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Sintesi
Introduzione Tesina sul Girasole


Questa tesina di maturità presente il girasole, effettuando vari collegamenti interdisciplinari. Argomenti tesina maturità scientifica: in Latino Apollo e Clizia nelle Metamorfosi di Ovidio, in Italiano Clizia come donna salvifica nella poesia di Montale, in Matematica il numero aureo e la successione di Fibonacci, in Scienze il Sole.

Collegamenti

Tesina sul Girasole


Latino: Apollo e Clizia nelle Metamorfosi di Ovidio.
Italiano: Clizia come donna salvifica nella poesia di Montale.
Matematica: Il numero aureo e la successione di Fibonacci.
Scienze: Il Sole.
Estratto del documento

Vittoria Mariasole Tempo

Liceo statale “Giovanni Cotta”

5CS indirizzo scientifico

Il girasole Esame di Stato

a.s. 2012-2013

Clizia: la donna

Clizia e Apollo nelle salvifica nella poesia

Metamorfosi di Ovidio di Eugenio Montale

Il girasole

Il girasole: un esempio La nostra stella, il Sole

di legame sorprendente

tra la natura e la

matematica

Clizia e Apollo nelle Metamorfosi di Ovidio

Clizia era innamorata di Apollo ed egli la disdegnò per amore di Leucotoe. La ninfa

decise così di rivelare l’unione al padre della ragazza, che fece seppellire viva la figlia.

Apollo da quel momento si rifiutò di vedere Clizia e questa, consumata dall’amore, si

trasformò in girasole.

«...tantum spectabat euntis

ora dei vultosque suos flectebat ad illum.

Membra ferunt haeisse solo, partemque coloris

luridus exangues pallor convertit in Herbas;

est in parte rubor, violaeque simillimus ora

flos tegit. Illa suum, quamvis radice tenetur,

veritum ad Solem mutatque servat amorem»

Ovidii, Metamorphoses, IV, vv. 264-270

«...solo lo guardava la faccia del Sole che andava e nel Sole

si rispecchiava, perché le sue membra aderirono al suolo

(...) ed il grande pallor ne convese

in pallid'erbe da una parte, e una parte rimase vermiglia.

Le fu coperta la faccia da un fior che par quasi viola:

pure così radicata si volge al suo Sole diletto,

pure così trasformata conserva l'amore d'un tempo»

Ovidio, Metamorfosi, IV, vv. 264-270

Tensione tra Apollo-Sole e Clizia-Eliotropio: non sono opposti, ma doppi;

Le membra immobili di Clizia aderiscono al suolo, il capo è flessibile per seguire i

movimenti del Sole nel cielo;

La parte inferiore del suo corpo non è animata dagli umori vitali, quella superiore è

infiammata dai turbamenti interiori;

Anche se trasformata, Clizia mantiene immutato il suo amore

Esempio di

“metamorfosi senza

metamorfosi”

«Né quella ch’a veder lo sol si gira,

e’l mutato amor mutata serba,

ebbe quant’io giammai fortuna acerba»

Dante (?)

Clizia: la donna salvifica nella poesia di Eugenio Montale

Clizia rappresenta il valore della cultura:

secondo il mito infatti, essa segue con lo

sguardo il dio della poesia; è vista come

una divinità lontana, fredda, assente a

livello materiale. Per la prima volta nella

poesia La primavera hitleriana (composta

in due tempi, nel 1939 e nel 1946) a

Clizia viene attribuita la figura salvifica.

La poesia si apre con una citazione

ripresa da un sonetto attribuito a Dante: Irma Brandeis

«Né quella ch’a veder lo sol si gira…»

Tutto per nulla, dunque? – e le candele

romane, a San Giovanni, che sbiancavano lente

l’orizzonte, ed i pegni e i lunghi addii

forti come un battesimo nella lugubre attesa

dell’orda (ma una gemma rigò l’aria stillando

sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi

gli angeli di Tobia, i sette, la semina

dell’avvenire) e gli eliotropi nati

dalle tue mani – tutto arso e succhiato

da un polline che stride come il fuoco

e ha punte di sinibbio… Oh la piagata

primavera è pur festa se raggela

in morte questa morte! Guarda ancora

in alto, Clizia, è la tua sorte, tu

che il non mutato amor mutata serbi,

fino a che il cieco sole che in te porti

si abbàcini nell’Altro e si distrugga

in Lui, per tutti. Forse le sirene, i rintocchi

che salutano i mostri nella sera

della loro tregenda, si confondono già

col suono che slegato dal cielo, scende, vince –

col respiro di un’alba che domani per tutti

si riaffacci, bianca ma senz’ali

di raccapriccio, ai greti arsi del sud…

Il girasole: un esempio di legame sorprendente tra la natura e la matematica

Il numero aureo è un numero irrazionale che ricorre in ogni tipo di manifestazione

naturale. La prima documentazione appare negli Elementi di geometria di Euclide (325-

265 a.C.) in cui si afferma che:

«Il tutto sta alla parte come la parte sta al rimanente.»

Da qui si può costruire la proporzione che darà come risultato il numero aureo:

1 x-1

x

Seguendo l’affermazione riportata, si avrà:

x : 1 = 1 : (x -1)

Dalla proporzione si ricava un’equazione di secondo grado, la cui soluzione positiva è

Ф = (1 + √5) : 2 = 1,618…

La successione di Fibonacci (Leonardo Pisano, 1170-1250), contenuta nella sua opera

di geometria, il Liber Abaci, è nata come soluzione al famoso problema dei conigli. In

questa successione ogni numero si ottiene sommando i due precedenti:

1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,233,377,610…

Le piante dispongono i petali, i semi e le foglie seguendo la successione di Fibonacci e

il numero aureo. Analizzando il girasole, si scoprì che i suoi semi si dispongono con

una rotazione di uno stesso angolo di circa 137,5°, detto angolo aureo, perché:

360°: Ф = 137,50776°

2

Si nota che la disposizione dei semi secondo questo andamento crea molte spirali, in

senso orario e antiorario: contandole in entrambi i sensi, i loro due numeri sono cifre

consecutive della successione di Fibonacci: di solito 21 e 34, 34 e 55, 55 e 89.

34

21

L’irrazionalità dell’angolo è fondamentale per ottenere la disposizione di più semi

possibili in uno spazio limitato. Questa angolazione ricorre anche nella disposizione

delle foglie e dei petali affinché siano soggetti al maggior irraggiamento solare possibile.

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