Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 45
Finito e infinito Pag. 1 Finito e infinito Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Finito e infinito Pag. 41
1 su 45
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il pensiero leopardiano

Il pensiero del Leopardi, trae origine dalla concezione

del mondo che egli ha maturato dopo l’illuminismo.

Egli non solo è una creatura debole e indifesa, che

dopo una vita di sofferenze si annulla totalmente

con la morte, ma si sente essere anche

insignificante nel contesto della vita universale.

Possiamo distinguere tre aspetti del pessimismo

leopardiano:

personale soggettivo:

Pessimismo o nasce quando il

poeta è ancora un adolescente e a determinare

quel sentimento d’infelicità personale, primo fra

tutti, fu l’ambiente familiare e una delicatissima

sensibilità d’animo, accentuata dal deperimento

organico e dall’aspetto fisico: a vent’anni il Leopardi

si sente già vecchio, spiritualmente e fisicamente .

storico progressivo:

Pessimismo o vede gli uomini

felici soltanto nell’età primitiva e cioè quando

vivevano allo stato naturale. Quando essi vollero

uscire da quella beata ignoranza e innocenza

istintiva, servendosi della ragione, si misero alla

ricerca del "vero".

Le scoperte della “ragione” furono catastrofiche:

l’uomo scoprì le leggi meccaniche che regolano la

vita dell’universo, ma scoprì anche il male, il dolore

e l’infelicità. La storia dell’uomo per il Leopardi non

è progresso ,ma decadenza dell’uomo:la causa del

dolore è proprio la natura ingannevole che promette

all’uomo un profondo desiderio di felicità, pur

sapendo che egli non l’avrebbe mai raggiunta.

Così,di fronte alla natura, Leopardi assume un

duplice atteggiamento: ne sente il fascino e allo

stesso tempo la repulsione.

L’ama per i suoi spettacoli di bellezza , di potenza e

di armonia; la odia per il concetto filosofico che si

forma di essa, fino a considerarla non più una

"madre benigna e pia" ma "una matrigna" crudele

ed indifferente ai dolori degli uomini.

cosmico o universale:

Pessimismo è chiamato così

perché investe tutte le creature e, proprio in

questo momento della sua meditazione, il

Leopardi rivaluta la ragione, prima considerata

causa di infelicità; essa è sì consapevole di aver

distrutto le illusioni con la scoperta del vero, ma è

anche l’unico bene rimasto agli uomini. L’effetto

noia

di tale pessimismo è la " " intesa come

"stanchezza del vivere".

L’infinito

«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare»

(Giacomo Leopardi)

Commento su “L’infinito”

Più che mai in questa breve composizione, il poeta

comunica il profondo senso di solitudine pieno di

dolore. La natura eterna appare serena ed

indifferente di fronte al pianto e alla rassegnata

malinconia dei mortali. Ed è questo

“atteggiamento” della natura, che fa soffrire di più il

poeta e che “avvolge” tutti gli uomini nel

pessimismo cosmico. In Leopardi, come nei poeti

latini Orazio e Seneca, vediamo il riconoscimento di

un infinito, che in realtà non esiste, infatti Seneca

stesso parla “De brevitate vitae”e Orazio esplicita la

necessità di “Carpe diem”:vivere e assaporare ogni

singolo attimo, prima che quest’ultimo sfugga.

Letter.latina: Quinto Orazio Flacco

Carpe diem…

Un tema fondamentale di cui tratta Orazio nelle sue

odi è l'invito a cogliere i beni della vita prima che

sfuggano e di non preoccuparsi per il futuro, perché

nessuno lo conosce, né lo può cambiare,né tantomeno

controllare. Sul tema è celeberrima l'ode I dedicata a

Leuconoe, dove Orazio scrive il suo meraviglioso invito,

Carpe diem, Non stare a cercare, proprio

il "cogli il dì":

tu, o Leuconoe (non è lecito saperlo) qual fine a me,

qual fine a te abbiano dato gli dèi; e non consultare le

cabale babilonesi! Quanto è meglio, checché debba

accadere, rassegnarsi! Sia che Giove ci conceda molti

inverni ancora, o sia l'ultimo questo, che ora infrange

alle opposte scogliere il mare Tirreno, metti giudizio:

purga i vini, e, in sì breve vita, taglia una troppo lunga

speranza. Mentre parliamo, ecco, il tempo invidioso sarà

fuggito; cogli l'ora che passa e fida il meno che puoi sul

domani”.

Cabale: metodo arcaico per rivelare segreti religiosi

Letter.latina: Lucio Anneo

Seneca e De brevitate vitae

Lucio Anneo Seneca ,

 nacque verso il 4 a.C e

morì nel 65 d.C..Fu

filosofo, politico e

drammaturgo

dell'antica

Roma.L'argomento

trattato da Seneca nel

suo “De brevitate

vitae” è il tempo e l'uso

che dovrebbe farne il

"sapiens" (il saggio).

Il pensiero

Le opere di Seneca rispondono al bisogno di

un’assidua riflessione che motiva, accompagna

e giustifica comportamenti e scelte di vita.

Nel pensiero di Seneca si sono individuati due

movimenti, uno centrifugo, rivolto alla

predicazione ed al proselitismo morale, ed uno

centripeto, verso la solitaria libertà dell’io, teso

non all’actio, ma alla contemplatio, cioè teso

non all’agire ,ma più al riflettere.

Le opere

I Dialoghi (in latino “dialogi”) sono opere di

argomento filosofico, per lo più brevi così

raggruppabili:

Tre Consolationes

 Una trilogia

 De ira : suddivisa, a sua volta, in tre libri.

 De vita beata :

 De providentia.

 De brevitate vitae : la vita è sufficientemente

 lunga per il perfezionamento interiore, ma

diventa breve se l’uomo la disperde in attività

futili e nella ricerca del successo mondano.

De brevitate vitae

“ Maior pars mortalium de naturae malignitate

 conqueritur, quod in exiguum aevi gignimur, quod

haec tam velociter, tam rapide dati nobis temporis

spatia decurrant, adeo ut exceptis admodum paucis

ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat.(…)Qui

de rerum natura querimur?Illa se benigne gessit:vita,

si uti scias,longa est ”

“ La maggior parte degli uomini si lamenta delle malvagità

 della natura, perché siamo generati per vivere una breve

esistenza, perché questo spazio del tempo a noi concesso

corre così rapidamente,tanto velocemente, tanto che la

vita, eccetto pochissimi, abbandona gli altri proprio sulla

soglia della vita. Perché ci lamentiamo della natura?Essa

si è comportata con generosità: la vita, se sappiamo

usarla, è lunga” English:

Samuel Beckett

Born: 13 April 1906 in

 Foxrock, Dublin, Ireland

Died: 22 December 1989

 in Paris, France

Occupation: novelist,

 short story writer,

playwright, poet, essayist

Nationality: Irish

 Genres: Drama, fictional

 prose

Literary movement:

 Modernism, Theatre of

the Absurd WORKS

Beckett's career as a writer can be divided into three

periods:

1) Beckett's earliest works, until the end of World War

(1945), are considered to have been under the

influence of the work of his friend James Joyce.The

Murphy

Beckett's first published novel is (1938).

2) During the middle period ,from 1945 until 1960, he

wrote his most well-known works. For example

Endgame, Krapp’s Last Tape , Happy Days and

Waiting for Godot. These plays are considered

instrumental in the so-called "Theatre of the

Absurd”.

3) From 1960 to until Beckett's death in 1989,his

works tended to become shorter and his style

more minimalist.

Beckett's final work,in 1988 the poem "What is

the Word",was written in bed in the nursing

home where he spent the last days of his life.

About his drama…

"Waiting for Godot" is the most famous drama by

Samuel Beckett, in which human life is seen as

without a sense or aim and characterized by

the encommunicability among human beings. The

play is divided in two acts. Two tramps Vladimir

and Estragon are waiting on a country road for a

mysterious Godot. The play has no development in

time, there is no past or future. Everything is now.

The language is informal. The work was written in

French in 1952, that is at the beginning of the

post-atomic age, and only two years later, in 1954,

Beckett translated the work in English.

THE THEATRE OF THE ABSURD

The main features of the Theatre of the Absurd are:

- Absence of a real story or plot

- Vagueness about time, place and characters

- The value of language was reduced

- Extensive use of pauses, silences, miming

situations which reflect a sense of anguish

Storia: L’antisemitismo nazista

Il programma del Partito Nazional-

Socialista di Hitler del 1920,

sostiene:“Può essere connazionale solo

chi sia di sangue tedesco,senza guardare

la sua religione. Nessun ebreo può quindi

essere connazionale”. Hitler nel suo libro

Mein Kampf (La mia battaglia) enuncia la

superiorità della razza ariana. La sua

convinzione era che sarebbe stato lodato

per aver liberato il mondo dalla peste

ebraica.

Il 1° Aprile del 1933, poco dopo

l’elezione di Hitler come cancelliere,

l’altro antisemita Julius Streicher

Sturmabteilung

partecipò allo e organizzò

una giornata di boicottaggio d tutte le

attività economiche gestite da ebrei.

Dal 1935 al 1938 vengono

emanate leggi razziali assurde,

come quella del 12 giugno del

’35 in cui veniva scritto che

chiunque dovesse fare un

matrimonio misto doveva

essere arrestato e deportato,

per oltraggio alla razza ariana. Il 15 giugno vengono

arrestati più di mille ebrei e deportati nei campi di

concentramento,senza neanche interrogatorio. Nella

notte tra il 9 e il 10 i nazisti incendiarono sinagoghe,

case,negozi e uccisero o violentarono o condannarono

a stare nei lager gli ebrei,quella che verrà ricordata

come NOTTE DEI CRISTALLI, era solo l’inizio d un

grandissimo sterminio di innocenti.

In Italia era un po’diverso.

Pur esistendo già i ghetti,

la gente non era

potenzialmente antisemita.

Gli ebrei partecipavano alle

manifestazioni del Partito

dei fascisti e,all’inizio,l’Italia

accoglieva i profughi ebrei.

La persecuzione fascista in realtà ha inizio nel

’38,sorpredendo gli ebrei e gli stessi italiani.

Mussolini, per ingraziarsi l’alleato nazista, adotta la

sua politica razzista.

Il 6 ottobre dello stesso anno si tiene il Gran Consiglio

del fascismo e si decide così la totale eliminazione

degli ebrei dalla vita italiana. Venne dato il veto agli

ebrei di entrare in Italia,i cittadini di età inferiore ai

65 anni e non coniugati con un italiano/a dovevano

essere immediatamente espulsi dallo Stato,venne

vietato anche di frequentare o insegnare nelle

scuole non “adibite” agli ebrei. Però da queste

“leggi antisemite” venivano esclusi gli ebrei feriti o

mutilati in guerra,per portare avanti la causa

fascista. Nel Dicembre 1941 Hitler decise di

sterminare gli ebrei di tutta Europa,durante la

conferenza di Wannsee,molti leader

nazisti,compreso Hitler,decisero di attuare la

“Soluzione finale”.Migliaia d ebrei,vennero reclusi

nei lager e uccisi dai gas.A guerra finita 2/3 degli

ebrei europei erano scomparsi.

Del film “Jona che

visse nella balena”,di

Roberto Faenza,ci

colpisce la freddezza e

l’impassibilità,con cui i

soldati tedeschi danno

fine a migliaia di vite di

innocenti.Come quella

del piccolo Jona,la cui

vita viene stravolta,per

sempre. Filosofia:

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel, nacque a Stoccarda nel 1770,

Seguì tra gli anni 1788 e il 1793, studi di filosofia e teologia

presso l’Università di Tubinga dove conobbe Schelling e Hölderlin

ai quali lo legò un rapporto di amicizia. Seguì con attenzione gli

avvenimenti della Rivoluzione francese che lo segnarono in

maniera profonda, suscitando in lui vivo entusiasmo. Proprio

negli anni immediatamente successivi alla conclusione degli

studi universitari, Hegel inizia a dare corpo alla sua produzione

filosofica con gli scritti teologici giovanili: Religione di popolo e

cristianesimo; Vita di Gesù, La positività della religione cristiana;

Lo spirito del cristianesimo e il suo destino.Una svolta importante

nel percorso di maturazione filosofica di Hegel si registra nel

1807, anno in cui viene pubblicata la Fenomenologia dello

spirito. Cinque anni più tardi, viene data alle stampe la prima

parte della Scienza della logica. Appena un anno più tardi, nel

Dettagli
Publisher
45 pagine
12331 download