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Filosofia - La divisione della psiche in Freud
Italiano - Uno nessuno e centomila di Pirandello
Inglese - The lady in the looking glass di Virginia Woolf
Arte - Donna allo specchio di Paul Delvaux
Premessa
Lo specchio è un oggetto che può sembrare semplice e di uso quotidiano, ma che in
realtà al suo interno custodisce un mondo di segreti.
Avrei potuto parlare di come una persona può rapportarsi con uno specchio, di come la
può far sentire, di come un oggetto così elementare possa essere la causa di mali, di
pianti, di complessi o perché no, per alcune persone anche di sorrisi.
Ho deciso invece di concentrarmi sul percorso che lo specchio ha fatto nella letteratura,
analizzando in particolar modo il punto di partenza e il punto di arrivo: la magia e la
psicoanalisi. Ho scelto questi due antipodi per farne risaltare il contrasto, per far vedere
che pur essendo sempre lo stesso oggetto il suo significato può cambiare a seconda
dell’uso che l’autore vuole farne. Introduzione
Il mio lavoro parte con l’analisi del di Apuleio, autore latino del II secolo d.C. che
De Magia
è stato processato anche con l’accusa di aver usato uno specchio. Vediamo come a quel
tempo ci fossero molti pregiudizi legati alla magia nera per quanto riguarda questo
oggetto e vediamo anche come Apuleio, grazie alla sua competenza nell’arte oratoria,
riesca senza alcun problema a sfoggiare la sua cultura e a far ricredere i suoi accusatori.
Ho notato poi come la scoperta della psicoanalisi di Freud abbia cambiato
completamente il modo di pensare e di scrivere degli autori del ‘900, influenzandoli e
quasi obbligandoli ad intraprendere un percorso di analisi interiore dell’uomo.
Per provare questa tesi ho scelto di prendere in analisi di
Uno, nessuno e centomila
Pirandello, una short-story di Virginia Woolf dal titolo e
The lady in the looking glass, Donna
dipinto da Paul Delvaux confrontandolo con un famoso dipinto di Tiziano
allo specchio
che porta lo stesso titolo. PAUL DELVAUX:
Donna allo specchio FREUD:
VIRGINIA
LO SPECCHIO:
APULEIO: divisione della
WOOLF:
DAL RAPPORTO CON LA
De Magia psiche umana in
The lady in the
MAGIA ALLA SVOLTA DELLA Super-Io, Ego,
looking glass
PSICOANALISI Es-Id
PIRANDELLO:
Uno, nessuno e
centomila 2
Capitolo Lo specchio e la magia
1 -
Analisi del De Magia di Apuleio
Se penso ad uno specchio mi viene subito naturale collegarlo alla magia, lo specchio
magico della matrigna di Biancaneve che aveva il compito di dirle ogni giorno che era lei
la più bella del reame, lo specchio magico che appartiene a Lord Farquaad in Shrek che è
capace di mostrargli quale principessa potrebbe sposare, lo specchio che “non riflette il
volto ma il cuore” di Harry Potter che gli permette di trovare finalmente la Pietra
Filosofale.
Questo pensiero è insito nell’uomo già dall’antichità, vediamo infatti come Apuleio,
conferenziere e scrittore del II secolo d.C., dovette difendersi dalle accuse di stregoneria
portate avanti dai parenti di Pudentilla, donna molto più anziana di lui e deceduta poco
dopo il loro matrimonio.
Apuleio grazie all’orazione che ci è pervenuta come o prova di non
De Magia Apologia,
aver usato la magia per sedurre la donna e portagli via tutte le ricchezze ed anche di non
poter essere additato come un mago solo perché fa uso di uno specchio.
1
“Il filosofo ha uno specchio, possiede uno specchio il filosofo!”
In questo modo esordisce Pudente, figlio di Pudentilla, durante il processo.
Apuleio si difende subito dicendo che innanzitutto il fatto che lui possegga uno specchio
non sottintende il fatto che ne faccia uso ed anche se lui confessasse di essersi guardato
allo specchio non sarebbe andato contro a nessuna legge.
“Che delitto sarebbe questo di conoscere la propria immagine e tenerla non riposta in un
2
luogo, ma portarla dove si vuole in un piccolo specchio?”
L’autore passa poi a celebrare le caratteristiche che rendono lo specchio un oggetto
unico, completamente diverso e molto più elevato rispetto all’argilla, alla pietra e alla
pittura. Riesce infatti a riprodurre un’immagine alla perfezione, anche per quanto riguarda
ad esempio il movimento, l’età o le tante espressioni di chi vi si specchia.
“All’argilla manca il vigore, alla pietra il colore, alla pittura il rilievo, a tutte il movimento, che è
la massima garanzia di rassomiglianza.” 3
Molto importanti sono i riferimenti che Apuleio fa ad altri filosofi.
Socrate infatti consigliava ai suoi discepoli di guardarsi allo specchio in modo da trovare
una sorta di equilibrio tra il loro aspetto esteriore ed il loro comportamento, i belli non
dovevano disonorare questa loro qualità con comportamenti non dignitosi, mentre i brutti
dovevano impegnarsi a coltivare una grande virtù così da sopperire questa loro
mancanza.
1 Apologia 13, 5-16. A. Perutelli, G. Paduano, E. Rossi, Storia e testi della letteratura latina, 2010 Zanichelli
2 vedi nota 1 a piè pagina
3 vedi nota 1 a piè pagina 3
Era noto a tutti come Demostene ripetesse davanti allo specchio le sue arringhe proprio
come se si trovasse davanti ad un maestro.
Molto spesso i filosofi si sono anche interrogati sulla ragione della somiglianza, come
Epicuro, Platone o gli Stoici, e ancora sul perchè ad esempio negli specchi convessi tutto
è ridotto mentre nei cavi tutto è ingigantito, o come e perchè si scambiano destra e
sinistra, o ancora, perchè con alcuni si riesce ad accendere un corpo infiammabile.
Nella parte finale del discorso cambia argomento e riesce ad usare tutta la sua sapienza
oratoria per passare al contrattacco nei confronti di Emiliano, principale accusatore e
fratello del primo marito di Pudentilla.
“Tu, dalle tenebre in cui ti trovi, puoi facilmente spiare quello che io faccio alla luce del sole;
mentre, nascosto nella tua bassezza che rifugge dalla luce, non mi sei a tua volta visibile.” 4
Apuleio mette in evidenza la sua istruzione molto elevata e fa pesare ad Emiliano il fatto di
non conoscere nemmeno i filosofi e gli avvenimenti che lui ha citato.
Inoltre non usando “l’oggetto dell’accusa” non si rende neanche conto di come si sia
deformato il suo volto a causa delle rughe e di come siano volgari i suoi costumi, è
sempre vissuto nell’ombra, nascosto nei lavori agricoli, ed è questo che lo ha protetto
dalle critiche, mentre l’autore essendo visibile a tutti risulta anche più esposto ai giudizi
degli altri.
4 Apologia 13, 5-16. A. Perutelli, G. Paduano, E. Rossi, Storia e testi della letteratura latina, 2010 Zanichelli 4
Capitolo L’influenza della psicoanalisi
2: Freud e la sua scoperta
Freud e la sua scoperta della psicoanalisi hanno fatto da spartiacque tra l’Ottocento e il
Novecento, toccando non solamente l’ambito filosofico, ma espandendosi verso la
letteratura e l’arte.
Dopo aver letto o semplicemente aver sentito parlare di Freud nessuno poteva più
permettersi di pensare come prima.
Analizza l’interno dell’uomo e la sua psiche, scopre l’inconscio, ovvero quel luogo in cui la
coscienza spinge i traumi e tutto ciò che la disturba, e attraverso una prima e una
seconda topica freudiana applica una divisione alla psiche umana.
PRIMA TOPICA SECONDA TOPICA
COSCIENZA SUPER-IO
PRECOSCIENZA EGO
INCONSCIO ES-ID
L’Ego, ovvero l’Io, non deve soltanto compiere quelle operazioni tipiche del pensiero
come ad esempio la percezione o la riflessione ma è come compresso tra un Es oscuro,
che vuole continuamente emergere, e un Super-Io che schiaccia le pulsioni e vuole
renderci conformi alla società.
Gli scrittori del Novecento rimangono particolarmente colpiti da queste scoperte a tal
punto da creare una nuova forma di romanzo, il romanzo esistenziale che è introspettivo e
va ad analizzare la parte più profonda dell’uomo.
Vediamo come in questo contesto lo specchio cambia ruolo all’interno del romanzo e
della letteratura. Non è più infatti un oggetto che si può ricollegare alla magia, ma viene
invece utilizzato come metafora dell’animo umano, come mezzo per cercare qualcosa di
se stessi che ancora non si conosce e che ancora non è emerso. 5
Capitolo i centomila Moscarda allo specchio
3:
Pirandello fa parte di quegli scrittori che riescono ad applicare al meglio questa nuova
metafora, in particolare prendiamo in analisi l’Uno, nessuno e centomila.
“- Che fai? - mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo
specchio.
- Niente, - le risposi, - mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un
certo dolorino.
Mia moglie sorrise e disse:
- Credevo ti guardassi da che parte ti pende.
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la cosa:
- Mi pende? A me? Il naso?
E mia moglie, placidamente: 5
- Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra.”
Vitangelo Moscarda è un uomo ordinario, figlio di un banchiere usurario che con il lavoro
ereditato dal padre riesce a vivere di rendita. Un giorno però, la moglie gli fa notare un
lieve difetto fisico e questo basta a far crollare tutte le sue certezze, dallo specchio nel
quale si guarda emerge un volto mai considerato.
Immaginiamo che il protagonista debba crearsi un
avatar per accedere ad un qualche blog presente
sulla rete, (immaginiamo anche che esista già la rete),
il risultato finale sarebbe all’incirca questo.
Se invece fosse la moglie Dida a crearlo per lui
sono quasi certa che lo rappresenterebbe più o
meno in questo modo.
5 Uno, nessuno e centomila Luigi Pirandello, 2012 Edimedia di Fabio Filippi e C. Sas 6
“Mi si fissò invece il pensiero ch’io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m’ero
6
figurato d’essere.”
Vitangelo che ha sempre creduto di essere “uno”, scopre in realtà di essere “centomila”.
Questo divenne il suo pensiero costante, chiamato addirittura all’interno del romanzo
“male” che lo farà morire o ammattire.
Il protagonista, dal momento della rivelazione della moglie, passa la maggior parte del
tempo davanti allo specchio per cercare di trovare il suo vero Io e non quello che credeva
di conoscere.
“Io avevo bisogno di uno specchio.” 7
Ma si accorge praticamente subito di come gli sia impossibile vedersi come gli altri lo
vedevano, quando si poneva davanti ad uno specchio ogni suo gesto gli appariva fittizio
o rifatto, non poteva vedersi vivere.
“Passato il momento in cui lo fissavo, egli era già un altro; tanto vero che non era più qual era
stato da ragazzo, e non era ancora quale sarebbe stato da vecchio; e io oggi cercavo di
8
riconoscerlo in quello di jeri, e così via.”
Il concetto di relativismo tipico del pensiero di Pirandello pervade tutta l’opera.
Tutto è in costante movimento, anche le persone, risulta infatti impossibile farsi
un’opinione stabile su qualcuno, perché anche nel momento stesso in cui parliamo
questo è in continuo movimento e in una continua evoluzione che non può appunto
essere fermata. Il concetto è applicabile anche per noi stessi, infatti Vitangelo quando si
guarda dentro lo specchio è come se si vedesse sempre diverso, come se non si
riconoscesse nella sua stessa immagine riflessa.
Il relativismo corrisponde al dualismo tra vita e forma: la vita è un libero fluire degli istinti
umani mentre la forma è la maschera che la società ci impone.
Appare evidente l’influenza di Freud sul pensiero di Pirandello, secondo il filosofo infatti
nell’uomo esistono tre personalità: Es che corrisponde all’inconscio, Io che corrisponde
alla coscienza e il Super-Io che corrisponde alla maschera pirandelliana che ci dice come
ci dobbiamo comportare e schiaccia le nostre pulsioni.
“S’era commosso da sé, per conto suo, a un filo d’aria entrato chi sa donde, quel povero
corpo mortificato, senza dirmene nulla e fuori dalla mia volontà.
- Salute! - gli dissi.
E guardai nello specchio il mio primo riso da matto.” 9
La pazzia è uno dei temi cardine del romanzo esistenziale.
Quando una persona riesce a togliersi la maschera e quindi ad evadere dalla prigione
della forma viene visto dagli altri come un pazzo, ma è semplicemente una persona che
non vuole più adattarsi alla società con tutti i suoi difetti, vediamo l’esempio di Il treno ha
6 Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila, 2012 Edimedia di Fabio Filippi e C. Sas
7 Luigi Pirandello, ibidem
8 Luigi Pirandello, ibidem
9 Luigi Pirandello, ibidem 7