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Introduzione Sublime sinestesia, tesina
Negli ultimi 150 anni arte e musica hanno colloquiato a distanza, avvicinandosi e allontanandosi a seconda degli artisti, ma sempre studiandosi: parlando all’uomo dell’uomo, di come percepiamo le cose, di come ascoltiamo il segreto battito dell’esistenza. Questa riflessione sul colore delle note e sulla melodia delle forme ha una data di inizio, un dibattito che i musicisti hanno subito colto come fondamentale. La musica anticipa le altre discipline di circa vent’anni, favorita dal fatto di essere un’arte meno contenutistica, apparentemente meno semantica. La pittura sarà la più lesta a capire la centralità di questa discussione, l’importanza creativa del confronto tra spinte verso la semantizzazione e verso la formalizzazione. La ricerca parallela in queste due direzioni rappresenterà il nucleo dell’arte moderna e contemporanea, in tutte le sue variazioni. La sublime sinestesia di colori e suoni regalerà all’uomo del Novecento i capolavori che tutti noi conosciamo. Le ansie, i timori, la solitudine, il senso di esclusione tipici della modernità rivivono in queste testimonianze della creatività sospesa tra ambiguità semantica e rigore formale, tra armonie e disarmonie, in una ricerca inesausta della nostra identità ontologica ormai perduta. La tesina permette anche dei collegamenti interdisciplinari.
Collegamenti
Sublime Sinestesia, tesina
Storia dell'Arte - Le correnti della seconda metà dell'800 e avanguardie del '900, dai Preraffaelliti a Munch.
Musica - L'evoluzione musicale da Liszt a Gubajdulina.
Filosofia - Le teorie filosofiche applicate all'arte: Feuerbach, Schopenhauer, Nietzsche, Wittgenstein.
N PITTORE CONNAZIONALE DI IGETI
quella concezione della musica basata su suoni psichedelici
e sperimentali propria del compositore. Victor Vasarely
(1906-1997), principale rappresentante della corrente
ungherese dell'Op Art, sviluppa un linguaggio del più
tipico astrattismo, scevro da ogni lirismo fantastico e
saldamente collegato alla geometria pura, in composizioni
dalla precisa impaginazione costruttiva di impostazione
quasi architettonica nella loro aspirazione alla tridimen-
sionalità, nelle quali la terza dimensione è rappresentata dal
movimento. Vasarely contrappone nella stessa immagine
diversi sistemi prospettici secondo una sua personale
ricerca sulle proprietà scientifiche del colore e della linea,
volta alla creazione di immagini virtuali ambigue in grado
di alterare il comune senso ottico-percettivo dell'osser-
vatore, pur entro gli schemi di una costruzione geometrica
rigorosa ed esatta. In questo senso sfida la vista dell'osser-
Figura 43 Victor Vasarely, Vega-Nor, 1969 vatore nello stesso modo in cui Ligeti sfidava l'udito dell'a-
[www.op-art.co.uk] scoltatore. L'arte di Vasarely è finalizzata all'affermazione
della possibilità che, inducendo nell'osservatore opportuni stimoli ottici con risultati percettivi del tutto
personali e soggettivi, il risultato ultimo inganni in qualche modo la mente. Convinto, nella scia del
radicalismo costruttivista russo, della possibilità di un'arte ad accesso globale, sviluppa uno stile pittorico
in cui non serve alcun commento, non c'è alcun simbolismo da decifrare, non c'è bisogno di alcun
background culturale per capire, ognuno può trovare un suo significato. Secondo il concetto di arte
8
sociale e democratica, "cinetica, multi-dimensionale e comunitaria" , per citare le sue stesse parole, basta
abbandonarsi all'inganno visivo e lasciarsi guidare dall'illusione entro uno spazio magico, puramente
ottico, in cui la ricezione dell'immagine si trasforma in atto
mentale attivo e creativo. Prendendo ad esempio la sua opera
Vega-Nor si può comprendere il processo applicato in modo
ripetitivo nei suoi quadri, con infinite variazioni che rendono
ciascuno di essi unico. Definiti da un reticolo di linee
opportunamente deformate, i riquadri centrali, di dimensioni
maggiori, sono contornati di colori caldi che accentuano un
movimento di avvicinamento all'osservatore, mentre i riquadri
laterali si fanno via via più piccoli e di forma regolare, con un
colore di riempimento omogeneo e contorni sempre più scuri. Si
produce l'effetto di uno spazio che retrocede e si appiattisce verso
il fondo: giocata sul contrasto tra la rigorosità della forma e la
mutevolezza del colore, una precisa figura sferica emerge dalla
superficie piana divenuta elemento dinamico ed avanza nello Figura 44 Victor Vasarely, Senza
spazio, espandendosi. titolo, 1974 [www.polpettas.com]
8 Victor Vasarely, Gea, Hervas, Parigi 1992 - 18 -
La Sublime Sinestesia. Il Colore delle Note, La Melodia delle Forme
7. LA SIMBIOSI DI FORMA E SEMANTICA - L’ARTE ASSOLUTA
In conclusione, è opportuno tracciare un quadro d'insieme dell'evoluzione continua di musica e pittura
nel lungo percorso di presa di coscienza proprio dell’uomo contemporaneo. Lo studio nei campi,
spesso contrapposti, di forma e semantica raggiunge il suo apice nelle opere di due artisti i quali, nelle
rispettive discipline, riescono nel difficile compito di far coesistere in simbiosi perfetta questi due fronti
di ricerca operando una sintesi di contenuti e di stile senza precedenti. Questi due artisti sono Sofija
Asgatovna Gubajdulina (1931-) nella musica e Edvard Munch (1863-1944) nella pittura.
P G , compositrice russa che sotto il
ER QUANTO RIGUARDA LA UBAJDULINA
regime comunista combatté a testa alta per difendere uno stile musicale
e una fede cattolica profondamente avversi allo standard approvato dalla
classe dirigente, la sua opera rispecchia l'audacia e il coraggio di sfidare
le convenzioni e le regole. L'immensità di questa compositrice sta nella
costruzione monumentale di suoni che si distinguono per ricchezza e
fascino, un libero crogiolo di sonorità sempre presentate in perfetta
suddivisione di spazi e di silenzi, con un ricorso memorabile alle
risonanze e ai vortici strumentali da una parte, ma anche fornendo
sprazzi "classici" degni di un grande compositore del passato dall'altra.
Una delle pietre miliari della modernità, nonché il suo capolavoro, è
Offertorium
l' , concerto per violino e orchestra composto nel 1980, che
colpisce per la sua inten-
sità espressiva e per il
Figura 45 Sofija Gubajdulina magnifico connubio che
[www.wikipedia.org] si crea tra il violino e il
resto degli strumenti corposamente e rigorosamente "mi-
steriosi" per tutto il percorso. La sua musica è carat-
terizzata dall'uso di inusuali combinazioni orchestrali che
vedono insieme strumenti molto lontani tra loro come
stile e sonorità, per esempio strumenti a percussione
associati a saxofoni, mentre non è raro ritrovare in
comunione con l'orchestra tradizionale strumenti propri
koto
di tradizioni musicali di matrice orientale come il e Figura 46 spartito tratto dal De Profundis per
bayan
il . Associato alla componente musicale si ha una bayan di Gubajdulina, 1978
dimensione simbolica che viene considerata dalla [www.gramophone.co.uk]
Gubajdulina il vero fulcro della sua arte. Secondo la compositrice, infatti, il simbolo è qualcosa che
emerge dall'oblio del pensiero con forza bruciante, manifestandosi
sotto forma di un gesto che, da solo, conferisce un significato
profondo all'intera opera. La profonda fede cattolica dell'artista si
rispecchia in questa caratteristica delle sue composizioni. Ricorrono
spesso, infatti, motivi e tematiche religiose con forte connotazione di
esaltazione epica della cristianità e dei suoi simboli, a delineare una
modernissima versione del canto gregoriano, anche se la misticità
del contenuto è decisamente meno esplicita. Questa componente
simbolica, che è prova della volontà della compositrice di ricercare
una dimensione divina in una società che si pone ormai come
radicalmente atea, ponendola come profeta scomoda di un ritorno
della religiosità, si riscontra in numerosi lavori a diversi livelli. Ad
In principio era il ritmo
esempio nel titolo, come in , a sottolineare
la sua visione di una componente divina nella musica. Altrimenti nel
gesto del musicista, come nel primo movimento della sonata per
In croce
Figura 47 spartito tratto da Gioisci
violino e violoncello , nel quale la riduzione di pressione del
di Gubajdulina, 1979 dito sulla corda, in un movimento ascendente di trasmutazione del
[www.gramophone.co.uk] - 19 -
La Sublime Sinestesia. Il Colore delle Note, La Melodia delle Forme Sette
timbro, simboleggia la gioia. Oppure nella personificazione degli strumenti, come nell'opera
parole in cui il violoncello rappresenta la vittima, il Dio-figlio, la fisarmonica è il Dio-padre e gli archi
rappresentano lo Spirito Santo. O ancora in altri parametri, quali tessitura, modo d'esecuzione o scale
In croce , nel quale il simbolo religioso è rappresentato dallo scambio
adottate, come nel brano
reciproco dei parametri (registro alto/registro basso, legato/staccato, diatonismo/microcromatismo)
Lyre of the Orpheus
nelle parti degli strumenti. Altra opera significativa della compositrice è , dedicata
alla figlia morta, che attraverso un favoloso gioco di andirivieni strumentali tenta di percorrere i
corridoi dell'aldilà. Un aspetto altrettanto importante della musica della Gubajdulina che lega insieme
la ricerca della forma e del significato è la struttura delle sue opere, che riprende le innovazioni proprie
di compositori come Debussy e Cage introducendo corrispondenze e simmetrie matematiche che
riprendono ancora una volta la serie di Fibonacci. La ritmicità naturale di questa serie diventa un ponte
armonico tra la musica umana e quella universale ed eleva l'ascoltatore ad una dimensione superiore,
mentre la rigida strutturazione formale (nello stile dei grandi compositori del passato) si unisce ad un
utilizzo innovativo dell’apparato orchestrale e delle sue potenzialità. La Gubajdulina è l’emblema
ultimo della simbiosi tra passato e presente, tradizione e innovazione, stile e contenuto.
EDVARD MUNCH
, capostipite del movimento espressionista e figura chiave dell'arte d'avanguardia, si
pone in netto contrasto con la visione positivamente correlata alla religione cattolica della compositrice
russa. Il suo scopo primario fu una costante ricerca nel campo dell'esternazione delle emozioni, dei
pensieri e delle angosce proprie del-
l'uomo moderno. La sua opera è costel-
lata di motivi simbolici ricchi di varianti
stilistiche e di mezzi espressivi, a perse-
guire la causa di una sintesi di forma e
contenuto che potesse narrare i drammi
del suo tempo. Il quadro più celebre di
L’urlo
Munch è senza dubbio , manifesto
all'indifferenza, condanna della società,
condizione esistenziale resa in pittura. In
esso è condensato tutto il rapporto ango-
scioso che l’artista avvertiva nei confronti
della vita. Lo spunto del quadro lo trovia-
mo descritto nel suo diario: “Camminavo
lungo la strada con due amici quando il
sole tramontò e il cielo si tinse all’im-
provviso di rosso sangue. Mi fermai, mi
appoggiai stanco morto a un recinto: sul
fiordo nerazzurro e sulla città c’erano
sangue e lingue di fuoco. I miei amici
continuavano a camminare e io tremavo
ancora di paura e sentivo che un grande
9 L’uo-
urlo infinito pervadeva la natura.”
mo rappresentato in primo piano ha un
aspetto sinuoso e molle e ricorda uno
spirito. La testa è completamente calva
come un teschio ricoperto da una pelle
mummificata. Gli occhi hanno uno
sguardo allucinato e terrorizzato, il naso
è quasi assente, mentre la bocca si apre
Figura 48 Edvard Munch, L'urlo, 1893 [www.wikipedia.org]
9 Eva Di Stefano, Munch, Giunti, Firenze, 1994 - 20 -
La Sublime Sinestesia. Il Colore delle Note, La Melodia delle Forme
in uno spasmo innaturale. L’ovale della
bocca è il vero centro compositivo del
quadro e da esso le onde sonore del
grido mettono in movimento tutto la
composizione, agitando sia il corpo
dell’uomo sia le onde che definiscono
il paesaggio e il cielo. Restano diritti
solo il ponte e le sagome sullo sfondo,
sorde ed impassibili all’urlo che
proviene dall’anima dell’uomo, incu-
ranti de