dal tipo di penetrante utilizzato, l'ispezione con liquidi penetranti
prevede sei passaggi essenziali:
1. Preparazione della superficie:
Le superfici del prodotto da testare devono essere accuratamente pulite ed
asciugate prima di sottoporre il materiale al controllo, poiché la scoperta dei
difetti dipende dalla possibilità di insinuarsi del penetrante in quella che può
essere anche solamente una spaccatura microscopica. È chiaro che non vi può
essere alcuna penetrazione se la discontinuità è già piena di olio, sporcizia,
acqua, vernice, ossido o di altri residui. La tecnica di pulitura da usare è
determinata dal tipo di residuo presente. Di seguito sono riportati alcuni tipi di
pulizia che vengono eseguiti sul pezzo:
10 L’Uomo tra Guerra e Progresso
- Pulizia a freddo con solventi a rapida evaporazione: consiste nello
spruzzare un solvente su una superficie sporca, saturando quindi l’area
da esaminare, e dopo un’attesa di 10/30 secondi pulire l’area con uno
straccio, prima che il solvente evapori.
- Pulizia a caldo con detergenti acquosi.
- Pulizia meccanica: per togliere vernice, ossidazione, incrostazioni o altro
in superficie, può essere necessario l’impiego di sabbiatura, di spazzola
di filo di alluminio o inox o molatura.
Pulizia della superficie
2. Applicazione del penetrante:
Dopo aver pulito ed asciugato il pezzo, il liquido penetrante deve essere
applicato in modo tale da formare un film che ricopra un'area di almeno 13 mm
oltre la zona da ispezionare. Può essere adottato un qualsiasi metodo in grado
di assicurare la perfetta copertura della zona in esame, quale ad esempio per
immersione, per spruzzatura o a pennello. Questo film deve essere mantenuto
per un tempo sufficiente per permettere la massima penetrazione del penetrante
all'interno di ogni discontinuità affiorante in superficie. La temperatura dei
liquidi e delle superfici dovrebbe essere compresa fra i +10° e +38°C.
Applicazione del penetrante
11 L’Uomo tra Guerra e Progresso
3. Rimozione del penetrante in eccesso:
Successivamente occorre rimuovere dalla superficie del pezzo il penetrante in
eccesso. In alcuni casi sarà sufficiente pulire con uno straccio o risciacquare
con acqua, in altri casi sarà necessario l'utilizzo di un solvente. L'uniforme
eliminazione del penetrante in eccesso è necessaria per permettere un'ispezione
efficace, tuttavia occorre evitare un eccesso di rimozione del penetrante, cosa
che potrebbe compromettere l'esame. Esempi di rimozione del penetrante sono:
- Penetranti lavabili con acqua;
- Penetranti rimovibili con solvente.
Rimozione del penetrante
4. Asciugatura
Le parti devono essere ben asciugate prima di applicare il rivelatore o
sviluppatore. L’asciugatura può avvenire naturalmente in aria libera o
accelerata mediante aria compressa filtrata, con stracci puliti e asciutti o con
soffio di aria calda anche in fornetti a ricircolazione. In quest’ultimo caso l’aria
non deve superare la temperatura di 71°C ed il pezzo la temperatura di 38°C.
5. Applicazione del rilevatore e "sviluppo":
La funzione dello sviluppatore è quella di assorbire ed attirare verso la
superficie il penetrante rimasto nelle discontinuità dopo il lavaggio e di
espanderlo in superficie con conseguente ingrandimento anche delle
indicazioni relative a piccolissime discontinuità. Lo sviluppatore consente la
visibilità delle indicazioni rosse in contrasto col sottofondo bianco, oppure
luminose giallo-verdi sotto luce ultravioletta, per i penetranti fluorescenti. Il
tempo di sviluppo dovrebbe essere compreso tra 10 e 30 minuti.
12 L’Uomo tra Guerra e Progresso
Applicazione del rilevatore
6. Ispezione:
Dopo un sufficiente tempo di "sviluppo" la superficie viene esaminata
visivamente per cogliere le indicazioni fornite dal penetrante fuoriuscito dalle
discontinuità affioranti in superficie. Questa osservazione deve essere
effettuata in un idoneo ambiente a luminosità controllata. Per il metodo con
penetranti rossi una luce bianca; per il metodo con penetranti fluorescente
l'ispezione viene effettuata in un'area oscurata e la superficie viene illuminata
per mezzo di una lampada di Wood che permette al penetrante di emettere luce
visibile che identifica così le difettosità affioranti. Qualora, per qualsiasi
motivo, sia necessario riprocessare pezzi già sottoposti ad ispezione con liquidi
penetranti occorre prima rimuovere lo sviluppatore e sgrassare il pezzo. La
ripetizione del processo dovrebbe essere limitata ad una sola volta. È proibito
applicare penetranti fluorescenti su pezzi già controllati con penetranti rossi.
Risultato con il metodo dei liquidi penetranti Risultato
fluorescenti.
con il metodo dei liquidi penetranti rossi.
13 L’Uomo tra Guerra e Progresso
Purtroppo come in tutte le tecniche che possono essere applicate vi sono dei vantaggi
e degli svantaggi:
Vantaggi dell’esame con Liquidi Penetranti:
- È applicabile a tutti i materiali;
- È relativamente di facile esecuzione ed interpretazione;
- È eseguibile anche su pezzi o particolari aventi scarsa accessibilità;