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Sintesi
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I.T.C.T. “A.BORDONI” PAVIA

LA MEMORIA DEI

SOPRAVVISSUTI

ITALIANO STORIA

Letteratura della Resistenza Resistenza italiana

 Lotta di liberazione  Introduzione

(1943/45)  Resistenza e

 Resistenza e Antifascismo

letteratura  Guerra Civile e di

Periodo neorealista Liberazione

 Cosa fu il neorealismo  Resistenza e Politica

 Crisi neorealismo  Le vittorie militari

 Fronti italiani dopo il

1943

DIRITTO ECONOMIA AZIENDALE

Periodo costituzionale Forme giuridiche d’impresa

transitorio  Premessa

 Ditta individuale

Assemblea costituente  (vantaggi e svantaggi)

 Impresa Familiare

 Repubblica  Società di persone o

 Governo De Gasperi microimprese (vantaggi

e svantaggi)

 Società di capitali

(vantaggi e svantaggi)

 Società cooperative

(vantaggi e svantaggi)

 Piccola impresa

cooperativa (vantaggi e

svantaggi)

 Confronto tra forme

societarie (schema)

V°C ANNO SCOLASTICO 2007/2008

I.T.C.T. “A.BORDONI” PAVIA

LA MEMORIA DEI SOPRAVISSUTI

All’indomani della Liberazione, ma già negli ultimi tempi della guerra di Resistenza, insieme alla

speranza e alla gioia della vita recuperata la gente sentiva risalire alle coscienze le sensazioni di

quegli anni di incubo.

Non solo il futuro immediato da costruire, ma anche il passato drammatico appena trascorso era

sulla bocca di tutti: nelle conversazioni in casa e in piazza, nelle cronache dei giornali e della radio,

nei commenti dei privati e delle forze sociali.

Parlarne dunque, comunicare agli altri il malessere rimasto dentro serviva a chiarirsi l’esperienza

vissuta, a ridare motivi e forza di ripresa alla vita privata e sociale. Questo sentire collettivo andò

oltre la cronaca ed investì direttamente il mondo dell’espressione artistica che raggiunse nel

neorealismo compiutezza di forme e contenuti.

LA LETTERATURA DELLA RESISTENZA

Il 25 luglio 1943, mentre la seconda guerra mondiale sta ormai volgendo in senso sfavorevole alla

Germania e all’Italia, il Gran Consiglio del fascismo vota la sfiducia a Mussolini, provocando la

caduta del regime. Poco più di un mese dopo il nuovo governo formato dal re, presieduto da

Badoglio, firma l’armistizio con le forze anglo-americane portando all’uscita dell’Italia dal

conflitto.

La lotta di liberazione (1943/45)

I Tedeschi reagiscono occupando il paese e, mentre il governo regio, rifugiatosi a sud sotto la

protezione degli Alleati che sono sbarcati in Sicilia, mostra di non sapere organizzare la difesa del

territorio nazionale, a nord le truppe d’occupazione favoriscono la creazione della Repubblica di

Salò presieduta da Mussolini, che si propone di continuare la guerra a fianco dei nazisti.

La lotta contro gli occupanti nazisti e i loro alleati fascisti assume allora forme dapprima spontanee,

poi coordinate e organizzate dai partiti recentemente ricostituiti. Essa è condotta da ex soldati

dell’esercito italiano, giovani di leva, cittadini di sentimenti antifascisti, che rifiutano di arruolarsi

nell’esercito collaborazionista della Repubblica di Salò o di lavorare per i Tedeschi e passano alla

clandestinità. Soprattutto nelle zone montuose o poco accessibili, con il sostegno di larghi strati

della popolazione civile, si costituiscono bande partigiane che iniziano la resistenza armata, presto

trasformatasi in una sanguinosa guerra civile per l’appoggio attivo dei fascisti all’occupazione

nazista. Essa si conclude il 25 Aprile 1945 con la liberazione del paese, attraverso l’azione

congiunta delle truppe alleate che risalgono la penisola da sud e dell’esercito partigiano guidato dal

Comitato di Liberazione Nazionale di cui fanno parte tutti i partiti antifascisti.

Resistenza e letteratura

Questo periodo non è solo decisivo per la creazione in Italia di un nuovo ordinamento politico-

sociale, ma anche per il formarsi di una nuova cultura e di una nuova letteratura.

Quando si parla di “letteratura della resistenza” si pensa tuttavia di solito o alla ricca produzione

memorialistica (Diario di Anna Frank) o alla produzione narrativa di tendenza neorealista degli anni

seguenti, che ha come tema la resistenza. V°C ANNO SCOLASTICO 2007/2008

I.T.C.T. “A.BORDONI” PAVIA

IL PERIODO NEOREALISTA

Il secondo dopoguerra si apre con un Italia da ricostruire in tutti i sensi: enorme è l’entità delle

rovine concrete portate dalla guerra, ma c’è anche un paese “nuovo” da creare sul crollo del regime

fascista e della monarchia. Con il ricostituirsi della democrazia attraverso gli ordinamenti

parlamentari repubblicani, si riapre quella lotta sociale fra le classi che il fascismo aveva soffocato;

si diffondono le agitazioni, sia da parte dei contadini del sud che rivendicano, occupandoli, i

latifondi incolti, sia da parte degli operai del nord che applicano il nuovo diritto di sciopero. Il

1°gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione della Repubblica.

Cosa fu il neorealismo

Nel neorealismo, ossia nell’esigenza di rappresentare il reale con nuovi contenuti e nuovi soggetti,

si riconoscono autori diversi fra loro, che non vanno a formare una scuola propriamente detta ma

costituiscono piuttosto un movimento legato da comuni aspirazioni democratiche.

Questa tendenza “realistica” si manifesta nel campo del cinema, non legato a secolari vincoli di

tradizione “colta” e quindi più aperto a nuovi programmi. Alcuni film, poi entrati di diritto nella

storia del cinema (Roma città aperta, Paisà, Ladri di biciclette) elevano a protagonisti di un’amara

“altra” storia italiana operai, contadini, mondine, disoccupati, partigiani. Compare la scelta scomoda

e rigorosa del dialetto insieme all’utilizzazione di attori non professionisti, presi dalla strada (Ladri

di biciclette di De Sica); e questa produzione, imbarazzante per molti ambienti ufficiali, esporta nel

mondo l’immagine di un paese affamato e devastato dalla guerra.

Così come nel cinema, anche nella narrativa sono rintracciabili alcune tematiche di fondo, poi

diversamente articolate dagli autori: la nuova attenzione alla realtà dopo il silenzio della letteratura

in periodo fascista; l’ambientazione prevalentemente piccolo-borghese; la riscoperta del proletariato

come forza sociale e come materia letteraria privilegiata; la nuova concezione dell’arte come

impegno sociale; la rivalutazione del dialetto. Trapassano nel neorealismo modi della letteratura

d’ispirazione regionale e del verismo, di cui gli scrittori neorealisti condividono l’aspirazione a una

rappresentazione “vera”, puntuale e concreta della realtà sociale.

Mentre nel verismo predominava un’oggettività distaccata, indice dell’estraneità dello scrittore

rispetto alla realtà rappresentata e di una crisi poi approfonditasi nel secondo ottocento, nel

neorealismo, invece, si tendeva a superare questa crisi rovesciando l’estraneità verista in messaggio

e partecipazione.

Tale intenzione, conferisce al neorealismo un tono diverso che si traduce anche in un mutamento di

modi narrativi e di linguaggio, largamente influenzato dalla produzione clandestina della resistenza.

La formula del “raccontare”, che si trova in questa produzione “non professionistica”, trapassa negli

scrittori neorealisti con “ i suoi tratti più tipici” (paratassi, presenza del destinatario continuamente

chiamato in causa).

Questi elementi vanno tenuti presenti nel tentare di definire i contorni della corrente neorealistica.

Sfuggono a questa classificazione, in particolare, autori come Pavese, che produce una significativa

letteratura sulla resistenza ma di inquieto lirismo, dominata dai temi della morte e della solitudine; o

Vittorini stesso, che d’altra parte critica la tendenza al “recupero” in chiave neorealista di alcuni

scrittori degli anni trenta le cui componenti extrarealistiche o decadenti si sono già a suo tempo

considerate.

Contatti con il neorealismo o un’influenza su di esso hanno gli stessi Pavese e Vittorini per la

tensione politica e sociale. A rendere meno netto il distacco sta d’altra parte il fatto che spesso anche

il neorealismo vero e proprio è tutt’altro che privo d’influenze decadenti.

V°C ANNO SCOLASTICO 2007/2008

I.T.C.T. “A.BORDONI” PAVIA

La crisi del neorealismo

Intorno al 1955 il clima culturale italiano, il costume e i valori appaiono profondamente mutati.

Cominciava il periodo del miracolo economico, legato alla fortissima espansione della tecnologia e

dell’industria; si apriva l’epoca del consumismo e dei mass media destinata a compiere, nel breve

giro di un ventennio, quella che è stata definita “una rivoluzione antropologica”, soprattutto dalle

giovani generazioni, prive di una precisa anche se traumatica memoria storica.

Se da una parte tante masse contadine e operaie hanno visto elevarsi il loro tenore di vita, e tanta

parte della popolazione accrescersi il livello medio di cultura, dall’altra si sono persi in tempi assai

brevi valori secolari; soprattutto, è andato vanificandosi il senso umano del vivere, di una vita cioè

fatta per l’uomo, e di cui l’uomo, anche il più piccolo, sia protagonista, con l’individualità delle sue

mete e dei suoi bisogni.

La massificazione dell’individuo era ormai in atto, e lontanissimi sembravano i tempi disperati ed

eroici della Resistenza, del dopoguerra, dello sforzo di ricostruire sulle macerie. Attraverso la

massiccia pubblicità e i potenti canali d’informazione, l’industria cominciava a condizionare l’uomo

nei suoi consumi e nelle sue scelte, a pianificargli il tempo libero e a intromettersi nella sua vita

privata.

Sul piano letterario subentrano, la rassegnazione come forma di saggezza, la rinuncia all’impegno,

lo spostarsi dal piano storico al piano esistenziale; è questa la crisi del neorealismo.

Contemporaneamente però anche il romanzo realistico (non più neorealistico in quanto privo della

fiducia e dell’ottimismo che stavano alla base di quel movimento) si rinnova in rapporto ai tempi, e

assume una connotazione sperimentale. Così alcuni autori, come Calvino, incentrano la loro

narrativa sul fenomeno della fagocitosi industriale e sulla civiltà dei consumi; altri come Pasolini,

esprimono la reale sfiducia nella capacità di lotta e d’azione del popolo.

V°C ANNO SCOLASTICO 2007/2008

I.T.C.T. “A.BORDONI” PAVIA

RESISTENZA ITALIANA

Introduzione

Resistenza italiana Lotta armata contro l'esercito d'occupazione tedesco e contro il regime di Benito

Mussolini (Repubblica di Salò) durante la seconda guerra mondiale.

Resistenza e Antifascismo

La storia della Resistenza italiana si inserisce in un arco cronologico più ampio di quello che

racchiude la Resistenza europea, essendo il suo nucleo originario già presente nell'antifascismo

degli anni Trenta. Con il procedere della guerra e con i primi segni di indebolimento del regime

fascista causati dalle sconfitte dell'esercito italiano, si consolidò e si strutturò in Italia l'opposizione

al fascismo. Gli scioperi che paralizzarono le fabbriche del Nord tra l'aprile e il marzo del 1943

ebbero tra i principali organizzatori gruppi di comunisti che diffondevano le ragioni

dell'antifascismo. Ma già nel 1942 l'opposizione al fascismo si era riorganizzata operando per la

prima volta sul territorio nazionale: nel giugno si era costituito il Partito d'azione, nato dalla

convergenza tra ex militanti di Giustizia e Libertà, repubblicani di sinistra e liberalsocialisti.

Nell'ottobre era stata fondata la Democrazia Cristiana, che raccoglieva l'eredità del precedente

Partito popolare di don Luigi Sturzo.

In concomitanza con gli scioperi del marzo 1943 i comunisti avevano avviato un'intensa attività

clandestina e stabilito contatti con gli altri partiti, dai quali nacque il Comitato delle opposizioni,

che si riunì immediatamente dopo la caduta del regime (25 luglio 1943). Comunisti, socialisti,

cattolici, uomini del Partito d'azione e liberali uscirono allora dalla clandestinità riprendendo le

attività politiche interrotte dal ventennio di dittatura.

Guerra civile e di liberazione

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