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Indice

 I mass media p. 2

 Filosofia p. 3

1. Karl Popper – “Cattiva maestra televisione” p. 3

2. Marshall McLuhan – “Gli strumenti del comunicare” p. 5

 Italiano p. 7

1. Umberto Eco – “Apocalittici e integrati” p. 7

 Storia p. 10

 English p. 14

1. George Orwell – “Nineteen Eighty-Four” p. 14

 Il Progetto ECHELON p. 18

 Bibliografia p. 21 1

Il fenomeno culturale della nascita dei mass media, l’invasione di tutti i

mezzi di comunicazione di massa la cui tecnologia permette una diffusione di

notizie e cultura più rapida e capillare che in qualsiasi atra epoca della storia,

travolse l’Europa e i paesi più industrializzati tra la fine degli anni ’20 e la

Seconda Guerra Mondiale. In questo periodo nacquero infatti, quasi

simultaneamente, molti dei mezzi di cui oggi facciamo un uso pressoché

incontrollato: dalla radio al cinema sonoro, dalla stampa al libro tascabile, fino ad

arrivare alla televisione nei primissimi anni del dopoguerra. Oltre a queste novità

assolute, vanno affiancati anche i linguaggi e i canali di comunicazione già da

tempo affermati che grazie alle innovazioni tecniche e alla rivoluzione dei

meccanismi di diffusione culturale

si sono imposti nel panorama delle Il primo apparecchio televisivo commerciale.

Du Mont modello 180 - 1938

moderne comunicazioni: è il caso

della stampa a grande diffusione

come i giornali e i fumetti. Il

generale sconvolgimento che

questa “seconda rivoluzione

industriale” provocò

principalmente nella sfera

occidentale, va inquadrato in due

contesti strettamente correlati che

presero corpo in quel periodo. Con

il diffondersi dei mezzi di

comunicazione di massa nacque

l’industria culturale, l’enorme sistema di imprese (le case editrici, la

televisione ecc.) e apparati tecnico-organizzativi che gestiscono il flusso di

notizie e prodotti dei mass media. La tecnica di produzione di informazione

“seriale” (simile a quella utilizzata nei moderni processi industriali) utilizzata da

questi colossi, ha prodotto una standardizzazione della cultura generale che ha

messo le sue radici ad elevata profondità nel loro pubblico quantitativamente

enorme e qualitativamente indifferenziato e anonimo: siamo andati verso il

conformismo e l’universalizzazione dei temi, caratterizzati da un forte

appiattimento del linguaggio e dalla semplificazione degli argomenti proposti,

che hanno portato ad un notevole ribasso dei livelli culturali. I romanzi a puntate

pubblicati dalla fine Ottocento negli Stati Uniti e in Europa sono alcuni dei primi

esempi di quella “cultura seriale” che si è enormemente diffusa negli anni Venti e

2

Trenta, suscitando lo sdegno di molti intellettuali preoccupati per la

mercificazione e la standardizzazione della cultura. Tutto il processo seguito dai

mass media ha portato così alla nascita della cultura di massa.

Della diffusione e dell’attività plasmante dei media sul mondo, si sono

largamente occupati l’epistemologo Karl Popper e il sociologo Marshall McLuhan.

 Karl Raimund Popper (Vienna, 28 luglio 1902 - 17 settembre 1994),

epistemologo austriaco di nascita, britannico d'adozione, è considerato

uno dei più influenti filosofi della scienza del Novecento. Partendo dal

principio della falsificabilità, secondo il quale “una teoria è scientifica,

quando è in grado di indicare gli esperimenti che potrebbero falsificarla”,

Popper muove un’articolata e precisa critica al marxismo. Quando le tesi

di Marx, nate con la pretesa di essere teorie scientifiche controllabili sul

piano empirico (concentrazione del capitale, proletarizzazione dei ceti

medi, impoverimento del proletariato, scoppio della rivoluzione), vengono

smentite dallo sviluppo dei fatti, una parte dei suoi seguaci impedisce di

fatto al marxismo di crescere come scienza perché invece di prendere atto

dalle confutazioni prodotte dall’esperienza, si affannano a reinterpretare

sia la teoria sia i dati di fatto per farli coincidere. Da qui Popper allarga il

suo campo di critica arrivando allo storicismo. Popper critica lo storicismo

e difende lo stato democratico e liberale, fondamenta della sua società

aperta. Per lo storicismo la storia si sviluppa inesorabilmente e

necessariamente secondo leggi razionali. Secondo Popper lo storicismo è

il principale presupposto teorico di molte forme di autoritarismo e

totalitarismo. Di conseguenza egli attacca lo storicismo, osservando che

esso si fonda su una concezione erronea della natura delle leggi e delle

previsioni scientifiche. Poiché la crescita della conoscenza umana è un

"nessuna società

fattore causale nell’evoluzione della storia umana e che

può predire scientificamente il proprio futuro livello di conoscenza" , non

può esistere una teoria predittiva della storia umana. Popper concentra i

suoi studi anche sulla nascita dei mass media, sull’uso che l’uomo ne fa e

sugli effetti che hanno sull’opinione pubblica. Esce così nel 1994 “Cattiva

maestra televisione”, un libro fondato su un’intervista al filosofo di

1

Giancarlo Bosetti e arricchito da testi di firme autorevoli come quelle di

2

John Condry e Karol Wojtyla. Nella sua introduzione a questo breve

saggio, Giancarlo Bosetti sottolinea come il filosofo fosse preoccupato

della tendenza evolutiva delle comunicazioni di massa verso il peggio: il

1 Giancarlo Bosetti: ex vicedirettore de “L’Unità”, fondatore e direttore di “Reset”, giornalista de “La Repubblica”.

2 John Condry: docente di sviluppo dell’umanità e della famiglia all’Università di Cornell. 3

peggio per la democrazia in termini di squilibrio di poteri ed il peggio per i

bambini, in termini di diseducazione. Per Popper la televisione è in grado

di cambiare radicalmente l’ambiente e, di conseguenza, mostrare ai

bambini modelli negativi da imitare. In sostanza essa sta conducendo i

bambini alla devianza. Fondamentale per la televisione è l’audience,

quindi non è importante se il rischio è quello di cadere in contenuti

“TV: ladra di tempo, servo

altamente diseducativi. Nel suo articolo

infedele”, Condry non esita ad affermare che gli effetti della violenza

televisiva sull’ambiente nel quale avviene l’educazione dei bambini,

specialmente quelli più esposti e con minori alternative culturali a

disposizione, sono da considerarsi nocivi secondo lo stesso criterio per il

quale un ambiente familiare violento ha effetti negativi sulla formazione

della personalità infantile. Wojtyla

sostiene invece senza mezzi termini che

“i genitori che si servono abitualmente

ed a lungo della televisione come di una

specie di bambinaia elettronica, abdicano

al ruolo di primari educatori dei propri

figli 3 ”. Popper, oltre che a sostenere e

concordare con i testi sopraccitati, spiega

quale potrebbe essere una sua

alternativa per riportare la TV sulla “retta

via”: escludendo categoricamente la

censura, quale mezzo di ostacolo alla Karl R. Popper –

democrazia, suggerisce l’istituzione, per "Cattiva maestra televisione"

tutti coloro che sono coinvolti nella che gli possa essere ritirata a

produzione di televisione, di una patente “

vita qualora agisca in contrasto con certi principi ”. Proseguendo:

“L’organismo che avrà la facoltà di ritirare la patente sarà una sorta di

Corte. Perciò tutti, in un sistema televisivo che operasse secondo la mia

proposta, si sentirebbero sotto la costante supervisione di questo

organismo e dovrebbero sentirsi costantemente nelle condizioni di chi, se

commette un errore, sempre in base alle regole fissate

dall’organizzazione, può perdere la licenza. Uno degli scopi principali

[…]

del corso nda) sarà quello di insegnare a colui

(per ottenere la patente,

che si candida a produrre televisione che di fatto, gli piaccia o no, sarà

coinvolto nella educazione di massa, in un tipo di educazione che

è terribilmente potente e importante. Di questo si dovranno rendere

conto, volenti o nolenti, tutti coloro che sono coinvolti dal fare televisione:

agiscono come educatori perché la televisione porta le sue immagini sia

davanti ai bambini e ai giovani che agli adulti. Chi fa televisione deve

3 Discorso pronunciato dal Pontefice all’Angelus del 28 gennaio 1996. Bollettino della Sala stampa della Santa Sede. 4

sapere di aver parte nella educazione degli uni e degli altri. […]

Ritengo che i corsi debbano essere basati sull’insegnamento della

importanza fondamentale della educazione, delle sue difficoltà e del fatto

che il punto centrale nel processo educativo non consiste soltanto

nell’insegnare fatti, ma nell’insegnare quanto sia importante

l’eliminazione della violenza. Nel corso si dovrà insegnare come i bambini

ricevono le immagini, come assorbono quello che la televisione offre e

come cercano di adattarsi all’ambiente influenzato dalla televisione. Si

dovranno insegnare i meccanismi mentali attraverso i quali sia i

bambini che gli adulti non sono sempre in grado di distinguere

quello che è finzione da quello che è realtà. I procedimenti

[…]

mentali che distinguono o sovrappongono realtà e finzione

devono essere conosciuti dai lavoratori della televisione perché

per molti di loro sono una novità. Molti di loro ignorano le

conseguenze subconscie che il loro lavoro ha sia sui bambini che sugli

adulti”. Una democrazia non può esistere se non si

E concludendo: “

mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può

esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà

stato pienamente scoperto 4 ”.

 Herbert Marshall McLuhan (Edmonton, Alberta 1911 - Toronto 1980) è

stato un sociologo canadese. La fama di Marshall McLuhan è legata alla

sua interpretazione degli effetti prodotti dalla comunicazione sia sulla

società nel suo complesso sia sui comportamenti dei singoli. La sua

riflessione ruota intorno all'ipotesi secondo cui il mezzo tecnologico che

determina i caratteri strutturali della comunicazione produce effetti

pervasivi sull'immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti

dell'informazione di volta in volta veicolata. La sua opera più nota è

sicuramente “Gli strumenti del comunicare” che costituisce una

ricerca innovativa nel campo delle strutture dei media. È qui che McLuhan

afferma che è importante studiare i

media non tanto in base ai contenuti che

veicolano, ma in base ai criteri

strutturali con cui organizzano la

comunicazione. Questo pensiero è

"il

notoriamente sintetizzato con la frase

medium è il messaggio". Tuttavia

sarebbe fuorviante ridurre l'analisi

condotta ai soli mezzi di comunicazione

4 Che gli possa…stato pienamente scoperto: Karl R. Popper – “Cattiva maestra televisione” – Marsilio Editori, Venezia

2002 – pp. 77-80 Marshall McLuhan – 5

"Understanding Media:

The Extensions of Man"

("Gli strumenti del comunicare")

di massa. La riflessione di McLuhan abbraccia, in linea generale, qualsiasi

“nelle ere della meccanica, avevamo

tipo di media. McLuhan afferma che

operato un'estensione del nostro corpo in senso spaziale. Oggi, dopo oltre

un secolo di impiego tecnologico dell'elettricità, abbiamo esteso il nostro

stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale che, almeno per

quanto concerne il nostro pianeta, abolisce tanto il tempo quanto lo

spazio 5 ”. Ad esempio un primo medium analizzato da McLuhan è stato

quello tipografico. McLuhan osserva infatti che la stampa ha avuto un

grande impatto nella storia occidentale, veicolando la Riforma

Protestante, il razionalismo e l’illuminismo. Si può dunque asserire che

qualsiasi tecnologia costituisce un medium nel senso che è un'estensione

ed un potenziamento delle facoltà umane, e in quanto tale genera un

messaggio che retroagisce con i messaggi dei media già esistenti in un

dato momento storico, rendendo complesso l'ambiente sociale, per cui è

implicazioni

necessario valutare dei media l'impatto in termini di “

sociologiche e psicologiche 6 ”. Diversamente da Popper, McLuhan afferma

che il contenuto di una trasmissione ha in realtà un effetto minimo sia in

presenza di programmi per bambini o di spettacoli violenti. Si tratta

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