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Per scegliere il tema della tesina mi sono chiesta quali fossero gli argomenti dei quali mi intendo di più ed essendo sempre stata appassionata di musica, specialmente di musica rock, ho deciso di parlare di Jim Morrison, fondatore di uno dei miei gruppi preferiti: i Doors. Mi soffermerò in varie materie come la filosofia, in cui parlerò di Nietzsche; la letteratura, in cui parlerò del decadentismo e l’inglese, in cui parlerò di William Blake. Questa tesina mi dà l’occasione di far luce sulla figura di Jim Morrison, spesso giudicata esclusivamente dai suoi eccessi, infatti trascurando lo stile di vita segnato dall’abuso di droghe, vorrei mostrare un diverso lato dell’artista che spesso viene ignorato dall’opinione comune: la più grande aspirazione di Morrison era quella di fare il poeta, diventò un cantante solo per poter meglio comunicare i propri testi, accompagnati da basi musicali mistiche, psichedeliche ed evocative, che sembrano già parlare da sole. Prima di essere dei musicisti i Doors erano degli intellettuali, infatti dietro alla loro produzione artistica c’era un bagaglio culturale molto ampio che permise alla band una grande ispirazione. Il giovane Morrison era un divoratore di libri, tra i suoi personaggi prediletti troviamo Nietzsche, William Blake, Aldous Huxley, Jack Kerouac, Rimbaud, Goethe , Artaud e Céline. Lo stesso nome “The Doors” deriva da una poesia di William Blake: “Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come essa veramente è, infinita.” […] “Non vuoi capire che ogni Uccello che fende le vie dell'aria È un universo di delizie, chiuso dai tuoi cinque sensi?” (dal libro: ”Il matrimonio di cielo e inferno”, poesia: ”Memorabile Apparizione”) Due secoli dopo, precisamente nel 1965, influenzato dal poeta visionario Blake, Morrison decise di fondare Il gruppo musicale che avrebbe dovuto purificare le porte della percezione: I Doors. infatti Morrison dichiarò: “C’è il reale e c’è l’ignoto e c’è una porta che li separa: io voglio essere quella porta”. I testi dei Doors hanno, inoltre spinto, e spingono tuttora , molti giovani ad avvicinarsi al mondo della cultura, questo a causa dei testi, pieni di simboli e di riferimenti alla letteratura, che spingono alla riflessione filosofica ed alla ricerca. I Doors, quindi sono stati e sono per molti, proprio una “porta” tra il semplice ascolto disinteressato di musica e l’interesse per la cultura letteraria e filosofica. Può essere strano paragonare Morrison a personaggi che hanno segnato la storia della letteratura e della filosofia mondiale, ma se analizziamo la sua poetica e le sue idee scopriremo che non era semplicemente un arrogante poco di buono, ma troveremo una personalità sensibile con una mentalità decadente. Quello che emerge dai suoi testi è un animo deluso ed offeso dalla società; attraverso i suoi forti simbolismi, infatti, Morrison urla la propria disperazione e con le sue performance live questa disperazione viene fuori più che mai, traducendosi in un tentativo di creare un luogo senza tempo, in cui tutte le caratteristiche della società che tanto lo aveva deluso erano annullate. Morrison, con i suoi live, cercava anche di scatenare una riflessione nell’animo dello spettatore: spesso durante i concerti inscenava recite e provocazioni, a tal punto che il pubblico lo amava - odiava. Nel libro del docente universitario di letteratura francese Wallace Fowlie “Rimbaud e Jim Morrison: il poeta come ribelle” interamente dedicato al paragone tra i due poeti, si può leggere: “Per molti giovani che assistettero ai concerti dei Doors, Jim appariva in scena quasi come un kouros nudo, che creava per loro un momento che trascendeva la vita ordinaria, un momento donato da un dio a coloro che erano tristi, depressi o insoddisfatti".
Il disagio, il sentirsi inadeguato alla società opulenta, capitalista occidentale, la convinzione schopenahueriana che questa non sia l’unica realtà hanno portato Morrison alla ricerca disperata di una nuova realtà, ed infine, all’autodistruzione, in quanto non riuscì a realizzare i suoi progetti utopistici: Morrison, proprio come Rimbaud e gli altri poeti maledetti sentì troppo intensamente la vita per sopportare di viverla. Per questo motivo ho deciso di sviluppare questa tesina di maturità su uno dei miei cantanti preferiti.
Filosofia- Nietzsche: lo spirito Dionisiaco e la morale.
Italiano- Il Decadentismo.
Letteratura francese - Il deragliamento dei sensi: Rimbaud
Italiano - La mercificazione dell'arte: D'annunzio e Baudelaire; la figura dell'inetto: Svevo e Baudelaire; la musicalità e poesia: D'annunzio.
Inglese-"the marriage of heaven and hell", William Blake
Infatti egli identificava deliberatamente se stesso con lo spirito Dionisiaco. La
particolarità de: “La nascita della tragedia” (rispetto alle altre opere di
Nietzsche), sta nel fatto che in questo primo scritto sia presente la scelta dell’
arte come mezzo per intraprendere la comprensione della vita (compito che
sarà poi affidato alla scienza). Leggendo Nietzsche, Morrison acquisì la
consapevolezza che avrebbe potuto fare di se stesso ciò che desiderava e che
attraverso l’arte, avrebbe potuto finalmente raggiungere quella tanto
desiderata realtà che si trova “dall'altra parte”.
Il tema centrale de: “La Nascita Della Tragedia” è la distinzione tra apollineo e
dionisiaco, questa coppia, secondo Nietzsche rappresenta i due impulsi dello
spirito dell’arte greca. L’apollineo è l’elemento razionale e trova la sua
espressione nell’armonia della scultura e nel sogno. Il dionisiaco è l’elemento
vitale, istintuale; è nel caso dell'artista, quell'energia che pervade chi si
abbandona all'ebbrezza e che, allo stesso tempo, si spia in quello stato per
portare questa esperienza nell'opera d'arte. Lo spirito dionisiaco trova la sua
espressione nella musica, l’arte più astratta e irrazionale. Nel mondo greco i
due spiriti, secondo Nietzsche, attraversarono tre momenti in cui si trovarono in
armonia o in opposizione: nella Grecia presocratica i due impulsi convivevano
separatamente; successivamente, nel periodo di Eschilo, i due spiriti furono in
armonia tra loro, dando origine alla tragedia greca la quale , prima del
connubio di apollineo e dionisiaco, era interamente composta dal coro tragico,
che rappresentava il corteo dei seguaci di Dioniso, che nell'estasi, si coglievano
trasformati in saturi. Alla presenza di quel coro, le persone potevano
recuperare il senso dell'unità con il tutto e con la natura e potevano
sperimentare pienamente la potenza e la gioia della vita (proprio
quell’atmosfera che cercava di ricreare Morrison durante i propri concerti). In
un terzo momento, dall’avvento della filosofia razionalistica e della morale di
Socrate, l’apollineo prevalse sul dionisiaco e l’armonia tra i due impulsi venne
meno: il controllo delle passioni prevalse sulle passioni stesse, infatti di questo
periodo è la tragedia di Euripide, il quale fece oggetto della tragedia non più la
vita, ma le teorie filosofiche su di essa. La tragedia greca antecedente a
Socrate ed Euripide era, per Nietzsche, la più alta manifestazione della vita
dell’uomo in opposizione alla volgarità e alla mancanza di cultura del mondo
moderno.
In Nietzsche, la celebrazione dello spirito tragico e dionisiaco corrisponde alla
celebrazione della vita. La vita va accettata in ogni suo aspetto, negativo o
positivo che sia. Dato che la vita è dolore, lotta, crudeltà e non presenta né un
ordine né uno scopo l’atteggiamento con cui va affrontata è quello
dell’esaltazione dell’esistenza stessa: si tratta di un’ adesione a tutti i suoi
aspetti, anche quelli più tragici. In questo primo periodo della sua carriera
filosofica Nietzsche crede che l’esistenza (che è illusoria ed irrazionale) possa
essere compresa solo dall’arte (la cui natura è metafisica e irrazionale) per
questo motivo, l’arte, è un organo della filosofia. Famoso è, infatti, il rapporto
tra il filosofo tedesco ed il compositore Wagner, il quale influenzò, soprattutto
in questa prima opera, Nietzsche. 5
Alcuni passi da: “ La nascita della tragedia” (F. Nietzsche)
“Sotto l'incantesimo del dionisiaco non solo si restringe il legame fra uomo e
uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata celebra di nuovo la
sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l'uomo. La terra offre
spontaneamente i suoi doni, e gli animali feroci delle terre rocciose e
desertiche si avvicinano pacificamente. Il carro di Dioniso è tutto coperto di
fiori e di ghirlande: sotto il suo giogo si avanzano la pantera e la tigre. Si
trasformi l'inno alla "gioia" di Beethoven in un quadro e non si rimanga indietro
con l'immaginazione, quando i milioni si prosternano rabbrividendo nella
polvere: così ci si potrà avvicinare al dionisiaco. Ora lo schiavo è uomo libero,
ora s'infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni che la necessità, l'arbitrio o
la "moda sfacciata" hanno stabilite fra gli uomini. Ora, nel vangelo dell'armonia
universale, ognuno si sente non solo riunito, riconciliato, fuso coi suo prossimo,
ma addirittura uno con esso, come se il velo di Maia fosse stato strappato e
sventolasse ormai in brandelli davanti alla misteriosa unità originaria..
Cantando e danzando, l'uomo si manifesta come membro di una comunità
superiore: ha disimparato a camminare e a parlare ed è sul punto di volarsene
in cielo danzando. Dai suoi gesti parla l'incantesimo. Come ora gli animali
parlano, e la terra dà latte e miele, così anche risuona in lui qualcosa di
soprannaturale: egli sente se stesso come dio, egli si aggira ora in estasi e in
alto, così come in sogno vide aggirarsi gli dèi. L'uomo non è più artista, è
divenuto opera d'arte: si rivela qui fra i brividi dell'ebbrezza il potere artistico
dell'intera natura, con il massimo appagamento estatico dell'unità originaria.
[…] tenuto cautamente lontano, come non apollineo, proprio l'elemento che
costituisce il carattere della musica dionisiaca, e pertanto della musica in
genere, la violenza sconvolgente del suono, la corrente unitaria della melodia e
il mondo assolutamente incomparabile dell'armonia. Nel ditirambo dionisiaco
l'uomo viene stimolato al massimo potenziamento di tutte le sue facoltà
simboliche; qualcosa di mai sentito preme per manifestarsi, l'annientamento
del velo di Maia, l'unificazione come genio della specie, anzi della natura. Ora
l'essenza della natura deve esprimersi simbolicamente; è necessario un nuovo
mondo di simboli, e anzitutto l'intero simbolismo del corpo, non soltanto il
simbolismo della bocca, del volto, della parola, ma anche la totale mimica della
danza, che muove ritmicamente tutte le membra. In seguito crescono
all'improvviso e impetuosamente le altre capacità simboliche, quelle della
musica, come ritmica, dinamica e armonia. Per comprendere questo
scatenamento totale di tutte le capacità simboliche, l'uomo deve essere già
giunto a quel vertice di alienazione di sé che in quelle capacità vuole
esprimersi simbolicamente: il ditirambico seguace di Dioniso viene quindi
compreso solo dai suoi simili!”
Analizzando la canzone: ”When the music’s over” (“quando la musica è finita”)
è possibile percepire lo spirito dionisiaco di Morrison, fondato sull’esaltazione
della terra e delle musica che, per lui, come dice nel testo “è la tua sola amica,
fino alla fine” (“is your only friend, untill the end”). 6
Quando la musica è finita
Quando la musica é finita,
Spegni le luci
spegni le luci,
Quando la musica é finita
Spegni le luci
La musica é la tua amica speciale
Balla sul fuoco come lei vuole
La musica é la tua sola amica
Fino alla fine
Cancella la mia sottoscrizione alla resurrezione
Invia le mie credenziali alla Casa di detenzione
ho degli amici li
La faccia nello specchio non si ferma
La ragazza alla finestra non vuole cadere
Una festa tra amici, Sopravvivi! lei piangeva
Aspettando me, fuori!
Prima che sprofondi nel lungo sonno
voglio ascoltare, voglio ascoltare
Il grido della farfalla
torna, baby, torna tra le mie braccia
Siamo stanchi di vagare
aspettando con le nostre teste per terra
ho sentito un suono molto gentile, molto vicino e già molto lontano
Molto soffice, yeah, molto chiaro, torna oggi
Cosa hanno fatto loro per la terra?
cosa hanno fatto per la nostra sorella sempre giusta?
Devastata, saccheggiata, strappata e colpita
Bloccata con pugnali dalla parte dove nasce il sole
e bloccata recinti e trascinata nella desolazione 7
sento un suono molto gentile
Con il tuo orecchio al suolo
vogliamo il mondo e lo vogliamo
ora, ora? ora!
Notte persiana, bambina, guarda la luce, bambina
Salvaci! Gesù!, salvaci!
Cosi quando la musica finisce
Quando la musica finisce,
Quando la musica finisce
Spegni le luci
Bhe la musica é la tua amica speciale
Balla sul fuoco come lei vuole
La musica é la tua sola amica
Fino alla fine James Douglas
Morrison.
Morrison era entusiasta del nuovo sistema di valori ipotizzato da Nietzsche, e lo
metteva in atto con il suo modo di concepire la morale, infatti l’altra opera di
Nietzsche che Jim Morrison amava è “Al di là del bene e del male, preludio
di una filosofia dell’avvenire” un saggio in cui il filosofo si occupa appunto
della morale. In questa opera Nietzsche ripercorre i temi fondamentali della sua
filosofia spiegandoli in maniera meno metaforica, rispetto ad esempio a come
aveva fatto in “Così parlò Zarathustra” (1883). La morale in quest’opera è
crudelmente dissezionata, per Nietzsche il superamento dell’uomo comporta
anche il superamento e la trasformazione di tutti i valori, il capovolgimento
dell’uomo moderno: l’uomo che va superato vive nella mediocrità, nel gregge,
è una semplice creatura la cui morale è la morale degli “schiavi”, i cui valori
sono quelli dei sofferenti (pietà, altruismo, umiltà); la civiltà presente è il
risultato di un progressivo addomesticamento. Il superuomo invece è il creatore
di se stesso, è avventuriero e dominatore, non teme la vita ma la fa sua con
coraggio, segue la morale dei “signori” ha i suoi valori nella fierezza, nella fede
in se stesso. I valori del superuomo sono proprio quelli che si affermano in colui
che possiede uno spirito dionisiaco e, di conseguenza anche in Jim Morrison. In
“Al di là del bene e del male” si afferma la vita che opera per amore, e l’amore
(inteso come il “sì alla vita”) è il nucleo della morale: Nietzsche vuole che un
giudizio, vero o falso non conta, valga se conserva la vita, mantiene e sviluppa
la specie. Infine la figura di Jim Morrison, con i suoi atteggiamenti folli, e i suoi
tentativi di “aprire” la mente dei giovani ricorda il folle descritto da Nietzsche
ne: “la gaia scienza” (1882), il quale annuncia la morte di Dio ed è l’unico che 8
può farlo, poiché possiede una libertà che ad altri non è concessa essendo egli
pervaso dal furore dionisiaco.
Letteratura:
Il Decadentismo
Il decadentismo è una corrente artistica che si diffuse in Europa a partire dal
1880. Il termine deriva dal titolo di un periodico francese “Le Décadent” che
esponeva le nuove idee degli intellettuali: i decadenti escono completamente
dalla visione positivista propria della società borghese del tempo, cioè quella
convinzione che affermava che la scienza potesse garantire una conoscenza
totale della realtà. Per il decadente l’essenza del reale sta al di là delle cose, la
realtà è fatta di simboli e può essere compresa solo attraverso i sensi e
l’intuizione. L’arte è il mezzo prediletto dai decadenti per raggiungere la
conoscenza del tutto: Solo chi va oltre la realtà può capire la vera essenza delle
cose, solo l’artista è capace di questo e quindi di carpire l’assoluto. Il poeta non
ha più il ruolo di promuovere messaggi morali, ma si fa “veggente”, cioè
rivelatore dell’ignoto. La musica nella concezione dei decadenti è
fondamentale, infatti, essendo l’arte più astratta e suggestiva, essa può
arrivare a creare nell’uomo l’intuizione di quella realtà che è, come la musica,
misteriosa ed indefinita. Le parole, perciò non sono più descrittive ma
evocatrici, per questo i decadenti, in particolare i simbolisti (Baudelaire,
Mallarmé, Verlaine e Rimbaud) elaborarono un nuovo linguaggio, non più logico
ma analogico, che permetteva di svelare e mettere in luce il legame tra le cose
più lontane, collegate tra loro al di là della realtà evidente, che viene
rappresentata come una foresta di simboli. I nuovi valori dei decadenti
contrastavano con i valori materiali della società borghese a loro 9
contemporanea e, per questo motivo essi si sentirono perennemente in
conflitto con essa.
- Jim Morrison e il Decadentismo