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Sintesi

Introduzione tesina sul rapporto tra uomo e natura



In questa tesina di maturità si descrive il rapporto tra l'uomo e la natura. La tesina permette i seguenti collegamenti: in Letteratura latina Lucrezio, in Letteratura italiana Giacomo Leopardi, in Filosofia Schopenhauer, in Arte il Romanticismo, in Letteratura Inglese William Wordsworth, in Scienze i fenomeni vulcanici e in Fisica e Geografia Astronomica il campo magnetico terrestre.



Pluridisciplinare (testo + mappe concettuali):
- Letteratura latina: Lucrezio
- Letteratura italiana: Giacomo Leopardi
- Filosofia: Shopenhauer
- Arte: Il Romanticismo
- Letteratura Inglese: William Wordsworth
- Scienze: Fenomeni Vulcanici:
- Fisica e Geografia Astronomica: Campo magnetico terrestre
Estratto del documento

ESALTAZIONE O RASSEGNAZIONE?

Il rapporto tra uomo e natura Cliccare sopra

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per attivare la

presentazione

Da sempre l'uomo si è interrogato sulla Natura e sul rapporto che esiste tra lui e

quest'ultima e varie sono state le concezioni su questo rapporto: alcuni lo

vedevano come un rapporto di amicizia, altri come un rapporto di eterno

conflitto, alcuni vedevano la natura in modo positivo, altri la consideravano

negativamente.

1. Lucrezio

Un importante personaggio che tratta questi argomenti è il poeta latino

Lucrezio, con la sua opera "De Rerum Natura". Il De Rerum Natura è un

poema epico-didascalico in esametri suddiviso in sei libri; argomento dell'opera

è l'esposizione della filosofia epicurea, che il poeta vuole diffondere

ulteriormente, perché è sicuro che solamente essa possa assicurare agli uomini

la soluzione dei loro problemi esistenziali. Anche il titolo del poema si ricollega

al filosofo celebrato da Lucrezio, essendo la traduzione del greco Peri physeos

(Sulla natura), titolo di numerose opere di filosofi greci e anche dell'opera più

importante di Epicuro, che fu molto probabilmente la fonte principale del poeta

latino. L'opera si apre con un proemio che contiene l'inno alla dea Venere,

simbolo della forza generatrice della natura, e l'elogio di Epicuro. Il primo libro

tratta della dottrina degli atomi, mentre il secondo espone i loro movimenti e il

clinamen. Nel terzo libro Lucrezio parla dell'anima e della sua natura mortale;

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nel quarto parla delle sensazioni, provocate, secondo l'epicureismo,

dall'aggregazione di atomi sottilissimi (simulacra) che vanno a colpire i sensi.

Nel quinto libro è trattato l'universo; il sesto descrive i fenomeni naturali che

provocano nell'uomo il timore superstizioso degli dei. Il rapporto che, per il

poeta, l'uomo ha con la natura si può ritrovare nei libri II e VI: nel secondo

spiega come essa possa dare una sensazione di piacere e serenità all'uomo

riprendendo il tema del locus amoenus, unico luogo dove si possono provare

determinate sensazioni. Nel sesto invece parla di come la natura possa

provocare timore nell'uomo, che infatti si spaventa davanti ai vari fenomeni

meteorologici e naturali, non riuscendo a trovare loro una spiegazione e

interpretandoli come punizioni inferte dagli dei. Lucrezio ci spiega quindi come

la natura possa presentarsi all'uomo sotto questi due diversi aspetti.

Giacomo Leopardi

2.

Un altro importante autore che vede la natura sotto due aspetti contrapposti è

Giacomo Leopardi: nella prima fase del suo pensiero, designata con la formula

pessimismo storico, il poeta considera la natura come una madre benigna,

mentre nella seconda fase, che prende il nome di pessimismo cosmico, la vede

come una matrigna malvagia. Leopardi afferma che l'uomo cerca per se stesso

un piacere che sia infinito, ma, non potendo soddisfare in alcun modo

quest'esigenza, nasce in lui un senso di insoddisfazione perpetua, e da esso

scaturisce l'infelicità dell'uomo. Ma la natura, concepita in questa prima fase

come benigna e attenta al bene delle sue creature, ha voluto offrire all'uomo un

rimedio: l'immaginazione e le illusioni. Per questo gli uomini primitivi e gli

antichi, più vicini alla natura e quindi capaci di illudersi e di immaginare, erano

felici, compivano azioni eroiche, erano fisicamente più forti e conducevano una

vita più attiva e intensa, che permetteva loro di dimenticare il vuoto

dell'esistenza. Il progresso delle civiltà, opera della ragione, ha però sottratto

l'uomo a quella condizione privilegiata, spegnendo le sue illusioni. La colpa

dell'infelicità di quest'ultimo è quindi attribuita ad esso stesso, perché, tramite la

storia, si è allontanato sempre di più dalla via tracciata dalla natura benigna. Il

pensiero leopardiano però cambia radicalmente nella seconda fase (pessimismo

cosmico). La natura adesso viene vista dal poeta come un'entità malvagia, un

meccanismo cieco, inconsapevole e indifferente della sorte delle sue creature, in

cui la sofferenza degli esseri è legge essenziale. Più che al bene dei singoli

individui, infatti, la natura punta adesso alla conservazione della specie e per

questo scopo può anche sacrificare il bene del singolo e creare sofferenza.

Leopardi quindi non vede più la natura come finalistica, ma meccanicistica.

Inoltre capisce che è lei che ha messo nell'uomo il desiderio di piacere infinito,

senza dargli i mezzi per raggiungerlo. Il ciclo di produzione e distruzione della

materia, da cui deriva la sofferenza dell'uomo, si può ritrovare nel "Dialogo

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della natura e di un islandese", dove Leopardi narra il dialogo tra un islandese,

che elenca tutti i mali a cui l'uomo non può sfuggire e che rendono la sua vita

infelice, e la natura, che gli spiega che nessuno può sottrarsi alla sofferenza,

perché è la legge stessa dell'universo. L'islandese pensa che la natura perseguiti

deliberatamente le sue creature, mentre la natura lo smentisce dicendogli che lei

fa del male agli uomini senza accorgersene, obbedendo a leggi oggettive.

3. Shopenhauer

La concezione della vita di Leopardi è quindi fortemente pessimistica, come lo

è quella di un importante filosofo a lui contemporaneo: Shopenhauer.

Shopenauer espone la sua filosofia e le sue idee nella sua opera più importante,

Il mondo come volontà e rappresentazione, che però non ebbe nessun successo

quando fu pubblicata dato il suo carattere pessimista, non essendo quindi in

sintonia con il senso di ottimismo che c'era in quel periodo. Fu riscoperta solo

molti anni più tardi. Il filosofo afferma che alla base della realtà c'è quella che

lui chiama volontà di vivere, che è l'essenza di tutte e le cose. L'uomo può

scoprirla solo squarciando il "velo di Maya", cioè il fenomeno, che

Shopenhauer chiama rappresentazione. Questa volontà però pone gli individui

in una continua mancanza di qualcosa; infatti volere significa desiderare e il

desiderio provoca sofferenza nell'uomo che sente la mancanza di quella cosa

che vorrebbe avere. Quando l'uomo soddisfa un suo desiderio prova godimento

solo per un piccolo lasso di tempo per poi ricadere in un altro desiderio. Questo

godimento per Shopenhauer (e anche per Leopardi) non è altro che una

cessazione del dolore, che riprenderà dopo poco tempo, quando si ripresenterà

un altro desiderio. Il filosofo vede la vita come una lunga e dolorosa catena di

desideri, e da questo deriva il suo pessimismo. L'uomo inoltre, essendo

consapevole di questa volontà, soffre più intensamente rispetto agli altri esseri.

Per affermare se stessa questa volontà si serve del desiderio dell'amore, in

particolar modo del desiderio sessuale, presente in tutti gli uomini, perchè

tramite essi si realizza l'accoppiamento che genera altri esseri soggetti a loro

volta alla volontà, quindi ai desideri e al dolore. Shopenauer rifiuta il suicidio

come via di liberazione dal dolore, affermando che il suicida, piuttosto che

privarsi della volontà, si priva della vita, e che il suicidio sopprime solo una

manifestazione fenomenica della volontà, lasciando intatta la volontà stessa. Il

filosofo però, a differenza di Leopardi, per il quale non c'era rimedio al dolore

dell'uomo, afferma che esistono tre vie di liberazione dal dolore: due

momentanee (l'arte e la pietà) e una definitiva (l'ascesi). Riguardo all'arte,

Shopenhauer la considera come forma di contemplazione: tramite la

contemplazione di un'opera d'arte l'uomo si allontana momentaneamente dalla

catena dei desideri. La stessa cosa accade nella via della pietà, quando

proviamo compassione per un altro uomo che soffre e avvertiamo come nostre

3

le sofferenze dell'altro. La ascesi invece si realizza quando la volontà viene

sostituita dalla volontà che vuol dire "cessare di volere" e quindi di desiderare.

É una cosa praticamente impossibile per l'uomo, ma ne basterebbe solo uno che

riuscisse a fare questa sostituzione per eliminare definitivamente la volontà.

Un altro aspetto comune tra il filosofo e il poeta è la ripresa di alcuni temi del

Romanticismo: Shopenhauer riprende, ad esempio il tema dell'infinito,

l'importanza data all'arte e alla musica e il tema del dolore, mentre Leopardi il

titanismo, la soggettività e l'enfasi posta sul sentimento, anche se ne rifiuta altri

come come l'oggettività e la letteratura fondata sul vero.

4. Il Romanticismo

Il Romanticismo è stato un movimento molto importante anche in campo

artistico. Tra gli aspetti più importanti di questo movimento c'è il ritorno ad un

passato dove potersi rifugiare dal presente. Infatti il presente, per via della grave

crisi e dei problemi economici e sociali della società, è percepito come ostile

dai romantici, che, infatti, si sentono come i continuatori del Medioevo, al quale

si riferiscono. Un altro elemento importante è l'esaltazione del sentimento e

dell'irrazionalità, infatti le passioni e i turbamenti diventano per i Romantici,

per quanto riguarda le arti figurative, due delle principali motivazioni artistiche.

La sfera interiore dei sentimenti infatti assume molta più importanza rispetto

alla razionalità. Ai soggetti della mitologia classica, evocatori di virtù morali, se

ne sostituiscono di nuovi, sempre più legati alle leggende ossianiche (relative ad

ossian, un mitico guerriero e vate irlandese di epoca alto medievale) e alla

rappresentazione di una natura fortemente personificata che, in relazione ai

sentimenti dell'artista, riesce a suscitare grandi emozioni, mostrandosi come

madre affettuosa o spietata matrigna. L'artista romantico si sente parte

integrante della natura, la personalizza e spesso la modifica in base ai propri

stati d'animo. A questa visione della natura è collegato il sentimento del

sublime, che consiste nell'insieme di intense sensazioni, che possono variare

dalla gioia al timore, che si provano di fronte a grandiosi spettacoli naturali. Un

importante esempio di questa concezione della natura si può trovare nel dipinto

"Viandante sul mare di nebbia", di Caspar David Friedrich. In quest'opera è

rappresentato un uomo girato di spalle (caratteristica del pittore) che guarda il

panorama di fronte a lui: il paesaggio appare sconfinato e rimanda al tema

dell'infinito, inoltre l'uomo, contemplando questa i

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