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Educazione Civica - La cultura Giapponese
Arte - Postimpressionismo
Tecnica - Energia nucleare
Scienze - I vulcani
Storia - Fine della 2^ Guerra Mondiale
Italiano - Se questo è un uomo
Letteratura - Primo Levi
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Inglese: Canada
Francese Québeq
Geisha
Due maiko che danzano con il ventaglio.
.
Kamogawa, Tokyo
ORIGAMI
Con il termine origàmi si intende l'arte di piegare la carta e, l'oggetto che ne deriva. Esistono
tradizioni della piegatura della carta anche in Cina, tra gli Arabi ed in occidente.
ARTE
POSTIMPRESSIONISMO
Negli ultimi anni dell’800 alcuni artisti consideravano conclusa l’esperienza impressionista e
cercano nuovi modi di dipingere, che poi influenzeranno il linguaggio artistico del primo ‘900.
Cézanne semplifica e scompone geometricamente le forme. Van Gogh adotta una pennellata
violenta che esprime la sua tormentata esistenza. Gauguin va fino in Polinesia alla ricerca di
autentici valori morali, illudendosi di catturarli nei suoi dipinti. Toulouse-Lautrec raffigura con
disincanto il mondo equivoco di Parigi.
Vincent Van Gogh – Notte stellata
NEOIMPRESSIONISMO
Attorno al 1885, alcuni artisti cercano di dare un valore scientifico agli studi sulla percezione
sviluppati dall’impressionismo. Nasce così il Neoimpressionismo, che adotta in pittura la tecnica
del “pointillisme” che si basa sulla teoria del cerchio cromatico elaborato dal chimico Chevreul.
George Seurat – Una domenica pomeriggio alla Grande Jatte
INFLUENZE GIAPPONESI
La seconda esposizione universale parigina, tenutasi bel 1867, ebbe una particolare importanza per
la presenza di una sezione giapponese. Questa esposizione fece conoscere, oltre ai manufatti, le
opere degli artisti giapponesi e in particolare le stampe, entusiasmarono il pubblico e influenzarono
profondamente la ricerca personale di molti pittori. I pittori impressionisti rimasero influenzati
soprattutto dal linguaggio artistico popolare chiamato Ukiyo-e, “stile delle immagini del mondo
fluttuante”. Questa tecnica aveva avuto un’enorme diffusione con le stampe a colori realizzate con
la tecnica dell’incisione sul legno (xilografia).
Quasi tutti gli impressionisti ne rimasero affascinati. In particolare, si appassionarono alla
produzione del pittore e scrittore Hokusai. Nelle sue stampe gli impressionisti apprezzarono la
semplificazione delle forme a i colori stesi in superficie, luminosi e privi di chiaroscuro.
Hokusai - La grande onda
TECNICA
ENERGIA NUCLEARE
L’energia nucleare è una forma di energia che deriva da profonde modificazioni della struttura
stessa della materia. La materia può trasformarsi in energia secondo la legge fisica, scoperta dallo
scienziato Albert Einstein, che viene espressa nella formula:
E = m x C²
Da essa si ricava che la quantità di energia prodotta (E) è uguale alla massa di materia trasformata
(m) moltiplicata per una costante (C²) che corrisponde al quadrato della velocità della luce (300.000
km/s)².
Con un calcolo aritmetico si può capire come, anche con un valore di massa (m) molto piccolo,
moltiplicato però per un numero molto grande (C²), si può ricavare una quantità di energia
elevatissima.
Sono due i processi che possono produrre energia nucleare:
La fissione o scissione nucleare
La fusione nucleare
LA FISSIONE NUCLEARE
La fissione o scissione nucleare consiste nella disintegrazione del nucleo dell’atomo di alcuni
elementi, detti fissili, per mezzo di piccolissime particelle (neutroni) che lo colpiscono e lo
spezzano in due nuclei più leggeri. I prodotti della scissione nucleare hanno una massa più piccola
di quella del nucleo originale: ciò significa che, durante il processo, una parte della materia si è
trasformata in energia.
Se la quantità di materiali fissili è sufficiente, durante la fissione si liberano altri neutroni capaci, a
loro volta, di colpire nuovi nuclei, e così via: si innesta una reazione a catena che può essere tenuta
sotto controllo. L’elemento fissile usato nelle centrali è l’Uranio 235, che è presente però solo in
piccola percentuale, il 7 per mille, nell’uranio naturale. Nei reattori dell’ultima generazione, detti
autofertilizzanti, si riesce non solo a produrre energia, ma anche nuovo combustibile nucleare.
Durante la fissione si ottiene materiale fissile non presente in natura, il Plutonio.
LA PREPARAZIONE DEL COMBUSTIBILE NUCLEARE
L’ uranio è un metallo abbastanza diffuso sulla crosta terrestre; come la maggior parte dei metalli,
non si trova allo stato puro, ma nelle rocce, combinando con altri elementi chimici. Le rocce più
ricche di uranio sono la carnotite e la pechblenda. I principali giacimenti conosciuti si trovano in
Australia, negli Stati Uniti, in Canada, in Sudafrica e in Russia. La percentuale di uranio nei suoi
minerali è generalmente molto bassa: una tonnellata di minerale può contenere da 1 a 5 kg di
uranio. È quindi indispensabile concentrare l’uranio presente nei minerali.
LE CENTRALI NUCLEARI
Il principio di funzionamento di una centrale nucleare è il seguente:
Nel reattore dove si trova il combustibile nucleare, formato da pastiglie di uranio, avviene
una fissione controllata.
Il calore prodotto dalla fissione serve a generare vapore surriscaldato che mette in rotazione
una turbina a vapore, collegata a un generatore di corrente, l’alternatore: si ottiene così
energia elettrica.
Il controllo della fissione avviene mediante opportune barre di controllo: quando si vuole
diminuire la potenza della caldaia, o spegnerla addirittura, si inseriscono di più o di meno le
barre di controllo. In caso di guasto o di situazione anormale vengono inserite
automaticamente.
LA FUSIONE NUCLEARE
La fusione nucleare consiste nell’unione di nuclei di atomi leggeri per
formare nuclei di atomi più pesanti: in un certo senso è il processo
inverso di quello della fissione nucleare.
Quando due nuclei leggeri (esempio: deuterio e trizio, isotopi dell’idrogeno) sono spinti con forza
l’uno contro l’altro, possono saldarsi, fondersi insieme e formare un solo nucleo (elio) il quale,
però, risulta un po’ meno pesante della somma degli altri due. La quantità di materia mancante si è
trasformata in energia.
Questa reazione avviene continuamente sul Sole e le altre stelle, ad una temperatura di alcuni
milioni di gradi: la luce ed il calore che giungono a noi ne sono la prova. Il Sole emette grandi
quantità di energia trasformando una parte della sua materia e diventando, perciò, sempre più
leggero in un processo che dura da molti milioni di anni.
Sulla Terra gi scienziati sono riusciti finora a realizzare la fusione nucleare soltanto in forma non
controllata, in micidiali ordigni distruttivi come la bomba all’idrogeno.
Non sono, invece, ancora riusciti a far sprigionare questa enorme energia in maniera lenta e
controllata. La causa principale sta nelle altissime temperature occorrenti alla reazione, cioè molti
milioni di gradi. Non esiste al mondo alcun materiale solido capace di resistere a tali temperature.
Per raggiungere queste temperature molto elevate e le densità necessarie dei nuclei, e per aumentare
la probabilità che si scontrino, gli scienziati si sono trovati di fronte a numerose difficoltà tecniche.
Nei laboratori si studiano 2 tipi di esperienze:
A bassa concentrazione, la miscela di isotopi gassosi dell’idrogeno (deuterio e trizio) che
deve fondersi insieme può essere racchiusa all’interno di “pareti” immateriali create da
campi magnetici. I nuclei sono portati a più di 100 milioni di gradi dentro una macchina
chiamata Tokamak.
A forte concentrazione, la miscela di isotopi dell’idrogeno che deve fondersi è contenuta in
una microsfera, che viene irradiata molto rapidamente da fasce laser molto potenti
Gli scienziati ritengono che l’utilizzazione commerciale della fusione nucleare non potrà iniziare
prima del 2020 – 2050. Le materie prime per il processo di fusione, deuterio e trizio, sono
disponibili in grandissima quantità e a bassi costi: il deuterio si ricava dall’acqua del mare, il trizio
si ricava dal litio. L’energia di fusione potrà forse essere il futuro dell’umanità, non solo dal punto
di vista della disponibilità praticamente illimitata, ma anche quello della sicurezza. Infatti non
produrrà scorie radioattive che, al contrario, sono un grave problema nella produzione di energia per
fissione.
LE CENTRALI NUCLEARI E LA SICUREZZA
La questione della sicurezza delle centrali nucleari è sempre stata al centro di discussione e
polemiche tra i sostenitori del nucleare e coloro che sono contrari a questa risorsa energetica
ritenuta troppo pericolosa. Per molti anni è stato affermato che l’affidabilità delle centrali era
assoluta, in quanto la loro costruzione e manutenzione, proprio perché si trattava di materiali
pericolosi, era particolarmente accurata e a prova di qualsiasi evento (errori umani, terremoti,
attentati, ecc.). Poi…è avvenuto l’incidente di Chernobyl, in Ucraina, il 26 aprile del 1986.
Possiamo considerare quella data e quel fatto come il punto di partenza di un ripensamento generale
su tutta la questione nucleare. L’incidente della centrale di Chernobyl portò alla distruzione del
nocciolo del reattore e di parte dell’edificio in cui era alloggiato. Furono rilasciate grandi quantità di
materiale radioattivo nell’ambiente circostante, causando numerose vittime. La nube radioattiva,
sospinta dai venti, percorse buona parte dell’Europa, provocando timori nelle autorità e nella
popolazione. Anche l’Italia fu investita dalla nube. Le inchieste condotte successivamente
rilevarono che l’incidente fu causato da una notevole serie di errori umani e dalla violazione delle
norme operative da parte dei tecnici della centrale, combinati con le caratteristiche di quel reattore,
di vecchio tipo e poco affidabile, che aggravarono gli effetti degli errori. Ancora oggi non si
conoscono esattamente le conseguenze che questo incidente avrà sul futuro delle popolazioni più
direttamente colpite dalle radiazioni. Il “dopo Chernobyl” ha avuto come effetto la sospensione dei
programmi nucleari in diversi Paesi, tra cui l’Italia. Altri Paesi industrializzati, invece, come la
Francia e il Giappone, hanno fatto dell’energia nucleare il centro dei loro programmi energetici,
costruendo nuove centrali. La motivazione è quella di diminuire la loro dipendenza dall’estero per
l’approvvigionamento di petrolio e di carbone. I disastri nucleari nel mondo rimangono molti:
Tokaimura (1999), Mihama (2004), il disastro di Fukushima Dai-ichi (2011) in Giappone.
Attualmente in Francia, più del 75% dell’energia elettrica è prodotta nelle centrali nucleari. L’Italia
importa dalla Francia energia elettrica prodotta con il nucleare, in centrali che distano poche decine
di chilometri dal nostro territorio! I “nuclearisti” vogliono che anche l’Italia ritorni sulle sue
decisioni e che la scelta nucleare venga nuovamente ripresa in considerazione. La questione, quindi,
sembra ancora aperta. Ma i problemi causati dalle centrali nucleari non si esauriscono con quelli
legati alla possibilità, più o meno remota, di un incidente. Un altro grave problema è quello dello
smaltimento delle scorie radioattive prodotte dalle centrali.
IMMAGINI DI FUKUSHIMA
IL PROBLEMA DELLE SCORIE NUCLEARI
Nel 1942 Enrico Fermi realizzò in un laboratorio di Chicago (USA) la prima reazione di fissione
nucleare. La sua scoperta, oltre a rivoluzionare il modo di fare la guerra, ebbe importanti
applicazioni nella medicina e fece nascere la speranza di ricavare elettricità a basso prezzo. Ma quel
primo esperimento generò anche delle scorie radioattive che continueranno ad esistere. Dopo più di
80 anni gli scienziati non sono ancora riusciti a trovare sistemi sicuri per sbarazzarsi delle 80.000
tonnellate di combustibile nucleare e delle centinaia di migliaia di tonnellate di atre scorie
radioattive che si sono accumulate durante questi anni nelle centrali nucleari. La radioattività delle
scorie nucleari si riduce soltanto con il processo naturale di dimezzamento. Per periodo di
dimezzamento si intende il tempo necessario perché si riduca del 50% la radioattività iniziale. Il
plutonio ha un periodo di dimezzamento di 24.400 anni e continuerà ad essere pericoloso per