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Storia-Le dittature del xx secolo
Arte -Corrot,Van Gogh e i Macchiaioli
Inglese- George Orwell
ITALIANO MARIN PREDA
Marin Preda è uno scrittore rumeno (1922-1980).Membro dell'Accademia Rumena, ricevette nel
1952 il Premio di Stato;Anche grazie all'intensa attività culturale svolta come direttore della
rivista letteraria Viata Românească ("Vita rumena") e della casa editrice Cartea Românească ("Il
libro rumeno"), è divenuto il maître-à-penser della nuova generazione di scrittori rumeni.La sua
opera più famosa è “Morometii” che parla della vita dei contadini durante il regime
comunista.Marin preda è molto legato a quest’opera perchè ha vissuto un dramma tipico dei
ragazzi della sua generazione. Quando fu piccolo,come in tutte le famiglie che vivevano in
campagna,dovette mancare molto da scuola per aiutare i genitori nei lavori domestici,nei campi
e con l’allevamento dei bovini. A dieci anni non vuole essere un contadino. Ma la vita gli riserva
una sorpresa di avere successo come scrittore e scrivere su quello che lui negava una volta cioè
le condizioni di essere un contadino.Come per altri scrittori,il romanzo più importante di Preda è
anticipato e preparato dai suoi racconti. Marin Preda fa dal suo contadino di nome Morometre
un individuo con una normale vita psicologica,quindi tende ad essere un eroe della prosa
moderna, un contadino intelligente,in grado di realizzare nel suo modo caratteristico il dramma
dell’ esistenza e della classe sociale di cui fa parte. Morometii è un romanzo in cui attraverso le
vicende di una famiglia sono rappresentati gli eventi e le trasformazioni della vita rurale; i temi
centrali della narrazione sono:la diffidenza e la resistenza dei contadini anziani contro il nuovo
ordine comunista costituito dalla collettivizzazione, la scelta della generazione dei più giovani di
diventare funzionari del partito, le tradizioni ancestrali del villaggio della pianura del Danubio.
La seconda parte dell'opera di Preda è ambientata in città, a Bucarest. In Marele singuratic ("Il
grande solitario", 1972) la seconda generazione dei Moromete vive la torbida storia politica del
paese; il risiedere nella capitale, dopo aver distrutto le proprie origini contadine, non basta a
rendere il protagonista partecipe della vita cittadina, costringendolo piuttosto a ritirarsi nella
solitudine e a sottomettersi al fatum. La scomparsa della classe contadina è al centro anche
di Imposibila întoarcere ("L'impossibile ritorno", 1971), in cui Preda accusa l'industrializzazione
comunista di annientare la vita rurale del paese. Gli ultimi romanzi si distinguono per la loro
tematica. Delirul ("Il delirio", 1975) si occupa del periodo della dittatura del generale Antonescu
(1940-44), epoca che lo scrittore, a quei tempi giornalista, conosceva bene per esperienza
personale. Subito dopo Preda pubblicò Viata ca o pradă ("La vita come una preda", 1977),
romanzo autobiografico sui difficili primi anni della propria carriera.
VERISMO E GIOVANNI VERGA
Il verismo è una corrente letteraria italiana,nata tra il 1875-1895, che ispirandosi al Naturalismo
francese e al Positivismo teorizza una rigorosa fedeltà alla realtà effettiva (al «vero») delle
situazioni, dei fatti, degli ambienti, dei personaggi e una corrispondenza con il sentire e il
parlare dei soggetti che vengono rappresentati. Il movimento tende a descrivere la vita della
gente umile, dei reietti dalla società che si affannano nella lotta per la sopravvivenza, contro la
fatalità del destino. L’autore più rappresentativo del Verismo fu Giovanni Verga .
La sua produzione verista è tutta ambientata in Sicilia e ha per protagonisti gente “umile” e
derelitta (sola,abbandonata da tutti),attraverso la quale la quale l’autore intende mostrare che
il progresso si attua secondo una legge naturale che segna la vittoria del più forte sul più
debole.Verga progetto un ciclo narrativo di cinque romanzi( il “ciclo dei vinti” rimasto però
incompleto),che avrebbero dovuto documentare i meccanismi che regolano la società dal livello
più basso(quello dei contadini e dei pescatori siciliani) a quello più alto dell’aristocrazia e
dell’alta borghesia cittadina.Per Verga,infatti,il progresso è inevitabilmente fondato
sull’infelicità del singolo e quindi di tutti gli uomini,sono condannati,indipendentemente dai
meriti personali o dalla classe sociale di appartenenza,alla sconfitta,al dolore e alla morte,e
come tali “vinti”.Il pessimismo di Verga fa si che la denuncia sociale delle sue opere non
approdi né a una speranza rivoluzionaria né a un riscatto degli umili in senso cristiano.Il
desiderio di riscatto dei personaggi verghiani si manifesta nei miti della <<robba>>,nel
desiderio cioè di possesso,e del focolare domestico,dove l’uomo può coltivare affetti semplici e
puri,non corrotti dalla lotta per la vita.I punti fondamentali della sua poetica sono:1) l’opera
letteraria deve essere a tutti gli effetti un <<documento umano>>,in cui le vicende narrate
sembrino fatti realmente accaduti;2)lo scrittore deve sostituire all’invenzione romanzesca una
ricostruzione scientifica dei processi psicologici;3)l’autore deve seguire il canone
dell’impresonalità,scomparire raccontando la vicenda attraverso gli occhi dei protagonisti e
adottando un punto di vista diverso a seconda dei personaggi,soprattutto grazie all’uso del
discorso indiretto libero(cioè l’inserimento diretto,nella narrazione,dei personaggi e delle parole
dei personaggi;4)l’autore deve assumere la mentalità e il linguaggio dei suoi personaggi.Uno
tra i più conosciuti romanzi di verga è Mastro Don Gesualdo.
RIASSUNTO
Scritta da Giovanni Verga nel 1889, la vicenda è ambientata a Vizzini, una località della
provincia di Catania, nel periodo compreso tra il 1819 e il 1848. Protagonista è Gesualdo Motta,
un uomo del popolo, umile lavoratore, tenace ed accorto che dedica la vita al lavoro per
accumulare terre, denari e ricchezze. La fortuna raggiunta lentamente è stata veramente
sudata e meritata, anche se non cambia il carattere di Mastro Don Gesualdo che rimane onesto
e generoso, sempre pronto ad aiutare parenti ed amici. Per aumentare ulteriormente il suo
potere, Gesualdo sposa Bianca Trao, ragazza di nobile famiglia in decadenza. Purtroppo il
matrimonio si rivela un cattivo affare per l'uomo. Tutti gli sono contro: i familiari, benché da lui
aiutati, lo ritengono un traditore perché li ha abbandonati per un mondo diverso; i parenti nobili
lo disprezzano. Anche Bianca, che ha accettato il matrimonio solo per salvare l'onore macchiato
dopo i suoi amori con il baronetto, suo cugino, Ninì Rubiera, non riuscirà mai a vincere
un'istintiva freddezza nei confronti del marito. Anche la figlia Isabella, in realtà nata dalla
relazione di Bianca con Niní, risulta essere molto ostile al padre. La ragazza, infatti, innamorata
del cugino Corrado La Gurna, poeta e spiantato, è ostacolata dal padre nel suo amore e finirà
per cedere al suo volere sposando il Duca di Leyra, un uomo spietato, che non la amerà mai,
ma dissiperà tutta la dote della ragazza in ricevimenti. Dopo la partenza di Isabella per
Palermo, parenti, amici, vicini, tutti si accaniscono a gettar fango sulle ricchezze di Gesualdo.
La moglie, Bianca, muore poco dopo consumata da un male inesorabile, la tisi, e dalla
lontananza dalla figlia. Don Gesualdo rimane solo, sofferente e torturato da atroci dolori di
stomaco. Il genero, che lo detesta e lo disprezza, ma che vuole a tutti i costi venire in possesso
dell'eredità, lo costringe a seguirlo a Palermo. Morirà di cancro qualche tempo
dopo nell'indifferenza generale, solo e abbandonato, accompagnato nelle ultime ore dalle
parole malevole di un servitore, unico testimone della sua agonia.
COMMENTO LETTERARIO:
Il romanzo è strutturato in quattro parti: la prima si apre con un incendio che devasta la casa di
una famiglia nobile decaduta; tra i vari personaggi che giungono in soccorso viene presentato il
protagonista Gesualdo, un ex muratore arricchito; nella seconda parte attraverso la descrizione
di una giornata tipo di Gesualdo viene presentato il carattere e la vita dell’uomo, il quale segue
una logica utilitaristica, dalla cura dei propri affari ai rapporti umani; nella terza parte la figlia di
Gesualdo Isabella entra in collegio e le viene imposto un matrimonio con il duca di Leyra,
attraverso cui il protagonista vuole continuare la sua scalata sociale; la quarta parte presenta il
declino di Gesualdo, a cui muore la moglie e i cui
magazzini vengono devastati duranti i moti rivoluzionari dal 1848; l’uomo, ormai malato di un
cancro incurabile, è costretto ad accettare l’ospitalità del duca di Leyra, dove muore solo, senza
poter riconciliarsi con la figlia.
COMMENTO PERSONALE:
Il personaggio che mi ha colpito di più è Gesualdo .Di lui ho ammirato la determinazione e la
sua grande forza di volontà, che lo hanno aiutato a non arrendersi davanti alle difficoltà e
continuare per la sua strada .Ho ammirato la sua voglia di migliorare le sue condizioni di vita.
Ho provato tanta compassione per il modo in cui è morto,descritto nel quinto capitolo del libro.
In cui viene narrato il suo ultimo periodo di vita prima della morte,avvenuta nel palazzo dove
viveva la figlia e suo marito.
STORIA
LE PRINCIPALI DITTATURE DE XX SECOLO
La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo
organo, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato.
MUSSOLINI
Dopo la prima guerra mondiale l’Italia fu colpita da una crisi economica, infatti, negli anni 1919
e 1920 vi furono molti scioperi e occupazioni di fabbriche e terre. Il 1919 viene fondato il
movimento fascista con a capo Benito Mussolini (29 luglio 1883 – , 28 aprile 1945 è stato
un uomo politico, giornalista e dittatore italiano). Questo movimento fece uso della violenza
squadracce
provocata dalle cosiddette che violentavanocoloro che si opponevano al
movimento fascista.Il 28 ottobre 1922 Mussolini organizzò una marcia su Roma di camicie nere
per conquistare e riorganizzare il governo. Il 10 giugno 1924 Mussolini fece assassinare
Matteotti e durante il 1925 trasformò il regime in una dittatura. Nel 1926 il fascismo vietò gli
scioperi e nel 1928 stabilì il proprio potere. Infine in Italia nel 1938 vennero introdotte le leggi
razziali contro gli ebrei per allinearsi con la Germania.
HITLER
Adolf Hitler (, 20 aprile 1889 – 30 aprile 1945) è stato un politico austriaco naturalizzato
tedesco, Cancelliere del Reich dal 1933 e Führer della Germania dal 1934 al 1945. Hitler
conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della
sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la
Repubblica di Weimar. Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione delle classi medie,
presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo
alterne vicende (fallito Putsch nel 1923, con conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla
Cancelleria nel 1933 e instaurò la dittatura, assumendo anche la carica di capo di stato dopo la
morte del presidente Paul von Hindenburg. Grazie a un possente ed efficace programma di
ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente
aggressiva, volta principalmente ad espandere il Lebensraum (spazio vitale) tedesco a spese
delle popolazioni dell'Europa orientale. In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità
internazionale, giunse ad invadere la Polonia il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio
della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche ormai
penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna
Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.Responsabile della morte di milioni di persone,
Hitler fu fautore di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici,
politici e sociali (rom, popolazioni slave, omosessuali, comunisti, disabili mentali, minoranze