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Sintesi Uomo, cultura e piacere
Lo scopo che mi sono prefissata con lo sviluppo di questa tesina di maturità è quello di mettere in evidenza un particolare modo di fare arte e di concepire l’esistenza , che si diffuse all’interno del Decadentismo Europeo. In particolare, ho voluto approfondire il rapporto tra il culto del bello, della raffinatezza e la ricerca del piacere con il senso di decadenza e di morte che è sempre presente nell’animo dell’esteta. La tesina quindi permette anche dei collegamenti con le altre materie di studio.
Collegamenti
Uomo, cultura e piacere tesina
Italiano - L'esteta, D'Annunzio e "La pioggia nel pineto".
Storia - L'impresa eroica di D'Annunzio a Fiume.
Filosofia- Il superuomo di Friedrich Nietzsche.
Inglese- Oscar Wilde "The picture of Dorian Gray".
Scienze sociali- Jean Piaget, Freud, Marcuse "Eros e civiltà", La scuola di Francoforte e il tempo libero.
Ecologia- Le aree protette e le riserve naturali di Messina.
Matematica- definizione goniometria e l'angolo.
Lo scopo che mi sono prefissata con lo sviluppo di questa traccia è
quello di mettere in evidenza un particolare modo di fare arte e di
concepire l’esistenza , che si diffuse all’interno del Decadentismo
Europeo. In particolare, ho voluto approfondire il rapporto tra il culto
del bello, della raffinatezza e la ricerca del piacere con il senso di
decadenza e di morte che è sempre presente nell’animo dell’esteta.
La figura dell’esteta
L’esteta è una figura molto complessa e affascinante: egli tende a
vivere circondato solo da Arte e Bellezza, distaccandosi con orrore
dalla vita comune, dal contatto con i ceti inferiori e dalla volgarità di
una società che, ai suoi occhi, si lascia dominare soltanto dal
profitto e dal benessere economico. Per lui a nulla valgono la fiducia
nella scienza e gli imperativi morali. L’esteta vive la sua vita come
un’opera d’arte, tende ad identificarsi con il bello e ricerca anche il
piacere sensuale per realizzarsi pienamente. Non si accontenta
facilmente della gioia che ha raggiunto ma è sempre alla ricerca
continua di nuove sensazioni e nuove esperienze. Egli, infatti, non
disdegna l’uso di stupefacenti: l’alcool e l’oppio sono certamente
dei vizi ripugnanti ma permettono di sognare e immaginare una vita
ideale, al di là di qualsiasi realtà mediocre e banale che ci circonda.
Amare la vita significa anche esasperarla, assecondando perversioni
immorali; tutto dunque è lecito per l’esteta che ha sempre bisogno
di provare emozioni di qualsiasi genere. Il dramma dell’esteta sta
nell’invecchiare, nel perdere il prestigio e nel presagire la propria
solitudine. Gabriele D‘ Annunzio
La poetica di D'Annunzio è l'espressione più appariscente dell’
Estetismo italiano. Egli rigetta la ragione come strumento di
conoscenza per abbandonarsi alle suggestioni del senso e
dell'istinto; spesso vede nell'erotismo e nella sensualità il mezzo per
attingere la vita profonda e segreta dell'io. Il culto di tutto ciò che è
bello è una caratteristica che segna la vita di D’ Annunzio, che
collezionò amanti e debiti, spendendo cifre altissime per “tutte
quelle cose belle e inutili che amo profondamente e rovinosamente”
come disse egli stesso. La celebrazione della natura nelle sue laudi
diventa rito attraverso
la parola. Per capire cosa egli intenda per poesia, è utile prendere in
esame il terzo libro delle laudi , “Alcyone” , pubblicato nel 1903.
Una delle poesie più emblematiche è “La pioggia nel pineto”. La
poesia inizia con un punto fermo dopo l’imperativo Taci (v.1), che
indica un momento di preparazione e di attesa: il poeta non ode più
parole umane, sente la vitalità della natura e si annulla dalla
volgarità della vita. Egli ascolta parole nuove pronunciate dal
rumore della pioggia che ,cadendo sulle numerose piante, è artefice
di quella sinfonia allietante. Il poeta e la sua compagna entrano in
empatia con la natura e arrivano a condividerne la sua anima
segreta: D’Annunzio contempla la metamorfosi della sua compagna
che si trasforma in fiore, pianta, frutto, mentre la pioggia cade.
Successivamente la donna è paragonata agli elementi della natura:
il suo volto è come una foglia (v. 56-58) e i suoi capelli emanano lo
stesso profumo delle ginestre (v. 59- 61: le chiome come le
ginestre). Gradualmente, arrivano entrambi a fondersi con la natura
e a sentirsi parte di essa, tanto è che il poeta, attraverso l’uso delle
similitudini, mostra come la donna sembri aver assunto l’aspetto di
una pianta verdeggiante .D’Annunzio descrive minuziosamente il
temporale estivo e lo rende estremamente musicale. La Pioggia nel
pineto colpisce per il suo tema panico- metaforico. Il termine
panismo deriva dal greco pan ( dio greco della natura, metà uomo e
metà caprone) e si riferisce all’identificazione dell’uomo con la
natura, con la vita vegetale, fino a sentire in bocca il sapore del
mondo, come egli dice. Il poeta racconta in versi come avviene la
fusione dell’uomo con la natura oltrepassando la limitata
dimensione umana. La poesia provoca piacere, e ha la capacità di
estraniare l’uomo dalla realtà, chiudendolo nella protezione di
un’illusione piacevole, ma falsa : D’Annunzio parla di “ una favola
bella che ieri m’illuse e oggi m’illude”. Egli, attraverso un
temperamento sensuale, ha una percezione egoistica, orgogliosa e
arrogante della solitudine, derivata dalla consapevolezza dell’
eccezionalità della propria persona: coglie, come fondamento
ideologico, alcuni concetti del “superuomo” della filosofia di
Nietzsche ,estrapolati in maniera inappropriata : egli manifesta
rifiuto del conformismo borghese e dei principi che schiacciano la
personalità.
L’ impresa eroica di D’Annunzio a Fiume
Proprio seguendo questi principi, l'avventurosa occupazione di
Fiume non sarebbe avvenuta senza l’ intervento eroico di
D'Annunzio. Il poeta pescarese, allo scoppio della Grande Guerra
aveva già dato il meglio di sé come, scrittore e drammaturgo. Il suo
nome era famoso anche fuori Italia, non solo come letterato, ma
anche come produttore instancabile di debiti. Nel conflitto tra
interventisti e neutralisti, D'Annunzio si schiera senza esitazioni coi
primi e dopo la Grande Guerra , diventa protagonista di un’ impresa
clamorosa: l occupazione della città di Fiume il 12 Settembre del
1919. A capo di 2500 uomini , il poeta-soldato intendeva avviare
una sorta di colpo di Stato contro il governo liberale. I militari che
avrebbero dovuto fermarlo disertarono e si unirono alla sua banda.
D’Annunzio e i suoi “legionari”, come aveva battezzato la sua
variegata banda di avventurieri, occuparono la città senza grossi
incidenti. Per timore di causare un incidente diplomatico, i soldati
del corpo di spedizione alleato furono lasciati in caserma e, pochi
giorni dopo, furono evacuati. Il primo gesto di D’Annunzio fu
occupare il municipio e tenere un magniloquente discorso dal
balcone – durante il quale proclamò il 12 settembre “giorno della
Santa Entrata”. Per il resto fu chiaro che né D’Annunzio né i suoi
principali ufficiali avevano le idee chiare su cosa fare. A causa delle
incertezze di Nitti, nel 1920 , tornò al governo Giolitti che s ‘
impegnò da subito per risolvere la crisi iugoslava. Il 12 Novembre
1920 firmò il Trattato di Rapallo : la Iugoslavia ottenne la Dalmazia ,
eccetto la città di Zara; all‘ Italia fu assegnata l ‘ Istria. Fiume
divenne uno stato libero e indipendente, tutelato dalla Società delle
Nazioni. La figura del Superuomo di Nietzsche
In ambito filosofico il massimo esponente della cultura esteta è
sicuramente Friedrich Nietzsche. Il superuomo di Nietzsche non
corrisponde alla tipologia di uomo teorizzato da D’Annunzio : il
superuomo è un concetto filosofico che si delinea del suo spirito
dionisiaco ed è colui che accetta la tragicità dell’esistenza “che dice
di si alla vita e alla terra”. Questo personaggio è presentato da
Nietzsche nel suo scritto più importante “Così Parlò Zarathustra” in
cui è narrata l’auspicata trasformazione dell’uomo in Superuomo. Il
superuomo non ha mai cercato vie di fuga per sfuggire al caos
della realtà. Soltanto chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà
e di prendere atto del crollo degli assoluti è ormai maturo per
varcare l’abisso che divide l’uomo dal superuomo. La morte di Dio
coincide dunque con l’atto di nascita del superuomo. Nietzsche dice
“ io mi accorgo che tutto danza sui piedi del caso” non vi è un
ordine nell’esistenza. Egli è un discepolo di Dioniso, poiché egli in
quella figura greca vede il simbolo del “si” totale al mondo. Dioniso
è il dio dell’ebbrezza e della gioia, il dio che canta, ride e danza: egli
è l’incarnazione di tutte le passioni che affermano la vita e il mondo.
Il mondo per Nietzsche è una sorta di gioco estetico e tragico,
costituito dalla lotta degli opposti primordiali della vita e della
morte, della gioia e del dolore…Soltanto l’arte riesce a
comprenderlo veramente (Nietzsche parla di giustificazione estetica
dell’esistenza). L’annuncio dell’Oltreuomo implica le tre
metamorfosi dello spirito, che disegnano il percorso di
autoliberazione della coscienza umana. Al “cammello”, simbolo
dell’uomo che obbedisce a Dio ed anzi desidera questa
sottomissione ubbidiente, subentra, nel deserto, il "leone" che si
ribella alla morale e sconfigge il “grande drago” della morale
vigente, rinunciando alle illusioni consolatorie della fede. Tocca
allora al “fanciullo” costruire un nuovo mondo con la sua spontanea
(e dionisiaca...) accettazione della vita, prefigurando un’umanità
nuova che è sopravvissuta alla morte di Dio. Innocenza è il fanciullo
e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un
primo moto un sacro dire di sì.
Oscar Wilde: The picture of Dorian Gray
Beauty is a form of genius is
−
higher, indeed, than genius, as it needs no
explanation .
In Inghilterra, attraverso l’ulteriore propaggine dell’Estetismo, Oscar
Wilde cominciò a far parlare di sè pubblicando “The picture of
Dorian Gray”, che divenne una sorta di manifesto della raffinatezza.
Oscar Wilde was a dramatic leader in promoting the movement
near the end of the nineteenth century: the pursuit of pleasure,
sensation and beauty and the research for artistic emotion were
the true purpose. Wilde declared in one of his famous conversations
that his life should be "like a work of art", in fact he adopted the
aesthetic ideal. He lived a double role: he was both a rebel and a
dandy. His literary talent was seen in the short stories like the novel
"The picture of Dorian Gray”. Dorian is a very handsome young
man. He is unaware of his beauty until he sees a portrait of himself.
He sees how good looking he is and realizes when he gets old, he
will be ugly and the painting will mock him, so he makes a kind of
pact with the devil: he expresses the wish never to lose his beauty.
The wish becomes true and he remains a very handsome man. As
time passes, the amount of positive and negative experiences mark
the portrait: as Dorian becomes a murderer and a liar, the picture
gets uglier. Later on, he meets a man who shows him the
importance of his beauty; in fact he becomes the favourite in the
saloons of the time, thanks to his splendour. Dorian isn’t able to feel
true feelings, but he is only aware of the charm of his beauty. When
Dorian looks at the picture, it is so ugly: he wants to get himself rid
from the painting, witness to his spiritual corruption, he stabs it but
he mysteriously kills himself. When the police finds Dorian, he is old
and wrinkled like the painting and the portrait has returned to
normal.
Narrative technique. This story is told by an unobtrusive third-
person narrator; the prospective adopted is internal, and this allows
a process of identification between the reader and the character.
The typical dandy. Dorian is the protagonist, the typical dandy who
thinks man should live life in full, realizing his wishes and his
dreams. If one checks one’s impulses, life is marred. Dorian believes
youth is synonymous with beauty and happiness.
Freud e Marcuse
L'indagine psicoanalitica di Freud ha posto l’evoluzione della civiltà
sotto una nuova luce: la storia dell'uomo come sua repressione. Gli
istinti naturali dell'uomo mirerebbero ad un piacere immediato e
totale. L'uomo animale ha dovuto inibire in parte la sua natura per
sopravvivere, rinunciando al “principio del piacere” e sostituendolo
con il “principio della realtà”, che indirizza l'energia delle pulsioni
sessuali sul lavoro, offrendo sicurezze, ma soddisfazioni differite.
Freud si rifà a tre istanze fondamentali : Io Es e Super Io. L’Es viene
delineato come serbatoio delle pulsioni o libido ed è l’essenza che ci
caratterizza : essa non è la razionalità ma la sessualità. L’uomo non
può soddisfare tutti i desideri che gli vengono suggeriti dalla libido
in quanto deve tener conto delle forze frenanti che provengono dal
Super Io. L’io è la parte conscia di noi che deve equilibrare pulsioni