Sintesi
Introduzione
Ho deciso di scegliere quest’ argomento poiché lo considero una sorta di metafora della vita, difatti l’uomo moderno è ormai abituato a viaggiare per diversi motivi, il più importante fra tutti è sicuramente il desiderio di evadere dalla quotidianità, poiché nell’attuale società piena di valori ben poco autentici, l’individuo si sente oppresso, incompreso e solo tra la massa anonima.
Nonostante ciò soltanto in pochi hanno il coraggio di abbandonare il loro ambiente apparentemente sicuro e confortevole, per andare incontro ad un futuro incerto.
E tra questi c’è chi sceglie di fuggire davvero, rifiutando gli schemi della società e adottando stili di vita alternativi e chi invece si accontenta di rifugiarsi nell’irrazionalità, in un mondo fatto di sogni e speranze.

Italiano- Luigi Pirandello e il fu Mattia Pascal
Uno degli esempi più significativi è dato da Pirandello; il poeta nacque ad Agrigento nel 1867, compì i primi studi in casa e successivamente si iscrisse al ginnasio.
Mostrò sin dall’inizio un interesse verso il teatro e nel 1886 si iscrisse alla facoltà di lettere a Roma e qui pubblicò la sua 1° raccolta poetica “Mal Giocondo” in cui esprime la sua visione paradossale ed umoristica della vita. Si laurea nel 1891 con una tesi sul dialetto siciliano a Bonn, in Germania, dove subisce l’influenza di Goethe, Nietzsche e Schopenhauer e in seguito torna a Roma e pubblica il suo 1° romanzo “L’esclusa”.
Nel frattempo sposò Antonietta Portulano, ma a causa di un dissesto economico familiare la moglie giunse alla pazzia. Intanto il poeta compone “Il fu Mattia Pascal”(1904) e scrive testi teatrali, mandando in scena a Roma “La morsa” e “Lume di Sicilia”.
La grave condizione familiare lo porta alla stesura del saggio “L’umorismo”(1915) e negli anni successivi il poeta si dedica prevalentemente al teatro con i Testi grotteschi.
Nel 1924 aderisce al Fascismo ma si stanca presto. Progetta “Novelle per un anno” e nel 1934 riceve il premio Nobel per la letteratura, ma mentre sta collaborando con il cinema per il suo romanzo più famoso muore a causa di una polmonite. Viene celebrato un funerale umile in contrasto con la volontà del regime.
Egli sviluppa il suo pensiero in un periodo di crisi del POSITIVISMO che sfocia nella crisi dell’individuo, in cui l’uomo non riconosce né se stesso ne la realtà circostante.
Pirandello infatti, acquisì da Binet, che l’uomo ha molte personalità ed è solito indossare diverse maschere in base alla situazione. Tale teoria si riassume nel RELATIVISMO, che nega l’esistenza di verità e di valori morali certi, che egli chiama “forme”.
Il poeta, influenzato da Nietzsche, Bergon e Schopenhauer giunge alla conclusione che lo sdoppiamento della personalità conduce alla follia, ed esprime ciò in “Enrico IV”.
Questo tema è evidenziato nelle novelle “ Uno e due” e in “Stefano Giogli”, ma soprattutto nel romanzo "Uno, nessuno e centomila" (1925/1926) in cui il protagonista Vitangelo Moscarda tenta di disfarsi dalle false immagini a lui addossate, adottando comportamenti assurdi.
Il poeta con ciò vuole sottolineare che la Società è una grottesca recita in cui l’individuo si crede UNO, si frammenta in CENTOMILA ma in realtà non è NESSUNO.
Questa visione si traduce sia nella dimostrazione che la società impone delle convenzioni a cui l’uomo è costretto ad adeguarsi, come ad esempio nel Teatro Grottesco che evidenzia i paradossali drammi della borghesia; sia nel METATEATRO, in cui vi è una riflessione sui limiti dell’arte teatrale, che non è in grado di riprodurre la vita reale, come si può evincere in “6 personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a modo suo”.
Tema ricorrente è il contrasto tra vita e forma, poiché l’uomo in un fluire incessante di istinti ed emozioni deve adeguarsi alle convenzioni. Ciò si traduce nella “Poetica dell’umorismo”, o sentimento del contrario, trattata nel saggio “l’umorismo” e nel romanzo “Il fu Mattia Pascal”.
Attraverso tali opere si evince l’interesse per l’analisi del lato nascosto della realtà (l’OMBRA), ed essa può essere compiuta solo dall’umorista che cerca di comprendere il contrasto tra ciò che è e ciò che appare.
I protagonisti delle sue opere sono i deboli o inetti, che pur ragionando su sé stessi e sulla vita, non riescono ad elaborare una conclusione razionale.
Il Fu Mattia Pascal
Il romanzo (1903-1904) è articolato in 18 articoli, disposti in una struttura circolare, nella quale il romanzo vero e proprio è narrato nei primi due capitolo e nell’ultimo.
L’io narrante è il protagonista Mattia, prigioniero del suo matrimonio e del suo impiego come bibliotecario. Dopo la morte della madre e delle due figlie, egli si ritrova costretto a fuggire a Montercarlo, quì le sue speranze si avverano ed egli riesce a vincere una cospicua somma di denaro. Durante il viaggio di ritorno verso casa pero, apprende con stupore dal giornale di essere stato identificato per errore nella salma di un uomo morto suicida, a quel punto decide di approfittarne e dopo un breve periodo di viaggi si stabilisce a Roma sotto lo pseudonimo di Adriano Meis. Qui però si scontra con i limiti di una vita al di fuori delle convenzioni, infatti a causa della mancanza di una vera identità non può né denunciare un furto subito né sposare la figlia del padrone di casa, Adriana. Ritrovandosi nuovamente frustrato, allora, decide di fingere il suicidio di Adriano e di tornare alla sua vecchia identità.
Tuttavia una volta tornato nel suo vecchio paese, scopre con sgomento che la moglie si è risposata con un amico di vecchia data, dal quale ha avuto una figlia e che tutti lo hanno dimenticato.
Egli quindi si ritrova per una sorta di condanna, a vivere isolato dal mondo intero, in un limbo come “il fu Mattia Pascal”.
Il tema centrale del romanzo è costituito dalla perdita dell’identità. Infatti Mattia Pascal, un vero e proprio inetto, illudendosi di poter sfuggire al peso delle forme, si ritrova intrappolato in una forma inconsistente per la società. A quel punto giunge alla conclusione che l’uomo non può vivere né all’interno della forma, né al di fuori di essa.

Inglese- Meaning of trip and the italian immigration to the USA
There are different definitions of the expression “trip”, infact usually the trip is a journey or an excursion but we can also use this world to talk about the hallucinatory experience caused by taking a psychedelic drug, in particular LSD.
People use these substances to escape from the reality and the society full of problems and wickedness.
At the same time, between the 1880 and the 1915 a lot of people, because of the economic crisis due to the Unification and the crisis of industries decided to leave everything and moved to American continent to seek their fortune.
These immigrants represented all regions but mainly came from the mezzogiorno, in the Southern part of Italy, were poverty was stronger.
The 96% of immigrants arriving in New York traveled directly to the United States by ship, in steerage or third class, the cheapest type of accommodation in crowded and unsanitary conditions. with the hope of earning enough to come back to Italy.
They passed through Ellis Island where they had to pay a tax and make differents checks.
Today New York is the biggest metropolitan area of the USA is called “the big apple” and with its fashion restaurants, beautiful parks and great shops it’s the perfect city to visit in every period. It’s a multicultural city with people from all over the world and attracts more than 20 million of tourists every year.
New York is divided into 5 boroughs: Manhattan, Brooklyn, Staten Island, Bronx and Queens.
The most important one is Manhattan, divided into an East side and a West side by a line called The fifth Avenue, it’s a centre for finance, art, theatre and music.
The first inhabitants of Manhattan were the Dutch that paid the Algoquinian indians more or less 24 dollars, then they built a wall to protect themselves from the attacks that gave the name to Wall Street, the symbol of capitalism. In the 1800s a lot of people from Italy, Ireland, Germany, Africa and China established in NY and formed the new quarters of Little Itlay, Japantown and Chinatown, still famous today. The most famous attractions of Manhattan are Times Square and Broadway, the centre of theatre.
But New York has other interesting landmarks:
-The statue of liberty the symbol of freedom situated in the entrance of NY since 1886;
-Ellis Island an artificial little island where over 17 millions of immigrants passed through;
• The empire state building the most famous skyscraper of NY that offers the full view of the city:
• Central park considered the lungs of the city, a great big park where people can relax themselves and practise many sports;
While the most famous museums are:
-The museum of modern art (MOMA) that has 2 theatres and the richest collection of 19° and 20° century art;
-The metropolitan museum of art, an enormous structure with fountains, column, that contains also an Egiptian whole temple,
And The Guggenheim museum, a masterpiece of modern architecture designed by Frak Lloyd Wright, it looks like a big shell and has a collection od modern and contemporary art.
New York is also famous for its shopping areas like the 34° street and the Fifth Avenue and for its nightlife, in the areas of Soho, TribeCa, Broadway, Trendy Greenwich Village and so on.

Geografia- Viaggi della speranza, l’immigrazione
Da diversi anni ormai, in Italia si registra l’arrivo di moltissimi migranti che attraversano il Mediterraneo in cerca di fortuna. La maggior parte di loro proviene dall’Africa Subsahariana e ha alle spalle un lungo viaggio in l’Africa, di cui la traversata è solo l’ultima tappa.
La rotta principale percorsa da queste persone passa dall’Africa Occidentale attraverso il Niger e la Libia, per poi arrivare in Italia attraverso il Canale di Sicilia.
Dai loro paesi nativi, quali Senegal, Gambia, Costa D’Avorio e molti altri, essi giungono in Niger, dove sono costretti ad attraversare un tratto di rotta nel deserto chiamato “la strada verso l’inferno” per raggiungere la Libia, solitamente la durata media di un simile viaggio è di circa 20 mesi.
Vi è tuttavia anche un’altra rotta principale che dal Corno d’Africa passa attraverso il Sudan e la Libia fino a giungere al Canale di Sicilia, in questo caso la durata diminuisce a 15 mesi, ma il prezzo da pagare nel senso metaforico e letterato rimane altissimo.
Questi “viaggi della speranza” vengono effettuati in condizioni estreme, difatti i migranti sono costretti a sopravvivere quasi senza cibo e acqua e sono spesso sottoposti ad ogni genere di violenza. Tuttavia essi fuggono da gravi situazioni, ossia il servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato, che può essere paragonato ai lavori forzati, le persecuzioni politiche e la grave povertà che affligge il paese.
AFRICA SUBSAHARIANA
L’Africa Subsahariana è un’area molto vasta, che comprende molti stati, si estende dall’Oceano Atlantico al Mar osso e all’Oceano Indiano e può suddividersi in 4 grandi aree: Afria del Sahel, Africa Occidentale, Africa Equatoriale e Corno D’Africa.
Il territorio è ricco dal punto di vista idrico, i fiumi più importanti sono infatti, il Niger, l’Alto Nilo, il Congo e Zambes mentre i laghi principali sono il Lago Vittoria e Tanganika.
I rilievi più importanti si trovano lungo la Rift Valley e sono il Kilimangiaro, il monte Kenya e il Camerun.
Il clima è prevalentemente tropicale ma varia da secco a umido in base alle zone, in particolare la fascia del Sahel è colpita dalla desertificazione causata sia da fenomeni naturali quali siccità e riscaldamento globale sia da fenomeni artificiali come deforestazione e sfruttamento eccessivo del suolo.
L’Africa Subsahariana è popolata da moltissime etnie diverse, in conflitto tra loro per la ripartizione del territorio in seguito alla colonizzazione Europea, difatti per circa un secolo l’Africa fu costretta ad abbandonare la sua identità per subire l’imposizione della cltura europea, caratterizzata da nuove lingue e religioni.
Attualmente le lingue ufficiali sono l’inglese e il francese ma sono molto diffuse le lingue locali come lo swahili , mentre le religioni più comuni sono l’islam e il cristianesimo.
L’agricoltura assorbe la maggioranza degli occupati, accanto alla pesca e all’allevamento, mentre per quanto riguarda l’agricoltura di piantagione praticata in zone fertili e le risorse minerarie di cui il paese dispone vengono gestite da imprese straniere, il cui unico interesse è sfruttare il suolo, sostenendo bassi costi, senza pensare al conseguente aumento della povertà che ne deriva.
Nonostante la regione sia ricca di bellezze naturali e culturali, molte aree sono estranee al fenomeno turistico, a causa dell’assenza di un mercato turistico interno.
Solo alcuni paesi stanno emergendo grazie alle aree protette come il Parco Nazionale Virunga in Congo e il parco del Serengeti in Tanzania.
Altri luoghi d’interesse che attirano un numero sempre più consistente di turisti sono invece le isole dell’arcipelago di Capo Verde e i vari reperti storici delle antiche civiltà del Ghana, Zimbabwe, Mali e Nigeria.

Storia- L’antisemitismo
L’antisemitismo fu uno dei pilastri dell’ideologia nazista, difatti Hitler una volta giunto al potere rese l’odio razziale il principio fondamentale, poiché egli intendeva purificare la razza ariana, l’unica stirpe eletta.
Dapprima gli autori della propaganda nazista dipinsero gli ebrei come “un corpo estraneo” che viveva a spese della nazione che li ospitava, contaminando anche la sua cultura e l’economia, dopo il rafforzamento del controllo da parte del regime sulla stampa e sull’editoria, nel 1933 i responsabili della propaganda crearono nuovi messaggi, adattandoli ai diversi tipi di pubblico, inclusi i tedeschi che non appartenevano al partito nazionalsocialista.
Le dimostrazioni pubbliche di antisemitismo nella Germania nazista assunsero diverse forme, dai giornali ai cartelloni, fino a dichiarazioni presenti nei film o alla radio.
Inoltre i concetti antiebraici furono condivisi anche da professori universitari e leader religiosi, che li incorporarono nelle loro lezioni e nei loro sermoni.
In seguito alle “Leggi di Norimberga” emanate dal governo il 15 settembre 1935 tutti gli ebrei, anche chi aveva un solo genitore ebreo, vennero esclusi dalla “comunità nazionale, divenendo ufficialmente una razza inferiore, precisamente vennero definiti untermenschen, ovvero sottouomini, essi vennero esclusi da università, non poterono più esercitare diverse professioni e persino sposare o frequentare un ebreo divenne reato.
Molti ebrei furono costretti ad emigrare, ma il 7 settembre 1938 l’assassinio di un diplomatico tedesco da parte di un ebreo polacco scatenò un vero e proprio POGROM in tutta la Germania e nella “Notte dei cristalli” tra il 9 e il 10 novembre 1938 si verificarono violenze inaudite contro gli Ebrei che vennero arrestati, feriti o nel peggiore dei casi uccisi.
La decisione finale fu poi presa da Hitler solo nel 1941, durante la 2° Guerra mondiale e lo sterminio si articolò in due fasi, la prima consistette nell’invasione dell’URSS nel giugno 1941, durante la quale piccole unità di SS e polizia uccisero tutta la popolazione ebraica;
la seconda ebbe inizio nel 1942 quando cominciò la deportazione nei lager degli Ebrei residenti nell’Europa occidentale, centrale e sud-orientale, attuando così “la soluzione finale della questione ebraica”.
Quest’ultima fu organizzata dai più stretti collaboratori del Fuhrer che si riunirono a Gross-Wannsee (Berlino) dove premeditarono la morte di almeno 6 milioni di ebrei.
Essi furono deportati in seguito alla “Notte del Cristalli” nei campi di concentramento, istituiti già dagli anni ‘30 come quello di Dachau.
Ma gli ebrei non furono gli unici ad essere prima esclusi e poi deportati, infatti vennero rinchiuse anche altre categorie di persone che non potevano far parte della società, ognuna delle quali portava un triangolo di colore diverso sulla divisa, giallo per gli ebrei, verde per i comuni criminali, rosa per gli omosessuali e gli zingari, nero per gli asociali, viola per gli ecclesiastici e rosso per i detenuti politici.
Con l’espansione del Reich furono costruiti circa 900 lager in Austria, Germania, Cecoslovacchia e Polonia, lungo le linee ferroviarie, per facilitare il trasporto delle vittime.
Tuttavia dato che a causa delle deportazioni stesse si verificò una carenza di manodopera, venne presa la decisione di sfruttare i prigionieri, che erano costretti a lavorare malnutriti e in pessime condizioni, nelle cave, in delle fabbriche o nei lager stessi, mentre alcuni erano destinati ad esperimenti medici.
Il genocidio nazista venne pianificato nei minimi dettagli, e Friedrich Entress, medico nazista poi condannato parlò di “uccisioni a catena” poiché i deportati una volta scesi dal treno venivano selezionati; vecchi, malati e bambini venivano uccisi sul posto o poco lontano, gli individui più forti erano destinati ai lavori, mentre i restanti venivano inviati alle docce che in realtà erano camere a gas. I morti venivano poi portati fuori da uomini ebrei appartenenti a gruppi speciali, che venivano uccisi periodicamente per non lasciare testimoni.
Quando poi seppellire i corpi non fu più possibile, per l’aumento esponenziale di essi, si passò all’incenerimento nei forni crematori.
Il più grande campo fu quello di Auschwitz che venne fatto ingrandire sotto l’ordine del capo delle SS Himmler nel 1941 e si divise in Auschwitz I e Auschwitz II, distante 6km, in cui fu internato anche Primo Levi. Inoltre Hoss, il comandante del campo introdusse anche l’acido cianidrico, più potente del monossido di carbonio.
Successivamente nella notte fra il 21 e il 22 gennaio 1945 le SS fecero esplodere i forni crematori cosi che quando l’Armata Rossa libero Auschwitz il 27 gennaio 1945 non trovò altro che macerie.
Complessivamente pare che le vittime dei lager nazisti siano state circa 11 milioni, e tutto ciò passo alla storia come la “Shoah” e nel 1946 durante il processo di Norimberga in cui i capi nazisti vennero condannati si parlò di genocidio, poiché si trattava di un vero e proprio sterminio della popolazione.
Nel 2000 il Parlamento italiano ha poi deciso di emanare una legge secondo la quale il 27 gennaio dev’essere ricordato come “Giorno della memoria”.
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