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Geografia-Il Giappone
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Il Giappone
Il Giappone è un arcipelago di circa 3000 isole di cui
quattro più grandi (Hokkaido, Honshu, Schikoku e Kyushu). Il
territorio è prevalentemente montuoso e collinare con poche
pianure costiere. Tutta l’ area è geologicamente instabile, spesso
squassata da terremoti e da maremoti (tsunami) e con diversi
vulcani attivi (cintura del fuoco). Esso si colloca lungo una delle
principali linee sismiche del pianeta. Qui vengono a contatto la
placca pacifica e la zolla asiatica. Ricordiamo infatti lo spaventoso tsunami dell’11 marzo 2011 che ha
la penisola coreana
colpito le coste sul pacifico. A ovest del Giappone c’è la costa orientale dell’ Asia e
da cui la separa il Mare del Giappone; a est è bagnato dall’Oceano Pacifico oltre la quale si pensava non
ci fosse nulla e che il Giappone, Nippon fosse il paese più orientale. A causa della sua forma lunga e
stretta i fiumi sono brevi, rapidi e poco navigabili.
In virtù dello sviluppo in latitudine del paese, il nord del Giappone presenta un clima freddo e nevoso
d’inverno di tipo temperato, mentre il sud è molto caldo e presenta un clima subtropicale.
L’ ECONOMIA
L’ agricoltura e l’ allevamento sono attività marginali nell’ economia giapponese mentre molto più
sviluppata è la pesca. Il settore secondario con le sue industrie è concentrato lungo le coste centro‐
meridionali del paese dove giungono le risorse minerarie ed energetiche importate (importa gas
dall’Indonesia e petrolio dai paesi arabi, è il primo importatore al mondo. Produce, per far fronte al
fabbisogno interno energia nucleare. Le attività terziarie e quindi anche il turismo, sono
omogeneamente distribuite sul territorio.
Attività primarie: il Giappone è un grande produttore di riso che viene coltivato ovunque
insieme a grano, orzo, legumi e ortaggi. Ci sono molte coltivazioni di tè, alberi da frutta e gelsi.
sono il tabacco, canna e barbabietole da zucchero. Un settore
Tra le colture industriali ci
fondamentale è la pesca grazie anche alla pescosità dei mari interessati da correnti calde e
fredde che portano due diverse faune ittiche. Sviluppata è l’ acquacoltura:ostriche, crostacei,
pesci,alghe.
industria è
Attività secondarie: Il Giappone non dispone di materie prime, quindi la sua
prevalentemente di trasformazione e poi vende al mondo. E’ uno dei maggiori produttori di
acciaio, navi di prodotti chimici e autoveicoli. Molto sviluppata è l’industria elettronica:
elettrodomestici, computer, macchine fotografiche, telefoni.
La forza dell’industria giapponese sta nell’organizzazione produttiva. Tante piccole industrie
producono i vari pezzi che poi vengono inviati alla fabbrica madre che li assembla e li invia al
mercato.
Attività terziarie: I comparti più avanzati e in cui sono occupati i due terzi della popolazione
sono le telecomunicazioni, la finanza, la ricerca, bioingegneria. Meno importante è il turismo.
Le vie di comunicazione sono molto avanzate, ha trasporti efficienti in ogni campo: autostrade,
alta velocità ferroviaria, portuale e aeroportuale. Sono state realizzate addirittura molte gallerie
sottomarine in cui treni e veicoli si spostano senza interruzioni dal nord al sud del paese.
LA POPOLAZIONE
Il Giappone è formato da 128milioni di abitanti con una densità molto elevata. La distribuzione sul territorio
non è omogenea. La popolazione è concentrata soprattutto nelle regioni costiere e nella pianura del Kanto
dove sorge la capitale Tokyo. Le zone montuose e rurali sono sotto popolate questo perché i contadini in
passato si sono spostati verso le città per trovare lavoro nelle fabbriche. Sotto il profilo etnico, invece i
cioè quella degli ainu che vivono
Giapponesi sono un popolo omogeneo. E’ presente una minoranza etnica
nell’ isola di Hokkaido.
LE CITTA’
Le città giapponesi sono popolate e il grande sviluppo urbano ha prodotto la formazione della cosiddetta
megalopoli lineare, i confini delle città si lambiscono fino a formare una unica fascia urbana che da Tokyo
nella regione centrale dell’isola di Honshu si estende fino a FuKuoka nell’isola di Kyushu nel sud‐ovest del
paese. Per importanza storica non si possono dimenticare le
città di Hiroshima e Nagasaki che sono state distrutte e
devastate dalle bombe atomiche scagliate dagli Stati
Uniti per porre fine in modo straziante il già orribile
Secondo Conflitto Mondiale.
La Seconda Guerra Mondiale 1939‐
1945
Il Giappone è stato uno dei 60 paesi mondiali interessati nel secondo conflitto mondiale che ha subito
purtroppo le conseguenze di un gesto estremo quale quello della bomba atomica. Molte persone innocenti
hanno perso la vita con questa conclusione ma nessuno dei paesi belligeranti può ritenersi vincitore da
questo punto di vista perché in tutto il mondo ci sono state circa 60.000 vittime, basti ricordare lo sterminio
degli ebrei e degli oppositori ai regimi nazista e fascista, i soldati e i civili.
Per meglio comprendere questo conflitto bisogna inquadrare la situazione storica alla fine del primo
conflitto mondiale.
restare disarmata;
La Germania sconfitta doveva
Era nata la Società delle Nazioni, un organismo internazionale che avrebbe dovuto garantire la pace
nel mondo;
In Europa le nazioni vittoriose, Inghilterra, Francia e Italia, erano alleate tra loro.
Nel 1939 però la situazione era totalmente mutata. La Germania dopo una profonda crisi si era ripresa e
riarmata pronta a imporre il proprio potere e la propria superiorità in tutta Europa. L’Italia si era
allontanata da Francia e Inghilterra legandosi a potenze totalitarie e militariste come Germania e
Giappone.
La Germania aveva firmato con l’Unione Sovietica un patto d’intesa per sentirsi libera di attaccare la
Polonia e la Francia. E così avvenne, senza dichiarare guerra e quindi in spregio del diritto
internazionale, il 1° settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia e questo episodio segnò l’inizio
della guerra. Il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania mentre Italia e
Giappone proclamarono la propria neutralità. La Polonia fu piegata in solo tre settimane fu divisa con
l’Unione Sovietica e cominciò lo stermino degli ebrei polacchi.
I primi giorni di aprile del 1940 la Germania si spostò sul fronte occidentale. Invase e occupò la
Danimarca e la Norvegia quindi il 10 maggio attaccò la Francia passando e occupando Paesi Bassi e
Belgio sempre senza preavviso. Il suo criterio era quello della guerra lampo, massimo sforzo e massima
tempo. Il 14 giugno Parigi
potenza di fuoco prendendo alle spalle gli avversari occupando in pochissimo
si arrese ma con nessun prigioniero. Gli eserciti trovarono infatti rifugio in Inghilterra attraversando la
Manica. A questo punto approfittando della situazione favorevole e della strada spianata l’Italia di
Mussolini (non aveva un buon esercito e buoni mezzi di trasporto e quindi aveva temporeggiato) entra
nel conflitto dichiarando guerra a Inghilterra e Francia. Quest’ultima sconfitta fu divisa. Una gran parte
andò alla Germania, alcuni territori meridionali all’Italia e una piccola parte con governo a Vichy rimase
solo formalmente autonoma. Il generale francese Charles De Gaulle rifugiatosi in Inghilterra cominciò
ad organizzare la Resistenza antinazista.
Fronte Inglese Piegata la Francia Hitler si volse verso l’Inghilterra ma questa volta la situazione era
differente. L’Inghilterra aveva la flotta più potente del mondo e un’aviazione con piloti di prim’ordine.
piegare in tempi lampo l’aviazione, bombardare le città e quindi far scattare l’operazione
Hitler voleva
“Leone marino” sbarcando e piegando definitivamente l’Inghilterra. L’aviazione inglese, seppur in
numero inferiore resistette agli attacchi tedeschi respingendoli duramente. L’operazione Leone marino
potenze
fu sospesa e falliva anche il concetto di guerra lampo. Gli Stati Uniti, poiché sostenitori delle
democratiche, inviarono molti aiuti agli inglesi. Sappiamo bene che la guerra lunga e logorante non si
risolve solo grazie ad abilità militari ma anche grazie a rifornimenti continui e regolari dati da solidità
economica e industriale. Gli Stati Uniti sotto la presidenza di Roosevelt stavano fornendo questo
all’Inghilterra e molti sottomarini tedeschi tentarono di fermare gli aiuti affondando le navi americane
per impedire che arrivassero in Inghilterra. Era una sorta di “pace armata” tra Stati Uniti e Germania.
Fronte mediterraneo L’Italia invase la Grecia e ci furono molti scontri nel Mediterraneo tra inglesi
e italiani. In Africa gli inglesi attaccarono i possedimenti italiani dell’Etiopia e della Libia.
Fronte Orientale Il 22 giugno 1941 la Germania con un imponente esercito attaccava
improvvisamente l’Unione Sovietica venendo meno al patto d’intesa che non gli serviva più dato che
aveva già raggiunto gli obiettivi di occupare sia Polonia che Francia. Adesso la Germania puntava ad
appropriarsi dello “spazio vitale” dell’Europa orientale, così definito perché qui avrebbe potuto
procurarsi materie prime e forza lavoro di cui aveva bisogno. Gli stessi paesi interessavano l’Unione
Sovietica che invece puntava a crearsi una specie cintura di sicurezza lungo i propri confini.
lampo e travolgente
L’”operazione Barbarossa”, così fu chiamato questo attacco, doveva, in modo
sterminare l’esercito sovietico ed impedirgli di riorganizzarsi. La brutalità degli assalitori suscitarono il
patriottismo sovietico facendo terra bruciata attorno al nemico. I tedeschi non trovarono più viveri, i
raccolti furono incendiati come anche i magazzini. Subentrò anche il rigore dell’inverno russo che
permise ai sovietici di riorganizzarsi, attaccare e far arretrare il nemico.
Fronte Pacifico il 7 dicembre 1941 il Giappone improvvisamente attaccò, senza dichiarare
guerra, la flotta degli Stati Uniti nel porto di Pearl Harbor nelle isole Hawaii e molte navi affondarono.
Gli Stati Uniti entrarono in guerra l’11 dicembre.
Adesso la guerra aveva proprio delle dimensioni mondiali con due schieramenti: Inghilterra, Francia,
Stati Uniti e Unione Sovietica e l’altro composto da Germania, Italia e Giappone.
Il Giappone puntava ad impadronirsi delle colonie asiatiche dei americani e inglesi poiché ricche delle
materie prime per la produzione mondiale. Alla base di tutto c’erano quindi motivi economici che
avrebbero portato al predominio mondiale chi avesse quei possedimenti. Il Giappone si presentò agli
asiatici come liberatore e non come conquistatore dicendo di voler restituire l’Asia agli asiatici, in realtà
cercava solo un appoggio. Molte furono le conquiste dei Giapponesi: Malesia, Birmania, Filippine. Poi i
successi verso la metà di questo anno andarono rallentando vedendo la rimonta statunitense con le
e anche le isole Marshall.
vittorie del Mar dei coralli, del isole Midway, dell’isola di Guadalcanal
Nell’anno 1942 inizia una seconda fase della guerra. La situazione cambia radicalmente e vediamo pian
piano che la Germania comincia ad accumulare sconfitte.
Le truppe italo tedesche in Africa persero diverse battaglie come anche sul fronte russo dove l’Italia di
Mussolini mandò in sostegno della Germania un esercito di 220000 uomini l’Armir. I partigiani sovietici
piegarono duramente i due eserciti. Di tutti questi uomini molti morirono e tanti altri dispersi. Cominciò
del 1943 quella che nella storia venne chiamata la “ritirata russa”.
così nel gennaio
Nel 1943 anche l’Africa cadde sotto il controllo dell’esercito anglo‐americano che di li a poco avrebbe
continuato la sua avanzata verso l’Italia. Infatti in giugno occuparono Pantelleria e quindi la Sicilia fino
ad arrivare a Napoli e a Roma. Essi venivano accolti dalla popolazione come dei liberatori. Gli italiani
volevano la fine della guerra ma erano anche stanchi del fascismo. Nel marzo 1943 vi furono molti
scioperi operai contro il di esso. Di fronte a questa situazione il Gran Consiglio del Fascismo votò la