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Ho voluto trattare in questa tesina la produzione del pane che è un alimento che riveste un ruolo fondamentale nella vita di ogni giorno.
Ancora oggi, a distanza di millenni dalla sua “invenzione”, rimane un punto fermo e insostituibile nell’alimentazione degli uomini di tutto il mondo; ed è una delle poche creazioni dell’uomo che è resistita nel corso del tempo, ed è uno degli alimenti di primaria importanza di oggi.
Ed è per queste sue caratteristiche che ho voluto svolgere la mia tesina su questo prodotto, anche data la mia esperienza di stage scolastico che ho svolto nel Panificio “Frati” di Fidenza.
Premessa
Ho voluto trattare in questa tesina la produzione
del pane, il quale è un alimento che riveste un
ruolo fondamentale nella vita di ogni giorno.
Ancora oggi, a distanza di millenni dalla sua
“invenzione”, rimane un punto fermo e
insostituibile nell’alimentazione degli uomini di
tutto il mondo; ed è una delle poche creazioni
dell’uomo che è resistita nel corso del tempo,
ed è uno degli alimenti di primaria importanza
di oggi.
Ed è per queste sue caratteristiche che ho
voluto svolgere la mia tesina su questo
prodotto, anche data la mia esperienza di stage
scolastico che ho svolto nel Panificio “Frati” di
Fidenza.
«Il pane è un dono generoso della natura, un
cibo insostituibile... Si addice ad ogni ora del
giorno, ad ogni età della vita, a ogni persona. È
così connotato all'uomo che ce ne nutriamo, si
può dire, fin dalla nascita e non ce ne
stanchiamo mai fino alla morte».
3
Agronomo Francese
Introduzione
Dal punto di vista legale (L 4/7/1967 n 580), con
il termine pane si intende “il prodotto ottenuto
dalla cottura di una pasta, convenientemente
lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua
e lievito, con o senza l’aggiunta di sale
comune”. Il pane è un
simbolo di
genuinità ed è
irrinunciabile e di
vitale importanza
per l’uomo.
La produzione e il
consumo di pane
risale a migliaia
di anni fa.
Con tutta
probabilità venne
inizialmente mangiato crudo, poi cotto ma non
lievitato e infine lievitato e cotto come lo
conosciamo noi. 4
Il pane è un prodotto composto da ingredienti
semplici, la cui qualità, unita all’esperienza del
panificatore, ne determinano le qualità
organolettiche.
La Mia Esperienza
Nell’Ottobre del 2007 ho svolto lo stage presso
il Panificio “Frati” di Fidenza, che si trova di
fronte all’Istituto Solari.
Il forno è a conduzione familiare.
Si può dire che il forno è diviso in due parti: il
laboratorio e il negozio.
Nel laboratorio ci sono tre impastatrici grandi
che vengono utilizzate principalmente per fare il
pane e pizze/focacce, e due impastatrici più
piccole che vengono utilizzate una, per fare la
pasta integrale mentre l’altra per la pasta
sfoglia e altro. Inoltre vi sono quattro formatrici:
la più grande serve per fare: pugliesini,
francesini…, una per arrotolare le baguette e
fare altri tipi di pane, una apposta per fare le
palline che vengono utilizzate per fare rosette e
altro. I forni elettrici sono due e due le celle di
lievitazione. 5
La mia giornata lavorativa iniziava alle quattro e
terminava verso le dieci.
Appena arrivavo iniziavo a preparare le rosette,
i pugliesini, i francesini, le baguette e tagliavo i
barilini, poi aiutavo a fare le ciabatte e stendevo
le pizze e le focacce nelle teglie.
A lavoro finito riempivo di crema i cornetti o
zuccheravo i bomboloni che venivano portati
direttamente in negozio.
Lievitate le rosette, mentre uno fornaio le
stampava (con una formina gli dava la sua
classica forma) io le giravo a testa in giù, dopo
le rimettevo nella cella per finire la lievitazione.
Inoltre aiutavo a tagliare le pizze, le focacce e
facevo i cornetti che venivano utilizzati il giorno
dopo.
In queste due settimane di stage mi sono
trovata molto bene, anche se alcune volte è
stato un po’ faticoso svegliarsi presto, ma la
maggior parte delle volte il tempo passava
velocemente e la stanchezza quasi non si
sentiva.
Le origini del pane risalgono al periodo neolitico,
quando l’uomo incominciò a coltivare i primi
cereali; il prodotto finito più che pane sembrava
una poltiglia senza forma.
Nel momento in cui impararono a macinare il
grano con il mortaio, qualcuno capì che
lasciando la miscela vicino al fuoco, questa
s’induriva. 6
In questo modo si arrivò ad ottenere i primi pani
senza lievito.
La scoperta del lievito si deve agli Egiziani i
quali notarono che, lasciando riposare la pasta
per un po’ di tempo, il pane diventava più
leggero e voluminoso.
I Greci aggiunsero nuovi aromi e sapori nella
lavorazione, riuscendo a produrre oltre 72 tipi di
pane; sono stati però i Romani a dare alla
lavorazione del pane un valore artigianale con
l’uso di farine bianche e più dolci.
A Roma i forni pubblici nacquero nel 168 a.C..
Da allora si fecero pochi progressi nella
lavorazione del pane, fino al 1630 dove fu
introdotto l’uso del lievito per accelerare la
fermentazione dell’impasto (prima
aggiungevano un impasto fermentato tutta la
notte allungando cosi il processo di
lavorazione).
La qualità del pane consumato dai ricchi era
differente da quello consumato dai contadini:
questi dovevano mescolare il frumento con
l’orzo, la segale e perfino l’avena; e il pane cosi
prodotto era di misera qualità.
Durante tutti questi secoli fino alla rivoluzione
industriale, l’evoluzione della panificazione fu
molto lenta.
I cambiamenti più importanti furono possibili
grazie: ai nuovi sistemi di macinazione,
all’impiego di macchine per impastare e
raffinare, ai forni a gas ed elettrici a cottura
continua, ai nuovi ingredienti capaci di dare
maggiore forza alle farine consentendo un
maggior assorbimento d’acqua dell’impasto. 7
La guerra del 1915-1918 furono gli anni della
pasta grigia, del pane integrale e dei suoi
surrogati.
Comunemente in molteplici occasioni e in
differenti epoche, la storia del pane è sempre
stata legata a movimenti sia politici sia
economici.
Il prezzo del pane ebbe un ruolo rilevante al
tempo della Rivoluzione Francese e durante la
politica d’espansione romana.
Vespasiano era consapevole che chi distribuiva
pane aveva il controllo di una città, tanto è vero
che preparò la sua scalata al potere
appropriandosi prima dei magazzini e dei silos
di grano, poi controllando la distribuzione dei
cereali.
I fornai hanno sempre avuto la fama d’essere
rivoluzionari poiché i forni, dato il loro insolito
orario di lavoro, erano luoghi ideali per le
riunioni clandestine. 8
Classificazione
Del Pane
La classificazione del pane varia a seconda dei
paesi in cui viene prodotto e ognuno di questi,
in linea di massima, prevede delle apposite
leggi che né regolano la produzione e la
definizione.
Una prima classificazione è relativa all’uso del
lievito e si hanno pani lievitati, quello più
comune, e pani non lievitati.
Altre caratteristiche che né consentono la
classificazione sono il colore, il tipo di crosta, la
friabilità e il rapporto fra volume e peso.
La farina con cui si produce il pane determina
sia il colore che la classificazione, la farina più
comunemente utilizzata per la produzione del
pane è quella di grano tenero con la quale si
ottiene il “pane bianco”; oppure integrale, più
9
ricca di fibre, con la quale si ottiene un pane più
scuro, detto “pane integrale”.
La farina di frumento tenero può essere
miscelata con farine di altri cereali, come per
esempio segale, orzo, riso, avena, farro,
granoturco, cosi come il miglio e la soia.
In questo caso il pane prende il nome della
farina con cui è prodotto, come per esempio
“pane di segale” o “pane di soia”.
Esistono anche pani prodotti esclusivamente
con queste farine senza l’aggiunta di quella di
frumento.
Un’altra importante e vasta classificazione del
pane dipende dagli ingredienti con cui viene
prodotto, in genere grassi, condimenti, spezie e
ingredienti aromatici, che danno luogo al “pane
speciale” o “pane condito”.
I condimenti che tipicamente vengono utilizzati
per la produzione di pane speciale sono lo
strutto, il burro o l’olio d’oliva.
Altri ingredienti utilizzati per la preparazione
dell’impasto sono il latte, la birra, il vino, lo
yogurt. 10
Elementi
Fondamentali Per
Ottenere Il Pane
La farina è il principale ingrediente nella
produzione del pane.
Ma non tutti i cereali sono adatti per la
preparazione del pane, ma solo quelli ricchi di
proteine insolubili in acqua ed in particolare di
gliadina e glutenina che, durante l’impasto
formano il glutine.
Il cereale più importante è il frumento, dal quale
si ottengono due tipi di sfarinati: la farina bianca
che deriva dal grano tenero (Triticum Vulgare) e
la semola che deriva dal grano duro (Triticum
Durum). 11
La farina di grano tenero è utilizzata per la
produzione di pane e dolci, mentre dalla semola
si ottiene la pasta.
Per legge le farine destinate al commercio
devono possedere determinati requisiti.
Ad esempio, la differenza tra la farina di tipo 1 si
deve al tipo di “macinazione” al quale il grano
d’origine è stato sottoposto.
La macinazione consiste nella rottura del chicco
attraverso laminatoi a cilindri ruotanti in senso
opposto l’uno all’altro, con passaggi sempre più
fini, e varie setacciature che eliminano le
sostanze residue.
Più sono numerosi i passaggi, più la farina è
raffinata.
La farina 00 è il grado più alto di raffinazione,
segue la farina di tipo 0 e quella 1.
Composizione Chimica
La composizione chimica della farina dipende
dal tasso d’abburattamento e dalle
caratteristiche del grano; di solito le variazioni
possono essere:
- amido 64-71%
- proteine insolubili 9-14%
- proteine solubili 1-2%
- zuccheri 2-4%
- grassi 1-2%
- sostanze minerali 0,3-0,7%
- acqua 11-15%.
Da Cosa E’ Costituita 12
Le sostanze più importanti che compongono la
farina sono:
- enzimi;
- carboidrati;
- proteine;
- sali minerali.
Gli enzimi sono le sostanze che svolgono il ruolo
fondamentale nella panificazione.
Si suddividono in: amilasi e proteasi.
L’amilasi attacca l’amido della farina,
producendo l’alimento fondamentale per i
lieviti.
La proteasi attacca il glutine rendendolo più
elastico.
La farina contiene alcuni zuccheri riducenti
come glucosio e maltosio, derivati dall’idrolisi
dell’amido, che insieme con la destrina
rappresentano i fattori critici nella
fermentazione.
Nel caso in cui la farina contiene una bassa
quantità di zuccheri, questo difetto può essere
corretto con l’aggiunta di malto.
Le proteine più importanti sono di 2 tipi: solubili
e insolubili.
Le più importanti sono la gliadina e la glutenina.
Queste due proteine durante l’impasto si legano
assieme e formano il glutine.
Il glutine è una proteina complessa che crea un
reticolo all’interno della massa di farina e
acqua, rendendola compatta, elastica e capace
di trattenere i gas che si sviluppano al suo
interno, cosi formano delle bolle che danno la
caratteristica struttura spugnosa. 13
Forza Della Farina
La forza della farina è legata in special modo al
contenuto di proteine.
A seconda di quanto glutine contiene una data
farina, l’impasto con l’acqua sarà più o meno
resistente ed elastico, e varierà anche il tempo
necessario per la lievitazione.
La forza della farina si misura con apposite
prove meccaniche sull’impasto (prova di
estensibilità o di resistenza).
La forza si indica con il fattore di panificabilità
W, che però di norma non è indicato nelle
confezioni in commercio in quanto decifrabile
solo dai tecnici del settore (panificatori,
pasticceri,…).
Un alto contenuto di W indica un alto contenuto
di glutine; questo vuol dire che la farina
assorbirà molta acqua, l’impasto sarà resistente
e tenace e che lieviterà lentamente, perché le
maglie del reticolo di glutine saranno fitte e
resistenti.
Viceversa, un W basso indica una farina che ha
bisogno di poca acqua e che lievita in fretta, ma
che darà un impasto (e un pane) leggero e poco
consistente.
Quindi una farina forte:
assorbe una maggiore quantità di acqua
nell’impasto;
rende l’impasto più resistente e tenace.
Esiste un’indicatrice per classificare le farine in
base alla loro forza: 14
fino a 170 W (farine deboli): farine per
biscotti, cialde, grissini, piccola pasticceria.
Assorbono circa il 50% del loro peso in
acqua.
da 180 a 260 W (farine medie): farine per
impasti lievitati che necessitano di una
media quantità d’acqua (o altri liquidi),
come pane francese, all’olio o alcuni tipi di
pizza. Assorbono dal 55 al 65% del loro peso
in acqua e sono quelle più usate
comunemente in pizzeria.
da 280 a 350 W (farine forti): farine per
impasti lievitati che necessitano di una
elevata quantità di acqua (o altri liquidi)
come babà, brioches, pasticceria lievitata
naturalmente e pizza. Assorbono circa il 65-
75% del loro peso in acqua.
oltre i 350 W (farine speciali): farine