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STORIA……………………………………..pag. 3-15
GEOGRAFIA………………………………pag. 3-4
SCIENZE-TECNICA..................pag. 15-19
MATEMATICA………………………….pag. 20
LETTERATURA………………………...pag. 21-22
ARTE……………………………………………pag. 23-
24
ED. FISICA………………………………..pag. 25
FRANCESE…………………………………pag. 26
MUSICA……………………………………..pag. 26-28
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La seconda guerra mondiale è il conflitto che tra il 1939 e il 1945 ha visto confrontarsi da un lato
le potenze dell'Asse e dall'altro i paesi alleati. Viene definito «mondiale» in quanto, così come già
accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti i continenti e le operazioni belliche
interessarono gran parte del pianeta.
Ebbe inizio il 1º settembre 1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania; terminò, nel
teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, nel teatro asiatico, il successivo 2 settembre
con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
È considerato il più grande conflitto armato della storia, e costò all'umanità sei anni di sofferenze,
distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono infatti
direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell'utilizzo di armi sempre più potenti e distruttive,
spesso deliberatamente indirizzate contro obbiettivi non militari. Nel corso della guerra si consumò
anche la tragedia dell'Olocausto perpetrata dai nazisti nei confronti del popolo ebraico.
Al termine del conflitto si instaurò un nuovo ordine mondiale, fondato sulla contrapposizione, nota
come "guerra fredda", tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, mentre l'Europa, ridotta ad un cumulo di
macerie, perse definitivamente la propria egemonia sul pianeta.
I principali paesi coinvolti furono:
1º settembre 1939 - 8 maggio 1945: Terzo Reich (Germania e Austria)
1º settembre 1939: Polonia
3 settembre 1939 - 8 maggio 1945: Regno Unito e Australia
3 settembre 1939 - 8 maggio 1945: Francia
10 settembre 1939 - 15 agosto 1945: Canada
17 settembre 1939 - 8 maggio 1945: Unione Sovietica
30 novembre 1939 - 4 settembre 1944: Finlandia
9 aprile 1940 - 4 maggio 1945: Danimarca e Norvegia
10 giugno 1940 - 2 maggio 1945: Italia
28 ottobre 1940 - 1945: Grecia
21 giugno 1941 - 1945: Ungheria
7 dicembre 1941 - 2 settembre 1945: Giappone e Stati Uniti
Italia
In Italia il 31 ottobre 1922 salì al governo Benito Mussolini. Con questi ebbe inizio una politica
espansionistica, e il 2 ottobre 1935 prese il via la campagna d'Etiopia, con lo scopo di creare un
impero coloniale. Il 5 maggio 1936 venne proclamato l'Impero. Il 7 aprile 1939 l'Italia invase
l'Albania e due giorni dopo ne sancì l'annessione. Nonostante la tensione tra Italia e Germania che si
creò al momento dell'annessione dell'Austria, nel maggio 1939 Mussolini strinse il "Patto d'acciaio"
con la Germania, per poi dichiararsi, allo scoppio del conflitto, non belligerante.
Giappone
L'Impero giapponese invase la Cina nel settembre del 1931, usando la messa in scena del
sabotaggio ferroviario di Mukden come pretesto per l'invasione della Manciuria. Anche se il
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governo giapponese si oppose all'azione, l'esercito fu in grado di agire in maniera indipendente e
instaurò un governo fantoccio, creando uno stato separato: il Manchukuo.
Spagna
La Spagna di Francisco Franco decise si adottare una linea di non belligeranza nei confronti della
Germania. Dopo la sconfitta della Francia nel giugno 1940, la Spagna adottò una non-belligeranza
favorevole alla Germania (offrendo per esempio l'utilizzo di basi navali alle navi tedesche) fino al
ritorno alla completa neutralità nel 1943, quando le sorti della guerra apparvero decisamente
sfavorevoli all'Asse. Franco inviò truppe della División Azul (o Divisione Blu, dal nome del colore
del partito della Falange spagnola, i cui membri erano chiamati "camicie blu") per combattere sul
fronte orientale contro l'Unione Sovietica. Successivamente truppe spagnole affiancarono quelle
statunitensi nella liberazione delle Filippine dall'occupazione giapponese.
L’ invasione Polacca
L'esercito polacco contava un milione di uomini (circa il 30% in meno degli effettivi previsti),
diverse centinaia di autoblinde e carri armati di modelli leggeri e/o antiquati, con l'appoggio di
seicento aerei di qualità medio-bassa. La resistenza dei polacchi fu tenace ed ostinata, ma non
sufficiente: in particolare, non erano affatto preparati a respingere la nuova Blitzkrieg
(guerralampo). Gli anziani generali polacchi commisero l'errore strategico di disperdere l'esercito su
una lunghissima linea difensiva, ritenendo di dover combattere una guerra di trincea. Invece, dopo i
primi giorni di scontri violenti, il 3 settembre i Panzer tedeschi riuscirono a penetrare nelle retrovie
nemiche ed iniziarono le manovre di accerchiamento. Già l'8 settembre i primi carri armati tedeschi
giunsero alle porte dalla capitale polacca, dando il via alla battaglia di Varsavia, mentre la maggior
parte dell'esercito polacco veniva “accerchiata” in sacche isolate ed annientata nel giro di due o tre
settimane, a seconda delle zone. Tuttavia, per la Wehrmacht (le Forze Armate tedesche), la
conquista della capitale polacca iniziò a rivelarsi più difficile e lunga del previsto. I tedeschi
iniziarono a temere un possibile attacco della Francia da ovest; pertanto decisero di accelerare i
tempi per la sconfitta definitiva dei polacchi, iniziando a colpire Varsavia con la tattica del
bombardamento a tappeto. Come conseguenza, nell'arco di una ventina di giorni, la città soffrì quasi
26.000 morti ed oltre 50.000 feriti tra la popolazione civile. Da quel momento, l'impresa militare
voluta da Hitler assunse il carattere di guerra totale: sia i militari che i civili erano ugualmente
coinvolti in guerra, e lottavano disperatamente per la vittoria e la sopravvivenza.
Il 17 settembre l'Unione Sovietica, improvvisamente, ma comunque rispettando il patto Molotov-
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Ribbentrop, aggredì la Polonia da est con 466.000 soldati, 3.740 carri armati e 2.000 aerei ,
incontrando scarsa resistenza da parte delle truppe polacche. Alcuni storici ritengono che in realtà
Stalin volesse evitare che la Germania occupasse i territori polacchi orientali, altri riportano volontà
espansionistiche russe. L'Esercito polacco fu completamente disarmato entro il 6 ottobre, dopo la
battaglia di Koch.
La Guerra Finta
La Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania per formale ottemperanza al patto di mutua difesa
britannico-polacco che aveva stretto con la Polonia il 25 agosto, ma senza avere ancora piani
militari precisi. La Francia si affiancò alla dichiarazione di guerra britannica con poca convinzione.
In realtà sia i britannici che i francesi si sentirono "travolti" dagli eventi e, sconcertati
dall'imprevisto intervento militare sovietico di fatto a fianco della Germania, inizialmente non
seppero muoversi con decisione contro gli aggressori. Hitler aveva approfittato di questo clima di
debolezza diplomatica e indecisione politica, da parte di Gran Bretagna e Francia, per aggredire la
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Polonia: con lo spirito del "giocatore d'azzardo", Hitler aveva persino sperato che i britannici ed i
francesi avessero tollerato l'invasione della Polonia, quantomeno finché britannici e polacchi non
strinsero il patto di mutua difesa del 25 agosto 1939. In effetti, anche dopo la dichiarazione di
guerra alla Germania, continuarono a discutere sul da farsi: l'opinione pubblica era generalmente
contraria allo svilupparsi di un'altra Grande Guerra, essendo ancora vivo il ricordo della prima
guerra mondiale.
Percependo l'indecisione degli avversari, ma anche spinto dal timore di precipitare in un conflitto
contro le due potenze europee, Hitler il 6 ottobre 1939 propose una Conferenza di Pace a Gran
Bretagna e Francia, nel tentativo di far accettare il fatto compiuto dell'invasione della Polonia e per
discutere del nuovo ordine geopolitico europeo. Britannici e francesi rifiutarono sdegnatamente,
anche alla luce dei massacri dei civili polacchi ad opera dei tedeschi; ma allo stesso tempo non
prepararono alcuna offensiva terrestre contro la Germania. Inoltre, la Linea Sigfrido era un ostacolo
considerevole: per effettuare un'offensiva terrestre su un ampio fronte sarebbe stato opportuno
l'aiuto di Olanda, Belgio e Lussemburgo; nazioni che però, al momento, intendevano rimanere
neutrali.
Così, il periodo che andò dal settembre del 1939 al maggio 1940 fu soprannominato la finta guerra
(o anche la strana guerra, secondo alcune traduzioni): Gran Bretagna e Francia, nazioni che pur
avendo formalmente dichiarato guerra alla Germania, non riuscirono ad organizzarsi militarmente,
ne ebbero sufficiente convinzione politica per intraprendere alcuna offensiva terrestre
Tuttavia, con il termine finta guerra, ci si riferiva esclusivamente al sostanziale immobilismo delle
forze terrestri. In realtà, quegli otto mesi furono caratterizzati da scontri navali e battaglie aeree,
soprattutto tra Gran Bretagna e Germania.
Prime battaglie navali ed aeree
Dal settembre 1939 all'aprile 1940, le prime battaglie tra Germania e gli alleati Gran Bretagna e
Francia avvennero quasi esclusivamente nei mari e nei cieli. Essendo la Gran Bretagna una grande
isola, e dipendendo quindi dal mare per i collegamenti commerciali con il resto del mondo e con le
sue colonie, la Kriegsmarine (Marina da Guerra tedesca) si mobilitò immediatamente per
intercettare il traffico marittimo da e per la Gran Bretagna, per mettere in difficoltà l'economia e le
industrie britanniche. I tedeschi impiegarono sommergibili U-Boot, navi da guerra e alcune navi
corsare. La Royal Navy (marina britannica), pertanto, si trovò subito impegnata nel pattugliare e
proteggere le vitali rotte commerciali, dal Mare del Nord all'oceano Atlantico.
La Kriegsmarine ottenne alcuni importanti successi iniziali, ma, il 17 dicembre la Royal Navy,
dopo una lunghissima caccia riuscì a mettere in scacco, a Rio della Plata, la corazzata tedesca Graf
Spee, che per oltre tre mesi aveva effettuato raids contro le navi mercantili britanniche, nell'oceano
Atlantico, ed era divenuta famosa. Va inoltre ricordato che la Kriegsmarine, già la sera del 3
settembre 1939, si rese responsabile di una delle prime stragi di civili, nonché primo grave incidente
diplomatico della guerra: l'U 30 affondò il transatlantico SS Athenia (probabilmente scambiandolo
per una nave da guerra britannica, poiché non vi era nessun interesse strategico-militare in una
simile azione), con 1103 civili a bordo, tra i quali 300 civili statunitensi; e gli Stati Uniti erano
allora una Nazione neutrale. I tedeschi tentarono poi di negare ogni responsabilità riguardo
l'accaduto arrivando perfino ad accusare i britannici di aver affondato loro stessi la Athenia per
diffamare i tedeschi. La piena verità fu resa nota solo nel 1946.
Nel tentativo di ostacolare le operazioni della Kriegsmarine, numericamente inferiore alla Royal
Navy, ma molto aggressiva, nell'arco di vari mesi fra il 1939 e il 1940, la Royal Air Force effettuò
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numerosi raids di bombardieri contro i porti militari tedeschi, le fabbriche di U-Boot, i cantieri
navali e i depositi di munizioni navali; in particolare a Wilhelmshaven e Kiel. Le conseguenti
battaglie aeree contro la Luftwaffe furono molto sanguinose: la RAF arrivò a perdere fino al 50%
dei bombardieri Vickers Wellington ad ogni sortita; poiché i bombardieri britannici erano costretti
ad effettuare le loro missioni senza alcun caccia di scorta (la RAF non disponeva ancora di caccia a
lungo raggio). Nel frattempo, sempre tra il 1939 ed il 1940, numerosi scontri aerei avvennero sopra
la linea Maginot e la linea Sigfrido, tra i caccia e i ricognitori della Armée de l'air francese e della
Luftwaffe tedesca, poiché gli eserciti di ciascun lato tentavano di spiare dal cielo gli schieramenti
delle truppe avversarie.