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Estratto del documento

di Giulia Franceschin

classe V D Scientifico 2

INDICE

1. Introduzione p. 3

2. Che cos’è un profumo p. 4

3. Come si percepisce un profumo p. 9

4. Lo sviluppo della società “microsmatica” p. 11

5. Il profumo nella letteratura p. 13

5.1. The theme of perfume in English literature p. 16

6. Conclusione p. 17

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1. INTRODUZIONE

Ho scelto questo argomento perché penso che sia estremamente affascinante. Il

profumo può essere, infatti, affrontato da molti punti di vista diversi, in quanto la sua

percezione è legata sia ad un processo chimico e fisiologico, sia ad un processo

psicologico, mediante il quale ognuno di noi può dare un significato preciso ad ogni

stimolo olfattivo,in base alle proprie esperienze.

Benché l’olfatto sia stato a lungo considerato come trascurabile, in quanto si pensava

che fosse un senso poco utile all’uomo, da qualche tempo è stato ripreso in

considerazione, tanto che numerose pubblicazioni scientifiche, professionali e

giornalistiche riflettono il vivo interesse suscitato da questo senso ancora in parte

misterioso. Ci si chiede, per esempio, se anche noi, come gli altri mammiferi, veniamo

manipolati a nostra insaputa dagli odori; domanda alla quale non si ha ancora una risposta

definitiva. Si era infatti consolidata tra filosofi e sociologi della fine del XIX secolo l’idea per

cui l’uomo, con la diffusione della civilizzazione e dell’igiene, avrebbe perso nei secoli l’uso

dell’ olfatto, senso che quindi oggi risulta poco sviluppato. Tuttavia, le ricerche scientifiche

sono in grande espansione e contribuiscono ad un movimento di riabilitazione, sorto una

dozzina di anni fa, favorevole ad una facoltà sensoriale da noi dimenticata e che, invece,

ci metterebbe in contatto profondo con il mondo esterno e gli altri esseri viventi.

Nello stesso tempo, però, odori, fragranze e profumi hanno accompagnato da sempre

la vita dell'uomo, prima in ambito religioso, poi pagano, fino all’800, quando iniziò una

sorta di connubio tra il mondo dei profumi e quello della moda. Inoltre nell’antichità si

attribuivano ai profumi dei poteri sulla stessa salute dell’uomo, per cui i cattivi odori erano

considerati portatori di malattie o persino di morte, mentre i buoni odori curativi e portatori

di serenità ed equilibrio. Non si deve inoltre trascurare il fatto che il senso dell’olfatto è

involontario, in quanto legato allo stesso respiro, e quindi, privo di ostacoli di trasmissione,

ci permette di conoscere il mondo esterno in modo puro e diretto. Queste caratteristiche,

infatti, sono state da sempre motivo d’interesse non solo per chimica o biologia, ma anche

per la letteratura, che ha cercato sempre modi migliori per esprimere un senso così

misterioso, affascinante, intimo e legato all’essere. 4

2. CHE COS’È UN PROFUMO

Il profumo è una soluzione più o meno concentrata di esalazioni odorose, di origine

naturale oppure ottenute per sintesi chimica, piuttosto gradevoli, cioè di sostanze che,

essendo volatili, si dissolvono facilmente nell’aria, attraverso la quale entrano nel naso e

vengono percepite da dei recettori (come spiegherò successivamente).In genere gli odori

derivano da sostanze organiche, tuttavia esistono anche alcune sostanze inorganiche,

come l’ammoniaca, che possiedono un loro odore caratteristico. Ogni profumo può essere

suddiviso in differenti note olfattive; esistono tre tipologie di note olfattive, divise a seconda

della durata:

 Le note di testa durano soltanto alcuni minuti ed emanano un profumo leggero ed

effimero, in quanto associate ai composti più volatili;corrispondono alla prima

impressione e si arricchiscono gradualmente unendosi alle note di cuore, che sono

le note dominanti del profumo. Tra le note di testa si possono trovare sostanze

come il limone, il mandarino, l’arancio, la salvia, la lavanda o il rosmarino.

 Le note di cuore durano alcune ore, la loro fragranza ha bisogno di tempo per

svilupparsi e sono quelle che determinano il carattere del profumo. Generalmente

corrispondono a profumi fioriti, come la rosa e il mughetto, oppure speziati, come il

chiodo di garofano o la cannella.

 Le note di fondo sono quelle a durata maggiore, infatti possono permanere anche

per 10 ore. Per questa loro caratteristica, intensificano il carattere del profumo e gli

conferiscono la tenuta, in quanto agiscono anche “controllando” le diverse velocità

di evaporazione delle note di testa e delle note di cuore. Sono spesso date da

sostanze balsamiche come la mirra oppure legnose come vetiver o sandalo.

Esistono quattro diversi metodi principali di estrazione dei profumi dalle sostanze:

 Macerazione a freddo o enfleurage 5

Si tratta di un procedimento antico utilizzato per l’estrazione di fiori fragili come quelli di

arancia, gelsomino e rosa.

Collocazione dei, petali raccolti manualmente, su lastre di vetro spalmate di grasso da 24

a 72 ore

|

Ripetizione dell'operazione per diverse settimane

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Grasso saturo di olio odoroso

|

Riscaldamento dell'olio

|

Lavaggio con alcol

|

Olio essenziale

Anche se con questo metodo si ottiene il doppio della quantità d'olio essenziale rispetto

alla semplice estrazione, è molto costoso ed occorrono migliaia di lastre per ottenere

soltanto qualche centinaio di grammi d'essenza. Per questo motivo oggi non viene molto

usato.

 Distillazione

Produzione di vapore che passa attraverso la materia

|

Il vapore si carica di oli essenziali

|

Passa in un collo di cigno

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Poi nel condensatore

|

Gli oli essenziali,più leggeri, vengono separati dalle acque aromatiche, più pesanti

Le acque aromatiche sono utilizzate in profumeria, per esempio, per la produzione di

tonici; è il caso dell'acqua di rose o dell'acqua di fiori d'arancio.

miscela di vapore e olio acqua in uscita dal

il vapore attraversa il condensatore

materiale vegetale e

distilla l'olio CONDENSATORE

RECIPIENTE acqua fredda in entrata

DISTILLATORE SEPARATORE

vapore in ingresso l'idrolato (cioè l’essenza

essenza oleosa raccolta dalla parte alta del dispersa nell’acqua) esce

distillato dal basso del separatore

Schema del processo di distillazione in corrente di vapore (steam distillation)

 Estrazione con il metodo dei solventi volatili

Metodo scoperto da Louis Roure e presentato all' Esposizione Universale di Vienna del

1873. Un solvente assorbe gli elementi aromatici

|

Si ottiene una cera chiamata "concreta", unione di oli essenziali e cere

|

Si passa la concreta nell'alcol per eliminare la cera

|

Poi nel refrigeratore per rapprendere la cera

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Si filtra e si ottiene l'alcolato

Distillazione dell'alcolato 7

|

Assoluta

Ovviamente le materie prime usate per ottenere l’essenza devono essere molto

abbondanti e scelte. Per esempio, per ottenere 1kg di assoluta di gelsomino, una delle

sostanza più usate nei profumi, occorrono 600kg, cioè 5 milioni, di fiori scelti fra i più

freschi.

 Spremitura

E' un metodo usato per estrarre olio essenziale da sostanze come gli agrumi, che

contengono gli oli essenziali all’interno di cellule superficiali ed, essendo profumi freschi,

non resistono alle alte temperature. In passato questo processo veniva effettuato

manualmente, oggi invece l'operazione è meccanica e viene utilizzata sia per le scorze

che per il frutto intero. La scorza viene pressata per ricavarne delle gocce d'olio. Il frutto è

pressato ( o inciso leggermente) senza essere deformato. In ogni caso si ottiene un olio

essenziale.

Tuttavia, è da precisare che l’origine dei profumi piacevoli e degli odori sgradevoli è

sempre la stessa: le molecole. Non tutte le sostanze, però, profumano: molecole come

l’azoto, l’ossigeno, l’anidride carbonica passano costantemente attraverso il nostro naso

senza che noi ce ne accorgiamo. La maggior parte degli odori, infatti, è causata da

molecole organiche, cioè molecole contenenti uno scheletro carbonioso. In particolare, le

sostanze che possiedono una loro fragranza caratteristica sono dette composti aromatici o

aromi. Dopo aver determinato la struttura di un certo numero di questi composti, si trovò

che il termine più semplice comune a tutti questi era il benzene, con formula grezza C H .

6 6

I chimici discutono ancora oggi su che cosa significhi l’aromaticità, infatti, c’è una certa

difficoltà a conciliare l’indubbia tetravalenza del carbonio e la composizione del composto

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con le sue particolarità chimiche. In un primo momento si attribuirono al benzene due

strutture esagonali cicliche e simmetriche rispetto ai doppi legami, in continua

trasformazione l’una nell’altra. Questa struttura, però, non giustificava pienamente il

comportamento del benzene in quanto si notò che:

 Il composto ha una stabilità particolare tale da non dare spontaneamente reazioni di

addizione, come un alcatriene ciclico;

 Non polimerizza;

 Non consente reazioni di apertura dell’anello come i cicloalcheni;

 I tre doppi legami hanno una lunghezza di 139pm, intermedia tra quella del legame

singolo e quella del legame doppio.

Oggi, invece, il benzene è considerato un ibrido di risonanza tra le due forme limite,

simmetriche rispetto i doppi legami; convenzionalmente questa situazione si rappresenta,

come in figura, con un cerchio all’interno dell’esagono.

Benzene C H

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Tale cerchio sta a rappresentare il sestetto aromatico, tipico della struttura del benzene,

costituito dalla delocalizzazione delle tre coppie di elettroni del carbonio appartenenti agli

2

orbitali π. Si ritiene, infatti, che gli atomi di C si trovino in uno stato di ibridazione sp , per

cui instaurerebbero

 Un legame σ tra due carboni contigui mediante sovrapposizione frontale di due

2

orbitali sp ;

 Un legame σ tra un atomo di H e un atomo di C, che risulta dalla sovrapposizione di

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un orbitale sp del carbonio e un orbitale s dell’idrogeno;

 Un’unica nuvola elettronica π, formata dai 6 orbitali p restanti molto vicini tra loro,

appartenenti ai 6 atomi di carbonio, che si dispone simmetricamente sotto e sopra

rispetto al piano su cui giace l’anello ed entro la quale i sei elettroni coinvolti

possono muoversi liberamente. 9

Questa particolare struttura conferisce al benzene, e ai suoi derivati, una particolare

stabilità ed altre caratteristiche tipiche che ne costituiscono l’aromaticità. Tuttavia, non tutti

i composti aromatici hanno un proprio odore caratteristico. Tra le sostanze organiche più

diffuse all’interno dei composti aromatici troviamo le aldeidi e i chetoni, caratterizzati da un

odore intenso. Per esempio, l’acetaldeide è contenuta nell’anice e nel mentolo, l’aldeide

butirrica nell’eucalipto, la vanillina o 4-idrossi-3-metossibenzaldeide è la responsabile del

profumo di vaniglia, la cinnamaldeide invece della cannella.

3. COME SI PERCEPISCE UN PROFUMO

Il senso dell’olfatto si avvale di recettori finalizzati alla percezione degli stimoli esterni,

cioè di strutture che si modificano quando vengono eccitate da uno stimolo ambientale,

determinando la produzione di un segnale. In particolare la stimolazione di un recettore

sensoriale genera un segnale elettrico la cui ampiezza è proporzionale all'intensità dello

stimolo, per questo i recettori sensoriali sono anche trasduttori, infatti sono in grado di

trasformare i segnali da una forma ad un’altra.

Mucosa olfattiva Particolare della mucosa olfattiva

Il percorso olfattivo inizia all’interno della cavità nasale, in un’area neuroepiteliale della

mucosa nasale nella quale sono contenute le cellule olfattive. L’epitelio olfattivo è

stratificato e più spesso di quello della regione respiratoria, in quanto costituito da tre tipi di

cellule diverse: le cellule di sostegno, le cellule basali e le cellule olfattive, che sono

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neuroni. Nella cavità nasale circa 1 milione di neuroni si distribuisce in un’area di 5 cm e,

mediante un prolungamento cellulare dotato di una decina di ciglia, raggiunge

direttamente la superficie della mucosa della cavità. Si tratta dunque di veri e propri

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neuroni che ricevono stimoli e possono produrre potenziali d'azione; ogni cellula, cioè ogni

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