Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 51
Noia Pag. 1 Noia Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Noia Pag. 51
1 su 51
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

origine, la sua unica forza, ed è il temperamento stesso che lo

dirige

Giacomo Matteotti a Turati

Il movimento fascista, lo squadrismo e l’avvento della dittatura

I nizialmente il movimento fascista non ottenne molti successi; ma, in

breve tempo, Benito Mussolini ebbe l’incarico da Vittorio

Emanuele III di formare il governo, dopo la cosiddetta marcia su

Roma degli squadristi armati. Questo cambio di tendenze politiche fu

determinato da svariati fattori:

L’appoggio ottenuto dal fascismo da parte della borghesia

 agraria e industriale;

Il carattere antisocialista del partito, che affascinò i ceti medi

 urbani e rurali;

Il suo intento di ridimensionare la sinistra;

 La debolezza e le divisioni interne che ormai minavano l’unità del

 partito socialista.

Bisogna ricordare che Mussolini fu espulso proprio dal movimento

socialista, poiché era a favore di un eventuale intervento nel primo

conflitto mondiale; così continuò la sua opera politica attraverso il

quotidiano che aveva fondato: “Popolo d’Italia”. Il fascismo aveva

programmi ben chiari; innanzitutto cominciarono a operare le squadre

d’azione fascista contro il movimento socialista. Gli stessi proprietari

terrieri, inoltre, indossarono le “camicie nere”, per stroncare il

movimento contadino. Lo squadrismo fu caratterizzato da una violenza

che doveva servire da esempio per tutti gli altri, una violenza che trovò

spesso la tolleranza delle autorità locali antisocialiste. Mussolini riusciva

così a consolidare il suo partito, mescolando violenza e legalità e agendo

indisturbato. La violenza squadrista continuava impunita, culminando

nella bastonatura del liberale antifascista Giovanni Amendola e

nell’uccisione del sacerdote Don Minzoni. Fu costituita, poi, la

cosiddetta Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, che mirava

a spazzare definitivamente ogni residua opposizione, con una seconda

ondata di rivoluzione

L a nazione è un’unità morale, politica ed economica, che si

realizza integralmente nello stato fascista. Il lavoro è un

dovere sociale

~ 8 ~

Benito Mussolini nella Carta del lavoro

fascista. Intanto il carattere autoritario e dittatoriale del regime

cominciava nettamente a farsi sentire, attraverso provvedimenti sulla

libertà di stampa, con un’ampia azione di censura, sulla scuola, con la

Riforma Gentile, e sulle elezioni, con la nuova legge elettorale basata

sul principio maggioritario, secondo il quale, alla lista che avesse

ottenuto la maggioranza dei voti, sarebbero stati assegnati i due terzi dei

seggi. Il fascismo si presentò all’interno di un listone nazionale che

comprendeva nazionalisti, liberali e cattolici. Con intimidazioni e inganni,

il listone ottenne successo. Questi brogli e violenze elettorali vennero poi

denunciati, in un discorso, da Matteotti, il quale fu successivamente

rapito da una squadra fascista e ucciso. Il delitto Matteotti aprì una grave

crisi politica e, per la prima volta, il potere di Mussolini sembrò vacillare,

tanto che molti se ne dissociarono. La sua astuzia lo portò a fare un

discorso in cui si assunse la responsabilità politica, ma non morale,

del delitto; così riprese in pugno la situazione.

I caratteri generali del regime fascista

M ussolini ricominciò ancor più accanito nel suo progetto di

“fascistizzazione dello stato”, attraverso le leggi dette

fascistissime, che prevedevano la soppressione della

libertà di associazione, la sostituzione dei sindaci con

podestà nominati dal sovrano, la chiusura dei giornali antifascisti, la

severa censura su tutta la stampa, l’istituzione del Tribunale speciale

per la difesa dello stato, la proibizione dello sciopero, il pieno controllo

dell’informazione e dei mezzi di comunicazione di massa, l’obbligo di

iscriversi al partito. Mussolini arrivò, inoltre, a una conciliazione tra Stato

e Chiesa, firmando con il cardinale Gasparri i Patti lateranensi,

composti di tre documenti:

Un trattato, con cui la Santa sede riconosceva la sovranità dello

 stato italiano, con Roma capitale e lo stato riconosceva la sovranità

pontificia sulla Città del Vaticano;

La convenzione finanziaria con cui lo stato versava al Vaticano

 una determinata somma;

l lavoro è la cosa più alta, più nobile, più religiosa della vita

I ~ 9 ~ Benito Mussolini – 25/10/1923

Il Concordato che regolava i rapporti tra stato e chiesa; conferiva,

 infatti, effetti civili al matrimonio religioso e proclamava la dottrina

cattolica come fondamento dell’istruzione pubblica, estendendone

l’insegnamento anche nelle scuole secondarie.

La politica economica del fascismo

D

al punto di vista economico, il governo attuò, in un primo

momento, provvedimenti atti a ridurre vincoli e peso fiscale e a

diminuire la spesa pubblica attraverso licenziamenti e aumenti

delle tariffe. L’economia internazione era pur sempre

rallentata a causa della svalutazione della lira rispetto alle altre

monete, in particolare alla sterlina. Mussolini annunciò quindi la

rivalutazione della lira: il cambio con la sterlina venne fissato a 90 lire e

questa manovra fu chiamata “quota novanta”. Braccianti, operai e

impiegati videro però le loro retribuzioni diminuire. La crisi si fece sentire,

inoltre, con la riduzione della produzione industriale e del commercio

estero e con l’aumento della disoccupazione. Venne così creato

l’Istituto per la ricostruzione industriale. Per ottenere il consenso

nelle campagne, l’Italia rurale fu investita da diverse battaglie, tra le

quali quella del grano, con l’obiettivo di aumentare la produzione

agricola, e quella per la bonifica integrale, per aumentare

l’occupazione nelle campagne.

La politica coloniale e le leggi razziali

I n campo coloniale, il fascismo cercò di consolidare i possedimenti

italiani in Africa, riconquistando la Libia, ampliando il dominio in

Somalia e vennero migliorate le vie di comunicazione in Eritrea, la

quale costituiva una base di penetrazione in Etiopia. La decisione

della conquista militare maturò per motivi di prestigio nazionale e di

carattere economico. Alla fine dell’assedio fu proclamato l’Impero

dell’Africa orientale italiana, ma l’opinione pubblica condannò

l’impresa e la Società delle nazioni dichiarò l’Italia paese

aggressore, applicando sanzioni e vietando di importare merci italiane.

Tutto ciò favorì la tendenza all’autarchia, in altre parole l’autosufficienza

in campo economico; s’intensificarono, altresì, i rapporti con la Germania.

Furono introdotte leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei, quali

il divieto di sposarsi con cittadini “ariani”, l’esclusione dal

~ 10 ~

I lavoratori devono amare la patria. Come amate vostra madre,

dovete, con la stessa purezza di sentimento, amare la madre

comune: la patria nostra

Benito Mussolini – 10/04/1923

servizio militare e dalle cariche pubbliche e la limitazione nelle attività

economiche e nelle libere professioni; questa era la dimostrazione del

carattere antidemocratico e antiegualitario dell’ideologia fascista.

La legislazione antiebraica si accompagnò alla dura politica razzista di

difesa della pura razza ariana italiana, condotta verso le popolazioni

coloniali.

L’antifascismo

T uttavia, un movimento di opposizione non cessò mai di

operare. In una prima fase, l’opposizione, condotta da operai,

contadini, socialisti, cattolici e comunisti, non era organizzata e

non riuscì ad arginare lo squadrismo. Con l’avvento della

dittatura, i dirigenti dell’opposizione diedero vita al fenomeno del

fuoriuscitismo, rifugiandosi in esilio all’estero. Solo il Partito

comunista mantenne una rete organizzativa clandestina, sotto la

direzione del Centro estero di Parigi, guidato da Palmiro Togliatti.

Un altro gruppo attivo nella lotta antifascista fu il movimento Giustizia e

libertà, fondato da Rosselli. E’ importante ricordare, inoltre,

l’atteggiamento di non adesione al fascismo, tenuto da alcuni esponenti

cattolici, tra cui Alcide De Gasperi.

L’opposizione intellettuale al fascismo

A

ll’antifascismo “attivo” si affiancò quello di tipo culturale, che

coinvolse intellettuali e uomini di cultura, tra i quali spiccò il

filosofo Benedetto Croce, che, dopo un’iniziale simpatia per il

fascismo, se ne distaccò nettamente, ritenendolo una

“malattia morale”. Croce interpretò il fascismo come una fase di crisi

morale, un abbandono momentaneo dei valori della ragione e della

libertà. La sua aspra critica nei confronti del partito trovò l’appoggio

dell’amico Giovanni Gentile, con il quale aveva fondato la rivista “La

critica”. Gli scritti di Croce, tra cui ricordiamo la Risposta al Manifesto

degli intellettuali fascisti, rappresentarono il punto di riferimento

dell’intellettualità che si oppone al fascismo. La sua battaglia ebbe

~ 11 ~

lo scopo di esaltare i valori liberali e borghesi, erigendo, come valore

supremo dell’azione politica, quello della libertà.

L

a noia è il più nobile dei sentimenti umani, in quanto ci

mostra l'insufficienza delle cose esistenti di fronte alla

grandezza del desiderio nostro

Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi

La critica

L

a critica di Benedetto Croce e Giovanni Gentile, oltre ad essersi

rivolta al regime fascista, si rivolse nel campo della letteratura a

Giacomo Leopardi, facendo una distinzione tra pensiero e

poesia. Croce, ritenendo “non-poetico” tutto ciò che riguardava

il pensiero, individuò la poesia solo nei momenti in cui Leopardi è

“congiunto col mondo”: negli idilli, in cui sogna, spera, ama, gioisce. Il

resto della sua opera è solo un ingorgo sentimentale causato dalla sua

condizione d’infelicità, dalla “vita strozzata del poeta”, che gli

impedisce sia l’azione, sia il pensiero, sia la poesia autentica. Gentile,

invece, reagì all’opposizione crociana tra pensiero e poesia e vide nel

pensiero di Leopardi il lievito sentimentale della poesia.

~ 12 ~

a noia è il desiderio della felicità, lasciato, per così dir, puro.

L Giacomo Leopardi

La vita

G iacomo Leopardi nasce a Recanati e viene istruito,

inizialmente, da precettori ecclesiastici; poi, continua i suoi

studi da solo, chiudendosi nella biblioteca paterna. Dotato di

un’intelligenza precoce, comincia a leggere i moderni e viene a

contatto con la cultura romantica. L’atmosfera chiusa di Recanati

diviene insostenibile e nasce in lui il bisogno di venire a contatto con

esperienze intellettuali più vive. Tenta la fuga dalla casa paterna, ma il

tentativo viene scoperto e sventato. Lo stato d’animo conseguente,

acuito da un’infermità agli occhi che gli impedisce la lettura, unico

conforto alla solitudine e alla malinconia, lo portano a uno stato di

prostrazione. Raggiunge, così, la percezione della nullità di tutte le

cose, che diverrà il nucleo centrale del suo pessimismo. Ha finalmente

l’occasione di uscire da Recanati, recandosi a Roma dallo zio, ma l’uscita

si risolve in una disillusione. Gli ambienti letterari romani gli appaiono

vuoti, così torna a Recanati. Riesce, in seguito, a mantenersi da solo con

la sua attività letteraria e passa a Firenze. Aggravatesi le condizioni di

salute, è costretto a tornare in famiglia, nella sua tetra malinconia, ma

poi lascia Recanati per non farvi più ritorno. Comincia una nuova fase

della sua esperienza, prova la passione amorosa per Fanny Targioni

Tozzetti, dalla quale resterà deluso e stringe una fraterna amicizia

con Ranieri, col quale farà vita comune fino alla, tanto attesa e

sospirata, morte, avvenuta a Napoli.

Il pensiero

A

l centro della meditazione di Leopardi si pone un motivo

pessimistico, l’infelicità dell’uomo. Egli identifica la felicità

con il piacere materiale, ma l’uomo aspira a un piacere

infinito, che non si riscontra nei piaceri terreni. Da qui nasce in

lui un senso d’insoddisfazione, un vuoto incolmabile. Inizialmente il

poeta guarda alla natura come madre benigna, attenta al bene delle

sue creature, che offre distrazione all’uomo, dalla sua misera condizione

di noia, attraverso l’immaginazione e le illusioni. Per questo gli uomini

primitivi, che erano più vicini alla natura, erano felici. La ragione umana,

Dettagli
Publisher
51 pagine
1537 download