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Sintesi
Psicologia - Il trauma, l'effetto del trauma sulla memoria
Italiano - Primo Michele Levi
Storia dell'Arte - Francis Bacon
Storia - Le responsabilità del fascismo per la deportazione
Estratto del documento

Trauma e memoria

Capitolo II

Relazione tra trauma e memoria

La memoria

"la memoria non è la facoltà di classificar ricordi in un cassetto o di scriverli su di un

registro. non c'è registro non c'è cassetto; anzi a rigor di termini non si può parlare

di essa come di una "facoltà": giacché una facoltà funziona in modo

intermittente, quando vuole o quando può, mentre l'accumularsi del passato su se

stesso continua senza tregua. In realtà il passato si conserva da se stesso,

automaticamente. Esso ci segue, tutt'intero in ogni momento: ciò che abbiamo

sentito, pensato, voluto sin dalla prima infanzia è là, chino sul presente che esso

sta per assorbire in sé, incalzante alla porta della coscienza, che vorrebbe lasciarlo

fuori". Henri Bergson 1

La memoria è la capacità di codificare, conservare e recuperare informazioni nel

tempo

Il nostro cervello è in grado di codificare le informazioni che costantemente

riceviamo tramite determinate configurazioni neuronali. Queste sono

conseguenza della stimolazione non solo delle aree circoscritte all’ippocampo e

all’amigdala, ma anche delle altre aree specializzate, così da distribuire la

conoscenza e la memoria, impedendo che con la distruzione di una parte di esse

non venga compromesso l’intero patrimonio di informazioni possedute e quindi il

recupero di queste. E’ importante ricordare che l’ippocampo si trova nel sistema

libico, ovvero la zona deputata alle emozioni ed agli stimoli primari (sete, fame,

termoregolazione e pulsioni sessuali) e quindi da ciò ne deriva che

l’apprendimento e l’oblio sono notevolmente influenzati dalle emozioni.

La memoria e le sue componenti fisiologiche sono una delle capacità più

importanti dell’uomo poiché il bagaglio di esperienze e di informazioni che

possediamo costituisce la nostra storia personale e quindi la nostra identità.

1

(Parigi, 18 ottobre 1859 – Parigi, 4 gennaio 1941) è stato un filosofo francese. La sua opera superò le

tradizioni ottocentesche dello Spiritualismo e del Positivismo ed ebbe una forte influenza nei campi

della psicologia, della biologia, dell'arte, della letteratura e della teologia del primo Novecento. 4

Trauma e memoria

Capitolo II

La scoperta del comportamento della memoria risale alla fine degli anni sessanta,

quando Atkinson e Shiffrin enunciarono il modello denominato “del

multimagazzino” che proponeva la suddivisione del funzionamento della memoria

in tre principali categorie: memoria sensoriale, memoria a breve termine e

memoria a lungo termine.

La memoria sensoriale riceve gli stimoli dagli organi di senso, ed ha una capacità

di ritenzione molto limitata.

La memoria a breve termine costituisce un sistema di elaborazione e di ritenzione

dell’informazione con capacità limitata e per un periodo breve. Con varie

reiterazioni l'informazione passa nella memoria a lungo termine e potrà essere

recuperata nel momento del bisogno. È importante precisare che tale passaggio

non avviene solo attraverso reiterazioni. Craik e Lokart hanno spiegato nel 1972

che le informazioni accedono alla MLT attraverso categorizzazioni, secondo ordini

strutturati e si integrano con le conoscenze dell’individuo. Numerose variabili

incidono però sulla qualità del processo di codifica (attenzione, interessi personali,

expertise).

La memoria a lungo termine è un magazzino di elevata capacità. Essa si suddivide

in: memoria dichiarativa e memoria procedurale.

La memoria dichiarativa (o esplicita) riguarda le informazioni comunicabili e che

vengono richiamate consciamente e si suddivide in:

• Memoria episodica (informazioni specifiche a un contesto particolare, come un

momento e un luogo)che comprende la memoria autobiografica dove sono

racchiusi gli episodi realmente avvenuti al soggetto stesso.

• Memoria semantica (idee e affermazioni indipendenti da uno specifico

episodio; il sapere enciclopedico)

• Memoria emozionale (ricordo di eventi emotivamente piacevoli o spiacevoli)

La memoria procedurale (o implicita) invece racchiude l’ insieme di conoscenze

implicite che si apprendono automaticamente o in parallelo con altri processi. In

genere sono sequenze di movimenti, abilità percettive, abilità cognitive. 5

Trauma e memoria

Capitolo II

L’effetto del trauma sulla memoria

Le conseguenze del trauma sulla memoria sono le esperienze che si dividono in

quelle di ricordo o di oblio: gli eventi traumatici posso essere recuperati dalla

memoria con estrema vivezza oppure possono non essere integrati in essa. In

alcuni casi, invece, si assiste alla coabitazione di entrambi i fenomeni: la psicologia

appura che la nostra mente sia una sintesi di esperienze e concetti di una realtà

composta da una molteplicità di processi mentali che operano su diversi livelli

comunque organizzati e coordinati tra loro. Anche gli studi sulla neurofisiologia

mostrano come le informazioni vengono processate in frammentati sistemi

biologici separati ma integranti.

I recenti studi sulla memoria hanno dimostrato l’esistenza in ogni individuo di un

notevole grado di complessità nei sistemi mnemonici. La maggior parte delle

funzioni della memoria hanno luogo al di fuori della consapevolezza individuale e

ciascuna sembra operare con un relativo grado di indipendenza dalle altre. La

funzione del meccanismo cerebrale è appunto quella di ricacciare la massima

parte di passato nell'inconscio per introdurre nella coscienza solo ciò che può

illuminare la situazione attuale, agevolare l'azione che si prepara, compiere un

lavoro utile.

I due principali sistemi mnemonici hanno azione a livello della memoria

dichiarativa, nella sua suddivisione tra memoria episodica e memoria semantica.

Spesso capita che, quando gli individui si sentono minacciati, sperimentano una

contrazione significativa della coscienza e rimangono concentrati solo sui dettagli

percettivi centrali. Un’emozione violenta può interferire sia con il normale processo

di elaborazione dell’informazione che con la sua memorizzazione nella memoria

narrativa esplicita (dichiarativa). Tutti i ricercatori evidenziano infatti come, in

condizioni di forte sollecitazione, la memoria esplicita può fallire.

L’individuo traumatizzato può sprofondare così in un “terrore muto” che impedisce

di descrivere a parole ciò che è accaduto. Tuttavia anche se l’individuo è

incapace di articolare una narrazione coerente dell’incidente, non è detto che vi

sia un’interferenza con la memoria implicita: l’individuo può cioè “conoscere” la

valenza emotiva di un determinato stimolo ed essere consapevole delle

percezioni associate, senza però essere capace di esprimere chiaramente le

ragioni per cui si sente o si comporta in un determinato modo.

I ricordi possono essere così dissociati dalla coscienza ed essere invece

memorizzati come percezioni sensoriali ad un livello implicito. Con il perdurare di

questa “dissociazione”, le tracce dei ricordi continuano a emergere in forma di

percezioni terrificanti, ossessioni e preoccupazioni o come reazioni ansiose.

La maggior parte dei ricercatori infatti sostiene che l’essenza della

traumatizzazione sta nell’impossibilità, per alcune persone, di integrare l’esperienza

traumatica nella propria coscienza ordinaria. 6

Trauma e memoria

Capitolo II

Il ricordo del trauma “dissociato”

I processi associativi, che costituiscono la rete connettiva della nostra mente, di

per sé non sono rigidi, ma si sviluppano, si modificano, si integrano, si organizzano

gerarchicamente, nell'interazione con la realtà esperienziale e sono gli elementi

che caratterizzano gli schemi personali interpretativi della realtà, dai più semplici

ai più complessi.

Da questo punto di vista, la memoria, in quanto funzione della personalità vivente,

può essere intesa come capacità di organizzare e ricostruire le esperienze e le

impressioni passate, al servizio dei bisogni, delle paure, e degli interessi del

presente. Ciò che un individuo ricorda dipende dai suoi schemi mentali: una volta

che un evento o un particolare frammento di informazione viene assimilato negli

schemi mentali di un individuo, non sarà più disponibile come entità separata,

immutabile, ma verrà deformato, sia dalle esperienze associate, sia dallo stato

emotivo dell’individuo al momento del ricordo.

Dal momento che i processi mentali rappresentano una sorta di entità unitaria, la

dissociazione può essere considerata come una proprietà della mente che può

rompere questa unità. In generale è possibile affermare che la dissociazione

implica la disconnessione e la non integrazione di due o più processi mentali.

Questa modalità di elaborare l'informazione può funzionare autonomamente

come meccanismo di difesa in risposta allo stress.

In caso di trauma, il ruolo della dissociazione come meccanismo di difesa ha a

che fare con una compartimentazione dell’esperienza: gli elementi del trauma

possono non venire assimilati in un insieme unitario ed in un senso del sé integrato

2

(e pertanto sono esclusi dalla memoria autobiografica). In questo modo la

dissociazione sembra essere il fattore cruciale che determina l’eventuale

adattamento all’esperienza traumatica.

2 Totalità psichica 7

Trauma e memoria

Capitolo II

Effetto estremo della dissociazione: il Disturbo post-traumatico da Stress

Quando una persona non è in grado di mobilitare le proprie risorse psichiche o di

attingere a quelle familiari e sociali per risolvere i disturbi minori legati al trauma, si

possono sviluppare dei sintomi caratteristici del cosiddetto Disturbo Post-

traumatico da Stress. Le tre sintomatiche principali del DPTS sono:

-la presenza di una o più modalità con cui l’evento patogeno viene rivissuto, cioè

ricordi ricorrenti del trauma, sogni, allucinazioni, flashback, deja-vu; (Secondo

criterio diagnostico)

-la tendenza ad evitare stimoli che si associano al trauma, ed una ridotta

recettività emotiva. In questo caso si presentano forme di amnesia psicogenetica 3

verso l’evento traumatico e l’intorpidimento emotivo. Quest’ultimo aspetto viene

definito con il termine “paralisi psichica” o “anestesia emozionale”, che indica la

diminuzione di interesse per attività prima ritenute piacevoli, il distacco o

estraneità verso gli altri e la sfiducia per il proprio futuro affettivo e lavorativo;

-la presenza di uno o più segni di iperattivazione del Sistema Nervoso Centrale,

cioè disturbo del sonno, della concentrazione, irritabilità e rabbia improvvisa,

ipervigilanza e crisi di attacchi di panico.

Al di là dei predetti sintomi più comuni, spesso si osservano altri sintomi di

somatizzazione , di dissociazione, di depressione prolungata, nonché disagi

4

espressi in vario modo che simboleggiano una tendenza a ripetere il danno

attraverso automutilazioni e rivittimizzazione, entrambe fortemente connesse a

due stati emotivi spesso presenti nelle condizioni di disagio post-traumatico: il

senso di colpa e la colpa da sopravvivenza.

I fattori che predispongono alla comparsa e alla cronicizzazione di un disturbo

post-traumatico sono principalmente:

-le caratteristiche dell’evento traumatico in sé, ad esempio il prolungamento

dell’esposizione e la gravità, nonché la sua presenza in concomitanza con altri

problemi personali;

-le caratteristiche della persona colpita dal trauma, come la struttura della

personalità, pessimismo, autostima bassa, storia personale difficile con presenza di

perdite precoci, condizioni di salute negative e basse risorse cognitive;

-i fattori ambientali, come ad esempio una scarsa presenza di risorse amicali, di

possibilità di ricorrere a supporti professionali adeguati per il trattamento

immediato dei sintomi più acuti.

4 Processo involontario per cui disturbi psichici inconsci generano sintomi fisici. 8

Trauma e memoria

Capitolo III

Primo Levi

Il ricordo del trauma

Primo Levi è divenuto una delle personalità più importanti per il filone letterario

della memorialistica . La sua è una delle testimonianze più preziose sui terribili

1

accadimenti del Novecento , in quanto esso sia stato capace di raccontare, in

2

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