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Sintesi
Estratto del documento

A cosa è dovuto il dilagare

della violenza?

1) Volontà di Potenza

2) Estetica della Violenza

1) Volontà di Potenza

“Adler, Nietzsche e

l’Aggressività”

Volontà di Potenza

1) ovvero "intima essenza

Volontà di Potenza

dell'essere"

Volontà di potenza come volontà di esistere, cieco e

sordo bisogno di possedere un sovrappiù di

potenza; una potenza totale come impulso

fondamentale per sopravvivere.

Conatus

Perfezionamento del “ ” degli antichi, dell’

Impeto del vivere o del sopravvivere nel

gioco della rappresentazione ” di Schopenhauer

Potenza

e infine della “ ” secondo Emerson .

1) Volontà di Potenza

“Ogni volta che ho trovato un essere vivente,

ho anche trovato la volontà di potenza; e anche

nella volontà di colui che serve ho trovato la

volontà di essere padrone. Il debole è indotto

dalla sua volontà a servire il forte, volendo egli

dominare su ciò che è ancora più debole: a

questo piacere, però, non sa rinunciare. Solo

dove è vita, è anche volontà: ma non volontà di

vita bensì – come ti insegno io – volontà di

potenza!”

Volontà di Potenza

1)

Adler è il primo eretico della psicoanalisi: è il teorico

della psicologia individuale , dove si affrontano gli

stessi problemi di Freud con un sistema teorico che

offre per essi una soluzione differente, fondando la

“psicologia individuale”: Freud vede la vita

dell'uomo in funzione del passato, Adler la legge in

funzione del suo avvenire.

Questo perché l'individuo è guidato dal desiderio di

superiorità.

Nella psicologia individuale l'aggressività è

interpretata come un'espressione della volontà di

potenza, diretta al superamento dei sentimenti

d'inferiorità.

1) Volontà di Potenza

"La vita è essenzialmente appropriazione, offesa,

sopraffazione di tutto quanto è estraneo e più

debole“

“Trattenerci reciprocamente dall'offesa, dalla violenza e

dallo sfruttamento, stabilire un'eguaglianza tra la

propria volontà e quella di un altro è una volontà di

negazione della vita, un principio di dissoluzione e di

decadenza".

“Si deve aver coraggio in corpo, per permettersi una

cattiveria: i più sono troppo vili per questo.”

“Riconoscere a se stesso un diritto ad azioni

d'eccezione; come tentativo del superamento di sé e

della libertà: trovarsi in situazioni nelle quali non è

consentito non essere barbari. Procurarsi attraverso

ogni specie di ascesi superiorità e sicurezza nei

riguardi della propria forza di volontà.“

2) Estetica della Violenza

“La violenza nell’arte

contemporanea”

2) Estetica della Violenza

I primi fenomeni risalgono agli anni Sessanta, epoca

nella quale numerosi artisti diedero vita alla

messa in scena di violenze sia sul proprio corpo

che su animali. Questa tipologia di tortura,

documentata con tanto di fotografie e video

denominati “Performing Test”, è stata definita

arte ritualista ed i capofila furono i membri del

“Teatro d’Azione” viennese.

La maggior parte degli artisti protagonisti

dell’azionismo hanno accusato disturbi psichici e

alcuni sono finiti in carcere

2) Estetica della Violenza

Hermann Nitsch, l’unico esponente sopravvissuto,

realizzò una serie di performance intitolate "Orge-

Misteri-Teatro" che implicavano lo smembramento

di animali, l’utilizzo del sangue e soprattutto il

necessario sostegno “critico” che si celava dietro il

concetto di simbolismo religioso tradizionale.

" Simili attività scaturirono dalla credenza di Nitsch

che gli istinti aggressivi del genere umano fossero

stati repressi e soffocati tramite i media. Perfino il

rito dell'uccisione di animali, così naturale per l'uomo

primitivo, era stato rimosso dall'esperienza di ogni

giorno”.

2) Estetica della Violenza

“Il coinvolgimento totale dei

partecipanti che si sentono poi

liberati dalla violenza e dalle manie

omicida accumulate durante tutti

i giorni. In tutti gli uomini si

nasconde un potenziale

assassino!!"

2) Estetica della Violenza

Franco B. incentra le sue performance sul suo corpo,

usato come mezzo espressivo assoluto, come

incarnazione delle proprie ossessioni distruggendo le

vergogne e i pudori che la nostra società ci impone .

Il sangue sgorga dalle sue vene tagliate e si sparge sul

suo corpo in un rituale viscerale, corporale e l' artista

proclama in questo modo la propria idea di sangue

come elemento fortemente legato all'idea di vita, da

intendersi non come simbolo della santificazione

cattolica ma come linfa vitale propria.

“Quello che sto facendo è rendere sopportabile

l'insopportabile...”

2) Estetica della Violenza

Artista e perfomer francese, insofferente ad ogni

condizionamento accademico, Orlan non è solo una figura

inscindibile dalla Body Art, ma anche la capofila dell'Arte

Carnale

Nove operazioni-performances di chirurgia plastica,

progressivamente trasformano il suo volto in quello di una

nuova creatura simile ai modelli iconografici della Storia

dell'Arte come Diana, Europa, Venere, Psiche e la

Gioconda.

Orlan sonda un territorio dove il verosimile ed il vero, il fittizio

ed il reale convivono : rimangono comunque il corpo

dell'artista e il materiale in esubero dei suoi interventi

chirurgici "disseminato" sulle sue opere, a certificare che

una particella di realtà si è inserita in un vortice di realtà e

finzione, dando vita ad una nuova esistenza.

2) Estetica della Violenza

“Il tempo mediatico attuale ha moltiplicato le

potenzialità dei propri messaggi e soprattutto

ha sopraffatto la psiche della collettività.

Quanto un’opera, come una scultura, un dipinto

o un disegno, ha un tempo di fruizione che

pretende uno scambio reciproco con lo

spettatore tanto la televisione, così i video o il

teatro totale coinvolgono lo spettatore in sbalzi

emotivi e spesso incontrollati. “

Conclusione

“Dare un senso, forte, alle cose senza doverle portare

sotto la luce, accecante, della morte. Poter cambiare

il proprio destino senza doversi impossessare di

quello di un altro; riuscire a mettere in movimento il

denaro e la ricchezza senza dover ricorrere alla

violenza; trovare una dimensione etica, anche

altissima, senza doverla andare a cercare ai margini

della morte; incontrare se stessi nell'intensità di

luoghi e momenti che non siano una trincea;

conoscere l'emozione, anche la più vertiginosa, senza

dover ricorrere al doping della guerra o al metadone

delle piccole violenze quotidiane. Un'altra bellezza, se

capite cosa voglio dire…“

Conclusione

un'impresa utopica, che presuppone una

“…E’

vertiginosa fiducia nell'uomo. Ma mi chiedo se mai

ci siamo spinti così avanti, come oggi, su un simile

sentiero. E per questo credo che nessuno, ormai,

riuscirà più a fermare quel cammino, o a invertirne

la direzione. Riusciremo, prima o poi, a portar via

Achille da quella micidiale guerra. E non saranno

la paura né l'orrore a riportarlo a casa. Sarà una

qualche, diversa, bellezza, più accecante della

sua, e infinitamente più mite.”

Alessandro Baricco

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