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Introduzione Sublime - Tesina
La seguente tesina di maturità tratta del concetto di sublime, è stato elaborato tra il I e il II secolo a. C., allo scopo di definire la proprietà dell’arte di indurre, per le sue connotazioni di mistero e di ineffabilità, a uno stato di estasi, e poi ripreso nei secoli XVIII e XIX per sottolineare la capacità dell’arte, in conflitto con la razionalità, di dare consapevolezza emotiva dell’infinità e della potenza irresistibile della natura. Alla nozione di sublime è sempre connesso il riconoscimento di una sproporzione tra qualcosa di finito e determinato e qualcosa che che si presenta come irriducibilmente altro rispetto a quella determinatezza. La tesina abbraccia inoltre anche le altre materie scolastiche.
Collegamenti
Sublime - tesina
Italiano - Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Gabriele d'Annunzio.
Latino - Il dibattito sulla crisi dell'oratoria in Petronio, Quintiliano e Tacito.
Greco - Il trattato del Sublime, Apollonio Rodio, Lisia.
Filosofia - Kant e Schelling.
Storia - Il fascismo.
Educazione fisica - storia dell'educazione fisica.
Matematica - I limiti.
Storia dell'arte - William Turner e Caspar David Friedrich.
Geografia astronomica - Le aurore polari e il campo magnetico terrestre.
Fisica- Il magnetismo e la forza di Lorentz.
“Riguardo a
Platone vi è
anche, come
d i c e vo, u n ’ a l t r a
d i f f e re n z a : i n f a t t i ,
non solo per
grandezza ma
anche per
n u m e ro d i
qualità, Lisia gli è
di molto
i n f e r i o re , e d e l
re s t o n e i d i f e t t i
egli sorpassa
Platone più di
quanto non sia da
questi distaccato
nelle qualità”
(35,1)
LA DECADENZA DELL’ORATORIA
Il capitolo XIV, l’ultimo del trattato, è dedicato alle cause
della decadenza dell’oratoria: la tesi corrente, che riconduce
la decadenza alla fine della libertà politica, è esposta da un
anonimo filosofo; a costui l’autore risponde che la causa va
ricercata nella decadenza morale, non nella pace ecumenica
prodotta dall’impero.
“La rovina del nostro tempo è l’indifferenza nella quale tutti, a
eccezione di pochi, passiamo la nostra vita” scrive l’Anonimo
a conclusione del suo discorso. In Petronio la cesura
creatasi tra la formazione
scolastica e il foro è
responsabile della
corruzione dell’eloquenza.
All’inizio del Satyricon
Encolpio tratteggia un
quadro desolante
dell’educazione retorica,
fatta di esercizi vuoti, che
hanno perso ormai ogni
contatto con la realtà: le
controversiae e le
suasoriae sono una moda
dilagante, ma priva di reale
utilità per i giovani che,
ormai, “a scuola
rincitrulliscono”
Affresco con scena di
banchetto, dalla “Casa dei
casti amanti” di Pompei
Anche secondo
Q u i n t i l i a n o, l a
crisi non è dovuta
alla situazione
politica e al
restringimento
degli spazi di
libertà concessi al
c i t t a d i n o r o m a n o,
bensì alla carenza
di buoni maestri e
alla mancata
riforma dell’
i n s e g n a m e n t o, c h e
negli ultimi tempi
si è rintanato nel
chiuso delle
scuole di
declamazione e si
è allontanato dalla
vita pubblica
Tacito, invece, scrive nel
“Dialogus de oratoribus”
che la causa della crisi
dell’eloquenza va
rintracciata essenzialmente
nel Principato, il quale ha
distrutto la libertas, che
costituisce l’humus, nel
quale attecchisce
floridamente l’arte del
dire.
Per Tacito, dunque, la crisi
non è dettata da
motivazioni interne al
genere, ma al mutato
contesto politico e sociale
Congiura di Giulio Civile,
Rembrandt, 1661-62
LA CRITICA DEL GIUDIZIO
Con la “Critica della facoltà di giudizio”, pubblicata nel 1790, Immanuel Kant
cerca di individuare un punto di vista che consenta di conciliare il
determinismo della scienza con il postulato della liber tà morale , cioè vuole
definire una prospettiva unitaria attraverso cui guardare all’insieme degli
eventi della natura e delle azioni umane . Come elemento di connessione fra
mondo naturale e mondo della liber tà viene indicato da Kant il sentimento,
diverso dal conoscere e dall’agire , ma in grado di inserirsi tra entrambi
mediante l’idea di finalità, che si esprime attraverso il giudizio riflettente ,
che , a differenza del giudizio determinante , non ha funzione conoscitiva.
Esistono due forme diverse di giudizio riflettente: il giudizio estetico, che si
esprime riguardo al bello e al sublime , e il giudizio teleologico, che si esplica
in relazione a quegli aspetti del mondo naturale e umano che possono avere
una spiegazione finalistica. “Sublime è ciò
che, per il solo
fatto di poter
e s s e re p e n s a t o,
dimostra una
facoltà dell’animo
c h e o l t re p a s s a
ogni unità di
misura dei sensi.
Sublime è dunque
la natura in quei
suoi fenomeni la
cui intuizione
comporta l’idea
della sua infinità”
(Parte I, Sezione
I , L i b ro I I )
Dalla riflessione estetica
della “Critica del Giudizio”,
prende avvio la
speculazione di Friedrich
Schelling. Egli interpreta il
finalismo della natura come
un carattere della realtà
oggettivo, non soggettivo,
arrivando così ad affermare
l’esistenza di un principio
superiore, l’Assoluto, che si
pone come identità di
spirito e natura.
Nel “Sistema dell’idealismo
trascendentale” scrive, al
contrario dei suoi
predecessori, che non c’è
antitesi tra bello e sublime,
poiché entrambi sono
presenti in un’opera d’arte
degna di essere definita
tale.
Anche per Caspar David
Friedrich bello e sublime
non sono due sentimenti
contrapposti, generati da
situazioni eterogenee,
bensì il sublime diventa la
via da percorrere per
giungere al bello.
Ne il “Viandante sul mare
di nebbia”, l’uomo, che
ritratto di spalle
contempla la vastità e
potenza della Natura,
rappresenta la presa di
coscienza della sostanziale
unità tra finito e infinito.
Viandante sul mare di nebbia,
Caspar David Friedrich, 1818
Contemporaneo di
Friedrich, William
Tu r n e r c o n s i d e r a
il sentimento del
sublime come
smarrimento e
piacere nello
s t e s s o t e m p o,
dovuto allo
spettacolo di
grandi
sconvolgimenti
atmosferici e
all'apparizione di
straordinari
fenomeni naturali.
Bufera di neve: Annibale e il
suo esercito attraversano le
Alpi, William Turner, 1812
Le aurore polari sono causate
dagli urti fra particelle cariche
provenienti dal Sole e molecole
dei gas atmosferici. Il fatto che
esse siano visibili soprattutto alle
estreme latitudini suggerisce che
la maggior parte delle particelle
cariche che si avvicinano alla
Terra venga convogliata verso i
poli. Ciò è dovuto al fatto che
una particella carica che si
avvicina alla Terra possiede
generalmente una velocità
obliqua rispetto al campo
magnetico terrestre e comincia
quindi a ruotare intorno alle linee
di campo finché, dopo essere
scivolata ai poli , dove le linee
tendono a diventare
perpendicolari alla superficie
terrestre , riesce a penetrare più
profondamente nell’atmosfera e a
compiere più urti
IL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE
La Terra si comporta come se una piccola ma potentissima barra
magnetica permanente fosse localizzata nel suo nucleo e inclinata di
11°30’ rispetto all’asse terrestre. Le linee di forza di questo campo
emergono dal sottosuolo in corrispondenza del polo Nord magnetico,
descrivono degli archi di circonferenza nell’atmosfera e si immergono
nuovamente nel sottosuolo in un punto diametralmente opposto detto
polo Sud magnetico. Dato che il campo magnetico terrestre è
soggetto a variazioni periodiche di direzione anche la posizione dei
poli muta nel tempo. L’origine più probabile del campo magnetico è un
meccanismo simile a una dinamo autoalimentata.
IL MAGNETISMO
Fin dall’antichità è nota l’esistenza di corpi che hanno la proprietà di
respingersi e attrarsi. Questi vengono definiti magneti e al loro
interno si distinguono due poli (nord e sud), che determinano la loro
interazione con altri magneti (poli simili si attraggono, poli opposti si
respingono).
Attorno a un magnete esiste un campo magnetico, che come il campo
elettrico è un campo vettoriale. A differenza del campo elettrico le
linee di forza si originano dal polo nord e terminano nel polo sud.
L’intensità del campo è proporzionale al numero di linee di forza per
unità di area che attraversano una superficie perpendicolare alle linee.
I l fi s i c o o l a n d e s e
Hendrik Lorentz
dimostrò che su
una carica
elettrica positiva q
in moto con
velocità v* in un
campo magnetico
B* agisce una
f o r z a F * t a l e c h e
F * = q v * X B *
La direzione della
forza sarà
perpendicolare sia
alla velocità che al
vettore campo
magnetico e il suo
verso viene
individuato dalla
regola della mano
d e s t r a .
*sta per vettore
I LIMITI
Sia una funzione definita in un intorno completo del punto
y=f(x) I
escluso al più il punto Si dice che, per tendente a la
c, c. x c,
funzione ha per limite se, comunque si scelga un numero
y=f(x) l
positivo arbitrariamente piccolo, si può determinare in
ε,
corrispondenza a esso un intorno completo di contenuto in
c, I,
tale che, per ogni x di tale intorno (escluso al più si abbia
x=c),
|f(x)-l|<
ε Ne “Le Ultime lettere di
Jacopo Ortis” di Ugo
Foscolo, così come ne “I
dolori del giovane
Werther” di Goethe al
centro della narrazione è
posto il sentimento della
natura, vissuta come forza
immane che sconvolge
l’anima del protagonista: la
natura, dunque viene vista
come fonte del sublime. In
Foscolo inoltre tale
sentimento è anche
generato dall’amore per la
patria e dalla passione
amorosa.
Il naufragio, William Turner, 1805
Ne “Le Grazie”, alla
concezione estetica
preromantica delle prime
opere, subentra
definitivamente un gusto
spiccatamente neoclassico,
che vede la bellezza come
armonia rasserenante. Il
carme vuole mostrare
allegoricamente la contesa
che si stabilisce tra il mondo
feroce degli istinti e
l’universo armonizzato delle
Grazie. Tra questi due poli si
genera una dialettica senza
fine in quanto ogni volta che
gli uomini infrangono le leggi
della civiltà, ripiombano nel
buio delle origini, le Grazie
ricordano i valori e le
istituzioni che danno forma
alla comunità
Tre Grazie, Antonio Canova,
1813-16
GIACOMO LEOPARDI
La vicenda di Giacomo Leopardi si svolge durante la stagione culturale
caratterizzata dal Romanticismo, al quale il poeta dichiara la propria
avversione . Nonostante scelga un’originale posizione classicista,
condivide tuttavia la sensibilità e i temi del Romanticismo europeo: il
conflitto tra individuo e società, lo slancio verso l’infinito, la tensione
combattiva con cui sono sentiti i moti civili.
Leopardi, inoltre, eredita dalla tradizione illuministica la tendenza a
smascherare il carattere illusorio e infondato dei miti e delle
ideologie su cui di norma si fonda la civiltà. La sua, dunque, è una
posizione materialista che anticipa i temi che saranno propri della
filosofia e della letteratura del primo Novecento. Leopardi ne “L’infinito”
rappresenta
perfettamente la dinamica
del sublime: la vista è
limitata dalla siepe ma c’è
un buio oltre, che sfugge,
costringendo
l’immaginazione a
inseguire questo al di là. Il
poeta arriva così ad un
punto “ove per poco il
cor non si spaura”: il
sublime infatti non è
paura, ma il confine tra
ragione e immaginazione.
Il “naufragar dolce in
questo mare” dipende
dall’impossibilità di
rappresentare in forme
sensibili questa potenza
infinita della natura.
Piazza d’Italia, Giorgio de
Chirico, 1948
Il Romanticismo si afferma
come cultura della
nazionalità apertamente
contrapposta al
cosmopolitismo
illuministico. Il concetto di
Nazione indica un’identità
storica e spirituale,
caratterizzata da
tradizioni culturali e
religiose e da forme
linguistiche comune. Da
ciò deriva l’impegno civile
che contraddistingue le
opere di Foscolo, Manzoni
e Leopardi che
ispireranno
profondamente il
Risorgimento italiano.
I bersaglieri alla presa di
Porta Pia, Michele
Cammarano, 1871
Nell’età dell’imperialismo,
quando i conflitti fra gli stati
assunsero definitivamente la
forma di conflitti fra le
nazioni e non più fra dinastie
regnanti, gli ideali nazionali
cominciarono ad assumere
risvolti aggressivi, di
espansione e dominio: fu il
nazionalismo, infatti, a
rompere gli equilibri
geopolitici europei e a
causare la Prima guerra
mondiale.
La maggior parte degli
intellettuali italiani si dichiarò
apertamente favorevole
all’intervento in guerra
dell’Italia: il poeta Gabriele
d’Annunzio partecipò
addirittura in prima persona
al conflitto, divenendo
autore di azioni dimostrative
e provocatorie quali il “Volo
su Vienna” e la “Beffa di
Buccari”
Nell’opera di D’Annunzio
e, in particolare
nell’Alcyone, emerge una
nuova concezione del
sublime: più che alle
situazioni, il sublime è
legato allo spettacolo
della Natura e della sua
bellezza comparata a
quella dell’arte. Ne “Il
Gombo” il mare, il monte
e la spiaggia sono i luoghi
dove l’anima umana si
scontra si incontra e si
scontra con l’enigma
divino che induce il
tormento e l’angoscia, il
timore e il tremore della
sacralità vigente e mai
interrotta dal ritmo
scandente dell’umano.
Alcyone, Stephen Mitchell
IL FASCISMO
Alla fine della Prima guerra mondiale , in Italia scoppiò una crisi generale che
decretò la fine al liberalismo parlamentare che aveva governato il paese
dall’Unità. Dopo il “biennio rosso”, caratterizzato dalla mobilitazione del
proletariato industriale , prese il sopravvento il Movimento dei Fasci di
combattimento, fondato nel 1919 da Benito Mussolini, che diventerà nel
1921, il Par tito Nazionale Fascista. Il 28 ottobre 1922 migliaia di fascisti