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Sintesi

Sintesi Mente inquieta tesina



La seguente tesina di maturità descrive la mente del genio folle. L'esistenza di un possibile legame tra genio e follia è uno dei motivi persistenti della nostra cultura. Tuttavia il vero problema da risolvere non è se l'artista può essere definito "folle", ma fino a che punto la malattia possa limitare l'espressione del talento artistico o, al contrario, partecipi al processo creativo. Partendo da un'analisi scientifica e basandosi su testimonianze autobiografiche e sullo studio degli alberi genealogici, è risultato che la maggior parte degli artisti aveva mostrato segni di instabilità emotiva, quale disturbo maniaco-depressivo, ancor prima di intraprendere la loro carriera e inoltre che nelle loro famiglie era presente un'alta percentuale di disturbi dell'umore e di suicidi. Lo scopo di questo approfondimento individuale è quello di fornire dati letterari, biografici e scientifici tali da dimostrare che esiste un preciso rapporto, se non una sovrapposizione, tra temperamento artistico e temperamento maniaco-depressivo.
La tesina permette anche dei collegamenti interdisciplinari con le altre materie scolastiche.

Tesina monografica di Filosofia sulla mente, con richiami a Friedrich Nietzsche
Estratto del documento

INDICE

1. Introduzione su tra rapporto genio e follia p. 3

2. La malattia maniaco-depressiva p. 3

3. Prove biografiche p. 5

4. Prove scientifiche p. 7

5. Prove genetiche p. 8

6. Pensieri liberi p. 11

Bibliografia p. 12

2 - vietata la riproduzione

1. Introduzione su rapporto tra genio e follia

L'esistenza di un possibile legame tra genio e follia è uno dei motivi persistenti della nostra cultura.

Tuttavia il vero problema da risolvere non è se l'artista può essere definito "folle", ma fino a che

punto la malattia possa limitare l'espressione del talento artistico o, al contrario, partecipi al

processo creativo. Partendo da un'analisi scientifica e basandosi su testimonianze autobiografiche e

sullo studio degli alberi genealogici, è risultato che la maggior parte degli artisti aveva mostrato

segni di instabilità emotiva, quale disturbo maniaco-depressivo, ancor prima di intraprendere la loro

carriera e inoltre che nelle loro famiglie era presente un'alta percentuale di disturbi dell'umore e di

suicidi.

Lo scopo di questo approfondimento individuale è quello di fornire dati letterari, biografici e

scientifici tali da dimostrare che esiste un preciso rapporto, se non una sovrapposizione, tra

temperamento artistico e temperamento maniaco-depressivo.

2. La malattia maniaco-depressiva

Cominciamo con l'inquadrare la malattia: che cos'è, chi colpisce e come si manifesta, citando

direttamente autori interessati.

Chiamato anche disturbo maniaco-depressivo, il disturbo bipolare è caratterizzato da cicli di

oscillazioni dell'umore, che normalmente durano diverse settimane o mesi; questi cicli includono:

episodio depressivo maggiore con una diminuzione di capacità di concentrazione per la

maggior parte delle attività, accompagnata da perdita di peso e sentimenti di

autosvalutazione o di colpa eccessiva, che al culmine portano un pensiero ricorrente di

morte e suicidio (ad oggi la percentuale di pazienti bipolari che ha commesso il suicidio è

19%);

Il senso di miseria e sofferenza che di norma accompagna la depressione è stato espresso da più

artisti: Edgar Allan Poe lo descrive in una lettera scritta all'età di 26 anni:

I am suffering under a depression of spirits such as I have never felt before. I have struggled

in vain against the influence of this melancholy —You will believe me when I say that I am

still miserable in spite of the great improvement in my circumstances. I say you will believe

me, and for this simple reason, that a man who is writing for effect does not write thus. My

heart is open before you — if it be worth reading, read it. I am wretched, and know not why.

Console me — for you can. But let it be quickly — or it will be too late. Write me

immediately. Convince me that it is worth one’s while — that it is at all necessary to live,

3 - vietata la riproduzione

and you will prove yourself indeed my friend. Persuade me to do what is right. I do not

mean this — I do not mean that you should consider what I now write you a jest — oh pity

me! for I feel that my words are incoherent — but I will recover myself.

Letters to John P. Kennedy, september, 11, 1835

Anche l'attività e il comportamento sono spesso rallentati in questo periodo. La fatica, la stanchezza

e l'incapacità di volere sono delineati in uno scritto autobiografico di F. S. Fitzgerald, "Il Crack-up":

I realized that [...] every act of life from the morning toothbrush to the friend at dinner had

become an effort, [...] hating the night when I couldn’t sleep and hating the day because it

went toward night. [...] All rather inhuman and undernourished, isn’t it? Well, that, children,

is the true sign of cracking up. The Crack up, 1936

Uno dei sintomi più diffusi e costanti dell'insorgere della depressione è un sonno interrotto,

disturbato e troppo breve. Di ciò soffriva Virginia Woolf, come lei stessa scrive:

Those interminable nights which do not end at twelve, but go on into the double figures - thirteen,

fourteen, and so on until they reach the twenties, and then the thirties, and then the forties. She

realised that there is nothing to prevent nights from doing this if they choose.

The voyage out, V. Woolf, 1915

episodio maniacale o euforico, con umore elevato, un sentimento di grandiosità e autostima,

distraibilità ed un eccessivo coinvolgimento in attività ludiche, volubilità e nesso associativo

tra idee prevalentemente frammentario, con un alto potenziale di conseguenze dannose.

Un'alterazione dello schema percettivo, che può dar luogo ad allucinazioni visive, acustiche e

olfattive, è descritta in un racconto di Edgar A. Poe:

For some months I had been ill in health, but was now convalescent, and, with returning

strength, found myself in one of those happy moods which are so precisely the converse of

ennui-moods of the keenest appetency, when the film from the mental vision departs- achlus

os prin epeen- and the intellect, electrified, surpasses as greatly its everyday condition [...]

4 - vietata la riproduzione

Merely to breathe was enjoyment; and I derived positive pleasure even from many of the

legitimate sources of pain. The man of the crowd, 1840

La mania poi tende ad accompagnarsi ad un minor bisogno di sonno e alla ricerca aggressiva di

contatti umani. In alcune lettere Robert Lowell parla del suo imbarazzo dopo alcuni episodi

maniacali:

I want to apologize for plaguing you with so many telephone calls last November and

December. When the “enthusiasm” is coming on me it is accompanied by a feverish

reaching to my friends. After it’s over I wince and wither.

Letters to Tom S. Eliot, march 1964

3. Prove biografiche

Nonostante le difficoltà insite negli studi diagnostici fondati su materiale biografico, in quanto è

presente un punto di vista estremamente soggettivo, si possono condurre ricerche valide e ben

fondate servendosi in modo sistematico delle conoscenze sinora acquisite sulla malattia maniaco-

depressiva, quali sintomi, comportamenti, presenza di suicidio e anamnesi familiare.

Per quanto riguarda le prove biografiche si può prendere in esame Nietzsche. Egli scrisse lettere a

tutti suoi conoscenti durante la sua vita e sono diventate testimonianza della degenerazione del suo

disturbo bipolare. I primi sintomi si manifestano intorno al 1870 con periodi prevalentemente

depressivi:

Caro amico, ho dietro di me il peggiore, più doloroso e sinistro Natale ch'io abbia mai

passato! [..] arrivai a un vero collasso: non potei più dubitare di essere colpito da un serio male al

cervello, e che le gravi sofferenze agli occhi e allo stomaco dipendessero da questa causa prima.

Mio padre è morto a trentasei anni per una commozione cerebrale; è possibile che io faccia anche

più presto di lui. [...] Sono rasseganto, ma molto inquieto per il mio avvenire. [...] Se almeno mi

fossero risparmiate le terribili crisi che durano vari giorni!... Mia sorella mi legge ad alta voce,

perchè tanto leggere quanto scrivere mi stanca [...] a Carl con Gersdorff, Basilea, 18 gennaio 1876

5 - vietata la riproduzione

e proseguono, peggiorando sempre di più, fino al 3 gennaio del 1889 quando avviene il famoso

crollo mentale, una vera e propria crisi di follia in pubblico, durante la quale abbraccia e bacia un

cavallo, frustato dal cocchiere, in piazza Carlo Alberto a Torino. La settimana successiva Overbeck

accompagna l'amico alla Clinica Neuropsichiatrica di Jena, dove rimarrà per 10 anni.

Negli ultimi anni, egli scrive lettere a molti suoi conoscenti; lettere che verranno riunite sotto il

nome di Biglietti della follia. e che contengono la completa e totale degenerazione:

Alla principessa Arianna, mia amata. Che io sia un uomo, è un pregiudizio. Ma io ho già

vissuto spesso fra gli uomini e conosco tutto ciò che gli uomini possono provare, dalle cose

più basse fino a quelle più alte. Sono stato Buddha tra gli indiani e dioniso in Grecia, -

Alessandro e Cesare sono mie incarnazioni, come pure lord Bacon, il poeta di Shakespeare.

Da ultimo, ancora, sono stato Voltaire e Napoleone, forse anche Richard Wagner..Ma questa

volta vengo come Dioniso il vittorioso, che farà della terra una giornata di festa... Non

avrei molto tempo...

I cieli si rallegrano che io sia qui... Sono stato anche appeso alla croce...

a Cosima Wagner, 4 gennaio 1889

Questa degenerazione è stata analizzata da Suzanne Bresard, autrice di Graphologie, considerando

gli stessi scritti del filosofo.

1865, a 21 anni 1880, a 38 anni

a 45 anni, nel 1889, anno della crisi, la

scrittura mostra tutti i segni della malattia.

6 - vietata la riproduzione

4. Prove scientifiche

Per quanto riguarda le prove scientifiche, vorrei fare riferimento ad una professoressa universitaria

statunitense. Kay Redfield Jamison, docente di psichiatria alla John Hopkins Academy, esaminò la

documentazione autobiografica, biografica e medica (se disponibile) relativa a tutti i maggiori poeti

inglesi e irlandesi nati fra il 1705 e il 1805. Dalla tabella si ricava che i poeti del gruppo considerato

e le loro famiglie si caratterizzano per un tasso notevolmemte alto di disturbi dell'umore, suicidi e

ricoveri psichiatrici.

William Blake William Sir Walter Scott George Gordon, Percy B. Shelley

Wordsworth lord Byron

malattia ♦ ♦ ♦

maniaco-

depressiva

depressione ♦ ♦

ricorrente

internamento ♦

osservazioni deliri, esaltazione, dolori e disturbi stanchezza, crisi instabilità isterismo, rabbia,

grandiosità, crisi, ipocondriaci, di vigore e emotiva e delirio, crisi di

rabbia, irritabilità gravi depressioni intelletto mentale, suicidio depressione

Altro studio condotto dalla docente comprese 47 importanti scrittori e artisti inglesi, i quali erano

stati scelti perchè membri effettivi della Royal Academy e per aver vinto almeno uno dei più

prestigiosi premi e riconoscimenti nel loro campo (Oxford Book of Twentieth-Century English

Verse, New York Drama Critics Awards, Evening Standard Drama Award, Tony Award). La ricerca

intendeva concentrarsi sul ruolo degli umori nel processo creativo: una percentuale molto alta degli

scrittori e degli artisti, pari al 38%, era stata curata per un distubo.

Inoltre tutti gli scrittori e gli artisti creativi (98%) riconobbero di aver vissuto episodi di grande

intensità, molto produttivi e creativi, i quali duravano da una a quattro settimane, e riguardavano

fiducia in se stessi, energia, senso di benessere, entusiasmo. Quasi tutti riferirono poi una

diminuzione del bisogno di sonno immediatamente prima dello scatenarsi di questi episodi

intensamente creativi. Il fatto che l'innalzarsi dell'umore spesso abbia preceduto i periodi creativi

invece di essere determinato da essi è importante per la comprensione dei rapporti tra umori e

processo creativo. 7 - vietata la riproduzione

Mutamenti giudicati pronunciati o molto pronunciati dell'umore, cognitivi e del

comportamento riferiti nel corso di episodi creativi intensi

irritabilità

impulsività

bisogno di sonno

senso di benessere

capacità di concentrazione

euforia

fluidità di pensiero

fiducia in sé

energia

entusiasmo 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

percentuale del campione totale

. Prove genetiche

5

La malattia maniaco-depressiva è un disturbo che ricorre con notevole frequenza in alcune famiglie.

Le basi genetiche sono state dimostrate attraverso studi su gemelli monozigoti: se un gemello soffre

di questa malattia, l'altro ha una probabilità molto alta di soffrirne a sua volta (almeno 70%). Nel

tentativo di determinare l'importanza relativa delle influenze genetiche rispetto a quelle ambientali

sono state effettuate alcune ricerche sui figli adottivi. Dall'analisi di un complesso di dodici coppie

di gemelli monozigoti allevati separatamente dalla prima infanzia (e nelle quali almeno uno dei

gemelli era stato diagnosticato come affetto da malattia maniaco-depressiva) risultò che otto delle

1

dodici coppie erano 'concordanti' per ciò che riguarda tale malattia. E questo dimostra la forte

influenza dei fattori genetici.

Vorrei dunque illustrare l'albero genealogico di alcuni scrittori, compositori e artisti che furono

"condannati" dal loro sangue.

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