Sintesi

Gesù contro il Diavolo



I – una dimostrazione
“Nella Chiesa cattolica in pochi credono all’esistenza di Satana.”
Padre Gabriele Amorth

Sotto il patrocinio della beata Vergine Maria affrontiamo questa difficile questione e proponiamo una storiografia e una immagine molto ben dipinta, tuttavia limitata e del tutto personale.
SOTTO LA TUA PROTEZIONE.

Sotto la Tua protezione ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio; non disdegnare le preghiere che t’innalziamo nella necessità, ma salvaci sempre da tutti i pericoli, o Vergine gloriosa e benedetta.



Nell’iconografia, a partire dall’arte paleocristiana fino a tutto il IX secolo, il demonio ha prevalentemente fattezze umanoidi. Viene, infatti, rappresentato
• come un vecchio
• come un essere piccolo e deforme
• con artigli ai piedi.
Gli attributi iconografici più caratteristici nella forma umana sono:
• la capigliatura liscia e scusa, e successivamente serpentina
• gli occhi di fuoco
Sitografia: VITO AUGUGLIARO (http://www.spolia.it/online/it/argomenti/letterature_romanze/filologia/documents/diavolo.pdf)
Notoriamente dopo le raffigurazioni umanizzate o bestiali: “E’ la farfalla – che nelle raffigurazioni classiche rappresenta Psiche e, pertanto, l’anima – ad assumere, a sorpresa, un ruolo di primo piano nella classifica degli insetti più giù gettonati a prestare le proprie sembianze al diavolo. Farfalla che cede al pipistrello, che con il caprone e il gatto nero detiene il primato dell’immaginazione satanica, alcune sue caratteristiche. Le ali variopinte, ad esempio, lievi, coperte di un polvere magica..Con tutta evidenza, i leggiadri lepidotteri pagavano pegno alle accezioni simboliche negative loro riferite, come la bellezza, la vanità, la volubilità, la vocazione all’effimero. Ecco così le coloratissime ali decorare i corpi fluttuanti dei Principi del male, in un contrasto stridente, che non poteva non colpire le corde profonde della fantasia popolare.” Sitografia: https://www.stilearte.it/il-diavolo-veste-farfalla-i-travestimenti-del-demonio-nella-pittura/
Il diavolo non è stato sempre raffigurato nell’arte nella maniera in cui lo conosciamo oggi. Dal Medioevo al Rinascimento e in tempi più moderni, Satana ha avuto molte incarnazioni differenti rappresentate nel mondo nell’arte.
Il diavolo, Satana, Lucifero, si sa, il ragazzo con le corna e il pizzetto, il forcone e le gambe di capra …. Questa è l’immagine che abbiamo oggi del Signore delle tenebre, ma nel corso dei secoli l’iconografia pubblica di Satana si è modificata continuamente.
L’esistenza di Satana è stata resa ufficiale da parte del Consiglio Ecumenico solo nel 553 d.C. Così, dal momento che era incerta l’esistenza del diavolo, non vi era alcuna necessità per la Chiesa di commissionare sue raffigurazioni. Fino al 6 ° secolo, vediamo dunque serpenti e draghi rappresentati come nemici spirituali dell’umanità, solo successivamente il diavolo venne rappresentato come una persona e i demoni “gargoyle” divennero un tema comune.
Come agisce? Quando una persona cerca la virtù, il demonio gli dice che non sa quello che sta facendo, e lui gli insegna che può impostare la propria legge per se stesso. ATTENZIONE NON VISITATE QUESTO SITO PERCHé PERICOLOSO; SOLO SOTTO ATTENTISSIMA INDAGINE!!! sitografia: https://www.bambinidisatana.com/simpatia-per-il-diavolo-come-satana-e-cambiato-nell-arte-attraverso-secoli/
Tuttavia: Il Diavolo non è un’invenzione del Cristianesimo. I diavoli sono sempre esistiti nell’immaginario umano: la credenza in entità sovrannaturali malvagie è radicata quanto quella in entità benevole, poiché entrambe sono insite negli esseri umani. Entità malvagie, sotto varie forme, sono presenti in tutte le religioni e culture della storia, seppur non nella figura universalmente diffusa poi dal cristianesimo. Infatti, in quasi tutti i grandi politeismi del mondo antico vi era la figura di un dio del Male, complementare a un dio del Bene. Questo perché le civiltà antiche consideravano il Bene e il Male come due facce della stessa medaglia: così a una divinità buona si contrapponeva una malvagia.
Sitografia: http://www.storiain.net/storia/diavolo-di-un-diavolo-origini-e-cultura-di-un-essere-malefico/
Il cosiddetto manicheismo del profeta mani, che nella sua impostazione teologica è considerata una eresia condannata nel volume “Confessioni” di Sant’Agostino di Ippona tuttavia non si consideri il diavolo come un teologo: l’etimologia dei termini “diavolo”, “demonio” e “satana” spiega il loro corretto significato. Inoltre prosegue storiain.net: Nell’Ottocento, il filologo Marco Antonio Canini, nel suo Etimologico dei vocaboli italiani di origine ellenica con raffronti ad altre lingue, aggiunge che sia Dio sia diavolo deriverebbero dalla stessa radice indoeuropea div-, diu-, che designa il risplendere, il rilucere (attributo del divino). Quest’ultima ipotesi è stata largamente rigettata [Cfr. Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani, voce “Diavolo”].
Nell'Islam il Diavolo prende il nome di Iblis (un termine che si riferisce ad esseri malvagi simili al diavolo). Secondo il Corano, Dio creò Iblis dal "fuoco senza fumo" (insieme a tutti gli altri jinn) e creò l'uomo dall'argilla. La caratteristica principale del Diavolo, oltre alla hýbris, è che non ha altro potere se non quello di gettare suggestioni malvagie nel cuore degli uomini e delle donne.
Secondo la teologia musulmana, Iblis venne espulso dalla grazia di Dio quando gli disobbedì scegliendo di non rendere omaggio ad Adamo, il padre dell'intera umanità. Egli sostenne di essere superiore ad Adamo, basandosi sul fatto che l'uomo, a differenza di sé, era fatto di terra. Come per gli angeli, essi si prostrarono ad Adamo per mostrare il loro omaggio e la loro obbedienza a Dio. Tuttavia a Iblis, inamovibile dal punto di vista che l'uomo era inferiore, e a cui, a differenza degli angeli, venne data la capacità di scegliere, fece la scelta di non obbedire a Dio.
Nei Gatha, i più antichi testi dell'Avesta zoroastriana, che si crede siano stati composti da Zoroastro stesso, il poeta non fa menzione di un avversario manifesto. La Creazione di Ahura Mazda è "verità". La "bugia" (druj) è manifesta solamente come decadimento o caos, ma non è un'entità.
In seguito, nello Zurvanismo (Zoroastrismo zurvanita), Ahura Mazda e il principio del male, Angra Mainyu, sono i "gemelli" figli di Zurvan, 'Tempo'. Non esiste nessuna traccia dello Zurvanismo dopo il X secolo.
Oggi, i Parsi d'India accettano ampiamente l'interpretazione del XIX secolo secondo la quale Angra Mainyu è l' 'Emanazione distruttiva' di Ahura Mazda. Invece di lottare contro Mazda stesso, Angra Mainyu combatte Spenta Mainyu, l' 'Emanazione creativa di Mazda.
sitografia: https://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=demonio-iconografie-soggetti
La Chiesa era ben consapevole dell’analfabetismo diffuso della popolazione, e fece un uso intenzionale dell'immagine per informarlo e, soprattutto, per formarlo. Per un tempo assai lungo, nelle immagini dipinte o scolpite prevalse l’aspetto didattico ed ideologico su quello propriamente estetico. Anche i colori, oltre alle forme, divennero dei simboli (pensiamo, ad esempio, al primato del rosso, colore imperiale).
sitografia: http://www.mondimedievali.net/Medioevoereticale/rappresentazionemale.htm
Procediamo alla sua dimostrazione.
Il demonio esiste perché genera il male che altrimenti non potrebbe sostenersi e quindi.. per esempio non sarebbe più male bensì male.
Per assurdo se il diavolo non esistesse non potrebbe generare il male, quindi il male sarebbe sufficiente a se stesso però esso non è diffusivo di se stesso e non è bene. Proposizione: Il bene è diffusivo di se stesso cioè sufficiente a se stesso, perciò il male non è diffusivo di se stesso e non è sufficiente a se stesso perché è il suo opposto, quindi il male se non fosse effetto di una particolare causa lentamente diminuirebbe e non sarebbe più un male bensì un bene che nella misura della sua riduzione sarebbe tanto maggiore bene di un male che si riduca meno (Secondo il criterio per cui la diminuzione di intensità di un male è un bene), quindi il bene non sarebbe diffusivo di se stesso perché lo sarebbe il male e il suo contrario non può avere la stessa qualità cioè in modo manicheo il male dovrebbe essere uguale al bene, che è assurdo. Perciò il diavolo come causa del male esiste
QVD.

II - Sui sette tipi di diavoli e sulla loro meditazione verso l’ora santa.

La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Ef 6, 12
Distinguiamo almeno due specie di diavoli i primi veritieri ed i secondi contraddittori mentre i primi cercano e provano di dire bugie tramite parole di verità e legittime applicazioni della filosofia e delle scienze per poi passare a dubitare le stesse verità prima dette sono i secondi contraddittori miscelando la verità con la menzogna con una conoscenza precisa di cosa sia verità e menzogna o perlomeno con una precisa corrispondenza tra questa verità e quella menzogna quindi prova a spostare l’attenzione della verità e la stessa legittimazione della prima sulla seconda.
Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; Mc 3, 24
Necessariamente il peccato dei demoni non può essere positivo. Senz’altro il regno dei demoni non è diviso in se stesso, non si reggerebbe. Senz’altro il peccato dei demoni è contro Dio e solo per questo non può essere positivo, senz’altro anche contro Lucifero e gli altri demoni, perché Dio è unità e quindi è positivo mentre se lo fossero Lucifero e gli altri demoni sarebbero unita e quindi positivi. Però Satana non può ribellarsi contro se stesso, che implicherebbe una redenzione da uno stato eterno di dannazione perciò se il regno di Satana è ciò et diviso (Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire Mc 3, 26) non potrà resistere. La nostra via di santità consiste nell’unità dall’idea stessa del bene perché grazia a questa unità lui è diviso quindi vinto. Inoltre <<se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi>> (Mc 3, 25) così necessariamente il peccato della casa non può essere positivo, senz’altro la casa divisa non si può reggere. Senz’altro Lucifero e i demoni sanno tutto questo, e molto di più. Sapendo questo che senz’altro noi non possiamo conoscere perché fatti per il regno dei cieli possiamo dire che devono reggersi, non essendo divisi... dividersi, non reggendosi... perciò cadono <<come la folgore>> (Lc 10, 18.c) Essendo necessariamente in continuazione di divisione la dannazione dev’essere un divenire: altrimenti sarebbero divisi però non reggendosi e non potrebbero essere (cioè reggersi), essendo. Ed è questo assurdo. Dev’essere necessariamente un divenire eterno altrimenti ammetterò una fine della dannazione quindi una unità di ciò che non è bene e quindi sarebbero privi di giudizio e di speranza (perlomeno nell’eternità che precede il giudizio universale, tuttavia se così non fosse dopo di quello si sarebbe in aperta eresia).
Essendo un divenire eterno di qualcosa di indiviso perché altrimenti non sarebbe dev’essere una condizione infernale necessariamente peggiorativa in misura incommensurabile di sé ad ogni monade di Eone (il cui termine indica il particolare “tempo” dell’eternità). Quindi personalmente ho la speranza di non essere dannato con ciò giustifico la tesi di Nietzsche detta:
L’eterno ritorno degli eventi che è un limes conoscitivo in cui l’unità indivisa del bene diventa molteplicità quindi monade. Perlomeno [esso] giustifica la paura dell’inferno. Ho la grande speranza per una serie di motivazione che questo ritorno non appartenga solo al regno dei dannati bensì compartecipi il nostro universo materiale. Tuttavia essendo il tempo cagione del divenire, ed essendo quest’ultimo costituito dalla realtà dev’essere necessariamente l’eterno ritorno degli eventi una condizione possibile, quindi reale.
Però ciò renderebbe al mondo qualcosa che non gli appartiene: unità. Altrimenti sarebbe un bene definito maggior bene dell’idea stessa del bene, perché il mondo sarebbe meglio del mondo ideale, quindi dev’essere questo mondo sotto il giogo di Satana, e quest’ultimo principe di questo mondo. La condizione per cui il regno di Satana è indiviso e ancora può reggersi senz’altro è a causa del mondo che sebbene diviso da Lucifero ancora può reggersi per il bene degli uomini di bene a cui Dio concede il premio di non dannarsi.
Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere. (Wittgenstein)
Senz’altro il peccato dei demoni non è positivo. Come tra l’altro potrebbe esserlo? Se fosse sarebbe una unità e quindi il loro regno, diviso; invece è indiviso e si regge contro le potenze del cielo. Quindi l’unità e la divisione in tre sono prerogative della trinità: una casa può essere unità se questa è in numero di tre e non si può reggere se indivisa, per dimostrazione chi può portare un esempio di una casa indivisa? ( Tra l’altro la divisione per il divisore sette genera molteplicità, cioè è monade di ogni numero e quindi di ogni ulteriore divisione sebbene non è il modus sufficiente). Per questo fu scritto che le case che sono salve <<si divideranno tre contro due e due contro tre>> (Lc 12, 53).
In termini orwelliani: La divisione è unità, senza poter essere diversamente.
Nei termini della filosofia, è bene ciò che è finito, invece è male ciò che è infinito, quindi tanto sono in numero i demoni quanto lo sono malvagi. Devono essere inumerabili come un terzo delle stelle del cielo. Con il beneficio della Σοφία possiamo distinguere delle ben precise ragioni semantiche dividendo questa infinita in sette categorie infernali nelle quali si cerca di far ricadere tutto ciò che è sottoterra cioè i demoni che sono verità di fede, verità disgustosa però con prudenza per chi ne volesse studiarne di questo tempo gli usi e i costumi si avranno codesti.
1. Belzebù che significa il Signore delle Mosche, Karl Arvid Tångberg ipotizzò che il nome Ba’al Zebub potesse avere il significato di "[Statua] di Ba'al con [ornamenti] di mosche", «alla stessa stregua quindi della creatura mesopotamica 'Nintu con le mosche'» chiosava Wolfgang Herrmann, dell'Università di Stoccarda.
2. Lilith appare in Is 34, 14: <<Le bestie del deserto vi incontreranno i cani selvatici, le capre selvatiche vi chiameranno le compagne; là Lilit farà la sua abitazione, e vi troverà il suo luogo di riposo.>> – in particolare la tradizione lo considera una Donna sebbene impossibile in quanto era angelo e non persona quindi angelo caduto perciò forzeremo come avrò modo di ripetere le categorie classiche della filosofia nella loro indagine, in particolare si dice che minacci i bambini maschi non sapendo bene perché eviti le bambine posso dire che conosco la superstizione popolare di far crescere i capelli ai bambini in modo che questo demone si confonda pensando da lontano che siano femmine e quindi non li tormenti.
3. Asmodeo dal persiano aesma daeva che significa spirito dell'ira probabilmente dai termini lontanamente sanscriti per cui il 'deva' cioè lo spirito che procura asma per cui affanno e più propriamente l'ira che toglia il fiato, essendo senza fiato deve essere incapace di parlare quindi chiuso. In quanto i demoni si distinguono in due categorie aperti e chiusi, notoriamente i più pericolosi sono quelli chiusi sebbene non siano da ignorare i primi per ragioni di indagine. Ho sempre pensato che come fossero persone, che non sono bensì angeli dannati per il loro libero rifiuto di Dio, se alcune sono solite parlare e condividere quello che pensano e quindi hanno un animo più femminile altri sono più soliti al silenzio e quindi all’ira propria dell’uomo privo di mitezza.
4. Seirim appare in Is 13, 21 Lev 17, 7 e in Bar 4, 35: <<Un fuoco cadrà su di lei per lunghi giorni per volere dell'Eterno e per molto tempo sarà abitata da demoni.>> Essendo una angelo caduto od un'insieme di angeli per persona e quantità che sono le categorie aristoteliche non si potrebbe dire nulla, tuttavia proviamoci, dev'essere un demone uomo in quanto si rifà con il fuoco contro di lei cioè contro il genere femminile dev'essere quindi un demone di violenza e di silenzio verso costoro. In Lev 17, 7 si parla di prostituzione come atto di questo fuoco, attenzione non accuso la tratta delle donne di essere una cosa buona piuttosto affronterei un milione di inferni, bensì di condannare proprio coloro che si consacrano alle capre.
5. Demonio dal greco demòn che significa genio nella mitologia greco romana e senza troppe certezze penso ed è solo una mia considerazione ciò si sia mantenuto nell'astronomia Islamica con l'immagine del genio ispiratore della guerra e della stessa legge islamica non in modo negativo cioè in una visione senz'altro più pagana bensì riconoscendoli nella tradizione ebraica e cristiana e non me né vogliano i filosofi, inoltre non era necessariamente una entità malefica come divenne nella tradizione cristiana già in uso per nella stessa visione ebraico-testamentaria ed ebraica precristiana.
6. Belial dalla radice baal che significa signore appare per esempio in 2 Cor 6, 15 in stretto contrasto con Cristo inoltre in quanto figura signorile deve avere un potere di rappresentanza o di dominazione sopra 'territori spirituali dell'anima' come per esempio principati e potestà descritto da Ef 6, 11-12 quindi usando le parole di San Paolo: Belial è storpio signore sopra gli spiriti del male che dominano le regioni celesti, tuttavia trattandosi di spiriti non dobbiamo confonderne le gerarchie con attributi umani per cui somiglianza di titoli o nomi rendono solo più utile una chiara visione di insieme per cui questi spiriti sono del male e per cui non avremmo molto da dire ma possiamo considerarli sia come persone dannate sia come angeli caduti, svolge questo demone un ruolo di rappresentanza burocratica che non è il meno peggio. Inoltre 1Sam 19,13 <<Mical prese allora i terafìm e li pose sul letto. Mise dalla parte del capo un tessuto di pelo di capra e li coprì con una coltre.>> Devono (perlomeno secondo Mical) avere una qualche corrispondenza con i terafim che sarebbero ‘spiriti di ostinazioni’ poste come oggetti a tutela della casa, i confessori sanno bene quali gravi condanne producono le ostinazioni nel peccato per cui: Dio perdona il peccato, ma non la volontà di peccare. Dice San Agostino e come potrebbe?
7. Apollyon dall'ebraico Abaddon che significa perdizione distruzione. Appare in Ap 9, 1-11 in cui si specifica che proviene dal 'pozzo' ed è signore delle cavallette di una particolare specie capace con forme simili agli scorpioni di tormentare gli uomini per cinque mesi, c'è da chiedersi se queste cavallette siano a loro volta angeli caduti oppure emanazioni spirituali di questo demone: che essendo spirituale deve trattarsi di pensieri tormentati e di perdizione cioè usando un linguaggio più evangelico semi di zizzania. Riporto il testo perché interessante dal punto di vista demonologico: <<1 Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; 2 egli aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera. 3 Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. 4 E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. 5 Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. 6 In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà. 7 Queste cavallette avevano l'aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. 8 Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. 9 Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto. 10 Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. 11 Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.>>
Dev’essere senz’altro aperto in quanto meno importante però sebbene privo di un ‘clima politico’ è capace di fare il buono o cattivo tempo.
Senz’altro nella ragione si hanno cose buone e virtuose così si avranno nell’unita e nella non infinita il bene e la speranza del bene così s’affermare la ragione essere unita e ben delimitata e desiderosa del bene e opere di buona speranza.

In canti, o Muse, dispiegate:
il lavoro del campo e del bue,
l’aratro che taglia e frena
il cielo con costellazioni e pena.
Fulgidissime stelle abbacinanti e belle
quanti eroi ivi morenti l’estrema speme
stesero - i fior i campi gli amor i vanti...
Voi da lassù guardate imo a questa pelle.
Una legge nel cuor da tanto silenzio risponde:
<<Essere fu fatto per virtù e sapienza>>
Alle spelonche di questa terra tratta
tacere perché non è virtù, la scienza.
Imago dispiega indiscreto questa tratta
che non è amor bello e si soave?
Perché la cattiva natura mi rese tale?
Perché la malattia non mi fece amare?
Quel fu. Tanto e sì lontano
che sembra tutto un gioco -
pericolo e speranza non son fuoco
non più che non siano già come oggi
il moto del bue nel campo
o l’aratro che la dura terra apre
come una vanga il riposo santo.
AMDG


III - Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; Mc 3, 24


Necessariamente il peccato dei demoni non può essere positivo. Senz’altro il regno dei demoni non è diviso in se stesso, non si reggerebbe. Senz’altro il peccato dei demoni è contro Dio e solo per questo non può essere positivo, senz’altro anche contro Lucifero e gli altri demoni, perché Dio è unità e quindi è positivo mentre se lo fossero Lucifero e gli altri demoni sarebbero unita e quindi positivi. Però Satana non può ribellarsi contro se stesso, che implicherebbe una redenzione da uno stato eterno di dannazione perciò se il regno di Satana è ciò et diviso (Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire Mc 3, 26) non potrà resistere. La nostra via di santità consiste nell’unità dall’idea stessa del bene perché grazia a questa unità lui è diviso quindi vinto. Inoltre <<se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi>> (Mc 3, 25) così necessariamente il peccato della casa non può essere positivo, senz’altro la casa divisa non si può reggere. Senz’altro Lucifero e i demoni sanno tutto questo, e molto di più. Sapendo questo che senz’altro noi non possiamo conoscere perché fatti per il regno dei cieli possiamo dire che devono reggersi, non essendo divisi... dividersi, non reggendosi... perciò cadono <<come la folgore>> (Lc 10, 18.c) Essendo necessariamente in continuazione di divisione la dannazione dev’essere un divenire: altrimenti sarebbero divisi però non reggendosi e non potrebbero essere (cioè reggersi), essendo. Ed è questo assurdo. Dev’essere necessariamente un divenire eterno altrimenti ammetterò una fine della dannazione quindi una unità di ciò che non è bene e quindi sarebbero privi di giudizio e di speranza (perlomeno nell’eternità che precede il giudizio universale, tuttavia se così non fosse dopo di quello si sarebbe in aperta eresia).
Essendo un divenire eterno di qualcosa di indiviso perché altrimenti non sarebbe dev’essere una condizione infernale necessariamente peggiorativa in misura incommensurabile di sé ad ogni monade di Eone (il cui termine indica il particolare “tempo” dell’eternità). Quindi personalmente ho la speranza di non essere dannato con ciò giustifico la tesi di Nietzsche detta:
L’eterno ritorno degli eventi che è un limes conoscitivo in cui l’unità indivisa del bene diventa molteplicità quindi monade. Perlomeno [esso] giustifica la paura dell’inferno. Ho la grande speranza per una serie di motivazione che questo ritorno non appartenga solo al regno dei dannati bensì compartecipi il nostro universo materiale. Tuttavia essendo il tempo cagione del divenire, ed essendo quest’ultimo costituito dalla realtà dev’essere necessariamente l’eterno ritorno degli eventi una condizione possibile, quindi reale.
Però ciò renderebbe al mondo qualcosa che non gli appartiene: unità. Altrimenti sarebbe un bene definito maggior bene dell’idea stessa del bene, perché il mondo sarebbe meglio del mondo ideale, quindi dev’essere questo mondo sotto il giogo di Satana, e quest’ultimo principe di questo mondo. La condizione per cui il regno di Satana è indiviso e ancora può reggersi senz’altro è a causa del mondo che sebbene diviso da Lucifero ancora può reggersi per il bene degli uomini di bene a cui Dio concede il premio di non dannarsi.
Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere. (Wittgenstein)
Senz’altro il peccato dei demoni non è positivo. Come tra l’altro potrebbe esserlo? Se fosse sarebbe una unità e quindi il loro regno, diviso; invece è indiviso e si regge contro le potenze del cielo. Quindi l’unità e la divisione in tre sono prerogative della trinità: una casa può essere unità se questa è in numero di tre e non si può reggere se indivisa, per dimostrazione chi può portare un esempio di una casa indivisa? ( Tra l’altro la divisione per il divisore sette genera molteplicità, cioè è monade di ogni numero e quindi di ogni ulteriore divisione sebbene non è il modus sufficiente). Per questo fu scritto che le case che sono salve <<si divideranno tre contro due e due contro tre>> (Lc 12, 53).
In termini orwelliani: La divisione è unità, senza poter essere diversamente.

IV – Quali diavoli?

I demoni sono verità di fede, verità "disgustosa" e con prudenza per chi ne volesse studiarne ne tracciamo una eziologia.

1. Belzebù che significa il Signore delle Mosche, Karl Arvid Tångberg ipotizzò che il nome Ba’al Zebub potesse avere il significato di "[Statua] di Ba'al con [ornamenti] di mosche", «alla stessa stregua quindi della creatura mesopotamica 'Nintu con le mosche'» chiosava Wolfgang Herrmann, dell'Università di Stoccarda.

2. Lilith appare in Is 34, 14: <<Le bestie del deserto vi incontreranno i cani selvatici, le capre selvatiche vi chiameranno le compagne; là Lilit farà la sua abitazione, e vi troverà il suo luogo di riposo.>> – in particolare la tradizione lo considera una Donna sebbene impossibile in quanto era angelo e non persona quindi angelo caduto perciò forzeremo come avrò modo di ripetere le categorie classiche della filosofia nella loro indagine, in particolare si dice che minacci i bambini maschi non sapendo bene perché eviti le bambine posso dire che conosco la superstizione popolare di far crescere i capelli ai bambini in modo che questo demone si confonda pensando da lontano che siano femmine e quindi non li tormenti.

3. Asmodeo dal persiano aesma daeva che significa spirito dell'ira probabilmente dai termini lontanamente sanscriti per cui il 'deva' cioè lo spirito che procura asma per cui affanno e più propriamente l'ira che toglia il fiato, essendo senza fiato deve essere incapace di parlare quindi chiuso. In quanto i demoni si distinguono in due categorie aperti e chiusi, notoriamente i più pericolosi sono quelli chiusi sebbene non siano da ignorare i primi per ragioni di indagine. Ho sempre pensato che come fossero persone, che non sono bensì angeli dannati per il loro libero rifiuto di Dio, se alcune sono solite parlare e condividere quello che pensano e quindi hanno un animo più femminile altri sono più soliti al silenzio e quindi all’ira propria dell’uomo privo di mitezza.

4. Seirim appare in Is 13, 21 Lev 17, 7 e in Bar 4, 35: <<Un fuoco cadrà su di lei per lunghi giorni per volere dell'Eterno e per molto tempo sarà abitata da demoni.>> Essendo una angelo caduto od un'insieme di angeli per persona e quantità che sono le categorie aristoteliche non si potrebbe dire nulla, tuttavia proviamoci, dev'essere un demone uomo in quanto si rifà con il fuoco contro di lei cioè contro il genere femminile dev'essere quindi un demone di violenza e di silenzio verso costoro. In Lev 17, 7 si parla di prostituzione come atto di questo fuoco, attenzione non accuso la tratta delle donne di essere una cosa buona piuttosto affronterei un milione di inferni, bensì di condannare proprio coloro che si consacrano alle capre.

5. Demonio dal greco demòn che significa genio nella mitologia greco romana e senza troppe certezze penso ed è solo una mia considerazione ciò si sia mantenuto nell'astronomia Islamica con l'immagine del genio ispiratore della guerra e della stessa legge islamica non in modo negativo cioè in una visione senz'altro più pagana bensì riconoscendoli nella tradizione ebraica e cristiana e non me né vogliano i filosofi, inoltre non era necessariamente una entità malefica come divenne nella tradizione cristiana già in uso per nella stessa visione ebraico-testamentaria ed ebraica precristiana.

6. Belial dalla radice baal che significa signore appare per esempio in 2 Cor 6, 15 in stretto contrasto con Cristo inoltre in quanto figura signorile deve avere un potere di rappresentanza o di dominazione sopra 'territori spirituali dell'anima' come per esempio principati e potestà descritto da Ef 6, 11-12 quindi usando le parole di San Paolo: Belial è storpio signore sopra gli spiriti del male che dominano le regioni celesti, tuttavia trattandosi di spiriti non dobbiamo confonderne le gerarchie con attributi umani per cui somiglianza di titoli o nomi rendono solo più utile una chiara visione di insieme per cui questi spiriti sono del male e per cui non avremmo molto da dire ma possiamo considerarli sia come persone dannate sia come angeli caduti, svolge questo demone un ruolo di rappresentanza burocratica che non è il meno peggio. Inoltre 1Sam 19,13 <<Mical prese allora i terafìm e li pose sul letto. Mise dalla parte del capo un tessuto di pelo di capra e li coprì con una coltre.>> Devono (perlomeno secondo Mical) avere una qualche corrispondenza con i terafim che sarebbero ‘spiriti di ostinazioni’ poste come oggetti a tutela della casa, i confessori sanno bene quali gravi condanne producono le ostinazioni nel peccato per cui: Dio perdona il peccato, ma non la volontà di peccare. Dice San Agostino e come potrebbe?

7. Apollyon dall'ebraico Abaddon che significa perdizione distruzione. Appare in Ap 9, 1-11 in cui si specifica che proviene dal 'pozzo' ed è signore delle cavallette di una particolare specie capace con forme simili agli scorpioni di tormentare gli uomini per cinque mesi, c'è da chiedersi se queste cavallette siano a loro volta angeli caduti oppure emanazioni spirituali di questo demone: che essendo spirituale deve trattarsi di pensieri tormentati e di perdizione cioè usando un linguaggio più evangelico semi di zizzania. Riporto il testo perché interessante dal punto di vista demonologico: <<1 Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; 2 egli aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera. 3 Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. 4 E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. 5 Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. 6 In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà. 7 Queste cavallette avevano l'aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. 8 Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. 9 Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto. 10 Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. 11 Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.>>
Dev’essere senz’altro aperto in quanto meno importante però sebbene privo di un ‘clima politico’ è capace di fare il buono o cattivo tempo.


V - Conclusione

Non credere all'inferno significa molto probabilmente andarci, così conoscerne alla luce del magistero e nella sequela della santa madre chiesa cattolica e apostolica le cose e varie specie ne è una forma di attaccamento alla fede alla luce dell'ignoranza di coloro che si dicono tanto sicuri che certe cose non esistano o che siano significati o significanti di non ben chiaro "altro" e per certo siamo convinti che lo studio attento e carismatico delle sacre dottrine può essere di sicuro beneficio per l'umanità tutta redente con il sacrificio doloroso della croce di Cristo.


© S. A. G. Govoni
Ad Maiora Dei Gloria
Dettagli
Publisher
6 download