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BIELLE VELOCI
Sono le bielle operanti in motori con alto numero di giri ( motori
d’auto, aerei, motori da trazione per veicoli industriali). Nella loro
progettazione si tiene conto delle sollecitazioni di compressione a
carico di punta , delle forze d’inerzia e dalla flessione dovuta alle
forze centrifughe agenti sulla biella. Occorre garantire a queste
bielle buona leggerezza congiunta alla necessaria rigidità.
MATERIALI DI COSTRUZIONE
I materiali adoperati per la costruzione della biella devono avere
ottime caratteristiche meccaniche per poter resistere alle
sollecitazioni che agiscono sulla biella durante il suo moto di
rotazione nel punto B e di traslazione nel punto C
Per le bielle lente si utilizza acciaio al carbonio; per le bielle veloci,
ghisa sferoidale e acciai legati da bonifica:
- EN – GJS – 400 – 15U
- C30 UNI 7845
- C50 UNI 7845
- 39 Ni Cr Mo 3 Uni 7845 BONIFICATO
Gli acciai legati da bonifica sono i più indicati perché hanno una
buona tenacità e resistenza a trazione.
PROPRIETÀ MECCANICHE
Le proprietà meccaniche esprimono la capacità di un materiale di
resistere alle azioni provocate dalle forze esterne che tendono a
deformarlo.
Le prove meccaniche più utilizzate per studiarle sono la prova di
resilienza e la prova di trazione.
TRAZIONE: Questa sollecitazione avviene quando le forze applicate
al corpo sono dirette lungo l’asse del corpo, con direzioni opposte e
tendono ad allungarlo.
RESILIENZA: è la capacità di un materiale di resistere alla rottura
quando subisce un urto.
PROVA DI TRAZIONE
La prova di trazione consiste nel sottoporre una determinata
provetta metallica a uno sforzo gradualmente crescente di trazione
sino a pervenire alla rottura tramite una macchina universale.
CON la prova di trazione si perviene a indici che riguardano
l’elasticità, la deformabilità e la resistenza dei materiali, e si ricava,
un grafico in un sistema di assi cartesiani che ha in ascisse gli
allungamenti subiti dalla provetta e in ordinate i carichi crescenti
applicati ( grafico carichi – deformazioni ). Lo sforzo applicato
sul materiale, detto tensione o carico unitario, rappresenta la forza
2
applicata sull’unità di superficie e viene misurata in N/mm . Le
deformazioni vengono descritte tramite l’allungamento specifico
ε
( ), dato dal rapporto tra la variazione di lunghezza e la lunghezza
iniziale (∆L/l )
0
GRAFICO CARICHI – DEFORMAZIONI PER UN ACCIAIO DOLCE.
Ogni materiale
carichi unitari [ N/mm ]
2 presenta un grafico
diverso; molto
E
Rm dipende dal
modulo di Young o
Ru F modulo di elasticità
C
ReH σ
E= = Tgα
ReL D ε
B
Rp Infatti in un
materiale con
PLASTICITA modulo di Young
PLASTICITà
ELASTICA basso la rottura
-
ELASTO può avvenire prima
A ]
Allungamenti [ L/l di arrivare alla
0 deformazione
plastica.
Come possiamo notare il comportamento del materiale è
caratterizzato da diverse fasi descritte di seguito.
FASE ELASTICA A-B
La fase elastica è la prima fase nella quale il comportamento del
materiale rispetta la legge di Hooke, ossia la legge di
proporzionalità diretta fra i carichi e gli allungamenti. Le
deformazioni che avvengono in questa fase sono reversibili perché il
materiale riprende le dimensioni iniziali al cessare del carico
applicato. Il carico unitario massimo di elasticità è Rp ed è uguale
al rapporto fra il carico applicato (Fp) e l’area della sezione iniziale
della provetta: Fp
Rp = ₀
S
FASE ELASTO – PLASTICA B - C – D
Aumentando il carico unitario oltre Rp la provetta si allunga come
indicato dall’arco B-C, vale a dire si allunga più di quanto previsto
dalla legge di Hooke. Nella parte iniziale dell’arco B-C, gli
allungamenti continuano a essere elastici, successivamente a
questi allungamenti elastici si sovrappongono piccoli allungamenti
permanenti ( allungamenti plastici ) che divengono consistenti
quando si perviene al punto C. Segue un periodo critico per la
provetta con bruschi allungamenti permanenti ( fase di
snervamento ) dove le fibre del materiale cominciano a rompersi,
sino a che si perviene al punto D del grafico.
La fase di snervamento ha 2 carichi unitari: uno superiore (ReH) e
l’altro inferiore (ReL) e sono uguali a :
FeH FeL
ReH = ; ReL = [N/mm²]
₀ ₀
S S
FASE PLASTICA D - E - F
Quest’ultima fase è caratterizzata da 2 tratti, il tratto DE in cui si ha
l’incrudimento del materiale con l’aumento della durezza e della
resistenza alla deformazione fino al punto E, che corrisponde al
carico unitario di rottura detto anche resistenza a trazione (Rm).
Successivamente si perviene al fenomeno della strizione
consistente in un rapido allungamento della provetta, in una zona
casuale, superiore alla velocità di incremento del carico per cui il
grafico presenta un andamento verso il basso fino ad arrivare alla
rottura corrispondente al punto F.
Il punto F del grafico corrisponde al carico unitario ultimo che è dato
dal rapporto del carico ultimo con la sezione ultima(dove è
avvenuta la strizione e quindi la diminuzione della sezione).
Fu
Ru = Su
Il coefficiente di strizione denominato anche “ contrazione
percentuale dopo la rottura” si indica con la lettera Z ed è dato da:
₀−Su
S
Z = ₀
S
Un altro dato importante che qualifica un materiale è
l’allungamento percentuale A%, definito come rapporto tra
l’allungamento permanente Lu - L₀ subito dalla provetta dopo la
rottura e la lunghezza iniziale L₀, moltiplicato per cento:
₀
Lu−L
A% = 100
₀
L
(Macchina universale per la
prova di trazione)
Esempi di grafico
carico- deformazioni
per materiali con
comportamento diverso
In base al
tipo di
trattamento termico che influiscono molto sulla resistenza di un
acciaio, e al modulo Young del materiale abbiamo diversi grafici in
cui, in alcuni di essi è addirittura assente la fase di snervamento
IL grafico studiato precedentemente riguarda il
comportamento di una provetta in acciaio dolce sottoposta
a trazione. RESILIENZA
La resilienza è la proprietà meccanica di resistenza a una
sollecitazione dinamica o di urto. La resilienza è una proprietà molto
importante, infatti, deve essere elevata per tutti gli organi di
macchine soggetti a urti. La misura si effettua su piccoli campioni
del materiale da esaminare che con la prova di resilienza vengono
distrutti. La resilienza determina la durezza di un materiale, infatti,
più la resilienza è bassa e più il materiale e fragile.
La misura della resilienza di un materiale viene effettuata con il
pendolo di Charpy. Il pendolo di Charpy è costituito da una
mazza disposta con il suo baricentro G all’altezza H, in questa
posizione la mazza possiede un’energia potenziale Am data dalla
relazione: Am = M × g × H [J]
M = massa della mazza (Kg) 2
g = accelerazione di gravità (9.81 m/s )
H = altezza caduta mazza (m)
La mazza, una volta sganciata, scende rapidamente, trasformando
la sua energia potenziale in energia cinetica. Giunta nel punto più
basso della corsa dove è posizionato il provino per la misura della
resilienza, la mazza colpisce e rompe in un solo colpo la provetta e
risale dall’altra parte sino all’altezza h. A questa altezza la mazza
possiede ancora l’energia potenziale residua Ar:
Ar = M × g × h [J]
La differenza di energia Am – Ar è stata assorbita nella rottura della
provetta ed è data da:
La = Am – Ar = MgH – Mgh = Mg ( H – h ) [J]
Il rapporto tra l’energia consumata nella rottura (La) e la sezione
del provino (S₀) costituisce il valore della resilienza e si misura in
2
J/cm : La
K = ₀
S
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DEL PENDOLO DI CHARPY
G H
h FOTO PENDOLO DI CHARPY
Fino ad adesso ci siamo concentrati sulla descrizione delle
proprietà meccaniche e in particolare sulla prova di trazione
e sulla prova di resilienza, ma non abbiamo dato la
definizione di altre sollecitazioni meccaniche e altre
proprietà dei materiali che sono comunque importanti. Darò
la definizione di tali elementi attraverso un testo in inglese
“PROPERTIES OF MATERIALS”.
PROPERTIES OF MATERIALS
All materials have a range of properties that are important for the
solution of problems.
The criteria for selecting the materials are: mechanical properties,
thermal properties, electrical properties, resistance to chemicals.
The mechanical properties is as a material reacts to a force that
can produce plastic deformation and elastic. This force per unit is
called “Stress” and the displacement per unit length is called “
Strain”.
Mechanical properties are most populare:
-Tensile strength, the ability to resist stretching or pulling forces.
-Compressive strength, the ability to resist a pushing force.
-Bending strength, the ability to resist bending action.
-Shear strength, the ability of a material to resist sliding forces.
-Torsional strength, the ability to resist twisting forces
-Elasticity, the ability of a materials to return to its original shape
when loaded and unloaded.
-Plasticity, the ability of materials to be changed permanently in
shape.
-Hardness, is the resistance to wear and abrasion.
-Toughness, is the resistance to sudden impact.
Thermal properties include:
-Thermal conductivity, the ability of a materials to transmit heat
energy
-Thermal exspansivity change of the material when the
temperature changes.
Electrical properties include:
-Eletrical conductivity, the ability to allow electrical current to
pass metals are good conductors and plastics and ceramics are bad
conductor
-Eletrical resistivity, is the ability of a material to resist the
passage of courrent.
Ritornando al discorso del meccanismo Biella – manovella possiamo
trovare la loro applicazione nei motori a combustione interna. Sono
dei motori in cui avviene una reazione di combustione ( all’interno
della camera di combustione del cilindro) tra un carburante
( benzina, gasolio, metano) e un comburente ( aria ). L’energia dei
prodotti della combustione i gas combusti, è superiore all’energia
del carburante e del comburente, quindi, si manifesta un’elevata
temperatura e pressione che vengono trasformati in lavoro
meccanico provocando la spinta e lo spostamento dei pistoni
all’interno sei cilindri del motore che si muovono di moto rettilineo
alternativo.
La reazione di combustione all’interno della camera di combustione
può avvenire per accensione comandata tramite una scintilla
trasmessa da una candela ( motore a benzina ), o per accensione
spontanea attraverso l’alta temperatura dei gas provocata dalla
compressione del pistone ( motore diesel ). Tuttavia l’accensione
della reazione di combustione del motore spinge il pistone verso il
PMI così avviene la conversione del moto da rettilineo alternato in
rotatorio uniforme attraverso la biella-manovella e la conseguente
rotazione dell’albero motore.
Grazie all’invenzione del motore a combustione interna, molte
attrezzature che usano la combustione come armi, munizioni,
veicoli motorizzati furono prodotti in serie e in grandi quantità per
far fronte alla prima guerra mondiale, la prima grande guerra di
massa. Il primo conflitto mondiale, infatti, diede un enorme impulso
alla produzione industriale. Caduta la speranza di risolvere con una
guerra lampo le sorti del conflitto, fu chiara a tutti che una guerra di
logoramento sarebbe stata vinta da che avesse meglio armato i
suoi soldati. Se prima i trasporti erano garantiti da muli e cavalli ora
con la prima guerra mondiale prevalgono gli autocarri con motore a
combustione interna,
CARRI ARMATI, DIRIGIBILI, AEREI
L’uso del motore a combustione interna portò all’invenzione del
carro armato, u veicolo corazzato capace di muoversi nei terreni più
accidentati, dotato di mitagliatrici o cannoni in grado di sfondare le
linee nemiche.
Furono inventati anche i dirigibili usati per la prima volta dai
tedeschi e gli aerei britannici che erano biposto perché un soldato
pilotava e l’altro era l’addetto alla mitragliatrice rivolta verso l’elica
corazzata. LO SCOPPIO DELLA GUERRA
Il pretesto per lo scoppio fu l’assassinio in Serbia dell’arciduca
Francesco Ferdinando d’Austria con tutta la famiglia. L’Austria
intimò un ultimatum alla Serbia, con il quale chiedeva di collaborare
alla ricerca dei responsabili del delitto. In questo modo venendo