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Tesina che descrive le varie fasi per la creazione delle varie tipologie di pane. Argomenti trattati: il pane, la lievitazione, gli ingredienti per fare il pane, le varie tipologie di pane esistenti.
Il pane viene cotto in forni elettrici., l ’infornamento
può avvenire con la pala o con sistemi meccanici per
mezzo di telai.
Nel caso di infornate miste, poiché il pane deve
essere cotto nelle migliori condizioni è necessario
introdurre nel forno prima le pezzature più grosse.
Prima dell’infornamento, il forno deve essere portato
alla temperatura che va dai 240° C ai 250° C, ma
può essere anche
differente secondo il
tipo e la costruzione
del forno.
La maggior parte dei
tipi di pane devono
essere cotti con il
vapore, per
mantenere integra la
pellicola che si è
formata sulla
superficie delle forme durante la lievitazione, e di
evitare una cottura prematura della crosta in modo
da ottenere una bella forma e di aumentare il
volume del pane.
La cottura in forno saturo di vapore conferisce alla
crosta un colore giallo-dorato e una brillantezza che
non si riscontra nella cottura senza vapore, con la
quale si ha un pane di colore grigio-paglia e
d’aspetto opaco.
In ogni caso non si deve iniziare la cottura del pane
fino a quando il vapore nel forno non raggiunge
almeno il 75%.
Durante la cottura avviene:
a 40-45° C i lieviti muoiono;
a 100° C l’impasto diventa rigido;
a 120-140° C la crosta solidifica e comincia a
diventare gialla a causa della trasformazione
degli amidi;
a 140-150°C: avviene la caramelizzazione di tutti
gli zuccheri;
a 150-200°C: si formano dei composti di colore
bruno e composti aromatici.
La temperatura del forno e la durata della cottura
variano secondo la pezzatura e il tipo di pane.
Di solito è:
45-50 minuti per i pani da 2 Kg;
30-40 minuti per i pani da 900 Kg;
20-30 minuti per i pani da 500 Kg;
13-18 minuti per i pani di piccola pezzatura.
Una volta che il pezzo di pasta è messo nel forno, il
calore si propaga verso l’interno dell’ambiente
attraverso la superficie inferiore.
In questa fase dall’interno all’esterno vi è un
movimento d’acqua che arrivata in superficie
evapora perciò la temperatura che s’instaura sul
prodotto tende a diminuire verso l’interno.
Andando avanti con la cottura diminuisce l’acqua
che raggiunge la superficie ed evapora, perciò si ha
un graduale aumento della temperatura sulla
superficie esterna che provoca la formazione della
crosta.
IL pane è ottenuto per lievitazione e cottura di un
impasto formato da farina, acqua, lievito e sale.
Durante le fasi della lavorazione succede:
impastando la farina con acqua si forma una
massa elastica in seguito all’interazione tra
l’acqua, l’amido e le proteine (che sono i due
costituenti principali della farina);
il lievito presente nell’impasto decompone gli
zuccheri presenti in piccola quantità nella farina
o formatosi dall’amido, e li trasforma per
fermentazione in alcol etilico e anidride
carbonica;
l’anidride carbonica si libera come gas che cerca
di uscire dalla massa dell’impasto, e lo fa
gonfiare formando le bolle che caratterizzano la
mollica;
la pasta ottenuta è fatta riposare per un paio
d’ore e dopo viene cotta alla temperatura che
può andare dai 150° ai 250°C in forni elettrici o a
legna;
nella fase di cottura il pane assume l’aspetto e il
carattere croccante.
Pane di Altamura Dop
Il pane di Altamura è
ufficialmente il primo
prodotto in Europa ad avere il
marchio Dop nella categoria
merceologica “Panetteria e
prodotti da forno”.
Il pane di Altamura è un pane tipico pugliese
ottenuto da un impasto di semola di grano duro,
rimacinata molto ricca di glutine, a lievitazione
naturale e cotto nel forno a legna.
La zona di produzione comprende i comuni della
provincia di Bari.
Il prodotto si ottiene secondo l’antico sistema di
lavorazione, che prevede l’uso di lievito madre o
pasta acida, sale marino e acqua.
La pagnotta di peso non inferiore a 0.5 Kg, presenta
due forme tradizionali: u shcuanète
la prima è chiamata localmente
- (pana accavallato), è alta, accavallata, senza
baciatura ai fianchi; a cappid d prevévt
la seconda chiamata (a
- cappello di prete), non presenta baciatura.
La crosta deve possedere uno spessore non inferiore
a 3 mm, la mollica deve essere di colore giallo
paglierino, l’umidità non deve superare il 33%.
La Coppia Ferrarese
La Coppia Ferrarese ha ottenuto il marchio Igp, e dal
27 febbraio 2004 si è costituito il Consorzio di Tutela
per la Coppia Ferrarese IGP.
La Coppia Ferrarese è formata
da due pezzi di pasta uniti a
forma di nastro nella parte
centrale, ciascuno con le
estremità ritorte in modo da
formare un ventaglio di quattro
corna, le cui estremità sono dette crostini.
Ogni forma ha un peso tra gli 80 e i 250 grammi.
Il colore è dorato con venature quasi bionde e un
odore penetrante e gustoso.
Pane Casereccio di Genzano IGP
E' stato il primo pane in Europa ad ottenere il
riconoscimento IGP,
viene prodotto nel
comune di Genzano
(Roma).
Si confeziona a forma
di pagnotta con
“baciatura ai fianchi” o
di filoni rotondi e lunghi
con un peso variabile
da 0,5 a 2,5 kg.
La crosta, dello spessore di 3 mm, ha un colore
marrone scuro; la mollica si conserva a lungo soffice
e spugnosa.
Viene prodotto utilizzando farina di grano tenero,
acqua, lievito naturale e sale.
L’impasto viene fatto lievitare per circa un’ora e
successivamente trasformato in pagnotte e filoni,
dopo di che viene messo a riposare in casse di legno
con teli di canapa e spolverato con cruschello o
tritello; viene posto in ambienti caldi per una
seconda lievitazione (circa 40 minuti) e quindi cotto
al forno alla temperatura di 300°-320°C.
Pane Carasau o Carta Di Musica
Il pane carasau è tipico pane sardo originario della
Barbagia, conosciuto anche col
nome di carta musica, proprio
per la sua caratteristica
sottigliezza.
È di antichissima tradizione
sarda, si presenta come un disco
sottilissimo di colore chiaro,
croccante e friabile, si ottiene
con la semola e pochissima
lievitazione.
La sua principale caratteristica è la durata (2/3
mesi), cosi da renderlo un prodotto ad alta
commerciabilità.
Pane Nero
Pane nero è un tipo di pane di colore più scuro,
usato in sostituzione al
pane bianco, soprattutto
nelle regioni di lingua
tedesca.
Questo pane viene impastato usando la farina di
segale, al posto di quella bianca, dato che la segala
era maggiormente resistente ai climi freddi tipici dei
paesi montani, ma anche all'aridità.
In Alto Adige esistono storicamente tre variazioni di
pane nero:
Vinschger Paarl:
il questo pane viene impastato
usando farina di segale e grano; il panino viene
ottenuto unendo due pani rotondi e piatti, da qui
il nome “paarl”, ovvero coppia;
Schüttelbrot
il (pane scosso), la schiacciata
tradizionale della val d'Isarco. Il nome del pane è
dovuto al fatto che l'impasto a tre quarti della
lievitazione viene battuto e appiattito utilizzando
un’assicella di legno rotonda;
Pusterer Breatl
il della val Pusteria, si ottiene
impastando farina di segale e di grano.
Il pane è un alimento ricco d’acqua, pertanto, è
possibile che, se non correttamente conservato,
cambi facilmente i suoi caratteri organolettici
principali : consistenza ed aroma.
La perdita d’acqua, infatti, può rendere il pane
“gommoso”, o al contrario “duro”.
In genere il pane è un alimento sicuro, in quanto alle
temperature di cottura, con cui viene trattato in fase
di preparazione, viene uccisa la totalità degli agenti
patogeni.
Il pericolo deriva dalla probabile formazione di
muffe, evento facile se il pane non è conservato
correttamente.
Il pane può essere conservato a temperatura
ambiente, in luogo asciutto in quanto una eccessiva
umidità può dar luogo alla formazione di muffe,
anche dopo 1 o 2 giorni.
E’ bene metterlo in appositi cestini o contenitori, al
riparo dalla polvere e dagli insetti, eventualmente
entro appositi sacchetti per alimenti, puliti,
traspiranti fatti di carta per alimenti.
Il pane può essere congelato una sola volta e deve
essere scongelato in luogo pulito e non umido.
È consigliabile avvolgerlo in fogli d’alluminio; se si
tratta di un pane di grande dimensione, è opportuno
dividerlo in pezzi prima di metterlo nel congelatore.
Lo scongelamento può avvenire in molti modi, a
temperature ambiente, nel forno o nel forno a
microonde.
Pane Filante
Il pane filante è una malattia che si viene a creare da
un afflosciamento della mollica che diventa umida,
untuosa e assume colorazioni che possono andare
dal giallo al grigio chiaro o scuro con odore
sgradevole.
La malattia non si manifesta all’esterno, ma solo al
momento del taglio del pane, dove una parte della
mollica aderisce al coltello e compaiono dei filamenti
bianchi.
Il consumatore è quindi il primo a costatare questa
malattia, perciò il panificatore si troverà nella
situazione di rendersi conto della malattia attraverso
i reclami della clientela.
Più la malattia è in un elevato stato d’avanzamento
e maggiormente la mollica si presenta floscia e
viscosa, contemporaneamente si sviluppa un sapore
cattivo.
Questa malattia è dovuta al B. Mesenthericus o
subtilis, si riscontra particolarmente nella stagione
calda e con pane prodotto con farina di tipo 0 o 1,
dove può essere ottenuta da mulini che non
dispongono d’apparecchiature di lavaggio, oppure
confezionato in panifici con ambienti tenuti in cattive
condizioni igieniche.
L’infezione si verifica in genere dopo due giorni dalla
cottura del pane e con impasti non adeguatamente
acidi.
Per ridurre il rischio di questa malattia, oltre a
migliorare l’igienicità dell’ambiente di lavoro, si può
agire sul pH dell’impasto (valore ottimale 5,5).
Si deve curare con la massima attenzione la durata
di fermentazione, dove una fermentazione troppo
lunga o una temperatura elevata favoriscono questo
fenomeno.
Altre precauzioni che si possono prendere per ridurre
i rischi della formazione di questa malattia sono: una
buona cottura del pane in modo da abbassare
l’umidità della mollica e un rapido raffreddamento
dopo la cottura, non a temperature troppo basse in
quanto si avrebbe una condensazione dell’umidità
sotto la crosta che favorirebbe la formazione del
pane filante.
Una volta che ci si è resi conto dell’esistenza del B.
Mesenthericus è permesso dalla legislazione italiana
l’aggiunta agli impasti di sostanze chimiche come
l’acido lattico e l’acido acetico, che abbassano il pH
dell’impasto.
Ammuffimento
Al contrario del pane filante, la muffa si comincia a
sviluppare sulla superficie del pane.
La temperatura di cottura rende sterile l’esterno del
pane che però immediatamente dopo rappresenta,
per le condizioni ideali d’umidità e di temperatura,
un ottimo terreno di coltura su cui le spore della
muffa, che si trovano nell’atmosfera, si depositano e
si moltiplicano.
Numerosi sono i tipi di funghi che sono la causa della
muffa.
Si possono
distinguere dal loro
colore: bianco,
grigio, verde, giallo
e nero.
Il pane, con la sua
composizione
chimica,
rappresenta un
terreno nutritivo
ideale per la crescita dei microrganismi, soprattutto
in quei tipi in cui l’umidità è maggiore del 20%.
Fattore fondamentale per lo sviluppo delle muffe è
l’ambiente del panificio; si calcola che in un panificio
cadano mediamente sul pavimento dalle 5 alle10
mila spore al m di superficie, quantità che tende ad
2
aumentare in particolare in estate e autunno quando
nell’aria c’è una maggiore presenza di spore fungine.
Il pane ammuffito è in commestibile e quindi non
può essere venduto e nell’eventualità che sia il
consumatore a scoprire la muffa, gli si deve
sostituire il prodotto acquistato.
Per ottenere risultati positivi è necessario agire
seguendo diverse vie e cioè operando:
sulle condizioni igieniche dei locali delle persone
addette e degli strumenti;
con aggiunta di sostanze chimiche nell’impasto e
sulla sipeficie del pane;
scegliendo, nel caso di prodotti confezionati,
opportuni involucri di plastica;
effettuando trattamenti termici di sterilizzazione
sul pane confezionato.
Un aspetto tecnologico da curare è la cottura; una
buona cottura consente di avere un basso
contenuto d’umidità, ma ciò non è sufficiente se
non si cura anche il
raffreddamento,
facendo attenzione
a non confezionare
il prodotto ancora
caldo perché si
avrebbe una
condensazione