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Le Maschere della Pazzia
“Ricordiamoci che la scritta MANICOMIO, rimane
sempre fuori dall'edificio e non dentro”
Dare una definizione di Pazzia risulta difficile, se non impossibile, poiché come dice la Pazzia
stessa nell' “Elogio della Follia” di Erasmo da Rotterdam, sarebbe “circoscrivere con un limite colei
la cui divinità ha così ampio potere”.
Non c’è dubbio che in quanto tema ricorrente essa si presti a molteplici chiavi di lettura.
Secondo una concezione comune, la Follia è l'agire senza ragione. In genere, chi non riesce a
governare le proprie emozioni o a superare le difficoltà, impazzisce.
Ma la Follia pura, fatta di momenti di schizofrenia, non è necessariamente l'unica via di fuga dalle
avversità della vita; l’uomo può accedere alla saggezza qualora identifichi e conosca la propria
natura e le proprie debolezze. In questo caso la Pazzia viene intesa positivamente e si presenta come
una vera forza vitale per gli uomini e grazie alla quale è possibile l’illusione sulla vita reale,
altrimenti detestabile. Il pazzo diventa quindi una figura importante, una sorta di genio che,
attraverso un punto di vista differente riesce a vedere ciò che gli altri, nella loro normalità non sono
capaci di cogliere.
Tutte le molteplici identità della Follia si possono, quindi, sintetizzare in due differenti lati, come 2
maschere opposte che però coesistono in uno stesso personaggio.
F :
OLLIA NEGATIVA
In negativo la follia è intesa come alienamento dalla realtà, il restare confinati nel proprio piccolo
mondo fatto di indifferenza, depressione e vuoto. Viene considerata anche come irresponsabilità,
esibizionismo, soggezione e superficialità.
Questo lato della Pazzia solitamente può scaturire da un particolare evento che può aver influenzato
l'individuo oppure dalla società, che tende a ingabbiare le singole identità in un ruolo specifico che
le soffoca.
STORIA: Gli effetti della Guerra e della società sugli individui.
Nella storia abbiamo parecchi esempi di Pazzia e dei suoi effetti sulla vita degli uomini.
Durante l'era dell'industrializzazione, ad esempio, la personalità soccombeva all'organizzazione
sociale. La pazzia della società porta alla disumanizzazione, alla riduzione dell'uomo a oggetto o
merce e ad una realtà artificiale e artefatta. L'essere umano viene snaturalizzato: i suoi gesti sono
meccanici e guidati. Egli non ha più la volontà di decidere, diventa una macchina e, in quanto tale,
prima o poi finisce per rompersi. È nota l'espressione “gli manca una rotella” riferito a chi si
comporta in modo anomalo. Ci si riferisce al soggetto in questione come se fosse un macchinario
rovinato.
“Qualcosa mi ha spinto a parlare della standardizzazione della vita, a dire quello che pensavo
degli uomini divenuti macchine” dichiarava C. Chaplin nel presentare il suo “Tempi Moderni”. Il
protagonista pressato dai ritmi di lavoro ripetitivi e spersonalizzanti perde la volontà e inizia a
compiere gesti irrazionali finchè non viene internato in un manicomio. La Follia, in questo caso è
una sorta di liberazione dall'oppressione della vita, ma aliena l'individuo dal resto del mondo, lo
rende incompreso ed evitato. Il prezzo da pagare è la pietà o il disprezzo degli altri.
La guerra del 1914-1918 produsse il più gran numero di pazzi della storia umana. Le esperienze
della guerra portarono a una sorta di trauma collettivo in tutte le nazioni partecipanti. L'ottimismo
del 1900 svanì quasi completamente e gli ex-combattenti iniziarono a esser conosciuti come la
Generazione Perduta poiché non si ripresero mai completamente da quell'esperienza. In questo caso
si parla di un vero e proprio disturbo psicologico fatto di nevrosi, schizofrenia e atti completamente
irragionevoli. Insieme alle ferite fisiche furono proprio i dolori psicologici, impossibili da risanare
completamente, a sconvolgere le coscienze. Il disagio interiore sfocia in una sorta di terrore verso il
resto dell'umanità vista come nemica e ad una conseguente alienazione da essa in cerca di
liberazione e difesa.
Esempi degli effetti della società e della guerra sulla coscienza degli individui sono riscontrabili
in letteratura.
G. Büchner nel suo “Woyzeck” presenta un soldato sfruttato e considerato scemo da tutti. E'
sfruttato e reso pazzo dai suoi superiori che gli sottraggono ogni residuo di libertà. Büchner
mostra l‘oppressione esercitata dal sistema sull’individuo la cui personalità viene annullata dal
sistema statale e dalle convenzioni sociali fino a giungere alla pazzia.
V. Woolf in “Mrs Dalloway” propone il personaggio di Septimus Warren Smith, un malato
mentale, colpito da quello che in seguito verrà definito come shell-shock, ovvero shock da
granata. La nevrosi di Septimus viene così trattata riportando tutta la successione di pensieri
sconnessi e di relazioni causali assurde. L'oppressione e il dolore che la guerra ha esercitato sulla
vita di Septimus si risolvono nel suo suicidio, guidato dalla Follia.
DEUTSCH: die Wirkungen der Gesellschaft auf den
Menschen
Im Mittelpunlkt des Sozialdramas “Woyzeck” von G.Büchner steht ein armer, physisch und
psychisch leidender Soldat. Er ist so arm, dass er seinen Körper für die wissenschaftlichen
Experimente des Militärarztes verkauft. Er ist von seiner Umwelt misshandelt und ausgebeutet und
dadurch zum Untergang bestimmt. Woyzeck einziger Trost ist die Geliebte Maria. Als aber
Woyzeck entdeckt, dass Maria ein Verhältnis mit dem Tambourmajor hat, wird seines letzter
sozialer Halt zerstört: er ersticht Maria.
Eine Szene auf dem Film “Woyzeck” von
Werner Herzog mit K. Kinski und E.
Mattes
Sein Wahnsinn zeigt sich mit Halluzinationen und mit den Stimmen, die nur von ihm gehört werden
und die ihn zu der Tat auffordern.
Büchner analysiert mit wissenschaflicher Genauigkeit die Symptome der Psychose des
Protagonisten: er wird von der Gesellschaft in den Wahnsinn getrieben.
Er hat aus finanziellen Gründen mit dem Arzt einen Vertrag abgeschlossen, der ihm vorschreibt eine
Diät zu machen, bei der er sich ausschließlich von Erbsen ernähren darf. Der Doktor, der skrupellos,
menschenverachtend und arrogant ist, sieht in Woyzeck keinen Menschen, sondern lediglich ein
Versuchsobjekt, welches der Wissenschaft dient.
Georg Büchner will uns zeigen, dass der Wahnsinn von äußeren Umständen abhängig ist und dass
die Menschen durch ihr soziales Umfeld bestimmt werden.
Woyzecks Haupthema ist die Unterdrückung des Systems auf das Individuum, dessen
Persönlichkeit durch das staatliche System und gesellschaftliche Konventionen annuliert wird bis zu
Wahnsinn.
“Jeder Mensch ist ein Abgrund; es schwindelt einem, wenn man hinabsieht."
[Klaus Kinski (Woyzeck). Woyzeck(film) 1979]
ENGLISH: “Mrs. Dalloway” by Virginia Woolf.
The figure of Septimus: effects of the war on the men.
The story of “Mrs. Dalloway” is set in London and takes place on a single day, in June, about five
years after the end of the First World War. The narrarion focuses on the memories, the thoughts
about the present and the plans and prospects for the future of the characters. That allows the reader
to follow the mind of the protagonists.
Otto Dix, Trench Suicide (1924)
In particular we have the point of view of Septimus Warren Smith, who is a sort of “alter ego” of
the main character: Clarissa Dalloway. He's a veteran of the first World War and suffers from shell-
shock.
Septimus sees nothing worth in the England he fought for, and he has lost the desire to preserve
either his society or himself. Septimus is suffering from severe psychological problems caused by
the deferred effects of shell-shock: he lives in an internal world, wherein he sees and hears things
that aren’t really there and he talks to his dead friend Evans. At the end, Septimus chooses to escape
his problems by killing himself: he dies in order to escape what he perceives to be an oppressive
social pressure to conform.
It's important to notice that the insanity of Septimus has not internal causes: it was the war to ruin
him. His “shell-shock” is a range of behaviours resulting from the stress of battle which decreases
his fighting efficiency and brings him to craziness. This esperience influences all his life and he
becomes scared of everything and everyone around him: “[...] Septimus thought, and this gradual
drawing together of everything to one centre before his eyes, as if some horror had come almost to
the surface and was about to burst into flames, terrified him. The world wavered and quivered and
threatened to burst into flames.”. He feels horror also physically.
He is sometimes overcome by the beauty in the world, but he also fears that the people in it have no
capacity for honesty or kindness. His insanity is a sort of protection from the world outside that has
struck him intensely.
The war, with his oppression, has caused alienation, panic and terror that only madness can
attenuate. Septimus refuses the rational world of the society and takes refuge in his parallel world
where, at the end, he finds his peace: death.
“Oh, Mrs. Dalloway... Always giving parties to cover the silence.”
[Richard Brown (Septimus). “The Hours” 2002]
F :
OLLIA POSITIVA
Nel sistema di relazioni della società, per poter vivere, siamo costretti a seguire regole precise. Tale
situazione comporta una perdita di originalità, di fantasia, di capacità di creare e di scoprire. Il
Folle, per ritrovare la felicità, assume il comportamento di un bambino: spontaneo, naturale, si
meraviglia di fronte alle piccole cose di ogni giorno, esplora. Egli non si ferma di fronte
all'apparenza delle cose, non ha vincoli sociali da rispettare e può ribellarsi all'omologazione.
Questo è il lato della Pazzia più interessante perché permette all'individuo di superare l'apparenza
della quotidianità, definita “normalità” e di seguire gli istinti che lo rendono felice. Il Folle, in
questo caso viene ad assumere un'identità completamente diversa: egli è colui che vede al di là della
realtà standard riuscendo a comprenderne la verità; in lui Genio e Pazzia convivono. Il suo uscire
dagli schemi lo rende libero.
Così, a costo di ricevere il disprezzo degli altri il Folle va contro le regole ottenendo però il
massimo dalla vita.
FILOSOFIA: La figura del Folle che annuncia Werner Horvath, Friedrich Nietzsche: von
la morte di Dio ne “La Gaia scienza” di den drei Verwandlungen.
Nietzsche.
L’ . – Avete sentito di quel folle uomo che accese una
UOMO FOLLE
lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a
gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. E poiché proprio
là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio,
suscitò grandi risa. “È forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come
un bambino?” fece un altro. “0ppure sta ben nascosto? Ha paura di
noi? Si è imbarcato? È emigrato?” – gridavano e ridevano in una
gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i
suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire!
Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini!
Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare
bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar
via l’intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove
ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco,
in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito
nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú
notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono
Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si
decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini