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Sintesi
Introduzione Maschere - Tesina


Per concludere il mio percorso di studi ho scelto di approfondire il tema della maschera all'interno della mia tesina, prendendo spunto dalla raccolta di opere teatrali di Pirandello, Maschere Nude.
Ho scelto questo tema perché credo che la maschera sia un elemento inscindibile dall’esperienza umana e ho deciso di analizzarlo all’interno di questa raccolta, poiché in essa si mette in evidenza la maschera come nascondiglio del nostro vero essere, ma allo stesso tempo come espediente paradossale. La maschera non è solo un trucco teatrale riservato a degli attori che recitano su un palco, ma è il trucco usato da tutti noi in ogni momento della giornata nel relazionarci agli altri. Indossiamo la maschera di studente, di figlio, di madre, di insegnante, di sportivo, di amico. In questo momento sono una studentessa che si sta apprestando a conseguire la maturità. Indossare una maschera non significa essere falsi, ma significa che, fin dal momento in cui nasciamo, abbiamo dei ruoli, alcuni scelti da noi e altri no.
Per far sì che non sia la maschera il centro dell'attenzione deve essere l'attore a caratterizzarla dandole forma, espressione e sostanza. Così nella vita di ogni giorno mi maschero per presentarmi agli altri; ma per non rimanere solo una maschera, solo un'etichetta, devo saper dare spessore a ogni mio comportamento, alla mia voce, alle mie parole, ai miei gesti, ai miei pensieri. La scelta effettuata nella mia tesina di maturità è stata, quindi, determinata da un’esperienza che io sento di vivere quotidianamente.
E' comodo vivere con indosso una maschera che filtra il contatto col mondo. Questo diventa molto rischioso nel momento in cui ci facciamo sopraffare dal ruolo che ci viene assegnato (dalla vita o dalle persone che ci circondano): bisogna avere quindi il coraggio di lanciarsi oltre il confine stabilito che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito (Fabrizio De André, Cantico dei drogati) e non essere solo ciò che gli altri vogliono che noi siamo. Bisogna osare, per non rimanere vittime delle proprie maschere. Maschera è un termine complesso, la cui origine è controversa. Nel medioevo masca significava strega e da questo significato derivò successivamente quello di fantasma. Da masca si arrivò poi a mascara (facendo un confronto con l'attuale mondo del make-up, si avvicina alla sfera del trucco, della copertura, quindi della maschera), dallo spagnolo càscara che, tra le altre cose, significa buccia di cipolla e ciò fa pensare agli strati e, ancora una volta, a qualcosa che sta sopra ad un'altra cosa coprendola e quindi ad una maschera. Persona, dal greco pròsopon, significa proprio maschera. E' dalle parole, dalla loro origine e dalla loro formazione che possiamo arrivare a capire il senso ultimo delle cose. Al centro del pensiero e dell'arte pirandelliana sta proprio l'uomo, la persona che, non a caso, prende il nome dalla maschera.

Collegamenti

Maschere - Tesina


Italiano - Luigi Pirandello e il tema della maschera.
Filosofia - Schopenhauer e il Velo Di Maya.
Storia - Il doppiovolto di Giolitti.
Storia Dell'Arte - Magritte e il Surrealismo.
Inglese - Beckett e il Teatro Dell'Assurdo.
Geografia astronomica - Il paradosso di Olbers.
Matematica - Il paradosso di Achille e la tartaruga, Il paradosso del Grand Hotel , Il paradosso di Protagora.
Estratto del documento

Prefazione

Per concludere il mio percorso di studi ho scelto di approfondire il tema della

maschera, prendendo spunto dalla raccolta di opere teatrali di Pirandello,

Maschere Nude.

Ho scelto questo tema perché credo che la maschera sia un elemento

inscindibile dall’esperienza umana e ho deciso di analizzarlo all’interno di

questa raccolta, poiché in essa si mette in evidenza la maschera come

nascondiglio del nostro vero essere, ma allo stesso tempo come espediente

paradossale.

La maschera non è solo un trucco teatrale riservato a degli attori che recitano

su un palco, ma è il trucco usato da tutti noi in ogni momento della giornata nel

relazionarci agli altri. Indossiamo la maschera di studente, di figlio, di madre, di

insegnante, di sportivo, di amico. In questo momento sono una studentessa

che si sta apprestando a conseguire la

maturità. Indossare una maschera non

significa essere falsi, ma significa che, fin

dal momento in cui nasciamo, abbiamo

dei ruoli, alcuni scelti da noi e altri no.

“Per far sì che non sia la maschera il

centro dell'attenzione deve essere

l'attore a caratterizzarla dandole forma, espressione e sostanza.”

L. Pirandello

Per far sì che non sia la maschera il centro dell'attenzione deve essere l'attore

a caratterizzarla dandole forma, espressione e sostanza. Così nella vita di ogni

giorno mi maschero per presentarmi agli altri; ma per non rimanere solo una

maschera, solo un'etichetta, devo saper dare spessore a ogni mio

comportamento, alla mia voce, alle mie parole, ai miei gesti, ai miei pensieri.

La mia scelta è stata, quindi, determinata da un’esperienza che io sento di

vivere quotidianamente.

E' comodo vivere con indosso una maschera che filtra il contatto col mondo.

Questo diventa molto rischioso nel momento in cui ci facciamo sopraffare dal

ruolo che ci viene assegnato (dalla vita o dalle persone che ci circondano):

oltre il confine stabilito che

bisogna avere quindi il coraggio di lanciarsi

qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito Cantico dei

(Fabrizio De André, 1

drogati) e non essere solo ciò che gli altri vogliono che noi siamo. Bisogna

osare, per non rimanere vittime delle proprie maschere.

Maschera è un termine complesso, la cui origine è controversa. Nel medioevo

masca significava strega e da questo significato derivò successivamente quello

fantasma. masca mascara

di Da si arrivò poi a (facendo un confronto con

l'attuale mondo del make-up, si avvicina alla sfera del trucco, della copertura,

maschera), càscara

quindi della dallo spagnolo che, tra le altre cose, significa

buccia di cipolla e ciò fa pensare agli strati e, ancora una volta, a qualcosa che

maschera.

sta sopra ad un'altra cosa coprendola e quindi ad una Persona, dal

pròsopon, maschera.

greco significa proprio E' dalle parole, dalla loro origine e

dalla loro formazione che possiamo arrivare a capire il senso ultimo delle cose.

Al centro del pensiero e dell'arte pirandelliana sta proprio l'uomo, la persona

maschera

che, non a caso, prende il nome dalla .

L’OPERA

Maschere Nude è il nome della raccolta di opere teatrali di Luigi Pirandello,

pubblicata nel 1918 presso l’editore Treves. Avvertenza, Il

Il significato del titolo è chiarito da Pirandello nell’ un’aggiunta a

fu Mattia Pascal nel 1924, di seguito riportata:

« L’arruffìo, se c’è, dunque è voluto; il macchinismo, se c’è, dunque è

voluto; ma non da me: bensì dalla favola stessa, dagli stessi personaggi; e si

scopre subito, difatti: spesso è concertato apposta e messo sotto gli occhi

nell’atto stesso di concertarlo e di combinarlo: è la maschera per una

rappresentazione; il giuoco delle parti; quello che vorremmo o dovremmo

essere; quello che agli altri pare che siamo; mentre quel che siamo, non lo

sappiamo, fino a un certo punto, neanche noi stessi; la goffa incerta metafora

di noi; la costruzione, spesso arzigogolata, che facciamo di noi, o che gli altri

fanno di noi: dunque, davvero, un macchinismo, sì, in cui ciascuno

volutamente, ripeto, è la marionetta di se stesso; e poi, alla fine, il calcio che

manda all’aria tutta la baracca.

Credo che non mi resti che di congratularmi con la mia fantasia se, con

tutti i suoi scrupoli, ha fatto apparir come difetti reali, quelli ch’eran voluti da

lei: difetti di quella fittizia costruzione che i personaggi stessi han messo su di

sé e della loro vita, o che altri ha messo sù per loro: i difetti insomma della

maschera finché non si scopre nuda. » 2

Egli vuole quindi togliere al personaggio la maschera sotto la quale egli

nuda

solitamente tenta di nasconderlo, per presentare al lettore la

verità, l’essenza vitale dell’uomo, spesso fuori dalla norma e inserito in vicende

portate al limite del paradosso.

Tra apparenza…

FORMA VITA, PERSONAGGIO PERSONA

LA E LA IL E LA

Saggio sull’umorismo

A questo proposito Pirandello nel del 1908 fa una

personaggio (maschera) persona, forma vita.

distinzione tra e tra e

L’uomo ha bisogno di autoinganni, perciò deve credere che la vita abbia un

senso e organizza l’esistenza secondo convenzioni, riti, istituzioni che devono

rafforzare in lui tale illusione. forma

Gli autoinganni sociali e individuali costituiscono la dell’esistenza: essa è

data dagli ideali che ci poniamo, dalle leggi civili, dal meccanismo stesso della

forma

vita associata. La blocca la tendenza a vivere momento per momento,

essa cristallizza e paralizza la vita. forma, persona

Il soggetto, costretto a vivere nella non è più una integra,

fondata sulla corrispondenza armonica fra desideri e realizzazione, ma si riduce

maschera,

ad una che recita la parte che la società esige da lui.

persona

Il termine indica oggi in italiano “l’essere umano nei rapporti sociali, in

quanto soggetto cosciente di sé, moralmente autonomo, capace di diritti e

doveri”, e dunque, in quanto essere libero e responsabile, capace di compiere il

Persona

bene o il male. indica quindi l’integrità dell’individuo, visto come unità

intellettuale, morale e psicologica. persona,

La psicanalisi ha messo in crisi questo concetto di mostrando come il

soggetto è sempre, nel profondo, scisso e contraddittorio. Ma nella vita

pubblica, nella responsabilità civile e penale, è necessariamente rimasto il

persona,

concetto di che deve rispondere come un tutto integro di ciò che fa.

personaggio

Il termine invece indica uno dei protagonisti di un dramma, di una

personaggio

commedia, di un poema, di un romanzo o di una novella. Il recita

quindi una parte in un mondo di finzione. 3

persona

Pirandello usa il termine come siamo soliti usarlo noi oggi e nega che il

soggetto possa essere una persona, concordando con gli studi psicanalitici

nonostante ancora non li conoscesse. persone,

Per Pirandello gli uomini non sono più cioè soggetti integri, coerenti,

personaggi,

compatti, ma in quanto costretti a recitare una parte all’interno

maschera

della commedia sociale. Ogni uomo porta di necessità una e recita il

ruolo che la società, o le convenzioni, o i propri ideali astratti gli impongono.

personaggio persona.

Il non è coerente, solido o unitario perché non è più Ha

davanti a sé un bivio: o sceglie l’incoscienza, l’ipocrisia, l’adeguamento passivo

forme; vita

alle oppure vive consapevolmente, amaramente la divisione tra e

forma. personaggio si guarda vivere

In questo secondo caso il non vive, ma (L.

Pirandello, L’umorismo e altri saggi, Giunti, Firenze 1994).

UNO, NESSUNO E CENTOMILA

LA MASCHERA IN

“ Una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo

essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e

infinitamente mutabile.

Uno, nessuno e centomila

L. Pirandello, Uno,

Un esempio della maschera pirandelliana possiamo trovarlo nel suo libro

nessuno e centomila

Nel romanzo il tema affrontato da Pirandello è quello dell’identità. Il protagonista vive

uno),

per molto tempo pensando di conoscere benissimo sé stesso ( successivamente

centomila),

si accorge che esistono moltissime “copie” della sua persona ( poiché nella

io

società esistono anche le innumerevoli forme che ogni dà agli altri, per questo il

uno centomila, nessuno.

protagonista perde la sua identità, da diventa e quindi

Tutto ciò che di noi si può immaginare è realmente possibile, ancorché non sia

vero per noi. Che per noi non sia vero, gli altri se ne ridono. È vero per loro.

Tanto vero, che può anche capitare che gli altri, se non vi tenete forte alla

realtà che per vostro conto vi siete data, possono indurvi a riconoscere che più

vera della vostra stessa realtà è quella che vi danno loro.

Uno, nessuno e centomila

L. Pirandello,

Nessun nome. Nessun ricordo oggi del nome di ieri; del nome d’oggi, domani.

Se il nome è la cosa; se un nome è in noi il concetto d’ogni cosa posta fuori di

noi; e senza nome non si ha il concetto, e la cosa resta in noi come cieca, non

distinta e non definita; ebbene, questo che portai tra gli uomini ciascuno lo

incida, epigrafe funeraria, sulla fronte di quella immagine con cui gli apparvi, e

la lasci in pace e non ne parli più. Non è altro che questo, epigrafe funeraria,

un nome. Conviene ai morti. […] Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove.

4

Sono quest’albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il

vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo.”

Uno, nessuno e centomila

L. Pirandello, IL FU MATTIA PASCAL

LA MASCHERA IN

” Una delle poche cose, anzi forse la sola che io sapessi di certo era questa: che mi

chiamavo Mattia Pascal

“ ”

Io sono il fu Mattia Pascal

Pirandello, Il fu Mattia Pascal,

L. frase di inizio e fine libro

E' qui estremizzato il bisogno dell'uomo di darsi una maschera per vivere in una

Le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle

società, ([…]

parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali, Pirandello, Il fu Mattia

L.

Pascal) forma che oltre ad essere necessaria, è anche difficilmente sostituibile

dato che l'individuo, o meglio la sua maschera, dal momento in cui nasce va a

far parte di un gran meccanismo che non può rompersi e per questo, ognuno è

costretto a recitare la sua parte senza neanche chiedersi il perché. Se in

quest'immenso gioco si prova a “bluffare”, si è destinati a fallire e nel migliore

dei casi bisogna tornare ad essere una delle tante pedine; l'unico modo per

estraniarsene è non essere più utili per il proseguimento della partita, in altre

parole o morire o impazzire, le sole condizioni in cui ci si può, forse, considerare

liberi.

La maschera, così come l'appartenere ad un gruppo, il calarsi in una trappola,

è inteso come necessario perché l'uomo come singolo non ha alcun valore se

non per se stesso, e nessuna possibilità di essere veramente libero di decidere

arbitrariamente o quasi della propria esistenza.

In questo libro il soggetto principale è un uomo appartenente al ceto borghese,

dove le convenzioni, il perbenismo ed i comportamenti stereotipati avevano

largo spazio, molto più che in altri ceti, come per esempio quello popolare.

L'identità stessa di una persona, ovvero il suo nome, il suo carattere, le sue

capacità, il suo aspetto fisico, non sono altro che una convenzione, una

maschera che la società impone all'individuo di indossare. Ne è prova il fatto

che Mattia può, anche se grazie ad un evento inaspettato, cambiare identità,

diventare una persona completamente nuova, con nuovi amici, nuovi amori,

una nuova famiglia e una nuova reputazione. Il protagonista non fa altro che

Mattia Pascal Adriano Meis.

cambiare maschera e passare da ad

Il protagonista però si accorge che la sua nuova maschera, quella di Adriano

Meis, è molto più scomoda da indossare che non quella di Mattia Pacal.

Adriano, che è un nome inventato, non può usufruire degli stessi vantaggi che

un'identità reale e legale offre. Non può infatti sposare Adriana, non può

denunciare Papiano , non può prendere parte al duello. Il protagonista si

accorge quindi che delle due maschere indossate quella di Mattia era la

migliore e che la sua libertà, che credeva un dono così grande, si è invece

5

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