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È incredibile quanto i profumi facciano costantemente parte delle nostre esperienze senza che noi ce ne rendiamo conto. Essi, molto spesso, si legano ai nostri ricordi ed alle nostre emozioni, rendendo indimenticabile e speciale quel dato momento. Quante volte vi è capitato di camminare per strada ed avvertire casualmente un odore, mai sentito prima e che vi colpisce a tal punto da farvi rimanere senza fiato? Sicuramente quel profumo, dovunque arrivasse, si è impresso per sempre nella vostra mente, e attende impaziente di essere “rievocato”. Tuttavia, è impossibile descrivere un profumo. Le parole, purtroppo, non possiedono questo potere. È per questo che la percezione di un profumo vive incancellabile ed immutabile dentro di noi. Per conoscerlo, dunque, è necessario viverlo.
Malgrado ciò, non sono solo i buoni accordi tra essenze a suscitare ricordi e sensazioni, ma anche, e soprattutto, il profumo della nostra pelle, il quale è presente fin dalla nascita, indelebile ed unico su ognuno di noi.
L’origine del profumo si perde nella notte dei tempi. Ma è indiscutibile che esso sia strettamente legato all’Egitto della sensuale Cleopatra e alla Francia della viziosa Maria Antonietta. Ciò nonostante, l’affascinante mondo degli odori è stato analizzato in questa tesina attraverso Patrick Süskind, nella sua celebre opera “Il profumo”. È stato proprio grazie a quest’ultimo se ho scelto come tema della mia tesina il profumo. Ed è stato sempre Süskind che mi ha fatto capire cos’è che lo rende così affascinante. Esso possiede un potere di persuasione maggiore delle parole, del sentimento e della volontà. Non si può fare a meno di rimanere ammaliati da questa forza di persuasione, la quale penetra in noi come l’aria che respiriamo, ci riempie, ci completa, ci domina al punto che è impossibile opporvisi.
E per concludere: fatevi trasportare dal potere ammaliante del profumo, assaporate le sue note fino a perdervi nel suo effetto seducente, perché il profumo racconta la vostra storia. Obiettivo di questa tesina sul profumo è quindi quello analizzare il tema del profumo attraverso un percorso che abbraccia discipline come l'italiano, il latino e l'inglese.
Italiano: la magia dei profumi nella poesia simbolista con Baudelaire, Pascoli e D’Annunzio, Il profumo di Patrick Süskind: sintesi e considerazioni sul libro.
Latino: Le donne profumate nella VI satira di Giovenale.
Inglese: The power of smell in Oscar Wilde’s novel, “The picture of Dorian Gray”.
Esame di stato
Anno scolastico
2012/2013 INDICE
Introduzione (pag. 2)
Mappa concettuale (pag. 3)
Il profumo di Patrick S ü skind:
sintesi e
considerazioni sul libro (pag. 4)
Italiano:
la magia dei profumi nella poesia simbolista con
Baudelaire, Pascoli e D’Annunzio (pag. 8)
Latino:
donne profumate nella VI satira di Giovenale
(pag.13)
Inglese:
the power of smell in Oscar Wilde’s novel, “The
picture of Dorian Gray” (pag. 15)
Bibliografia, sitografia e filmografia
(pag. 17) 1
INTRODUZIONE
È incredibile quanto i profumi facciano costantemente parte delle nostre
esperienze senza che noi ce ne rendiamo conto. Essi, molto spesso, si
legano ai nostri ricordi ed alle nostre emozioni, rendendo indimenticabile
e speciale quel dato momento. Quante volte vi è capitato di camminare
per strada ed avvertire casualmente un odore, mai sentito prima e che vi
colpisce a tal punto da farvi rimanere senza fiato? Sicuramente quel
profumo, dovunque arrivasse, si è impresso per sempre nella vostra
mente, e attende impaziente di essere “rievocato”. Tuttavia, è impossibile
descrivere un profumo. Le parole, purtroppo, non possiedono questo
potere. È per questo che la percezione di un profumo vive incancellabile
ed immutabile dentro di noi. Per conoscerlo, dunque, è necessario
viverlo.
Malgrado ciò, non sono solo i buoni accordi tra essenze a suscitare
ricordi e sensazioni, ma anche, e soprattutto, il profumo della nostra
pelle, il quale è presente fin dalla nascita, indelebile ed unico su ognuno
di noi.
L’origine del profumo si perde nella notte dei tempi. Ma è indiscutibile
che esso sia strettamente legato all’Egitto della sensuale Cleopatra e alla
Francia della viziosa Maria Antonietta. Ciò nonostante, l’affascinante
mondo degli odori è stato analizzato nel secolo scorso da Patrick Süskind,
nella sua celebre opera “Il profumo”. È stato proprio grazie a
quest’ultimo se ho scelto come tema della mia tesina il profumo. Ed è
stato sempre Süskind che mi ha fatto capire cos’è che lo rende così
affascinante. Esso possiede un potere di persuasione maggiore delle
parole, del sentimento e della volontà. Non si può fare a meno di
rimanere ammaliati da questa forza di persuasione, la quale penetra in 2
noi come l’aria che respiriamo, ci riempie, ci completa, ci domina al
punto che è impossibile opporvisi.
E per concludere … fatevi trasportare dal potere ammaliante del
profumo, assaporate le sue note fino a perdervi nel suo effetto seducente,
perché il profumo racconta la vostra storia. 3
IL
PROFUM Latino:
O
Inglese: -la VI satira di
-"The picture of Giovenale
Dorian Gray" by
Oscar Wilde Italiano:
-"Corrispondenze" di
Baudelaire
-"Il gelsomino
notturno" Pascoli
di
-"Il piacere" di
D'Annunzio 4
IL
PROFUMO DI
PATRICK SüSKIND
Il romanzo è ambientato in Francia nel
diciottesimo secolo e vede come protagonista
lo sfortunato Jean-Baptiste Grenouille.
Quest’ultimo era nato da una donna
sciagurata che cercò di sbarazzarsi di lui
subito dopo il parto, ma venne immediatamente
giustiziata per tentato
infanticidio. Tuttavia, Grenouille riusì a sopravvivere
e non fece altro in tutta la vita se non tentare di
sfuggire alla morte. Il protagonista, però, non
poteva essere paragonato ad un qualunque
bambino, in quanto possedeva due insolite ed
uniche particolarità: la prima era quella di essere
dotato di un olfatto potentissimo, in grado di
percepire e catalogare qualsiasi nota d’odore in un
soffio di vento; la seconda, la più inquietante, era
quella di non emanare nessun odore e a
causa di questo motivo, non venne mai
considerato un
essere umano,
bensì un
mostro, dato
che, come
sostiene
l’autore, tutti
noi siamo considerati quel che siamo grazie al
nostro odore. 5
Inizialmente, il neonato, venne portato in un convento in cui lo
battezzarono con il nome di Grenouille. Dopo che il bambino era stato
rifiutato da diverse balie, i frati decisero di affidarlo ad una donna priva
di sentimenti, incapace, dunque, di provare affetto per i bambini di cui
si occupava. Quest’ultima, però, quando il convento smise di mandarle i
soldi, lo vendette ad un conciatore di pelli di nome Grima. In seguito,
all’età di dodici anni Grenouille venne mandato a lavorare in una
conceria da quest’ultimo, nella quale si impegnò duramente.
Grenouille era consapevole del suo dono, più unico che raro e sulla base
di questo egli aveva un unico scopo nella vita: quello di catturare gli
odori ed intrappolarli nella sua memoria, per poi divertirsi a mescolarli
a suo piacimento creando fragranze irreali e meravigliose.
Un giorno gli venne ordinato di commissionare delle pelli al più
rinomato profumiere di Parigi, che però stava attraversando un periodo
di profonda crisi. Giuseppe Baldini era il suo nome, ed un tempo la sua
fama lo precedeva. Grenouille riuscì a convincerlo ad assumerlo,
promettendo al maestro di renderlo ancora più famoso di un tempo,
creando fragranze mai sentite prima. La promessa fu mantenuta ed il
povero Jean-Baptiste creò ben seicento profumi di gran lunga superiori
a quelli già esistenti.
Un giorno, il ragazzo si avventurò per le strade di Parigi, senza avere
una meta precisa. Fu in questa occasione che egli avvertì l’odore in
assoluto più buono che avesse mai sentito. Apparteneva ad una fanciulla
e per impossessarsene, il protagonista la strangolò e si immerse nel suo
odore. Tuttavia, non si può possedere per sempre un odore, perché il
mondo dei profumi è temporaneo e fugace. Allora, tormentato dal
ricordo dello straordinario profumo tornò dal suo maestro dove fu
colpito da una grave malattia, tormentato dal pensiero di non potersi più
beare di una fragranza così sublime. In punto di morte chiese a Baldini,
come suo ultimo desiderio, di rivelargli se esistevano altri modi per
estrarre dalle cose la loro essenza, oltre alla distillazione. Gli venne così
confessato che esistevano altri modi, ma che venivano praticati solo in
un paesino a sud della Francia, chiamato Grasse. Alla notizia Grenouille
si rimise subito in forze, come se dipendesse dalla sua volontà,
determinato più che mai a raggiungere questo paese per imparare
nuove tecniche.
Il viaggio che Jean-Baptiste intraprese viene presentato come una fuga
dall’umanità, in quanto viaggia di notte guidato solo dal suo naso,
dirigendosi il più lontano possibile da villaggi e persone. Fino a
raggiungere un luogo dove non riuscì più a scorgere alcun odore
umano: la cima di una montagna arida e disabitata. Una volta stabilitosi,
6
vi rimase per sette anni, trovando in quel posto la casa che non aveva
mai avuto. Si rintanò in una stretta caverna dove non fece altro che
immaginare di vivere come tanto voleva, fino a quando, in una delle sue
immaginarie “orge olfattive” rimase quasi affogato in quello che si rivelò
essere il suo odore, anche se immaginario. <<[…]Grenouille fu completamente
avvolto dalla nebbia, intriso di nebbia, e tra i vapori della nebbia non c’era più un filo d’aria pura. Se non
voleva soffocare, doveva respirare questa nebbia. E la nebbia era, come si è detto, un odore. E Grenouille
sapeva anche quale odore. La nebbia era il suo odore personale. L’odore personale di lui, di Grenouille,
questo era la nebbia. E ora la cosa più spaventosa era che Grenouille, sebbene sapesse che quest’odore era il
Così, Grenouille capì che anche lui, come
suo odore, non riusciva a sentirlo.[…]>>
tutti gli esseri umani, possedeva un odore personale, solo che il suo
naso, essendosi abituato alla sua essenza, non riusciva più a percepirla .
<<[…]«Non è che io non abbia odore, perché tutto ha un odore. Piuttosto non sento l’odore che ho perché da
quando sono nato ho sentito il mio odore ogni giorno, e quindi il mio naso è diventato insensibile al mio
odore personale. Se potessi separare da me il mio odore, o almeno una parte di esso, e tornare ad annusarlo
Ed
dopo un certo periodo di disassuefazione, riuscirei a sentirlo - e quindi a sentirmi -perfettamente».>>
ecco che un nuovo motore spinse Grenouille a continuare a
sopravvivere: voleva possedere un odore diverso da tutti quelli esistenti,
il migliore che si fosse mai sentito, quello degno di un angelo. Voleva
creare l’essenza perfetta. <<[…]Voleva esse re il dio onnipotente del profumo, così come lo era
stato nella sua fantasia, ma ora nel mondo reale e regnando su uomini reali. E sapeva che ciò era in suo
potere. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla
bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo.
Poiché il profumo era fratello del respiro. Con esso penetrava negli uomini, a esso non potevano resistere, se
volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore, là distingueva categorica mente la
simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l’amore dall’odio. E Colui che dominava gli odori, dominava i
cuori degli uomini.>>
Con questo desiderio, Jean-Baptiste lasciò la montagna e raggiunse
Grasse. Qui trovò subito lavoro come vice garzone di Madame Arnulfi.
Durante il periodo che trascorse nella profumeria apprese la tecnica
dell’enfleurage, un metodo per estrarre l’essenza degli oggetti, anche se
non vegetali, tramite l’immersione nel grasso.
Un giorno, mentre vagava per la città, un odore si impossessò del suo
naso. Una fanciulla, di nuovo, anche se il suo odore era ancora più
incantevole di quello della ragazza di Parigi. La individuò subito, era la
figlia di Richis, Laure, ma decise di aspettare due anni prima di agire, in
modo che l’essenza della ragazza arrivasse al culmine.
Alcuni mesi dopo, un misterioso assassino cominciò a decimare la
popolazione femminile di Grasse. Le sue vittime avevano tutte due
particolarità: erano le fanciulle più belle della città e venivano ritrovate
nude e con i capelli tagliati. Nonostante le varie indagini, l’assassino
non venne mai trovato. Poi, improvvisamente, gli omicidi cessarono e i
cittadini vennero a sapere di alcune uccisioni nei paesi vicini, così tutti
iniziarono a sentirsi al sicuro. Tutti tranne uno: il padre della fanciulla 7
tanto desiderata da Grenouille. A questo
punto, il narratore svela al lettore che
l’assassino non è altro che il protagonista, il
quale era entrato in possesso dell’aroma di
ventiquattro vergini e molto presto si sarebbe
impossessato della venticinquesima, la più
preziosa ed importante di tutte, per ultimare il
profumo che stava creando. Così, ebbe inizio
una caccia. Richis, spaventato a morte per la possibile malasorte della
figlia scappò con lei dalla città, rifugiandosi per una notte in una
locanda. Ma l’invincibile olfatto di Grenouille riescì a scovarli e non
perse tempo a rubare l’incantevole odore alla fanciulla. Questa volta,
però, riuscirono ad individuare il colpevole di tutti gli omicidi e Jean-
Baptiste venne arrestato e condannato a morte. Ma nel giorno
dell’esecuzione, Grenouille indossò il profumo che aveva creato,
scatenando un’orgia tra i presenti, ai quali, il profumo aveva inibito la
loro razionalità, facendoli provare devozione per l’assassino. Grazie a
quel profumo, Grenouille non venne più visto come un assassino o come
un mostro, bensì un Dio. Aveva raggiunto il suo scopo: creare un
profumo che sottomettesse le persone. Lasciò Grasse, alla volta di Parigi
come l’uomo più profumato del mondo.
Ormai tutto quello che si era promesso di fare nella sua insignificante
vita era stato compiuto e quindi poté esprimere il desiderio di morire.
Una volta giunto a destinazione, nei pressi di un cimitero, un luogo
tipicamente malfamato, Grenouille si versò addosso tutto il sublime
contenuto della boccetta. Alla sua esecuzione aveva usato solo una
goccia di quella fragranza ed infatti, gli effetti questa volta furono
disastrosi quanto soddisfacenti. Dei malviventi che si trovavano nelle
vicinanze si accalcarono su di lui e cominciarono a baciarlo e ad
abbracciarlo, sempre con maggior foga, fino a strappargli i vestiti, la
pelle, le viscere. Lo amarono, lo adorarono, lo venerarono e non