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Viaggio nella storia dell’automobile
passando per un mito
Luca Zacchello 5D
La scelta
MX-5 Spyder
è un marchio storico. Gli studi per il primo prototipo della giapponese
sono iniziati alla fine degli anni ’70. Mazda ha rimesso in questo modo, all’inizio del
Spyder.
1989, nel commercio automobilistico la
Spyder,
Le infatti, comparsero grazie a Mercedes con il modello 540 K W29 ed
ebbero poi la loro consacrazione negli anni ’50 e ’60. Dopodiché si sviluppò una
differente tipologia di automobile per un uso più comune e pratico: l’utilitaria. Il
pubblico automobilistico sembrò completamente dimenticarsi dell’esistenza della
sportiva due posti cabriolet – salvo gli accaniti fan - fino a che, appunto, non comparve
MX-5.
il primo modello di
Oltre a far riaccendere la passione degli automobilisti per l’auto sportiva per
Spyder
eccellenza, Mazda sarà sul gradino più alto di vendite di automobili dall’89 ad
Spyder
oggi. Grazie a questa geniale comparsa, nasceranno anche di case
Z,
automobilistiche come, ad esempio, BMW, con la serie e la più moderna, superando
la storica Duetto, Alfa Romeo Spider.
Per concludere possiamo dire che la mia scelta è stata fatta sia per il pesante
significato storico che ha avuto questo modello all’interno della storia dell’automobile,
sia per il più semplice fatto che è l’automobile dei miei sogni. Chi non vorrebbe
guidare, senza un tetto sulla testa, in una giornata primaverile con il rombo del motore
dietro la propria schiena?
La mappa di Miata City
Alla partenza, con le chiavi in mano.
Allacciandoci bene le cinture di sicurezza siamo pronti a mettere in moto la nostra mx-5. E non
appena il motore inizia a scalpitare non vediamo l’ora di partire…
Quest’automobile, come già citato prima, ha una fondamentale importanza
Spyder. Miata
storica per le automobili Conosciuta con il soprannome di in tutto
mx-5
il mondo, la è stata messa in commercio ad inizio 1989. I primi prototipi
Spyder Spyder
di questa storica risalgono agli anni ’70. Ai giorni nostri è la più
venduta al mondo e si è giunti alla costruzione della quarta serie. In produzione
sono passate le prime tre serie: dall’1989 al 1998 la prima serie, dal 1998 al
2005 la seconda. Ora la terza sta per andare in pensione lasciando posto alla
più aggressiva - esteticamente parlando - quarta serie. Quest’auto è
Spyder,
importante perché la tipologia di automobile sportiva a due posti e
cabriolet, non era più stata considerata funzionale per il mercato
Spyder
automobilistico dalla fine degli anni ’70. Infatti le lasciarono
utilitarie. Spyder
definitivamente il posto alle più pratiche La produzione di nel
frattempo era limitata al minimo, se non addirittura nulla. Nessuno più
Mazda,
comprava questo tipo di automobile salvo qualche appassionato. Solo
mx-5, Spyder.
con il marchio ridiede il via alla produzione e alla vendita di
Ovviamente con parecchie nuove tecnologie a differenza di quelle degli anni
passati. Ma erano proprio loro i modelli principalmente presi di mira, sia nelle
forme, sia nella tipica trazione posteriore che tanto caratterizzava quei
Mazda
“bolidi” su quattro ruote degli anni ’60. aveva resuscitato una tipologia
di automobile che stava per svanire del tutto.
Fuori dall’abitacolo il panorama storico.
E mentre scaldiamo le gomme alla nostra sportiva, osserviamo fuori dalla capotte cosa ci si
profila. A Miata City oggi non vediamo solo un bel paesaggio, ma la storia. La storia
dell’automobile. E ve la posso raccontare così… Mazda mx-5
Per capire bene come ha potuto funzionare il successo della è
bene fare un tuffo nella storia delle automobili. Continuando dunque il nostro
viaggio ci imbattiamo nel mondo storico dell’automobilismo. Il Fordismo fu il
primo metodo di produzione che l’industria dell’automobile conobbe. Il nodo
fondamentale di questo fenomeno del primo ‘900 fu la catena di montaggio.
Si tendeva a trasformare in tipica routine il lavoro degli operai, tanto da
1940-1950,
incrementare la produzione a livelli smisurati. Negli anni invece, si
sviluppò una differente corrente di pensiero riguardo la produzione delle
automobili: il Toyotismo. Questa nuova filosofia tende a sfruttare il più
possibile una quantità ridotta di materiale con obiettivo l’incremento
esponenziale della produzione. Non a caso questo pensiero si sviluppò nel
Giappone Toyota. Toyota,
e in casa La infatti, nell'immediato dopoguerra, si
trovava in condizioni gravissime di mancanza di risorse, come peraltro, gran
Giappone,
parte dell'industria del uscito sconfitto e stremato da una guerra
Mazda, Toyota,
devastante. Ciò che crea curiosità è come giapponese come sia
Ford.
oggi del gruppo I due pensieri di produzione dell’automobilismo si
scontrano ancora ai nostri giorni, anche se, ormai da qualche anno a questa
parte, il Toyotismo ha nettamente la meglio sul Fordismo nel panorama dei
guadagni in scala mondiale.
Il Boom Economico italiano degli anni ’60.
Dopo qualche kilometro di strada giungiamo alla prima stazione del nostro viaggio. Scendiamo
dall’abitacolo e guardiamo davanti a noi. Siamo nella parte Sud-Est di Miata City. Qui sembra di
essere tornati indietro nel tempo. Tutti i benestanti girano con una Spyder d’epoca. Mi avvicino
ad un signore e chiedo: “Scusi, dove siamo?” e lui mi risponde: “Forse vorresti sapere quando
siamo, ragazzo? Questi sono gli anni ’60, in Italia.”
Infatti, in questi anni, l’economia del paese italiano attraversò una fase di
intenso sviluppo. Questa fase prese il nome di “Boom Economico”. In
questo periodo, infatti, si notò una fortissima crescita produttiva. Tutto ciò
USA
ebbe origine dagli che, dopo la guerra, fecero da traino per la ripresa
sistema capitalistico di
dell’economia mondiale con un inizialmente saldo
produzione, socialista dell’URSS.
in contrapposizione a quello Lo sviluppo toccò
prima di tutto il settore secondario, poi anche ma con più moderazione, il
primario. Vennero istituiti molti nuovi servizi che contribuirono ad un miglior
tenore di vita per i cittadini come la motorizzazione privata e l’aviazione civile.
Ciò avvenne anche grazie alle nuove ed inarrestabili scoperte scientifiche
culminate con lo sbarco sulla Luna degli statunitensi nel 1969. In questo
periodo, poi, nacque un nuovo settore, che si rivelerà poi importantissimo per il
paese italiano: il terziario. Arrivò infine nelle case del popolo italiano la
comunicazione,
televisione, potentissimo strumento di ma anche, di
condizionamento sui modelli di comportamento.
Serge Latouche: la teoria della Decrescita.
Entusiasti per questi begli anni passati dalla nostra Italia, proseguiamo a Nord-Est. Il paesaggio
intorno a noi si fa più rurale, sempre di più. Pare quasi di tornare ancora più indietro nel tempo
che degli anni ‘60, ma non ci pare possibile. Il nord di Miata City è un tuffo nel presente, non
nel passato. Eppure l’apparenza continua a ingannare. Poi tutto si chiarisce. Siamo alla
stazione di Serge Latouche, dove regna la sua teoria: quella della Decrescita.
Decrescita è un termine che rappresenta un pensiero nato da pochi anni. Il
suo scopo è quello di rallentare lo sviluppo offrendo alternative praticabili alla
Serge Latouche.
tirannia dello spreco. Il profeta di questo nuovo pensiero è
Secondo lui, continuando a vivere come comunemente facciamo, tutto quanto
20-30
collasserà. Tempo? anni circa. Il perché è esposto in 4 punti salienti.
Punto primo: Il funzionamento del sistema economico attuale dipende
PIL
essenzialmente da risorse non rinnovabili. Quindi è impossibile che il
possa avere, per le nazioni, una crescita illimitata. Punto secondo: non c’è
alcuna prova di possibilità di separare la crescita economica da quella del suo
impatto ecologico. Punto terzo: la ricchezza che è prodotta dai sistemi
economici non consiste solo in beni e servizi ma anche in salute degli
ecosistemi, la qualità della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di
una società… Non serve, dunque, solo una crescita materiale, ma anche, ed è
certamente più importante, una crescita sociale e morale. Quarto ed ultimo
drogate
punto: le società attuali sono dal consumismo di prodotti futili che
non corrispondono a nessun miglioramento della qualità della vita. Ed è
una
appunto questo lo scopo fondamentale della teoria della decrescita:
qualità di vita migliore.
Un ambiente non rispettato.
Un po’ confusi e preoccupati dalla profezia Latouchiana, imbocchiamo la prima strada verso
Nord. Questa sfocia in una stradina tortuosa, che si arrampica e scivola lungo delle valli poco
piacevoli alla guida. Ma la nostra Mazda Mx-5 tiene bene ad ogni tornante. Ma dove stiamo
arrivando? Cosa ci sarà alla fine di questa strada e perché è così difficile da percorrere? Appena
siamo immessi in una strada più lineare ce ne accorgiamo: siamo passati dal paradiso
all’inferno. Siamo ai giorni nostri, catapultati nella nostra realtà. La realtà dell’inquinamento.
un’alterazione dell’ambiente,
Con il termine inquinamento si intende
soprattutto di origine antropica, che produce disagi e danni permanenti per la
danneggia la vita
vita di una zona. È inquinamento ogni cosa che o che altera
acqua, suolo aria.
le caratteristiche chimico-fisiche di e Si parla genericamente
di inquinamento quando l’alterazione dell’ambiente compromette
l’ecosistema danneggiando le forme di vita. Quello che è importante ricordare
è che si tende sempre a pensare che inquinanti siano sostanze derivate dalla
lavorazione industriale, mentre è possibile che lo siano sostanze
quotidianamente da noi utilizzate come latte e sale. Provate a pensare a che
effetti potrebbero avere queste due sostanze se versate, per esempio, in uno
stagno. Il problema più impressionante che ha comportato il fenomeno
dell’inquinamento è l’effetto drastico che questo ha avuto sulla salute
umana. Sono aumentati i numeri di casi dalle comuni allergie fino a quelli di
cancro. Sono state riscontrate anche tipologie di malattie dovute appunto
soltanto al fenomeno dell’inquinamento come per esempio la malattia di
Minamata (in seguito ad un disastro ecologico avvenuto nella città giapponese
Minamata),
di causata da composti del mercurio.
Il motore elettrico: il futuro delle automobili passa per di qua.
Ma dove possiamo trovare rimedio a tutto questo male che ci causiamo con l’inquinamento?
Deviamo con la nostra Mx-5 verso ovest: destinazione motore elettrico. Passa appunto per di
qua il possibile futuro delle auto per contrastare le emissioni nocive dei motori a benzina e
diesel. Il futuro sembra essere tutto nel litio. In questo quartiere di Miata city si trovano, lungo
le strade, automobili che sembrano navicelle spaziali: forme arrotondate al massimo, vetture
poco rumorose e per niente inquinanti. Sono le auto del futuro, quelle a motore elettrico.
Vediamo, dunque, più da vicino, come funziona questo tipo di motore.
Premettiamo di differenziare nel motore un insieme di parti statiche, detto
corrente elettrica
statore, ed un insieme di parti rotanti, detto rotore. La che
avvolgimento di spire
mette in funzionamento il motore attraversa un nel
campo
rotore. Questo avvolgimento crea, al passaggio della corrente, un
elettromagnetico. altro campo
A sua volta, esso è già immerso in un
elettromagnetico coppie polari
creato dallo statore, formato da (come le
calamite). Per induzione magnetica il rotore inizia a girare, in quanto il campo
elettromagnetico del rotore è attratto da quello dello statore e viceversa.
Ogni mezzo giro, quando l’agglomerato di spire è posizionato
verso
perpendicolarmente rispetto al campo elettromagnetico dello statore, il
di percorrenza corrente elettrica
della viene invertito, in modo da dare
continuità alla rotazione dell’agglomerato di spire. Ciò avviene
automaticamente per un complesso sistema di spazzole esterno al motore e ad
esso applicato. In questo modo un’iniziale discreta quantità di energia
elettrica viene trasformata in meccanica, che a sua volta, per il principio
fisico sopra descritto, crea una continua maggior quantità di energia