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Sintesi

Introduzione Memoria, tesina



La tesina di maturità descrive il tema della memoria. Durante un viaggio in treno, alcuni anni fa, ho incontrato una coppia di anziani: lei una buffa vecchietta che si comportava come una bambina dispettosa; lui, il marito, la seguiva con fare amorevole ed infinita pazienza cercando di controllare le sue azioni. Abbiamo finito per fare amicizia. La signora soffriva del morbo di Alzheimer, in fase non ancora acuta. Il marito ad un certo punto, con grande commozione ci ha detto: “Lei è stato il mio grande amore, ora ha dimenticato quasi tutto: senza i ricordi non siamo più nulla, smettiamo di esistere...” Sono rimasta molto colpita da questo episodio che mi ha fatto riflettere sull’importanza dell’insieme dei nostri ricordi e della memoria più in generale in tutte le sue sfaccettature ed in ogni ambito, sia personale che storico e scientifico. Quasi qualunque cosa incontriamo quotidianamente sulla nostra strada, sia essa persona o oggetto o che in qualche modo venga da noi percepita, quale un sapore, un odore o una musica, immancabilmente suscita in noi delle emozioni legate ad un ricordo di qualcosa che fa parte del nostro vissuto: questa è la memoria, ovvero l’insieme di tutto quello che fa parte di noi e che ha contribuito a farci essere quello che siamo. Ovviamente nel momento in cui, attraverso la memoria, si ripercorre un evento accaduto in passato le trasformazioni che il ricordo subisce sul profilo emotivo sono considerevoli: le emozioni originali, quelle cioè provate nel momento in cui sono effettivamente accadute, quando poi vengono ricordate, l'esperienza emotiva non potrà mai coincidere con quanto vissuto nel momento in cui l'evento si è realizzato. Ognuno di noi ha bisogno, più volte nel corso della vita, di premere il tasto “rewind” per riavvolgere "il nastro della memoria", per tornare, anche se per pochi istanti, in diversi luoghi e momenti del passato, e poter assaporare ancora in qualche modo, attraverso la rievocazione, sapori e odori e rumori già vissuti. Che dire delle emozioni che ci suscitano le fotografie e i filmini dei nostri nonni, e anche nostri di quando eravamo piccoli… La gioia dei compleanni che altro non sono la celebrazione del ricordo “dell’inizio”. Ho riflettuto anche su quanto la percezione di quello che viviamo e quindi la sommatoria dei ricordi in realtà vari enormemente da individuo ad individuo: due persone che abbiano vissuto la stessa esperienza la ricordano nel suo insieme in modo simile ma difficilmente trattengono gli stessi particolari. Ho riflettuto sulla narrazione storica, la Grande Memoria Universale, che ci permette di sapere come e perché siamo arrivati ad essere e a vivere come siamo ma che non riesce ad aiutarci a non ripercorrere gli stessi errori. La tesina permette anche dei collegamenti tra le varie materie scolastiche.

Collegamenti


Memoria, tesina



Scienze - Il funzionamento della memoria.
Filosofia - Bergson e Nietzsche.
Italiano - Leopardi e Montale.
Francese - Proust.
Inglese - Joyce e Woolf.
Arte - Dali e Magritte
Estratto del documento

INTRODUZIONE

Durante un viaggio in treno, alcuni anni fa, ho incontrato una coppia di anziani: lei una buffa

vecchietta che si comportava come una bambina dispettosa; lui, il marito, la seguiva con fare

amorevole ed infinita pazienza cercando di controllare le sue azioni. Abbiamo finito per fare

amicizia.

La signora soffriva del morbo di Alzheimer, in fase non ancora acuta.

Il marito ad un certo punto, con grande commozione ci ha detto: “Lei è stato il mio grande amore,

senza i ricordi non siamo più nulla, smettiamo di esistere...”

ora ha dimenticato quasi tutto:

da questo episodio che mi ha fatto riflettere sull’importanza dell’insieme

Sono rimasta molto colpita

dei nostri ricordi e della memoria più in generale in tutte le sue sfaccettature ed in ogni ambito, sia

personale che storico e scientifico.

Quasi qualunque cosa incontriamo quotidianamente sulla nostra strada, sia essa persona o oggetto o

che in qualche modo venga da noi percepita, quale un sapore, un odore o una musica,

immancabilmente suscita in noi delle emozioni legate ad un ricordo di qualcosa che fa parte del

vissuto: questa è la memoria, ovvero l’insieme di tutto quello che fa parte di noi e che ha

nostro

contribuito a farci essere quello che siamo. Ovviamente nel momento in cui, attraverso la memoria,

si ripercorre un evento accaduto in passato le trasformazioni che il ricordo subisce sul profilo

emotivo sono considerevoli: le emozioni originali, quelle cioè provate nel momento in cui sono

effettivamente accadute, quando poi vengono ricordate, l'esperienza emotiva non potrà mai

coincidere con quanto vissuto nel momento in cui l'evento si è realizzato.

Ognuno di noi ha bisogno, più volte nel corso della vita, di premere il tasto “rewind” per

riavvolgere "il nastro della memoria", per tornare, anche se per pochi istanti, in diversi luoghi e

momenti del passato, e poter assaporare ancora in qualche modo, attraverso la rievocazione, sapori

e odori e rumori già vissuti.

Che dire delle emozioni che ci suscitano le fotografie e i filmini dei nostri nonni, e anche nostri di

quando eravamo piccoli… La gioia dei compleanni che altro non sono la celebrazione del ricordo

“dell’inizio”.

Ho riflettuto anche su quanto la percezione di quello che viviamo e quindi la sommatoria dei ricordi

in realtà vari enormemente da individuo ad individuo: due persone che abbiano vissuto la stessa

esperienza la ricordano nel suo insieme in modo simile ma difficilmente trattengono gli stessi

particolari.

Ho riflettuto sulla narrazione storica, la Grande Memoria Universale, che ci permette di sapere

come e perché siamo arrivati ad essere e a vivere come siamo ma che non riesce ad aiutarci a non

ripercorrere gli stessi errori. 5

La memoria ed il suo contrario, l’oblio, hanno suscitato l’interesse di molti personaggi della scienza,

della filosofia della letteratura e dell’arte ed è attraverso i loro studi e le loro opere che ho pensato

di sviluppare questo argomento compiendo un breve viaggio attraverso le diverse discipline. 6

LA MEMORIA PER LA SCIENZA

un’attività psichica che consente la conservazione della percezione delle esperienze

La memoria è

vissute, delle nozioni apprese e la possibilità di rievocarle.

La memoria risiede nel nostro cervello e rappresenta un universo pieno di enigmi ancora da svelare.

Spesso la si identifica come qualcosa di astratto, di inconsistente e non tangibile. Eppure anche la

memoria ha una sua forma materiale. Non è ancora ben noto in cosa consista il processo di

flussi ionici all’interno delle

memorizzazione ma molti studiosi ritengono che essa sia il frutto di

sinapsi del nostro cervello.

Diverse sono le sue classificazioni: c’è la memoria primaria, che si forma nei primi secondi di un

evento, quella a breve termine, che permette di fissare il ricordo per una ventina di minuti, e quella

a lungo termine, dove il ricordo permane per molto tempo superando il “controllo” delle

informazioni importanti.

Potremmo definire il processo di memorizzazione in tre tappe:

• Fissazioni o registrazione: si aggiunge nuovo materiale mnesico a quello già esistente

• Archiviazione o conservazione: si immagazzinano e consolidano informazioni che possono essere

ricondotte alla coscienza

• Rievocazione: il materiale archiviato ritorna alla coscienza in un preciso momento.

Nel cervello si individua in particolare una zona del sistema limbico chiamata ippocampo, la quale è

responsabile della gestione delle emozioni. Negli esseri umani e negli altri mammiferi sono

presenti due ippocampi, uno in ogni emisfero del cervello, e nell’uomo esso ha una forma curva e

convoluta, che ricordò ai primi anatomisti l’immagine di un cavalluccio marino, da cui deriva il

nome greco (hippos = cavallo e campos = mare).

Non tutte le memorie a breve termine si consolidano in quella a lungo termine. La memoria

sensoriale infatti è rappresentata da una quantità di dati sensoriali che possono rimanere in memoria

a breve termine per pochissimo tempo e non essere consolidati.

La memoria a lungo termine può essere suddivisa in memoria dichiarativa o esplicita, e memoria

procedurale o implicita (incosciente), ed esse sono veicolate da strutture diverse.

La memoria procedurale, non associata ad una forma di ricordo cosciente, è quella

dell’apprendimento, dell’assuefazione e della sensibilizzazione (come quella dei riflessi spinali).

Anche la memoria emotiva, (come la paura di un serpente che diventa, di fatto, una forma di

memoria) rappresenta di fatto una memoria non cosciente. Il cervelletto e i nuclei della base sono

due strutture che stanno alla base dell’apprendimento di nuove azioni e comportamenti. I

7

comportamenti una volta appresi grazie soprattutto al cervelletto, vengono poi richiamati sotto

l’azione dei nuclei della base nella memoria a lungo termine.

E’ come se nel cervelletto si venisse a creare un “vocabolario” di azioni possibili, tra le quali

l’individuo sceglie il pattern motorio più appropriato per raggiungere un determinato scopo grazie

alla porzione dorso-laterale del lobo prefrontale.

Le varie componenti del sistema limbico, strettamente collegate all’ipotalamo, regolano i

comportamenti relativi ai bisogni primari per la sopravvivenza dell’individuo e della specie:

mangiare, bere, procurarsi cibo e relazioni sessuali nonché, per una specie evoluta come l’uomo,

l’interpretazione dei segnali provenienti dall’ambiente. Quindi gestisce le emozioni, i sentimenti e

perciò anche la nostra percezione della realtà.

L’ippocampo si occupa di selezionare in base alle emozioni positive o negative le informazioni che

risiederanno nella memoria a lungo termine, in qualche modo seleziona cosa è degno di essere

“promosso” a ricordo.

Le strutture a cui deve far riferimento invece la memoria dichiarativa sono essenzialmente

l’ippocampo, i corpi mammillari, la parte mediale del lobo temporale, parte del lobo prefrontale e il

in senso un po’ più generale. Questo tipo di memoria è quella colpita dalle amnesie,

diencefalo

ovvero, deficit di memoria.

Esistono tre tipi di amnesia: retrograda se non si ricordano gli eventi accaduti precedentemente al

danno riportato, anterograda se non è più possibile accumulare nuovi accadimenti, prospettica che

compromette la “memoria di lavoro” ovvero la memoria che sta nel lobo prefrontale e che è

implicata nell’organizzazione e nella progettazione di azioni o di eventi che si stanno per svolgere.

L’atto del concentrarsi su un lavoro, su un compito, ad esempio, è gestito da questa memoria. Il

lobo prefrontale è connesso al sistema limbico, pertanto le decisioni prese, sono certamente guidate

anche dall’emotività.

Lo studio dei processi di memorizzazione continua e risulta notevolmente affascinante pensare che

attraverso l’analisi dei soggetti affetti da malattie che causano perdita di memoria, quale

l’Alzheimer per esempio, si possa approfondire la conoscenza non solo della memoria ma anche

della capacità di previsione di eventi futuri. Alcuni studiosi infatti hanno recentemente provato a far

prevedere alcune situazioni a soggetti affetti da disturbi dell’ippocampo, notando che di fatto erano

incapaci di dare un’idea di cosa sarebbe accaduto di lì a poco rispetto a soggetti sani. 8

9

LA MEMORIA COME QUESTIONE FILOSOFICA

Quali fossero non solo la funzione e le caratteristiche della memoria, ma la sua stessa natura, è stato

un problema lungamente e costantemente dibattuto in filosofia: numerosi filosofi, sia classici sia

hanno incentrato il loro pensiero sulla memoria e sull’oblio.

moderni

Bergson è il più importante esponente dello spiritualismo del '900.

Bergson nacque a Parigi nel 1859, dopo gli studi liceali si formò nelle discipline scientifiche che

però non lo soddisfecero, si laureò così in filosofia. Insegnò nei licei prima di conseguire il

dottorato di ricerca in filosofia e di intraprendere la carriera universitaria. Uno dei due saggi con cui

ottenne il dottorato è il "Saggio sui dati immediati della coscienza", che già gli regalò grande

notorietà. Le opere successive, ancora più famose, sono:

- "Materia e memoria" (1896);

- "Introduzione alla metafisica" (1903);

- "L'evoluzione creatrice" (1907);

- "Le due fonti della morale e della religione" (1932).

Vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1927. Ebreo convertitosi di fatto al cattolicesimo, non

volle rinunciare alla sua religione d'origine per solidarietà nei confronti dei perseguitati, al punto da

rinunciare all'esclusione, che gli sarebbe stata garantita grazie alla sua notorietà, dalle liste

compilate dai nazisti degli ebrei residenti in Francia. Morì nel 1941

Nell’opera “Materia di Bergson all’essere, in cui ricorre

e memoria” si ha il primo approccio al

discorso della coscienza profonda e di quella superficiale, ma in chiave diversa: sottolinea le

differenze tra le due e introduce il concetto di memoria per arrivare alla spiegazione della

composizione della realtà.

Tra la percezione dello stimolo esterno e la reazione allo stesso, troviamo per Bergson la Memoria:

essa ci indica come comportarci.

Questa memoria è però superficiale, essa mi dice cosa devo fare in un dato momento ma non può

tirare fuori tutto il mio vissuto profondo.

La Memoria Abitudine è quindi quella che utilizziamo per un dato momento, è meccanica, volta

all’azione e funzionale all’adattamento all’ambiente.

La Memori

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