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Antologia: il terrorismo
Letteratura: Eugenio Montale
Geografia: l'America
Inglese: John Fitzgerald Kennedy
Francese: le gouvernement de la France
Matematica: l'ellisse
Scienze: astronomia
Artistica: l’arte del secondo Novecento
Musica: Mstislav Rostropovich
Ed.Fisica: la pallavolo
Ed.Tecnica: la banca
Cittadinanza e Costituzione: l'O.N.U
Terrore globale
Un'arma disperata II terrorismo si è mostrato in tutta la sua drammaticità con l'attentato alle Torri Gemelle di New
York nel 2001, ma è un fenomeno che si è manifestato nel corso dell'intero Novecento ed è andato continuamente
crescendo d'intensità .Per certe minoranze o per certi popoli, si tratta spesso dell'ultimo modo possibile di far sentire
la loro voce messa a tacere da nazioni più potenti, e nasce spesso da un'ingiustizia che essi hanno patito. Ciò non
significa naturalmente che sia in qualche modo scusabile, poiché la sua caratteristica principale è di «colpire nel muc-
chio», cioè di uccidere civili che non hanno nessuna possibilità di difendersi o addirittura che sono del tutto estranei e
innocenti, rispetto alle ingiustizie patite da chi compie l'attentato. Non vi è un unico terrorismo: si può per lo meno
distinguere tra «terrorismo separatista» e «terrorismo globale», a seconda che gli attentati siano concentrati in una
certa regione e abbiano come scopo quello di ottenerne l'indipendenza da un altro Paese oppure che siano condotti
in qualunque punto del mondo, pur di colpire gli interessi di nazioni che sono viste come nemiche della propria civiltà.
Il terrorismo è una forma di lotta politica che consiste in una successione di azioni clamorose, violente e premeditate
come attentati, omicidi, stragi, sequestri, sabotaggi, ai danni di enti quali nazioni, governi, gruppi etnici o fedi
religiose. Generalmente i gruppi terroristici sono organizzazioni segrete costituite da un numero ridotto di individui: a
volte i terroristi si considerano l'avanguardia di un costituendo esercito, dei guerriglieri che combattono per i diritti o i
privilegi di un gruppo o pro/contro i predetti enti.
L'attentato alle Twin Towers L'11 settembre 2001, quattro squadre di dirottatori kamikaze si sono impadronite in volo
di altrettanti aerei delle linee interne statunitensi. Due di questi, pilotati dagli stessi dirottatori, sono stati condotti nel
cielo di New York e lanciati alle 8,45 del mattino contro le TwinTowers, due altissimi grattacieli gemelli, collocati
proprio nella parte più dinamica e centrale della città di cui erano diventati i simboli. Gli edifici erano affollati a
quell'ora di impiegati, funzionari e altre persone che vi stavano conducendo affari oppure erano in visita turistica.
Sotto l'urto tremendo, gli edifici si sono spezzati e, dopo un tragico tentativo di soccorso dei Vigili del Fuoco (che
hanno perso decine di uomini), sono crollati al suolo, imprigionando nelle loro macerie quanti non erano riusciti a
mettersi in salvo. Poco dopo, il terzo aereo si abbatteva a Washington, sull'edificio del ministero della Difesa, il
celebre Pentagono, distruggendone una parte; il quarto, sul quale era probabilmente in corso una lotta serrata tra i
sequestratori e i passeggeri, è precipitato nelle campagne della Pennsylvania. Il bilancio degli attacchi terroristici si è
mostrato subito di proporzioni gigantesche: nel rogo delle Twin Towers sono morte almeno 3000 persone, mentre
altre 250 sono decedute tra i passeggeri degli aerei, i loro equipaggi e i dirottatori stessi. Negli Stati Uniti l'impatto
emotivo è stato enorme: per la prima volta nella storia il suolo americano era stato attaccato direttamente e con
perdite impressionanti. L'opinione pubblica pretendeva che le indagini individuassero con certezza i colpevoli del-
l'organizzazione di un attentato che tutto il mondo (o quasi) era concorde nel definire odioso e sanguinario. Fin
dall'inizio sono stati indicati nello sceicco Osama Bin Laden e nella sua organizzazione terroristica al- Qaeda i
responsabili del massacro. Egli era ben noto alla CIA, il Servizio Segreto americano, per aver già colpito uomini e
mezzi statunitensi nel corso di attentati compiuti in varie parti dell'Africa negli anni precedenti. Sull'onda
dell'emozione, tuttavia, il Presidente Bush ha dichiarato solennemente che era aperta una guerra generale (denominata
operazione Enduring Freedom, «Libertà Duratura») al terrorismo e a tutti gli Stati che ne avessero aiutato l'attività o
protetto i membri. 5
Nato il 10 marzo 1957, diciassettesimo dei 52 figli del più ricco costruttore dell'Arabia Saudita, avrebbe
scoperto la propria intensa religiosità dopo essere rimasto folgorato dai luoghi santi islamici della Mecca e
di Medina. Comincia a formare la sua rete terroristica fin dal 1979. In quell'anno, dopo essersi laureato in
ingegneria all'università di Gedda, si unisce alle truppe della resistenza afgana, i mujahedin, per combattere
le truppe sovietiche che occupano l'Afghanistan. Nel 1980, infatti, decide di lasciare la casa paterna per
prendere parte alla Jihad afghana contro l'Unione Sovietica, trasformandosi in un eroe nella regione.
Un'esperienza che lo porta a radicalizzare il suo odio nei confronti degli Stati Uniti ma anche a prendere le
distanza dal paese di origine, l'Arabia Saudita, la cui famiglia regnante viene considerata ''troppo poco
islamica''. Terminata l'esperienza di guerra contro i sovietici, torna in Arabia Saudita, dove comincia a
lavorare per l'azienda di costruzioni di famiglia, il "Saidi Binladen Group". Tuttavia, a scapito della pacifica
esistenza che si andava profilando, sembra divorato da un'irrefrenabilmente attrazione per le situazioni
conflittuali. Ecco allora che si attiva sui fronti caldi del momento e si unisce alle forze che si oppongono alla
monarchia regnante, la famiglia Fahd, tanto che di lì a poco viene espulso dal Paese, spogliato della
cittadinanza saudita.
Nel 1996 lancia il primo "fatwah", editto religioso in cui invita i musulmani a uccidere i soldati americani
stazionati in Arabia Saudita e Somali. A questo ne segue un secondo, nel 1998. Nel mirino di bin Laden,
stavolta, ci sono anche i civili statunitensi.
Secondo gli investigatori bin Laden è al centro di una coalizione terroristica islamica che vanta numerosi
alleati, dall'egiziana al Jihad, agli Hezbollah iranani, al fronte nazionale islamico sudanese, ai gruppi della
jihad in Yemen, Arabia Saudita e Somalia.
Nell'ottobre 1993, 18 militari statunitensi impegnati nell'operazione umanitaria in Somalia vengono uccisi
nel corso di un'operazione a Mogadishu. Bin Laden viene condannato nel 1996 con l'accusa di aver
addestrato i responsabili dell'attacco. Nell'intervista rilasciata a CNN nel 1997, ammette che a uccidere i
soldati americani sono stati i suoi seguaci, insieme a un gruppo di musulmani locali.
Il 7 agosto 1998, otto anni dopo il dispiegamento delle truppe americane in Arabia Saudita, l'esplosione di
alcune autobombe fa saltare in aria le ambasciate americane a Nairobi, in Kenya e a Dar es Salaam, in
Tanzania, uccidendo centinaia di persone.
Bin Laden ha smentito il proprio coinvolgimento in questi episodi, ma secondo gli inquirenti la sua
responsabilità è del tutto evidente dai fax inviati dalla sua cellula londinese ad almeno tre organizzazioni
giornalistiche.
Due settimane più tardi, l'allora presidente Usa Bill Clinton (al centro in quel momento dello scandalo
Lewinsky), ordina un attacco missilistico contro alcuni campi di addestramento in Afghanistan e un
impianto farmaceutico a Kartoum, in Sudan.
Bin Laden sopravvive agli attacchi e viene accusato dalle Nazioni Unite di aver organizzato gli attentati del
1998.
Il 29 maggio 2001 quattro suoi collaboratori vengono condannati al carcere a vita. Diversi altri sospetti
5
rimangono in attesa di processo.
Tra questi, Ahmed Ressam, reo confesso di aver partecipato al piano fallito di far esplodere l'aeroporto
internazionale di Los Angeles durante i festeggiamenti del capodanno 2000. Ressam ha detto di aver
imparato a maneggiare pistole e fucili in un campo di addestramento in Afghanistan, il Paese che ospita il
miliardario saudita.
Il resto è storia recente. Dopo il tragico attentato alle Torri Gemelle di New York, bin Laden è diventato il
pericolo numero uno per gli Stati Uniti, che hanno unito le loro forze, insieme a numerosi alleati
internazionali, per dare la caccia a quello che è ormai considerato a tutti gli effetti (anche grazie ad alcuni
video che lo vedono "dissertare" sulla riuscita dell'attentato), il responsabile morale e materiale della strage
newyorchese.
Il 2 maggio 2011 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncia che Osama Bin Laden è stato ucciso
da un commando americano in una località vicino ad Islamabad, dopo uno scontro a fuoco e che il corpo è
stato recuperato dalle forze militari statunitensi. 5
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896. Trascorse l'infanzia e la
giovinezza tra la città natale e Monterosso (La Spezia), nelle Cinque Terre,
dove la sua famiglia possedeva una casa. Interrotti ben presto gli studi
tecnici, si dedicò alla musica e al canto. Frequentò gli ambienti letterari di
Genova e di Torino. Nel 1 927 si trasferì a Firenze, dove lavorò presso la
casa editrice Bemporad e successivamente fu nominato direttore della
biblioteca «Gabinetto Vieuseux», un prestigioso centro culturale, ma nel
1938 fu esonerato dall'incarico perché si era rifiutato di iscriversi al Partito
fascista. Dopo la Seconda guerra mondiale si trasferì a Milano, dove lavorò
come redattore al «Corriere della Sera» e come critico musicale presso il
«Corriere d'informazione». In quegli anni pubblicò molti brevi racconti, ar-
ticoli, interviste e raccolte di poesie. Nel 1962 fu nominato senatore a vita e
nel 1975 ricevette il premio Nobel per la Letteratura. Morì a Milano nel
1981.
Delle sue raccolte di poesie ricordiamo: Ossi di seppia (1925), Le oc-
casioni (1 939), La bufera e altro (1 956), Satura (1 971). I temi
fondamentali della sua poetica sono: il male di vivere, cioè il dramma
dell'esistenza; la solitudine e il dolore dell'uomo moderno; il trascorrere
inesorabile del tempo.
Spesso il male di vivere
«Il male dì vivere» è forse la definizione più nota della visione della vita di
Montale. «Il male di vivere» è la sofferenza, il dolore che è presente nelle
cose, negli animali, nelle persone, insomma in tutti gli esseri del creato.
L'unico rimedio al «male di vivere» è l'indifferenza, considerata dal poeta un
dono meraviglioso e divino perché ci consente di resistere al dolore
!. il rivo... gorgoglia: 0 ignorandolo.
ruscello che, incanalato in
uno stretto passaggio, non
scorre fluido e perciò Metro: due quartine di endecasillabi, a eccezione dell'ultimo verso (quattordici
gorgoglia, produce un rumore sillabe), rimati secondo lo schema ABBA, CDDA.
rauco. inaridita, bruciata.
2. riarsa; non
3. Bene... Indifferenza: Spesso il male di vivere ho incontrato:
conobbi altro bene, altra 1
era il rivo strozzato che gorgoglia , era
possibilità di salvezza per
contrastare il dolore, 2
l'incartocciarsi della foglia riarsa , era il
all'infuori del dono cavallo stramazzato.
meraviglioso e divino
dell'Indifferenza. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la
le
4. era la statua... levato: 3
divina Indifferenza : era la statua nella
immagini dell'Indifferenza
sono: la statua immobile nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco
sonnolenza del meriggio e la 4
alto levato .
nuvola e il falco che vola alto
nel cielo. Ossi di seppia, Tutte poesie,
(da in Mondadori, Milano)
le
SPESSO IL MAL DI VIVERE
Il tema è il male del vivere, il dolore, che il poeta ha incontrato ad ogni passo, in ogni aspetto della natura: nelle
cose inanimate (riva), nelle piante (foglia), negli animali (cavallo).
La poesia è costituita da un parallelismo tra le due strofe: ad un’affermazione iniziale seguono gli oggetti simbolici
che la spiegano. Nella prima quartina tutto ruota intorno alla parola “male” mediante tre immagini di vita
interrotta: il ruscello ostacolato nel suo corso, l’incartocciarsi della foglia inaridita, il cavallo sfinito dalle fatiche e
stramazzato al suolo. Nella seconda quartina i simboli del “bene” si esprimono nelle immagini di staticità e di
indifferenza: la statua nell’ora silenziosa del meriggio, la nuvola sospesa nell’azzurro del cielo, il falco in volo nello
spazio lontano e infinito.