vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi

Sommario
Comte
- classificazione delle scienze: la matematica è esclusa (è una scienza deduttiva)
- matematica alla base di tutte le scienze
Dante: “Paradiso”
- numeri nascosti
- equilibrio, ordine dell’universo, struttura a cerchi
- riferimenti alla matematica
Abbott: “Flatland. A romance of many dimensions”
- anti-utopia
- personaggi: figure geometriche
- mondi con diverse dimensioni e ipotesi dell’esistenza di una quarta dimensione
Storia dell’arte
- elementi della matematica che suggeriscono l’idea di bellezza:
- proporzioni: “Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore” di Canova.
- sezione aurea: “Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte” di Seurat
- simmetrie e forme geometriche: “I giocatori di carte” di Cèzanne
di Valeria Zucchi
cl. V D
a.s. 2007/2008
liceo scientifico “T.Taramelli”
Indice…
Scaletta… pag.2
- Comte… pag.3
- Dante: “Paradiso”… pag.4
- Abbott: ”Flatland. A romance of many
- dimensions”… pag.8
Arte e matematica… pag.10
- Conclusione… pag.13
- 1
Matematica nascosta
Comte
classificazione delle scienze: la matematica è esclusa (è una
- scienza deduttiva)
matematica alla base di tutte le scienze
- Dante: “Paradiso”
numeri nascosti
- equilibrio, ordine dell’universo, struttura a cerchi
- riferimenti alla matematica
- Abbott: “Flatland. A romance of many dimensions” 2
anti-utopia
- personaggi: figure geometriche
- mondi con diverse dimensioni e ipotesi dell’esistenza di una
- quarta dimensione Storia dell’arte
elementi della matematica che suggeriscono l’idea di bellezza:
- proporzioni: “Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore” di
- Canova.
sezione aurea: “Una domenica pomeriggio all’isola della Grande
- Jatte” di Seurat
simmetrie e forme geometriche: “I giocatori di carte” di Cèzanne
- Comte
Comte, positivista francese della prima metà dell’Ottocento, è stato, prima ancora
che filosofo, studioso di diverse discipline scientifiche e insegnante di
matematica.
Nell’opera “Corso di filosofia positiva” ha esposto uno degli elementi fondamentali
dei suoi studi filosofici: la classificazione delle scienze.
Classificazione delle scienze
L’obiettivo di Comte era quello di formulare una classificazione delle scienze
induttive in base al grado di complessità crescente e di generalità decrescente, il
che corrisponde anche all’ordine storico di successione con cui le diverse scienze
hanno raggiunto lo stadio positivo:
astronomia
Fisica inorganica fisica
chimica
Scienze astratte 3
biologia
Fisica organica sociologia
Come risulta evidente dallo schema, la matematica è stata volutamente esclusa
da Comte nella gerarchia; ciò è dovuto al fatto che, a differenza di tutte le altre, è
una scienza deduttiva. Inoltre la matematica è stata la prima scienza a
raggiungere lo stadio positivo ed è sempre presente all’interno delle altre scienze.
Dunque per Comte la matematica è la base di tutte le scienze, e viene suddivisa
in due grandi branchie: la matematica astratta (calcolo), che è la parte
strumentale, e la matematica concreta (geometria generale), che è vera e propria
scienza basata sull’osservazione.
La base matematica delle scienze ci risulta abbastanza evidente, poiché in ogni
scienza è possibile trovare formule e modelli, tutti derivanti, appunto, dalla
matematica.
Sebbene sia spesso meno evidente, la matematica è in realtà presente in ogni
aspetto della nostra vita e in ogni disciplina, anche nella più inaspettata, dalla
letteratura all’arte.
Dunque è quasi sempre possibile ritrovare numeri nascosti, elementi matematici,
forme geometriche, simmetrie, e per dimostrarlo si può cominciare da alcuni
esempi significativi nella letteratura sia italiana, con la “Divina Commedia”
dantesca, che straniera, con l’anti-utopia di Abbott, “Flatland. A romance of many
dimensions.”.
Dante: Paradiso
Nella Divina Commedia di Dante, considerata capolavoro della letteratura italiana
e una delle più grandi opere della letteratura mondiale, è possibile riscontrare la
presenza di numerosi riferimenti alla matematica e alla geometria. Studiosi di
numerologia di ogni tempo si sono occupati del poema, sebbene sia sempre
possibile trovare qualche angolo significativo e ancora inesplorato.
Innanzitutto, ad un primo approccio al Paradiso si può notare come l’Universo
dantesco sia costruito su basi geometriche: i cieli sono tutti delle sfere
concentriche, di diverse dimensioni, in ordine gerarchico e con diverse velocità (il
Primo mobile è il più veloce mentre l’Empireo è immobile poiché si trova al di
fuori dello spazio e del tempo). La struttura geometrica conferisce all’universo un
certo equilibrio e un ordine, ma nella cantica si possono trovare molti altri
riferimenti a concetti della geometria, a elementi della matematica, e numeri più o
meno nascosti spesso utilizzati con particolari significati e valori simbolici.
Alcuni versi significativi ci offrono un’idea complessiva di come anche nel
“Paradiso” si possa parlare di “matematica nascosta”: 4
Più volte Dante ricorre ad elementi matematico-geometrici per parlare della
duplice natura di Cristo:
Nel primo canto presenta la natura sia umana che divina utilizzando
simbolicamente delle forme geometriche
“Surge ai mortali per diverse foci
la lucerna del mondo; ma da quella
che quattro cerchi giugne con tre croci,
con miglior corso e con migliore stella
esce congiunta…”
(Paradiso, canto I, vv.37-41)
Parafrasi
“La luce del mondo (sole) sorge per i mortali da diversi punti; ma da quello nel
quale quattro cerchi celesti, intersecandosi, si congiungono in tre croci (equinozio
di primavera), esce congiunta con un corso e con una costellazione migliori…”
Contestualizzazione
I versi fanno parte del primo canto del Paradiso: Dante, dopo aver spiegato la sua
intenzione, cioè di scrivere un poema per l’umanità riportando ciò che ricorda di
quanto ha visto, comincia la sua ascesa verso Dio.
Commento
In questi versi è riscontrabile una simbologia matematica, infatti i “quattro
cerchi” e le “tre croci” non sono utilizzati semplicemente per indicare l’equinozio
dal punto di vista astronomico, ma il cerchio rappresenta simbolicamente la
natura divina di Cristo e la croce la sua natura umana.
Nel VI canto utilizza un principio della logica per mostrare l’evidenza delle
due nature per Giustiniano
“Io li credetti;e ciò che ‘n sua fede era,
Vegg’ io or chiaro sì, come tu vedi
Ogni contradizione e falsa e vera.”
(Paradiso, canto VI, vv.19-21)
Parafrasi
“Io gli credetti; e ciò che egli credeva, io vedo ora così chiaramente, come tu vedi
che tra due affermazioni contraddittorie una è falsa e l’altra è vera.”
Contestualizzazione
I versi si collocano nel VI canto del Paradiso: Dante si trova nel cielo di Mercurio,
dove incontra Giustiniano che gli spiega come Papa Agapito gli abbia fatto 5
abbandonare l’eresia monofisita per giungere a credere nella duplice natura di
Cristo.
Commento
Nel discorso di Giustiniano Dante utilizza il principio di non contraddizione (date
due affermazioni contraddittorie, se una delle due è falsa, l’altra deve essere vera),
un principio della logica utilizzato anche dalla matematica e proveniente da
Aristotele, per mostrare come l’evidenza di tale principio sia paragonabile a quella
della duplice natura di Cristo.
Nel XXXIII canto sceglie un problema geometrico insolubile per rendere
l’impossibilità umana di comprendere la duplice natura divina
“Qual è ‘l geomètra che tutto s’affige
Per misurar lo cerchio, e non si ritrova,
pensando, quel principio ond’elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l’imago al cerchio e come vi s’indova;
ma non eran da ciò le proprie penne…”
(Paradiso, canto XXXIII, vv.133-139)
Parafrasi
“Come lo studioso di geometria che si concentra tutto per risolvere il problema
della quadratura del cerchio, e non riesce a trovare, sforzandosi col pensiero, quel
principio di cui avrebbe bisogno, tale ero io di fronte a quella straordinaria
visione: volevo capire come l'immagine umana potesse adattasi al cerchio e
potesse trovarvi luogo; ma le mie ali non erano capaci di tanto…”
Contestualizzazione
I versi appartengono all’ultimo canto della Divina Commedia: Dante si trova
nell’Empireo, San Bernardo ha innalzato una preghiera alla Vergine affinché il
poeta potesse vedere Dio e il desiderio è stato esaudito, sebbene l’esperienza non
possa essere riportata appieno poiché la visione è ineffabile e Dante non può
raccontarla.
Commento
In questi versi Dante, per spiegare come sia impossibile per l’uomo comprendere
la natura sia umana che divina di Cristo, la paragona al problema della
quadratura del cerchio, un problema della geometria classica già affrontato
nell’antica Grecia e di cui solo nel 1882 è stata dimostrata l’effettiva insolubilità.
Elementi della geometria vengono utilizzati anche nel XVII canto per
mostrare l’evidenza con la quale Cacciaguida può vedere gli eventi futuri e
per dare una rappresentazione figurata dell’uomo virtuoso: 6
“O cara piota mia che sì t’insusi,
che,come veggion le terrene menti
non capere in trïangol due ottusi,
così vedi le cose contingenti
anzi che sieno in sé, mirando il punto
a cui tutti li tempi son presenti…”
(Paradiso, canto XVII, vv.13-18)
Parafrasi
“Oh mio caro antenato che ti innalzasti tanto, che, come le menti terrene vedono
che in un triangolo non possono essere contenuti due angoli ottusi, così vedi le
cose contingenti prima che accadano, osservando il punto in cui ogni tempo è
presente (Dio) …”
Contestualizzazione
I versi fanno parte del XVII canto del Paradiso: Dante si trova nel cielo di Marte,
dove incontra l’antenato Cacciaguida cui chiede di predire il proprio destino,
poiché ritiene che le difficoltà si affrontano più facilmente conoscendole in
anticipo.
Commento
Dante utilizza la geometria per spiegare l’evidenza con la quale Cacciaguida può
conoscere gli avvenimenti futuri: per gli esseri umani è immediata la percezione
dell’impossibile compresenza di due angoli ottusi in un triangolo (la somma degli
angoli interni di un triangolo è sempre 180°!)
“…avvegna ch’io mi senta
ben tetragono ai colpi di ventura…”
(Paradiso, canto XVII, vv.23-24)
Parafrasi
“…sebbene io mi senta ben saldo di fronte ai colpi della sorte…”
Commento
Dante utilizza il termine geometrico “tetragono”, utilizzato dagli antichi per
indicare il cubo, per rappresentare la figura dell’uomo virtuoso e capace di
resistere alle difficoltà della sorte: infatti il cubo ha sei superfici quadrate per cui
rimane fermo su qualunque superficie lo si appoggi.
Infine, anche per quanto riguarda la visione finale della Trinità, nell’ultimo
canto, Dante utilizza delle forme geometriche con una simbologia religiosa:
“…de l’alto nume parvermi tre giri
di tre colori e d’una contenenza”
(Paradiso, canto XXXIII, vv.116-117) 7
Parafrasi
“…della divina luce mi apparvero tre cerchi di tre colori ma di una stessa
dimensione”
Commento
Dante presenta la sua visione della trinità come una visione geometrica: infatti si
tratta di tre cerchi di uguali dimensioni, perché sono tre persone uguali, ma di
colori diversi perché sono anche distinte; la scelta del cerchio si spiega col fatto
che, non avendo né inizio né fine può rappresentare l’eternità.
Abbott: “Flatland. A romance of
many dimensions”
Edwin Abbott Abbott lived in England in the Nineteenth century and he was a
teacher, a theologian and the headmaster of the City of London School. He was a
man of letters and he wrote different kind of works, like theological books, literary
essays, school books; but nowadays he is best known for his famous fantastic
romance “Flatland”.
“Flatland. A Romance of many dimensions.” 8
Flatland is a geometrical anti-utopian world, imagined by the author, where
everything has only two dimensions and which is surrounded by other worlds
with different dimensions, such as “Pointland”, without ones dimensions;
“Lineland”, with only one dimension; “Spaceland”, a three-dimensional world.
The protagonist of the story is a square, who belongs to the bourgeoisie and who
tells us how life is in his world. He describes their class division based on
geometrical criterions, in fact in his world people’s social class and job depend on
the number of their sides:
women are lines and they are considered dangerous;
-
soldiers and workers are triangles, but equilateral triangles are bourgeois;
- squares are professionals;
- hexagons are aristocrats;
-
priests, finally, have so many sides that they are considered as circles.
-
The Square describes also the structure of their houses, which are always built in
a pentagonal form, with the roof in the northern part and with two different