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Storia: i totalitarismi;
Italiano: Giuseppe Ungaretti, Luigi Pirandello, Gabriele D'Annunzio, Eugenio Montale;
Tedesco: der nazismus;
Spagnolo: el Franquismo;
St. dell'arte: l'arte totalitaria.
George Orwell
The name George Orwell is just a pseudonym, which Eric Blair chose before publishing his books.
He chose “George” because it sounded very English, while “Orwell” was the name of a river he
liked.
George Orwell was born in India into a middle–class family in 1903, but he studied in England.
After having passed the exam to enter the Imperial Police, he went to Burma, however he didn’t
accept the institutions he worked for; what is more, as the British weren’t accepted by the local
population because they wanted to impose their ideas, Orwell went back to England where he
developed an anti–imperialistic attitude.
He felt he had to write about social problems and injustice, but he knew he had to experience a poor
life in order to do that; so, when he was in London and later in Paris, he lived with tramps and
outcasts, he begged food, he slept under bridges and did any kind of job in order to get money.
Later he was also commissioned by a left-wing publisher to investigate conditions among the miners
and the workers in the industrialized North of England, so once again he could understand how poor
people had to live.
Another very important experience was in the year 1936, when Orwell went to Spain, where, during
the civil war against Franco, Orwell joined the POUM, a left wing party. He thought that all the left
wing groups had to be united to defeat Franco, however the Communist party prevailed over the
POUM; there was even a fight in which Orwell was wounded, so he went back to England where he
changed his political ideas: he was against totalitarianism.
Orwell is a political committed intellectual, who considers his art an instrument of communication;
according to him, language must be clear and direct (he said that “good prose is like a window
pane”) in order to be an instrument of information and communication.
However there was a conflict he could never solve: Orwell, in fact, sided with the poor and the
workers, but he didn’t belong to the working class, and this conflict can be felt in all his works.
Anyway, he is a very important writer because he had the courage to write about injustice.
We can say that George Orwell is a socialist, but his socialism is very particular because he is
against any kind of injustice and exploitation, from the right but also from the left. He is against
totalitarianism since a totalitarian state denies the fundamental individual rights of freedom of
expression and of thought: if a state cannot guarantee these freedoms it is totalitarian and it is unfair.
Down and Out in Paris and London (1933)
Burmese Days (1934)
A Clergyman's Daughter (1935)
Keep the Aspidistra Flying (1936)
The Road to Wigan Pier (1937)
Homage to Catalonia (1938)
Coming up for Air (1939)
Inside the Whale, and Other Essays (1940)
Animal Farm (1945)
Nineteen Eighty-four (1949)
Shooting an Elephant and Other Essays (1950)
Such, Such Were the Joys (1953)
Definizione di Totalitarismo
Il termine “totalitarismo” pare sia stato introdotto nel 1923 dal liberale antifascista Giovanni
Amendola che, sul quotidiano “Il Mondo”, attaccava il metodo e il “sistema totalitario” usato dai
fascisti per costringere i cittadini italiani a votare nelle elezioni amministrative di quell’anno. La
parola fu poi adottata dallo stesso Mussolini, quando, in un discorso del 1925, definì in positivo il
fascismo come “una feroce volontà totalitaria”, intendendo evidenziarne, rispetto al liberalismo
dell’inizio del secolo, la capacità di gestire in modo onnicomprensivo gli aspetti sociali, economici e
culturali. Da questo momento il termine conobbe un’enorme fortuna e fu esteso, già negli anni
Trenta, prima al regime nazista, poi a quello staliniano.
Analizzando i vari tipi di totalitarismo (opposto alla democrazia) si può dire che i caratteri generali
di questo regime sono:
1. la dittatura di un partito unico, solitamente identificato con il suo capo
2. la completa soppressione di ogni libertà di opposizione e dissenso
3. la presenza di un’ideologia ufficiale, che pretende di imporsi come assoluta e indiscutibile
4. l’uso del terrore poliziesco
5. la tendenza ad organizzare il consenso trovando sempre nuovi nemici contro cui incanalare
l’odio del popolo
6. il monopolio, da parte del partito, dei mezzi di comunicazione di massa, utilizzati in
un’opera assidua di propaganda
7. la penetrazione dello stato-partito in ogni settore della società e della vita quotidiana
Soprattutto questi ultimi due aspetti sembrano distinguere il totalitarismo da molte altre forme di
regimi autoritari, dittatoriali, assoluti esistiti nella storia, tanto che alcuni studiosi lo considerano un
fenomeno assolutamente nuovo e comprensibile solo all’interno della società di massa. Nel
totalitarismo lo stato tende a penetrare nel sistema sociale, togliendogli ogni aspetto di autonomia
(per esempio organizzando i sindacati, la scuola, il tempo libero, la cultura) e proponendosi di
combattere la vita politica, ma anche di manipolare e trasformare la stessa coscienza degli individui:
un regime totalitario tende perciò a mobilitare e a “politicizzare” le masse, attribuendo ad ogni
fenomeno ed evento (anche a quelli più lontani dalla politica, come lo sport) un carattere politico.
Con l’espressione “totalitario” si intendono solitamente i regimi dittatoriali instauratisi in Germania,
Unione Sovietica e Italia con la fine della Grande Guerra. Tuttavia, secondo Hanna Arendt, scrittrice
del libro “Le origini del totalitarismo” (1951) e studiosa del fenomeno, e altri, forme “storiche” di
totalitarismo sono state nazismo e stalinismo, mentre il fascismo è considerato un “totalitarismo
imperfetto” perché non riuscì mai ad esercitare un totale controllo sulle masse e sulla società
italiana, poiché il suo potere era fortemente limitato da due forti istituzioni: la Corona e la Chiesa.
Per quanto riguarda il re, egli non si dimostrò mai un effettivo pericolo per Mussolini, anche perché
non intervenne mai contro di lui. Per quanto riguarda la Chiesa, un’entità molto forte in Italia,
Mussolini cercò di prendere subito accordi (“Patti Lateranensi”) con il Papa, per evitare che questi
intervenisse a suo svantaggio. In ogni caso, il fascismo si è dimostrato più debole degli altri regimi
anche perché, mentre nazismo e stalinismo hanno sempre cercato di subordinare lo Stato al partito,
in Italia è avvenuto il contrario: al centro del regime c’era lo Stato. Inoltre il fascismo ha “riciclato”
l’amministrazione del periodo precedente che ha potuto “fascistizzare” solo superficialmente.
RESISTENZA
CLANDESTI NEOLINGU
NA NEMICO A
COMUNE
CONTROLL PROPAGANDA
O DELLE E
MENTI E FALSIFICAZIO
BIPENSIER NE DELLA
O STORIA
1984: GRANDE
PIANI PARTITO
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CI NEGAZION
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GUERRA TI
ASSOCIAZIONI REPRESSIO
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DELLO SPORT LIBERTA’
Confronto fra il Grande Fratello e i Regimi
Totalitari del 900
Attraverso un’attenta analisi, si possono individuare, nel regime del Grande Fratello descritto da
Orwell, precisi riferimenti storici ai totalitarismi nati e sviluppatisi nel corso del 900. Come si può
osservare nello schema rappresentato nella pagina precedente, infatti, i diversi aspetti della dittatura
del Socing riprendono e alcune volte coincidono con le caratteristiche degli stati fascisti europei:
Controllo delle menti e bipensiero: Orwell ci descrive una società inquinata dall’ideologia del Big
Brother, il cui volto infesta la città di Londra con manifesti e teleschermi giganti. La vita di ciascun
uomo è totalmente dipendente dalla volontà del Partito, che attraverso la psicopolizia, la neolingua,
la propaganda e il controllo dell’informazione, riesce ad imporre il proprio dominio, esattamente
come Hitler riuscì a diffondere il terrore fra gli oppositori con le SA e le SS, la propaganda curata da
Goebbels e il rogo di tutti i libri che affermavano valori di libertà, democrazia e giustizia.
Resistenza clandestina: nonostante i pressanti controlli da parte della polizia sia nel libro sia nei
regimi totalitari del 900 è sempre rimasta attiva una Resistenza. In Italia, ad esempio, l’opposizione
al fascismo era condotta in via clandestina dal Partito comunista e lo stesso accade nel romanzo
orwelliano, dove i protagonisti collaborano segretamente con la Confraternita nel progettare la
liberazione del paese.
Nemico Comune: la figura di Goldstein, il traditore per antonomasia, viene utilizzata dal Partito per
alimentare l’odio del popolo durante le “Hate Weeks”. Il protagonista ce lo descrive come un uomo
dal volto scarno “da ebreo”: chiaro appare il collegamento che lo scrittore vuole creare con
l’ideologia antisemita di Hitler, che, come ricordiamo, considerava il popolo ebreo il capro
espiatorio della situazione di crisi nella quale si ritrovava la Germania.
Propaganda e falsificazione della storia: nel descrivere l’attività lavorativa di Smith all’interno del
Ministero della Verità, Orwell vuole darci l’idea di come il Big Brother riuscisse a controllare non
solo il presente ma anche il passato, attraverso la distruzione di tutti i documenti che contrastavano
la posizione del Partito e riscrivendo la storia a proprio piacimento. Lo stesso atteggiamento si può
notare, ad esempio, nell’obbligo imposto da Mussolini di adottare libri scolatici di ideologia fascista
e di pensare all’Italia come il paese-erede del grande impero romano, dimenticando i problemi
socio-economici che da secoli ne ritardavano lo sviluppo. Inoltre non si può scordare il ruolo-chiave
giocato dai mass-media: nei cinema, nei giornali, nei libri, nei programmi di radio e tv, ovunque
veniva esaltata la figura del dittatore e la superiorità della patria.
Partito Unico: in tutti i regimi totalitari la libertà di opinione, di stampa, di associazione viene
vietata. Diventa quindi impossibile creare un Partito politico di ideologia contraria a quella espressa
dal dittatore che diventa così il leader dell’unico Partito legale.
Negazione dei sentimenti: nel suo romanzo Orwell narra di come il Socing negasse agli uomini di
provare qualsiasi genere di sentimenti. L’amore, l’amicizia, la fratellanza, l’uguaglianza: tutti valori
sconosciuti al regime del Big Brother che, similmente all’ideologia fascista, vedeva ad esempio
nell’unione fra uomo e donna un unico fine, la procreazione.
Repressione di ogni libertà: oltre alla libertà di espressione, stampa e aggregazione, il Big Brother
afferma di negare anche la libertà di pensiero, scrutando nella mente di ciascun uomo e punendo i
ribelli con atrocità disumane fino ad ottenere la loro conversione alla religione del Partito. Infatti la
morte viene concessa solo ai traditori realmente pentiti, ponendo così fine alle loro sofferenze. Lo
stesso accadeva in Germania, in Italia e nella URSS, dove gli oppositori politici venivano internati
nei campi di concentramento per lavorare fino allo sfinimento o torturati disumanamente.
Guerra: la perenne guerra combattuta dall’Oceania contro l’Eurasia e/o l’Estasia è solo un modo per
giustificare le condizioni di vita pessime in cui il popolo londinese è costretta a vivere. L’esaltazione
delle vittorie dell’esercito nazionale inoltre permette al Partito di convogliare il consenso popolare a
suo favore, permettendogli di continuare ad esercitare il potere esattamente come le campagne
militari italiane in Africa per la conquista dell’Etiopia erano usate come mezzo per raggiungere un
certo prestigio internazionale e quindi creare un’opinione pubblica favorevole al regime.
Associazioni giovanili e dello sport: qualsiasi aspetto della vita viene controllato dall’occhio attento
del Grande Fratello che per gestire meglio la vita del popolo, organizza associazioni sportive
giovanili dove anche i più piccoli vengono introdotti all’ideologia del regime. Anche nel Partito
Fascista si dedicava parecchia attenzione all’infanzia: da una parte si incentivavano le famiglie