Sintesi
IL SUDAFRICA E L’APARTHEID

GEOGRAFIA: IL SUDAFRICA
Il Sudafrica si trova nell’estremo sud del continente Africano (confina a Nord con la Namibia, il Botswana e lo Mozambico). Al suo interno ci sono due stati indipendenti: lo Swaziland e il Lesotho.
Si affaccia sull’Oceano Atlantico e quello Indiano.
Il territorio sudafricano è quasi interamente occupato da un altopiano con alcuni rilievi come il Monti dei Draghi.
Le coste occidentali e orientali sono piatte e uniformi, mentre quelle meridionali sono più rocciose con forti insenature
Il fiume più importante è l’Orage.
Il clima è vario: sulla costa sud-occidentale si trova un clima di tipo mediterraneo, sull'Oceano Indiano il clima è più umido tropicale con precipitazioni abbondanti andando verso l'interno il clima diventa più arido e si trova la savana andando sempre più a nord si trovano anche zone desertiche.
La colonizzazione del Sudfrica ebbe inizio nella seconda metà del '600 da parte dei coloni olandesi (boeri); alla fine del '700 arrivarono gli inglesi; dopo ci fu la guerra anglo-boera tra il 1899 e il 1902 per il controllo dell’area perché si erano scoperti i giacimenti minerari.
Gli inglesi presero il controllo e nel 1910 nacque l’Unione Sudafricana che poi si trasformò in Repubblica Sudafricana nel 1960 dopo l’indipendenza.
Nel 1948 entrò in vigore il regime dell’apartheid (di cui parlerò in storia) che terminò nel 1994.
La popolazione si concentra nelle zone costiere dove c’è un clima più favorevole, anche per la coltivazione.

La capitale amministrativa è la Città del Capo mentre quella amministrativa è Pretoria. Altre città importanti sono Johannesburg, Durban e Port Elizabeth.
La Repubblica Sudafricana ha un'economia ricca, la più sviluppata dell’Africa. Dopo la fine dell'Apartheid il Paese ha attirato investimenti stranieri e ha stretto importanti relazioni commerciali con gli altri Stati africani.
L’agricoltura è abbastanza sviluppata. La produzione agricola del paese comprende mais, canna da zucchero, frumento, orzo, sorgo, patate, tabacco, avena e miglio e anche la frutta come: agrumi(pompelmi e limoni) e mele,pere e uva.
I terreni sono riservati all’allevamento di bovini, suini, ovini e pollame. E sviluppata anche la pesca di merluzzi, sardine e acciughe.
Si trovano foreste di eucalipti e pini (che si trovano sui versanti marittimi), c’è quindi l’esportazione di legname.
C’è anche l’esportazione di risorse minerarie come oro e argento ma anche carbone. Però l’estrazione e la commercializzazione è in mano ad una sola compagnia: De Beers
Il settore secondario è particolarmente attivo nei settori siderurgico, chimico, petrolchimico, agroalimentare, cartario, tessile, delle autovetture e dei veicoli commerciali.
Nel settore terziario troviamo il sistema delle comunicazioni che è attivo ed efficiente.
Esistono ottime strade asfaltate, una buona compagnia aerea di bandiera e una discreta rete ferroviaria.
Non esistono vie navigabili interne ma i porti sulla costa assicurano servizi di buon livello.
Anche le attività turistiche sono importanti: il Sudafrica è il secondo paese africano per numero di visite.
I principali problemi del paese sono quelli condivisi da gran parte del continente africano e cioè la povertà ( non solo economica ma anche di istruzione e assistenza sanitaria) e la diffusione dell’AIDS. Problemi che colpiscono la maggioranza nera e che sono stati amplificati in passato dall’apartheid.


STORIA: L'APARTHEID

Apartheid è una parola in lingua afrikaans che letteralmente significa “separazione”.
In Sudafrica, i neri e i meticci costituivano l'80% circa della popolazione invece i bianchi si dividevano in coloni di origine inglese, che erano più concilianti nei confronti dei neri, ed afrikaner di origine olandese, che costituivano la maggioranza ed erano più favorevoli ad una politica razzista.
Con le elezioni del 1928 vennero introdotti nel paese i primi elementi di segregazione razziale, ma nel 1939 che Jan Smuts (ex capo del governo sudafricano) ritornò al potere ed il nazionalismo afrikaner non poté proseguire il suo progetto politico.
Durante la seconda guerra mondiale una parte di afrikaner vennero influenzati dal nazismo.

L'apartheid prese definitivamente forma nel 1948. Le principali leggi che costituivano il sistema erano:
l’obbiettivo principale era quello di separare i bianchi dai neri, quindi farli utilizzare diverse strutture pubbliche (come marciapiedi, ospedali, bagni, autobus e spiaggie)

la proibizione dei matrimoni misti

i cittadini era registrati in base alle loro caratteristiche razziali e non avevo il diritto di voto

i neri non potevano andare nelle zone abitate dai bianchi se non avevano un speciale passaporto

c’erano le discriminazioni razziali in campo lavorativo e ai neri ostacolavano l’istruzione

i neri erano costretti ad andare a vivere nei bantustan che erano dei ghetti per la popolazione nera sottoposti al controllo del governo, dove erano privati di ogni diritto civile e politico
Nel 1956 la politica di apartheid fu estesa a tutti i cittadini di colore, compresi gli asiatici.

Iniziò quindi la lotta contro l’apartheid
All’inizio sia neri che bianchi organizzarono proteste contro l’apartheid ma vennero subito soffocate dalla polizia.
Nei primi anni '60, l'ala armata dell’ANC (African National Congress, la più grande organizzazione politica che includeva i neri, di stampo socialista), iniziò a usare la forza, facendo azioni di sabotaggio alle centrali elettriche e altre infrastrutture. (motivo di arresto del futuro presidente Nelson Mandela).
Dal 1976, molti insegnanti si rifiutarono di insegnare solo in afrikaans (come era stato imposto) furono licenziati e anche gli studenti che si rifiutarono vennero espulsi. La rivolta si estese e l’unica soluzione del governo fu quella di chiudere le scuole.
Una marcia di protesta fu organizzata nel distretto nero di Soweto (Johannesburg) il 13 giugno 1976.
Circa 20.000 organizzarono una marcia di protesta nel distretto nero di Soweto a Johannesburg il 13 giugno 1976. Lo scontro con la polizia avvenne quasi subito. La polizia represse i tumulti con grande violenza e tutto ciò fu filmato dai giornalisti internazionali che diffusero subito le violenze.

Allora alcuni stati internazionali fecero delle sanzioni economiche al Sudafrica e non lo fecero partecipare alle Olimpiadi fino agli anni 80
Nel 1990 il nuovo presidente de Klerk liberò Nelson Mandela dalla prigione e permise all’ANC di partecipare all’elezioni. L’ANC vinse le prime libere elezioni del 1994 e Mandela divenne il primo presidente nero nella storia del Sudafrica.
Ciò decretò la fine dell'apartheid e l'inizio di una nuova era.
L'anniversario delle elezioni del 27 aprile è giorno festivo in Sudafrica, la Festa della libertà.

INGLESE STEVE BIKO
I’m going to talk about Steve Biko because he is one of the most rappresentative figures who fought against apartheid, less important than Nelson Mandela but very impressive for the South African people and for the whole world.
Stephen Bantu Biko was born in 1946 in King William’s Town in South Africa.
Biko's father died when he was four years old.
He was raised and educated in a Christian home. Biko was a magnetic, eloquent, tall, and large-proportioned person, he inspired love and loyalty.
He attended a White medical school in Durban and became interested in anti-apartheid politics. There, in 1968, he formed the SASO (that is the South African Students' Organization), an activist group seeking equal rights for South African black people.
In 1970 he married Ntsiki Mashalaba, a nursing student in Durban.
In 1972 he became president of the Black People’s Convention, which worked to raise awareness about civil rights and anti-apartheid issues.

But then Biko was expelled from medical school and ‘ banned’ by apartheid government for ‘anti-establishment’ behaviour.
The ban meant that he could not leave his home town, nor make speeches in public. It was also forbidden to talk about him or mention his name.
Still Biko continued to work for black consciousness. This led to repeated detentions and caused him to be placed in security many times.

In September 1977 Steve Biko was arrested and died from brain damage (danni al cervello) after being beaten by police officers while in detention. Initially the police said he had died because of a hunger strike, then that he had fallen and hit his head.
Five policemen were accused of killing Steve Biko, but they were released due to lack of evidence.
Biko's death echoed (eco) around the world, despitethe repeated attempts made to silence his history.
Throughout his short life Biko encouraged black people to take consciousness of their rights and to struggle against white rules. He dreamt of South Africa where blacks and whites could live together, but he died without seeing the end of apartheid that happened only in 1994.

To Biko was dedicated the film Cry Freedom and the song "Biko" by Peter Gabriel.
(also in the USA the African Americans because of their skin color, they did not have the same rightsthat white people did for a long time.
The modern system began in the 1950s. )

ED. FISICA: LA PARTITA RUGBY DEL 1995 (Sudarica-Nuova Zelanda)
Quando l’apartheid finì la pace tra bianchi e neri non era poi così scontata, quindi Nelson Mandela si convinse che ospitare i mondiali di rugby in Sudafrica sarebbe stata una grande occasione per trovare un elemento comune di unità per una popolazione così divisa.
Il rugby – portato in Sudafrica dai Paesi Bassi e dalla Germania alla fine dell’Ottocento – era generalmente considerato uno sport per bianchi. La squadra sudafricana:Springboks, infatti era composta da 26 giocatori di cui solo uno nero.
Decise di incontrare il capitano della nazionale di rugby, François Pienaar, per motivarlo e farlo sentire il rappresentante di un nuovo Paese tra loro nacque un rapporto di amicizia e fiducia. Mandela credeva anche che la nazionale potesse vincere i mondiali. A tutti questo sogno pareva impossibile ma lui ci continuava a credere
Gli Springboks uscirono ad arrivare alla finale che si giocò il 24 giugno del 1995 nello stadio di Ellis Park a Johannesburg.
La partita fu giocata contro la squadra dalla Nuova Zelanda gli All Blacks, giocatori molto forti.
Dopo il primo tempo il primo tempo il Sudafrica era in vantaggio di 9-6, ma la Nuova Zelanda recuperò quasi subito… andarono ai supplementari dove il sudafricano Joel Stransky fece un drop goal, cioè mandò la palla in mezzo ai pali e al di sopra della traversa. Il Sudafrica diventò campione del mondo di rugby.
Mandela consegnò personalmente il trofeo a Pienaar.
Questa vittoria non fu solo una vittoria di tipo sportivo ma rappresenta anche grandi risultati politici, perché un popolo sull’orlo della guerra civile è riuscito a superare le tensioni riconoscendosi unito in una squadra.
Ora si può affermare la frase : Lo sport dà una mano alla pace.

MUSICA: KWELA
Il kwela è una gioiosa e divertente musica da ballo nata negli anni 40 nei ghetti per la popolazione nera in Sudafrica come protesta contro l’apartheid. Era musica “nera” suonata dai neri.
Ha le sue origine nel jazz, che da poco si poteva ascoltare e anche lui era una forma di riscatto dei neri e nella musica tradizionale Africana come il Marabi.
La parola kwela viene dalla parola khwela delle lingue xhosa e zulu, che significa "salire su", un termine spesso usato dai musicisti kwela per invitare i presenti ad unirsi alle danze. Lo stesso termine viene usato dai poliziotti sudafricani per spingere le persone arrestate a salire sui furgoni della polizia.
Si dice che i suonatori dei tin whistle di kwela fossero anche delle vedette che avvisavano dell'arrivo della polizia chi beveva alcohol illegalmente durante i concerti.
Il governo vide il kwela come un elemento di disordine e lo bandì dalla radio e ne impedì la diffusione.
Era suonato da musicisti di colore e lo strumento principale su cui si basava era inizialmente il tin whistle, un piccolo ed economico flauto di latta o di legno. Altri strumenti che accompagnano il tin whistle sono la chitarra, il contrabbasso e la batteria.
Ecco il flauto di latta e la musica.

(Soweto String Quartet è una famosa band in Sudafrica che suona appunto la musica kwela.)

SCIENZE CONCETTO DI RAZZE
In passato, la genetica è stata utilizzata per giustificare discriminazioni razziali ed etniche, come quella dei tedeschi nazisti nei confronti degli ebrei, quella dei bianchi verso i neri in Sudafrica e in America.
Utilizzavano la genetica nel senso che sostenevano che alla diversità dei caratteri somatici corrispondevano grandi differenze biologiche, che vi erano quindi razze diverse e che alcune erano superiori ad altre.
Da più di 40 anni, però, anche grazie ai numerosi studi effettuati sul genoma umano, i genetisti sostengono che la razza sia un concetto solo sociale e non scientifico.

In questa parte della tesina ho approfondito il tema dell’esistenza o meno delle razze da un punto di vista genetico visto che ogni tanto viene nuovamente messo in discussione come in questo articolo scritto da un professore di biologia di Londra, apparso sul NY Times nel 2006, in cui l’autore sostiene la tesi che le razze esistano.
Secondo lui la razza è geneticamente definita mentre il gruppo etnico ha anche caratteristiche comuni di tipo culturale, politico e sociale.
Per giungere a questa conclusione lui ha studiato la frequenza di un centinaio di geni che se analizzati tutti insieme permettono di individuare le principali razze che correlano con l’origine geografica dell’individuo studiato. Le 5 principali razze sono quelle provenienti dall'Europa, Asia orientale, Africa, merica, Australasia.
In pratica una razza condivide molti geni che sono difficilmente riscontrabili tutti insieme in un’altra.

Il secondo articolo è stato scritto in risposta al primo, e riporta il pensiero di famosi genetisti italiani come Cavalli Sforza e Buiatti, per affermare che invece le razze non esistono per lo meno dal punto di vista genetico, tutti gli esseri umani oggi viventi discendono da un comune primitivo ceppo africano e le differenze locali (come il colore della pelle, l'altezza, e così via) sono il frutto di marginali adattamenti ambientali che non influenzano la sostanziale unità genetica della nostra specie.
Gli studi del genoma umano hanno evidenziato come rispetto ad altri Mammiferi, il patrimonio genetico dell'uomo è meno eterogeneo; cioè tra un soggetto e l’altro i geni sono molto simili.
Da un punto di vista genetico per esempio due scimpanzé che vivono uno nell’Africa centrale e uno in quella occidentale hanno livelli di diversità superiori rispetto ad un uomo bianco e uno nero.
Inoltre l’autore si chiede: a chi gioverebbe la reintroduzione del concetto di razza? sicuramente ai razzisti, che si troverebbero di nuovo autorizzati a proporre metodi eugenetici per il "miglioramento" dell'umanità basati sulla appartenenza a gruppi etnici riclassificati come razze, e a chi propone analisi del DNA a scopo di lucro.

In conclusione mi ritrovo d’accordo con i genetisti che sostengono che di razza umana ce ne sia una sola, come albert einstein che al quesito: razza? sul visto di ingresso negli stati uniti rispose “ ne conosco una sola quella umana”

ARTE AFRICANA:
L'arte africana rimase sconosciuta in Occidente fino a quando non fu scoperta dagli artisti del novecento come Derain, Matisse poi anche Picasso; che si è espirato a quest'arte nel suo famoso quadro Les demoiselles d'Avignon, del 1907, in cui i visi delle donne sono sostituiti da maschere africane.

Agli artisti europei piaceva dell'arte il linguaggio espressivo delle figure, quelle femminili che suggeriscono armonia e fertilità e quelle maschili o di animali che esprimono forza e virilità.

L'arte si ritrova in diverse forme come: gioielli, armi abiti e oggetti di uso comune.
L'arte ha anche un forte senso religioso e spirituale. Le statue e le maschere sono i veicoli attraverso i quali gli spiriti e le forze spirituali si rendono presenti e visibili nello spazio umano.

Le maschere si usano soprattutto durante i riti propriziatori e nelle danze rituali... e incarnano le divinità.

Le sculture, invece, sono generalmente in legno, create senza disegni praparatori o abbozzi. Rappresentano spesso figure antenati o divinità quasi sempre isolati a eccezione se sono dedicati alla maternità.

L'architettura africana è rappresentata da costruzioni in argilla e legno, materiali semplici da trovare nel territorio. Con essi però si riesce lo stesso a creare edifici di notevoli dimensioni come il Djenné, in Mali, nell'Africa nord-occidentale.
La colonizzazione europea interruppe molti regni tribali, decretando la scomparsa di ricche culture locali.
Inoltre l’uso di materiali deperibili, legno e terracotta, nonché mancanza di tradizioni scritte, hanno spesso impedito una dettagliata ricostruzione delle tradizioni e della cultura di quei popoli.
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