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Sintesi
Estratto del documento

JOB-SHOP:L’ORGANIZZAZIONE DEL

LAVORO DAL TAYLORISMO AD OGGI

Tesina di maturità

di Marotta Carolina

Classe V Am I.T.I.S. L. Negrelli

Anno Scolastico 2007/2008

INDICE

STORIA: Il Taylorismo

LETTERE: Il Futurismo e Martinetti

DIRITTO: L’azienda

STUDI E ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE:

Job Shop e progetto di un sistema produttivo

IL TAYLORISMO

Ci troviamo nel bel mezzo delle seconda

rivoluzione industriale che va dagli anni

’70 del XIX secolo ai primi quindici anni del

XX . Abbiamo l’ingresso degli Stati Uniti

sulla scena dei paesi più industrializzati

ed è proprio qui che le aziende cercano

di sfruttare al massimo i macchinari, per

recuperare i costi per il loro acquisto. Le

aziende, dunque, puntano il loro interesse

sul processo produttivo e sulle modalità

di svolgimento del lavoro operaio. Entra

allora in gioco Frederick Taylor, ingegnere

e imprenditore statunitense che cercò con il un’infi nità di volte senza errori. I costi per

suo metodo di migliorare l’effi

cienza nella gli imprenditori diminuirono enormemente

produzione. dato che, da quel momento, avrebbero potuto

Taylor supponeva che il metodo migliore assumere operai poco qualifi cati ed affi dare

e risolutivo per ottimizzare il lavoro loro compiti semplici e ripetitivi, diminuendo

nelle fabbriche fosse quello di studiare inoltre il tempo di lavoro necessario. Il

accuratamente ogni singolo movimento pensiero di Taylor incentivava anche i

del lavoratore e determinare una via più lavoratori che, in cambio di un premio di

veloce per compierlo, eliminando ogni produzione cospicuo, dimostravano un

piccolo movimento inutile. Studiò, così, il impegno straordinariamente veloce.

comportamento degli operai, cronometrando

i movimenti e scomponendo il loro lavoro in

semplici e brevi operazioni. La convinzione

di Taylor è che la ripetitività e la semplicità

dell’azione permettono ad un lavoratore,

anche non qualifi cato, di raggiungere livelli

di specializzazioni tali da consentirgli la

massima effi cienza. Taylor, dunque, pone le

basi della catena di montaggio, nella quale

ogni lavoratore compie lo stesso compito

I PRINCIPI DI TAYLOR:

I principi del pensiero di Taylor si possono

riassumere in due punti principali:

1) Il principio dell’One Best Way (= l’unico

miglior metodo possibile) secondo il quale

dinanzi a qualunque problema tecnico o

organizzativo esiste una sola soluzione,

non una serie di soluzioni alternative fra

loro. Questo signifi ca che la produzione

migliore avviene se il lavoratore smette di

pensare a quello che deve realizzare ma

si concentra solo sui gesti sempre uguali

legati al momento produttivo che gli è stato

assegnato.

2) Il principio dell’”operaio bue”: il

lavoratore deve fare solo quello che gli

viene ordinato senza crearsi problemi e

senza neanche chiederne la ragione. Deve uniformi e rigorose e neppure esistevano

rispettare regole, impegni e tempi previsti dei metodi attendibili ed abitualmente

senza anticiparli, né attardarli. Nella logica utilizzati per il calcolo di costi e benefi ci.

tayloristica, quindi, l’operaio pigro o quello Frederick Taylor perseguì i suoi obiettivi

diligente sono sullo stesso piano perché in un contesto storico, quello della fi ne

non rispettano i tempi dell’organizzazione dell’’800.

scientifi

ca del lavoro. Lo sviluppo della produzione di massa

Il taylorismo costituisce però anche fu favorito dalla convinzione largamente

un’estrema innovazione rispetto alle diffusa che una riduzione dei costi, grazie

precedenti condizioni del lavoro industriale, ad un’economia di scala, avrebbe consentito

la novità è determinata dal suo scopo un’espansione sul mercato. Non si dava

principale: defi nire un managment particolare importanza né alla qualità del

sistematico contro l’empiria che dilagava prodotto, né tanto meno all’innovazione,

nell’800. Il taylorismo, infatti, si va a basandosi, invece, su una visione delle

contrapporre ad un’epoca nella quale il preferenze e delle scelte del consumatore.

lavoro non era strutturato secondo direttive

CRITICA DEL TAYLORISMO: e alla produzione di massa. Tutto questo

La specializzazione di Taylor si è però ha trovato la sua realizzazione ultima nel

dimostrata poco effi cace. L’eccessiva “fordismo” e nella nascita della catena di

specializzazione in un unico lavoro portò montaggio semovente adottata negli anni 10’

una forte rigidità tra gli operai che ad ogni da Henry Ford che intese così perfezionare

minimo cambiamento si trovavano spiazzati. il taylorismo imponendo alla manodopera

Il lavoratore si trovava inoltre in una un preciso ritmo di lavoro. Egli dimostrò

condizione psicologica stressante e viveva il una specifi ca attenzione nei confronti degli

lavoro in maniera negativa con disinteresse operai, al contrario di Taylor, che li sfruttava

e senza alcuna voglia di fare e migliorare. come fossero macchinari. Ford aveva già

La frantumazione del lavoro e la mancanza intuito l’idea della società di massa e cercò

di interesse per l’individuo hanno portato dunque, con il suo metodo, di prevedere

alla sottomissione dell’uomo alla scienza l’evoluzione futura.

incorporata nella macchina,all’alienazione

IL FUTURISMO:

Il futurismo è uno dei movimenti di caratteristiche di dinamismo, “macchinismo”

avanguardia che nasce uffi cialmente a e velocità, trovò riscontro in alcune famose

Parigi nel 1909 con la pubblicazione su dichiarazioni: il mondo si è “arricchito di una

Le Figarò del Manifesto del Futurista bellezza nuova, la bellezza della velocità”,

redatto dallo scrittore e poeta Marinetti. La “un’automobile da corsa è più bella della

proposta otterrà l’adesione di un gruppo di Vittoria di Samotracia”, la guerra è la

artisti (Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e “sola igiene del mondo”. I futuristi vogliono

Severini) che nel 1910 fi rmarono a Milano il ridare vita alla materia traducendola in

Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto movimento secondo la legge del “dinamismo

tecnico della pittura futurista. L’intensa universale”. Questo progetto implica la

produzione di manifesti programmatici scomposizione della realtà nei suoi elementi

defi nisce l’orientamento teorico e le proposte costitutivi e la loro ricomposizione secondo

tecniche del movimento anche per quanto “linee-forza” che permettono di ottenere una

riguarda la scultura (Boccioni, 1912), visione più completa e dinamica del mondo.

l’architettura (Sant’Elia, 1914), il cinema, II Futurismo godette di una rapida diffusione

il teatro, la letteratura e la musica, l’abito, in Italia (i cui maggiori centri propulsori

fi no a trattare questioni di natura puramente furono Milano, Roma. e Firenze), ma anche

politica. L’ideologia futurista fu animata all’estero grazie soprattutto alle esposizioni

da una concezione vitalistica dell’esistenza presentate a Parigi e a Berlino. A partire

che congiunse strettamente arte e vita. La dal 1916, il movimento cominciò a perdere

nuova estetica mirò all’elaborazione di modi vitalità, in parte per la morte in guerra di

espressivi capaci di adattarsi alle nuove due protagonisti di primo piano (Biccioni

realtà della civiltà industriale determinate e Sant’Elia), in parte per l’esaurirsi del

da una evoluzione tecnica accelerata. Spinti suo carattere contestativo in ossequio alla

da una forte esigenza di rinnovamento, i cultura di regime. Nel dopoguerra, a fi anco

futuristi esaltarono il progresso in violenta di alcuni membri della vecchia guardia quali

polemica con la cultura borghese. Le rivolte Balla e Marinetti, una nuova generazione di

e le aspirazioni anarchizzanti fi niscono per artisti (defi nita dalla critica recente come

evolvere in senso nazionalista e interventista “Secondo Futurismo”) ne riprenderà i

(l’adesione al fascismo di Marinetti ne contenuti all’insegna della nuova poetica

rappresenterà l’approdo). La celebrazione “dell’Arte meccanica” .

della civiltà urbana e “moderna” con le sue

FILIPPO TOMMASO MARINETTI:

Filippo Tommaso Martinetti nasce ad

Alessandria D’Egitto il 22 Dicembre 1876;

dimostra fi n da piccolo un amore sfrenato

per le lettere compì gli studi superiori a

Parigi e si laureò poi in giurisprudenza

all’università di Genova. Entra a diretto

contatto con le novità della cultura parigina:

il simbolismo. Scrisse così le sue prime

opere in francese e nel 1905 fondò a Milano

la rivista “Poesia” per far conoscere le

voci dei nuovi scrittori italiani e stranieri.

Orienta la propria attività letteraria verso

un’edifi cazione della cultura rinnovata. «Guerra sola igiene del mondo».. Muore a

Nel 1909 lanciò il Manifesto del Futurismo Bellagio, sul Lago di Como, il 2 dicembre

in un prestigioso giornale parigino “Le 1944, in seguito a una crisi cardiaca:

Figaro” che costituiva l’atto uffi ciale della aveva appena scritto la sua ultima pagina,

fondazione del movimento stesso. il Quarto d’ora di poesia della X Mas.

Propone un rifi uto radicale del passato, Sono notevoli le infl uenze del poeta sugli

servendosi delle tecniche più evolute come la autori novecenteschi, da Palazzeschi a

réclame, la diffusione editoriale, non senza Pirandello, fi

no ai giorni nostri.

fare appello, in alcuni casi, a provocazioni

e scandali. Attivo politicamente, è

difensore di un’ideologia individualistica

e antidemocratica, della quale vede una

possibile realizzazione nella politica

fascista. E però dai suoi scritti che emerge

la spinta innovativa. Nel 1912 pubblicò

il Manifesto tecnico della letteratura

futurista, in cui defi niva i procedimenti della

scrittura letteraria. Marinetti fu un grande

organizzatore di cultura, capace di favorire

il successo del movimento utilizzando le

tecniche moderne della rèclame, della

diffusione editoriale e della ricerca del

consenso, ottenuto anche attraverso la

provocazione e lo scandalo. L’ideologia

di tipo individualistica e antidemocratica

condizionò le scelte politiche di Marinetti,

il quale già nel 1909 aveva proclamato la violento assalto contro le forze ignote, per

ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.

DAL MANIFESTO DEL FUTURISMO 8. Noi siamo sul promontorio estremo dei

secoli!... Perché dovremmo guardarci alle

PUBBLICATO DA “LE FIGARO” DI spalle se vogliamo sfondare le misteriose

PARIGI IL 20 FEBBRAIO 1909 porte dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio

morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto,

poiché abbiamo già creata l’eterna velocità

onnipresente.

9. Noi vogliamo glorifi care la guerra -

sola igiene del mondo - il militarismo, il

patriottismo, il gesto distruttore dei libertari,

1. Noi vogliamo cantare l’amore del le belle idee per cui si muore e il disprezzo

pericolo, l’abitudine all’energia e alla della donna.

temerità. 10. Noi vogliamo distruggere i musei, le

2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, biblioteche, le accademie d’ogni specie

saranno elementi essenziali della nostra e combattere contro il moralismo, il

poesia. femminismo e contro ogni viltà opportunistica

3. La letteratura esaltò fi no ad oggi o utilitaria.

l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi 11. Noi canteremo le grandi folle agitate

vogliamo esaltare il movimento aggressivo, dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa;

l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto canteremo il vibrante fervore notturno

mortale, lo schiaffo ed il pugno. degli arsenali e dei cantieri incendiati da

4. Noi affermiamo che la magnifi cenza del violente lune elettriche; le stazioni ingorde,

mondo si è arricchita di una bellezza nuova: divoratrici di serpi che fumano; le offi cine

la bellezza della velocità. Un’automobile appese alle nuvole pei contorti fi li dei loro

da corsa col suo cofano adorno di grossi fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che

tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo.... scavalcano i fi umi, balenanti al sole con un

un’automobile ruggente, che sembra correre luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi

sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di che fi utano l’ orizzonte, le locomotive

Samotracia dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie

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