vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
In questa tesina viene descritto il tema del linguaggio della bellezza.
Tra i vari argomenti che era possibile scegliere per un’ampia discussione, probabilmente pochi sono ambigui e vacui come il tema della Bellezza.
Difficile diventa definire ciò che la Bellezza sia e da cosa essa sia espressa. In parole molto semplici, per bello si intende ciò che è capace di suscitare in noi stessi una sensazione di piacere, o più generalmente una sensazione positiva. Il vero “problema” della questione è che le sensazioni ricevute sono assolutamente soggettive ed è difficile fare della critica. Si cerca comunque si seguire canoni comuni, ma le sensazioni restano comunque diverse di animo in animo. L’uomo ha sempre cercato la perfezione in qualsiasi cosa rendendosi conto che la Bellezza necessita di equilibrio: è infatti la disarmonia a generare nell’animo le sensazioni negative e porta a considerare qualcosa “Brutta” o “Sublime”.
L’obiettivo che mi prefisso all'interno della mia tesina di maturità è quello di dare un’idea di come nel corso del tempo si è svolta la ricerca della bellezza, sia nel linguaggio artistico che in quello della letteratura, che è quasi sempre quello a dare maggiore espressione ai sentimenti dell’uomo.
Ad ogni materia assocerò il modo in cui la bellezza viene espressa, tramite frasi ed immagini, cercando di dare una chiara idea del percorso tematico che ho intrapreso, ma anche della mia personale opinione sul concetto di bellezza, riportando i miei argomenti preferiti nel corso di quest’anno scolastico.
Innanzitutto prenderò in considerazione l’idea di bellezza nella natura, associando al pianeta Venere il significato di bellezza che era stato attribuito all’omonima dea nella cultura romana. Successivamente, andrò a ricerca nella storia dell’arte italiana i canoni di bellezza che sono stati usati da uno dei più grandi scultori dell’ultima metà del Settecento. In seguito, riporterò i concetti fondamentali del pensiero di Nietzsche, ricollegandolo tramite l’idea di Superuomo con D’Annunzio, il quale s’impegnò anch’esso nell’esplicare i suoi principi sulla bellezza. Infine, mi rifarò alla letteratura inglese, in particolare a Oscar Wilde che ha saputo occupare un posto rilevante nel periodo del movimento estetico e per questo motivo ho voluto riprendere delle frasi ritrovate nel famoso libro “Il ritratto di Dorian Gray”, opera dello stesso Wilde, che secondo me danno una giusta spiegazione a cosa sia la bellezza.
Geografia astronomica: Venere.
Storia dell'arte: Il canone della bellezza in Antonio Canova.
Italiano: L'estetismo e D'Annunzio.
Inglese: Oscar Wilde.
occupare un posto rilevante nel periodo del movimento estetico e
per questo motivo ho voluto riprendere delle frasi ritrovate nel
famoso libro “Il ritratto di Dorian Gray”, opera dello stesso Wilde,
che secondo me danno una giusta spiegazione a cosa sia la
bellezza.
Il pianeta Venere
La bellezza nella natura
enere (astronomia) Secondo pianeta del sistema solare, in ordine
V di distanza dal Sole. Dopo la
Luna, Venere è l’oggetto più
brillante del cielo notturno.
Nell’antichità era detto
Vespero, o stella della sera,
quando appariva al tramonto,
e stella del mattino oppure
Phosphoros o Lucifero,
quando era visibile poco
prima dell’alba. A causa delle
rispettive posizioni di Venere,
Terra e Sole, il pianeta infatti
non è mai visibile più di tre
ore prima dell’alba e per oltre
tre ore dopo il tramonto.
Osservato al telescopio,
Venere mostra un ciclo di fasi simili a quelle della Luna, che si
ripetono con un periodo sinodico di 1,6 anni. Raggiunge la sua
massima brillantezza (con magnitudine -4,4) durante la fase
crescente. I transiti sul disco solare sono rari, e avvengono a coppie,
a intervalli di poco più di un secolo. Il prossimo è previsto per il
2012.
Il pianeta è avvolto da un’atmosfera formata per il 97% di CO , con
2
piccole quantità di vapore acqueo, azoto e vapori di acido solforico.
Le alte temperature osservate su Venere sarebbero dovute a un
effetto serra come quello che si può sperimentare facilmente
entrando in un’automobile rimasta a lungo ferma al sole con i
finestrini chiusi. Ciò è dovuto al fatto che la sua alta temperatura,
causata dalla maggiore vicinanza del Sole, deve aver favorito
l’inizio di una forte evaporazione e deve aver innescato ben presto
l’effetto serra, facendo sparire l’acqua allo stato liquido e favorendo,
di conseguenza, una crescente concentrazione di anidride
carbonica.
Su Venere sono presenti strutture geologiche molto complesse:
le pianure ondulate e gli altopiani.
Le pianure ondulate sono tagliate da valli lunghe anche migliaia
di km e presentano numerosi crateri da impatto. Infine, sono state
individuate due enormi strutture alte 5000 m a forma di ampio
cono, interpretate come grandi vulcani a scudo.
Gli altopiani si elevano di un migliaio di metri rispetto alla pianura.
La struttura globale del pianeta è molto simile a quella della Terra; i
processi geologici più attivi sono però il vulcanismo e i movimenti di
formazione della crosta.
Il suo simbolo astronomico è la rappresentazione stilizzata della
mano della dea Venere che sorregge uno specchio. La dea,
nell’antica cultura romana, simboleggiava l’amore, la bellezza e la
fertilità.
Antonio Canova e i suoi canoni
di bellezza
A ntonio Canova nasce a Possagno, in Treviso, nel 1757; si
trasferisce ancora ragazzo dal paese natio a Venezia dove
ha luogo la sua formazione. Mentre frequenta la scuola di
nudo all’Accademia, imparando a conoscere il corpo umano
dal vero, si esercita a disegnare i calchi in gesso di statue antiche,
abituandosi a trasfigurare il vero nelle forme classiche. Già negli
inizi possiamo individuare i motivi conduttori di tutta l’arte di
Canova, a volte apparentemente contraddittori, a volte fusi
organicamente: la nativa sensibilità veneta per la morbidezza
vibrante e il rigore intellettuale; l’amore per la natura e il suo
superamento nell’ideale, così da trasformarla in bellezza.
Le opere migliori del Canova sono quelle in cui l’artista esprime la
Paolina
bellezza femminile al massimo grado di idealizzazione:
Borghese, Venere italica Ebe.
e, soprattutto,
La statua di Paolina Borghese (Paolina Bonaparte, sorella di
Napoleone) fu eseguita su commissione del principe Camillo
Borghese, suo marito in seconde nozze. La donna è rappresentata
nell’atteggiamento di Venere vincitrice del pomo aureo nel giudizio
di Paride. Giace sdraiata su un triclinio, il busto nudo sollevato e
sostenuto dal braccio destro appoggiato sui cuscini, nella posa dei
convitati romani o dei recumbenti etruschi
Nietzsche:
dal dionisiaco all’Oltreuomo
N
ietzsche, radicalizzando il "plus man" emersoniano e la
critica del culto degli eroi di Carlyle, propugna l'avvento di
un nuovo tipo di uomo, capace di liberarsi dai pregiudizi e
dai vecchi schemi, di smascherare con il metodo
genealogico l'origine umana dei valori, nonché di farsi consapevole
creatore di valori nuovi. Non sarebbe corretto definire un uomo del
genere superuomo: super indica sopra, quindi "super-uomo" vuol
dire "colui che è sopra gli uomini" e li schiaccia. Secondo
l'interpretazione di Gianni Vattimo, introdotta nel suo testo Il
soggetto e la maschera, il termine “oltre-uomo” rispecchia meglio il
concetto espresso dal filosofo di Röcken oltre a essere la traduzione
letterale del tedesco Über-Mensch.
L'Oltreuomo non schiaccia gli altri ma procede al di là delle
convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano l'uomo. Esso ha dei
valori differenti da quelli della massa degli uomini, quella massa che
ha aderito alla filosofia dei sacerdoti e degli imbonitori per farsi
schiava di essi. L'Oltreuomo è colui che ha compreso che è lui
stesso a dare significato alla vita, e che fa sua la cosiddetta "morale
aristocratica" che dice "sì" alla vita e al mondo. L'Oltreuomo è
discepolo di Dioniso poiché accetta la vita in tutte le sue
manifestazioni, nel piacere del divenire inteso come alternanza di
vita e morte. Affronta la vita con "pessimismo coraggioso", unisce il
fatalismo alla fiducia, e si è liberato dai logori concetti del bene e
del male attraverso un'elitaria indifferenza a valori etici che
considera morti.
Per l'Oltreuomo ogni istante è il centro del suo tempo di cui è
sempre protagonista. L'eterno ritorno, cioè l'eterna ripetizione, è
la dottrina che Nietzsche mette a capo della nuova concezione del
mondo e dell'agire umano. Per Nietzsche ogni momento del tempo,
cioè l'attimo presente, va vissuto in modo spontaneo, senza
continuità con passato e futuro, perché passato e futuro sono
illusori: infatti ogni momento si ripete identico nel passato e nel
futuro, come un dado che, lanciato all'infinito (poiché il tempo è
infinito), darà un numero infinito di volte gli stessi numeri, in quanto
le sue scelte sono un numero finito.
Il concetto di Oltreuomo fu introdotto dal filosofo Friedrich Nietzsche
come figura dell'uomo che va oltre se stesso nella nuova epoca
contrassegnata dal nichilismo attivo. Secondo Nietzsche, infatti, il
nichilismo passivo che segue alla scoperta dell'inesistenza di uno
scopo della vita, può essere superato solo con un accrescimento
dello spirito, il quale apre le porte a una nuova epoca. Questa nuova
epoca viene annunciata in “Così parlò Zarathustra”, in cui l'uomo è
libero dalle catene, libero dai falsi valori dettati dallo spirito
apollineo e dalla filosofia di Socrate. Egli identifica il ritorno al
mondo del pensiero dionisiaco, guidato dalle passioni. Nietzsche è
convinto dell'esistenza di un'unica vita terrena, legata a un corpo
fisico; l'uomo è dunque solo corpo e deve lasciarsi guidare dalle
proprie pulsioni, lacerando così il "Velo di Maya" introdotto da
Schopenhauer, ovvero la Volontà che opprime l'individuo. Lo scopo
dell'Oltreuomo non è posto in un universo trascendentale, ma punta
alla felicità. Egli è visto come il grado più alto dell'evoluzione, ed
esercita il diritto dettatogli dalla forza e dalla superiorità sugli altri.
Questo diritto gli si presenta tuttavia anche come dovere di
contrapporsi all'ipocrisia della massa e va contro la stessa
tradizionale etica del dovere. L'Oltreuomo contrappone al “Tu devi!”
cristiano e kantiano l'“Io voglio!”. Nel concetto di Oltreuomo è
essenziale la volontà di potenza, che ha visto come movente
della storia dell'uomo. Essa si presenta nella creazione della natura
così come nelle strutture sociali, e va continuamente oltrepassata.
Nell'Oltreuomo non rientra tuttavia alcuna prospettiva di violenza o
spirito di dominio. Nietzsche non va assolutamente inteso come
precursore di Hitler, in quanto nella figura dell'Oltreuomo non viene
identificato un capo carismatico, ma un profeta religioso quale
Zarathustra. Nonostante esso sia un modello del tutto a-morale,
non può essere identificato come celebrazione del germanesimo, né
con il superomismo legato al modello estetico di Gabriele
d'Annunzio.
Nella sua opera Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra)
Nietzsche spiega i tre passi che l'essere umano deve seguire per
divenire superuomo (uomo del superamento):
possedere una volontà costruttiva, in grado di mettere in
discussione gli ideali prestabiliti;
superare il nichilismo, attraverso la gioia tragica e il recupero
della volontà di potenza;
perpetrare e promuovere eternamente il processo di creazione
e rigenerazione dei valori sposando la nuova e disumana
dimensione morale dell' "amor fati", che delinea un amore
gioioso e salubre per l'eternità in ogni suo aspetto terribile,
caotico e problematico.
Lo Spirito apollineo è un concetto introdotto dal filosofo tedesco
Friedrich Nietzsche ed è uno dei temi fondamentali della sua
filosofia matura. E' contrapposto allo Spirito dionisiaco e indica la
"ratio" umana che porta equilibrio nell'uomo, che è capace di
concepire l'essenza del mondo come ordine e che lo spinge a
produrre forme armoniose rassicuranti e razionali. Senza di esso,
nell'uomo ci sarebbe un'esplosione di emozioni incontrollate che
hanno bisogno di essere controllate.
Lo spirito apollineo è quel tentativo (proprio soprattutto dell'Antica
Grecia) di spiegare la realtà tramite costruzioni mentali ordinate,
negando il caos che è proprio della realtà e non considerando
l'essenziale dinamismo della vita. Lo spirito apollineo, cioè, è la
componente razionale e razionalizzante dell'individuo, contrapposta
allo spirito dionisiaco, che rappresenta il suo contrario.
L’estetismo
italiano:
Gabriele D’Annunzio
G abriele D’Annunzio (1863 – 1938) è stato uno scrittore, militare
e politico italiano.
Importante nell’ambito della letteratura italiana è stata la sua
Decadentismo,
appartenenza al maggiore esponente assieme al
Pascoli sebbene nella poetica siano assai differenti.
Influenzato dal decadentismo europeo gli aspetti più caratteristici
Decadentismo dannunziano
del sono: l’estetismo artistico (poesia e
arte sono creazioni di bellezza in assoluta libertà), l’estetismo
pratico (anche la vita reale deve essere realizzata in libertà), la
narcisistica analisi delle sensazioni, il gusto della parola e il panismo
(l’abbandonarsi agli istinti per immedesimarsi con le forze della
natura).
L’arte è, appunto, concepita dal D’Annunzio come bellezza, che per
lui è al di sopra di tutto, un valore assoluto ma, sebbene critichi
moltissimo l’atteggiamento di autori precedenti che hanno
“venduto” la propria arte facendola gestire come un prodotto
qualsiasi, anche lui sfrutta a suo favore i complessi meccanismi del
mercato librario e delle mode, propagandando se stesso e
costruendo il proprio successo tra la massa, col paradosso che
proprio lui costruisce attorno a sé la figura dell’artista solitario e
superiore che disprezza proprio quella massa con fare aristocratico.
“Il
Seguendo il suo ideale estetico, D’Annunzio scrive il romanzo
Piacere” che fa parte del Ciclo della Rosa.
Il romanzo, ambientato nella Roma dell’800, ha come protagonista
Andrea Sperelli, un giovane aristocratico amante della bellezza e
dell’arte. Il giovane ha avuto un’intensa storia d’amore con Elena
Muti, bruscamente interrotta dalla donna. Deluso dalla donna che
ama, si rifugia in diverse avventure amorose finché incontra Maria
Bandinelli Ferres, dai modi gentili che colpiscono il giovane Andrea.
L’amore verrà corrisposto ma mai consumato. Maria parte per un
viaggio e Andrea ritorna alla sua vita fatta di amori avventurosi
finché rincontra Elena ma non riuscirà a riallacciare con lei il
rapporto di un tempo. Tornata dal viaggio, Maria cede alla corte di
Andrea ma, durante un’incontro amoroso, Andrea la chiamerà con il
nome di Elena e lei fuggirà via. Andrea nelle ultime pagine del